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Donald Trump aveva ancora una possibilità per uscire di scena in bellezza: usare al meglio il suo potere di perdono, che gli è conferito dalla costituzione. Invece ha fatto fiasco, utilizzandolo solo per interessi personali, e perdendo così l’opportunità di trasformarlo in un grande gesto politico.
Come è noto, la costituzione americana attribuisce al presidente la facoltà, in qualunque momento, di “concedere il perdono (o una commutazione della pena) a chiunque abbia compiuto un crimine contro gli Stati Uniti d’America, eccetto che nel caso di impeachment”. I padri fondatori lasciarono intenzionalmente ampia la definizione del perdono, perché contavano sulla nobiltà d’animo e sulla integrità morale di chiunque fosse il presidente degli Stati Uniti.
Non avevano certo previsto che un presidente potesse arrivare a perdonare quasi esclusivamente persone che hanno agito direttamente per suo conto.
di Francesco Santoianni
Finalmente qualche risata in questo mesto Natale-Covid! Ce le regala Openonline, tempio del Fact Checking, con l’articolo “Caso Navalny, il veleno forse nelle mutande. Secondo uno 007 russo sarebbe stato messo nelle cuciture”. Mutande avvelenate che si direbbero essere un feticcio per i servizi segreti russi.
Infatti, già per Novichok spruzzato, al controllo bagagli dell’aeroporto di Mosca, sulle sue mutande, Julia Skripal si sarebbe accasciata, il giorno dopo, insieme al padre (l’ex spia Sergei Skripal) su una panchina di Salisbury. In un circostanziato articolo ci domandavamo stupiti perché mai i due si fossero accasciati su quella panchina contemporaneamente. Domanda certamente intrigante ma che sbiadiva di fronte alla principale inerente il “caso Novichok”: perché questo “gas nervino, inventato dai russi, cento volte più letale del Sarin” non ha ammazzato Julia e Sergei Skripal? Domanda che si ripropone oggi davanti al “dissidente russo” Alexei Navalny, pure lui avvelenato dai russi con Novichok, pure lui miracolosamente sopravvissuto.
Ormai i giochi sono fatti. Anche se Donald Trump rimane appeso alla speranza dei ricorsi legali, sono gli stessi commentatori repubblicani ad ammettere che le possibilità di capovolgere il risultato a proprio favore siano praticamente inesistenti. Per ribaltare la situazione infatti gli avvocati di Donald Trump dovrebbero riuscire a dimostrare che c’è stata una signficativa frode elettorale in almeno tre stati diversi: Pennsylvania, Nevada e Georgia. È sufficiente infatti la vittoria in uno qualunque di questi per permettere a Biden di raggiungere comunque la soglia vincente dei 270 delegati. Sarebbe come cercare di farsi annullare tre gol subiti in una volta sola. Basta che uno di questi venga convalidato, e la partita la vince l’avversario.
È infatti probabile che nei prossimi giorni, di fronte al percorso impervio dei ricorsi legali, gli stessi collaboratori di Trump convincano il presidente a lasciar perdere, e a fare finalmente il famoso discorso di concessione.
Come aveva predetto Nancy Pelosi, “indipendentemente dal conteggio dei voti di martedì [3 novembre], il 20 gennaio Joe Biden sarà insediato alla presidenza degli Stati Uniti”.
A questo punto vorrei proporre un paio di considerazioni aggiuntive.
“Confessioni di un truffatore elettorale: ero un maestro nel falsare i voti postali”, così titolava un articolo del 29 agosto scorso, pubblicato dal New York Post, che metteva in guardia sulla facilità con cui i voti postali negli Stai Uniti possono essere truccati.
Secondo il testimone, un esponente democratico a cui il giornale ha garantito l’anonimato, la frode con i voti postali costituisce più la regola che l’eccezione. Avrebbe truccato per decenni elezioni comunali e federali nello stato del New Jersey, attuando un sistema molto semplice.
Il comune di appartenenza consegna all’elettore che intende votare per posta il kit necessario in una grande busta. Quest’ultima contiene la scheda elettorale, il “certificato di iscrizione al voto” che l’elettore deve firmare e la busta postale di ritorno, cioè la busta che l’elettore dovrà imbucare sigillando al suo interno la scheda elettorale con il voto espresso e il certificato elettorale. È in questo momento che i frodatori entrano in azione.
La scheda elettorale non ha caratteristiche di sicurezza specifiche, come un francobollo o una filigrana. L’insider ha rivelato e dimostrato di essere in grado di fare schede elettorali perfettamente identiche a quelle originali. Paradossalmente sono più sicure e difficili da ricopiare le buste di ritorno. Per questo motivo le buste di ritorno devono essere prese dagli elettori reali.
ORE 9.00: Ormai è chiaro che finchè non ci sarà lo spoglio del voto postale non ci sarà un vincitore. (Si presume che il voto postale sia pesantemente a favore di Biden).
ORE 8.30: Trump annuncia di aver già vinto, e preannuncia "manipolazioni" dei democratici sui voti postali. Minaccia di ricorrere alla corte suprema.
ORE 7.45: Totale Biden 224 - totale Trump 213 (vittoria a 270)
Ore 7.40: CNN proietta Pennsylvania per Trump.
Ore 7.15: Arizona va a Biden. Le probabilità di vittoria ora sono 50-50.
Ore 6.45: Trump ha vinto la Florida e l'Ohio, due dei tre stati più importanti fra quelli in bilico (gli altri sono Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia e Arizona). Ora è Biden a dire "non sarà finita finchè l'ultimo voto non è stato contato". Ci sono ancora molti stati incerti, ma a giudicare dal tono dei commentatori CNN non butta bene per Biden.
Rispetto a questo video desidero fare un chiarimento: Io non ho mai creduto, personalmente, che Hezbollah rischierebbe di piazzare un deposito di munizioni così pericoloso in una zona densamente abitata della città. Sarebbe un invito al suicidio collettivo. Quando dico, nel video: “è altamente probabile che nel frattempo gli Hezbollah, messi sull’avviso magari dallo stesso discorso di Netanyahu, li abbiamo spostati da un’altra parte della città” faccio esclusivamente riferimento alla logica dello stesso Netanyahu, come espressa nel suo discorso dell’Onu di due anni fa. Ma non ho mai condiviso personalmente questa ipotesi. Mi scuso con gli spettatori se, nel confezionare frettolosamente questo video, non sono stato abbastanza chiaro su questo punto. Massimo Mazzucco.
di Hugo Van Der Zee
Il comico George Carlin una volta ha detto che "tutte le persone che vivono nel mondo odierno hanno ricevuto alla nascita un biglietto per un teatro dell’ assurdo", aggiungendo che "gli americani hanno un biglietto per la prima fila". Nel corso dell'ultimo secolo, l'America è stata l'esempio per l'evoluzione sociale del mondo, come per esempio la società di consumo, la cultura dell'usa e getta, l’istupidimento per l’industria dell’intrattenimento, il degrado delle arti, le restrizioni alle libertà e una censura sempre crescente. L'America mostra tutti i sintomi di un impero in declino. Uno di questi sintomi è la completa negazione che la fine è in arrivo.
Sotto la bandiera "politicamente corretta" della tolleranza e della cooperazione, le redini sono sempre più strette. Negli ultimi mesi tutto ciò ha assunto forme estreme. Da un lato si impongono leggi e regole draconiane, dall'altro si stimolano la violenza e i saccheggi. Il "politicamente corretto" è più di un'ideologia politica, copre importanti aree sociali come l'istruzione, i media e l'industria dell'intrattenimento. Il costante lavaggio del cervello collettivo deve farci credere che il degrado culturale, l'estrema disuguaglianza e l'attacco alla libertà personale siano sviluppi naturali e necessari. La realtà sta diventando sempre più assurda, e sempre più persone si accorgono che qualcosa è fondamentalmente sbagliato. La fiducia degli americani nel governo è storicamente bassa. Come ogni presidente, Donald Trump non ha mantenuto la maggior parte delle sue promesse elettorali. La sua scusa principale è che viene costantemente ostacolato, il che è in gran parte vero. Recentemente, Trump ha perso gran parte della sua credibilità abbandonando completamente la "classe media" che sosteneva sempre di difendere quando c’erano le risse e saccheggi.
La notizia è arrivata in diretta, mentre era in corso la trasmissione “In Onda” di Telese-Parenzo: Trump ha deciso di ritirare l’adesione degli Stati Uniti alla OMS.
Antonio Padellaro (ospite della trasmissione) ha commentato a caldo: “Questa è chiaramente la mossa disperata di un uomo che sta perdendo vistosamente dei sondaggi contro Joe Biden, e cerca in qualche modo il ‘colpo di teatro’ per recuperare un po’ di popolarità”.
Anche la Cnn (notoriamente ‘liberal’ e anti-Trump) ha riportato la dichiarazione del senatore democratico Menendez, che dice: “Il presidente degli Stati Uniti ha ufficialmente ritirato la nazione dall’OMS, nel bel mezzo di una pandemia. Definire questa reazione di Trump come caotica e incoerente è ancora poco. Questa scelta non proteggerà nè gli interessi nè le vite degli americani, anzi li lascia ammalati e soli”.
La maggior parte degli italiani si era già dimenticata di Silvia Romano. Dopo oltre un anno e mezzo dal suo rapimento, molti avevano pensato che non sarebbe mai più ritornata.
Invece domenica abbiamo avuto la bella notizia. Silvia e viva, e sta tornando in Italia. Bene, abbiamo pensato in molti, probabilmente sarà stato pagato un riscatto, ma chissenefrega. Siamo contenti per lei e per la sua famiglia.
Ma quando, sulla pista di Ciampino, si è aperto il portellone dell’aereo che la riportava a casa, lo choc è stato grande per tutti. Quella che scendeva dagli scalini non era più la ragazzina partita da Milano due anni fa, ma era una donna islamica, che grazie al suo modo di vestire ostentava chiaramente la sua nuova religione.
E questo per molti è stato troppo. Indignato, Gasparri andava in televisione e faceva subito il collegamento con il terrorismo islamico: “Speriamo almeno che vada a pregare in una moschea normale – diceva - e non in quelle dove si reclutano i terroristi.”
Intervista a Roberto Croci, giornalista italiano che vive a Los Angeles. (Trasmessa da www.contro.tv il 30.3.2020)
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