Julian Assange è stato liberato e sta viaggiando verso l’Australia, la sua nazione di origine. Ma dovrà fare ancora una fermata importante, alle Isole Marianne, prima di essere completamente libero. Le Marianne sono infatti un territorio americano del Pacifico, e qui Assange dovrebbe firmare con il giudice locale l’accordo patteggiato con il governo USA, che prevede la rinuncia da parte degli Stati Uniti di ulteriori persecuzioni penali contro di lui, in cambio di una sua parziale ammissione di colpa. Dopodichè gli Stati Uniti chiederanno una condanna pari o inferiore al periodo già scontato in prigione da Assange, il quale potrà ritenersi un uomo libero a tutti gli effetti.
Tutto questo ovviamente è solo il teatrino esteriore, che permetterà agli Stati Uniti di dire che “Assange ha riconosciuto di essere colpevole, e ha già espiato la sua colpa in prigione”. Ma la sostanza del problema non cambia di una virgola: Assange è stato perseguitato per quindici anni semplicemente per aver fatto il suo mestiere di giornalista. Ovvero, ha reso pubblici dei documenti che aveva ricevuto dall’analista-whistleblower Bradley Manning (oggi Chelsea Manning, dopo il cambio di sesso).
di Bet17
Edward Snowden, reso famoso nel 2013 per aver rivelato informazioni altamente classificate dalla National Security Agency (NSA), inclusa la connessione tra governi occidentali e i "Five Eyes", ha affrontato il tema dello sviluppo della tecnologia IA durante il recente meeting internazionale dedicato all'intelligenza artificiale, svoltosi a Singapore all'inizio di giugno 2024.
Il suo interlocutore è il dottor Ben Goertzel, uno scienziato informatico interdisciplinare, a capo di diverse fondazioni e società informatiche che ha lavorato come docente universitario in vari dipartimenti accademici di tutto il mondo.
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Vorrei sottoporvi questa notizia data da Frabetti l’altro ieri. Io la trovo allucinante, fatico a comprenderne la portata reale. (Potete iniziare a guardare dal minuto 2):
di Bet17
Il 14 giugno 2024, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, si è rivolto ai membri del Ministero degli Esteri russo per definire la politica futura della Russia e del continente euroasiatico. Durante il suo intervento, Putin ha aperto le porte a tutti i paesi, compresi quelli della NATO, affinché facessero parte del nuovo ordine multipolare che sta emergendo ad est e nel sud del mondo.
Tuttavia, i media occidentali hanno riassunto l'intervento come "l'ultimatum di un aggressore", ignorando completamente le aperture della Russia verso il mondo occidentale, così come le reali intenzioni espresse dal presidente russo.
L'intervento di Putin è durato oltre un'ora e in questa registrazione, B17tv offre solo la parte iniziale, con audio in italiano, che si riferisce alla visione di Putin per sviluppare un nuovo paradigma alternativo a quello unipolare imposto dagli Stati Uniti al resto del mondo, in cui il continente euroasiatico svolgerebbe un ruolo centrale.
Quello che pensa Putin della NATO lo sappiamo ormai a memoria. Sentiamo invece quello che ne pensa la Cina, attaverso questo suo articolo pubblicato oggi sul Global Times, intitolato "L'uscente Stoltemberg continua a seminare mine nel mondo".
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg sta per lasciare il suo incarico, e il prossimo vertice della NATO che si terrà negli Stati Uniti il mese prossimo sarà il suo tour d'addio. Negli ultimi due giorni, Stoltenberg si è recato a Washington per riscaldarsi in vista del prossimo vertice, ventando nel contempo alcuni dei suoi "risultati" come eredità politica degli ultimi nove anni di incarico come Segretario della NATO.
Ha vantato il fatto che 23 dei 32 membri del blocco abbiano raggiunto l’obiettivo di spendere il 2% del PIL per la difesa, rivelando allo stesso tempo che la NATO sta discutendo lo spiegamento di altre armi nucleari.
Le frasi di Stoltenberg, che provocano nel mondo grandi preoccupazioni, sono pronunciate con disinvoltura e persino con entusiasmo. Il capo della NATO ha inoltre continuato a minacciare la Cina, affermando che la Cina non può “tenere il piede in due scarpe”, tra Occidente e Russia, e che se non cambia rotta “dovrebbero esserci delle conseguenze”.
In Israele hanno deciso che è meglio non guardare sotto il tappeto.
Dopo lunghe contestazioni, la suprema Corte di Giustiza di Israele ha ordinato al supervisore nazionale (una specie di commissario d’inchiesta), Matanyahu Englman, “di sospendere qualunque aspetto della sua indagine sui fallimenti relativi agli attacchi di Hamas del 7 ottobre che riguardano l’IDF e lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence nazionale”.
In altre parole, Israele non vuole sapere come abbia potuto Hamas attraversare così facilmente le barriere che circondano Gaza, arrivando indisturbati fino ai kibbutz indifesi, senza incontrare alcuna resistenza da parte dell’esercito israeliano.
Come tutti sanno infatti, se c’è una zona iperprotetta e impenetrabile al mondo è proprio la barriera di Gaza. E se c’è un esercito al mondo che eccelle nell’utilizzo dei più sofisticati sistemi di sorveglianza esistenti, quello è certamente Israele.
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Ad esempio: “Ursula von der Leyen entra in convento e si fa monaca” – segue link.
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(La puntata di BN è stata trasmessa ieri - venerdì sera).
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Una vittoria di Donald Trump alle elezioni di novembre rappresenterebbe di sicuro un forte cambiamento nella situazione geopolitica mondiale, con una probabile riduzione del supporto americano per la guerra in Ucraina - e per tutte le guerre in generale. Nella scorsa presidenza (2016-2020) Trump ha dimostrato di non essere un guerrafondaio al servizio del Deep State, e nulla fa pensare che dovrebbe comportarsi in modo diverso nella nuova presidenza.
Ma c’è qualcuno che rischia di pagare a carissimo prezzo questa nuova, eventuale presidenza di Donald Trump, ed è il popolo palestinese.
Pare infatti che Donald Trump sia disponibile ad appoggiare la definitiva annessione della Cisgiordania allo Stato di Israele.
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