L’impensabile è accaduto. Con la eccezione di un singolo voto alla camera, il congresso americano (Camera più Senato) ha votato all’unanimità la legge che impone la desecretazione immediata di tutti i files del caso Epstein. E ora Trump sarà obbligato a firmarla, per renderla esecutiva.
Fino a 15 giorni fa Trump si trovava in una botte di ferro: il capo dell’FBI, Cash Patel, lo assecondava in tutto per tutto; il suo ministro di giustizia, Pam Bondi, aveva addirittura accettato di fare una figuraccia storica, negando l’esistenza della famosa “lista Epstein” che lei stessa aveva detto di avere “sulla mia scrivania”; e la maggioranza repubblicana - sia al Senato che alla Camera - garantiva a Trump che nessuno avrebbe mai potuto mettere mano a quei documenti.
Ma poi cosa è successo? È successo che ci sono state le sconfitte elettorali dei repubblicani a New York, in Virginia e nel New Jersey. E queste sconfitte hanno indicato al partito repubblicano che Trump stava perdendo la sua credibilità, proprio a causa del caso Epstein.
I ministri del governo israeliano non hanno gradito l'elezione di Zohran Mamdani a primo sindaco musulmano di New York City, al punto di invitare gli ebrei della città a immigrare in Israele.
Il candidato democratico Mamdani è stato eletto martedì sindaco di New York, diventando il primo musulmano e sud asiatico a ricoprire tale carica.
"La città, che un tempo era il simbolo della libertà mondiale, ha consegnato le chiavi a un sostenitore di Hamas", ha dichiarato mercoledì il ministro israeliano per gli Affari della diaspora, Amichai Chikli, sul social media statunitense X.
L'ex berretto verde descrive l'operazione come un pretesto per l'aggiornamento della Dottrina Monroe. "Quella che chiamano lotta al narcotraffico è la copertura per una guerra ibrida contro l'influenza di Russia e Cina nel continente".
di Fabrizio Verde
In una recente intervista realizzata dal giornalista Max Blumenthal di The Grayzone, Jordan Goudreau, mercenario ed ex membro delle forze speciali statunitensi noto per aver guidato la fallita “Operación Gedeón” contro il governo venezuelano nel 2020, ha rilasciato dichiarazioni di portata rilevante e che acquisiscono importanza nell’attualità. Le sue parole squarciano il velo su una delle narrazioni più tossiche e persistenti utilizzate contro la Rivoluzione Bolivariana: quella del cosiddetto “Cártel de los Soles”. Secondo Goudreau, questa struttura non sarebbe un’organizzazione narcotrafficante guidata da Caracas, ma una creazione della Central Intelligence Agency (CIA) risalente agli anni Novanta, molto prima dell’ascesa al potere del Comandante Hugo Chávez.
Alle 11 di venerdì 10 verrà annunciato il vincitore del Premio Nobel per la Pace. Fino alle 11 potete scommettere sul vincitore, dopo le 11 potrete commentare il risultato. Di seguito vi elenco alcuni candidati che sono ritenuti fra i possibili vincitori, probabili e improbabili.
- Sudan's Emergency Response Rooms (per il lavoro umanitario svolto in Sudan).
- Donald Trump
- Greta Thunberg
- Volodymyr Zelensky
- Francesca Albanese
- Qualche ONG del Mediterraneo
- Dottori senza frontiere
- UNRWA
- Yulia Navalnaya
- Altri (mettete voi il vostro candidato)
Negli attentati politici di alto livello, di solito è l’FBI a fornire la versione ufficiale dei fatti, mentre sono i “complottisti” di mezzo mondo a metterla in dubbio.
In questo caso invece, è la stessa FBI a dubitare della versione ufficiale che i media – rapidi e solerti – si sono affrettati a raccontare al mondo intero. Ovvero, la tesi dell’assassino solitario appostato sul tetto del campus,Tyler Robinson.
Durante la sua presenza al funerale di Kirk, il direttore dell’FBI Kash Patel ha dichiarato:
Man mano che passano le ore, le probabilità che l’assassino di Charlie Kirk venga catturato si assottigliano. Ma anche se venisse catturato, sappiamo già che ci troveremo di fronte al solito “disagiato mentale”, magari un transessuale, che ha fatto fuori Kirk - ci diranno - perchè era nemico del mondo LGBT. D’altronde, lo stesso “disagiato” si è già preoccupato di lasciarsi alle spalle 3 proiettili inutilizzati – ci dice l’FBI –, che portano scritte che descrivono una ideologia “transgender e antifascista”.
E così, il caso verrà chiuso come la semplice vendetta di un killer solitario che ha voluto lanciare un grido disperato in difesa dei propri diritti. Ha stato Oswald. Ha stato Sirhan. Ha stato John Hinckley. Ha stato James Earl Ray. Ha stato John Wilkes Booth… eccetera eccetera.
Che le famose “interferenze” russe a favore di Trump, nelle elezioni del 2016, fossero tutte una montatura da parte della cricca Clinton-Obama, lo avevamo capito tutti. Ora escono le prove.
Ricostruiamo brevemente la vicenda:
Come molti ricorderanno, durante le elezioni del 2016 (Hillary Clinton vs.Donald Trump) il candidato repubblicano venne ripetutamente accusato di aver usufruito di “interferenze illegali” da parte dei russi per fargli vincere le elezioni.
E anche se all’ultimo momento Trump riuscì a vincere “a corto muso”, la macchia di “amico dei russi” e di “burattino di Putin” gli rimase appiccicata addosso.
Mi ero ripromesso di non scrivere nulla sulla questione dazi (sembra già tutto così scontato), ma non ce la faccio. Quando leggo Meloni che dice: “In fondo è andata bene, abbiamo evitato una guerra commerciale” mi viene il voltastomaco.
Il mio problema non è di tipo “economico”: non so bene come funzionino le bilance commerciali, nè quali possano essere le effettive ricadute dai due lati dell’Atlantico; questo me lo spiegheranno gli economisti. A me interessa invece l’aspetto etico-morale della faccenda: come è possibile che siamo stati strapazzati come uova in padella da un bullo volgare e arrogante, senza avere la minima capacità di reagire?
Con una complicata operazione di ricatto, Donald Trump ha fatto licenziare uno dei comici più famosi d’America, perchè non sopportava di essere preso in giro da lui.
di Alessandro Volpi
La lettera che Trump ha inviato ai paesi dell'Unione europea in cui annuncia dazi al 30%, con la minaccia di un aumento ulteriore in caso di reazioni negative, è il risultato più chiaro di un incredibile servilismo.
Fin dalla sua elezione Trump ha insultato gli europei in tutti i modi, li ha accusati apertamente di aver impoverito gli Stati Uniti, di essere dei parassiti, ed ha attuato politiche conseguenti con ondate di dazi che sono progressivamente cresciuti.
A fronte di ciò, l'Unione europea non solo non ha reagito, ma ha blandito, omaggiato e in alcuni casi, a partire dal governo Meloni, ha esaltato il super presidente americano. Trump ha così ottenuto tutto quello che voleva, dal riarmo a spese degli europei, al finanziamento europeo della guerra in Ucraina, alle dichiarazioni anti cinesi, ad una vera e propria dichiarazione di guerra alla Russia, finalizzata a rendere gli europei ancora più dipendenti dal gas americano.
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