Molti si sono chiesti che cosa ci sia dietro alla clamorosa accusa di doping contro gli atleti russi da parte della World Anti-Doping Agency [WADA]. In un momento di palese ritorno alla guerra fredda, dove l'Occidente sta cercando di incolpare Putin per ogni singolo male che affligge il pianeta, un'accusa del genere può apparire come minimo sospetta.
Di solito, per riuscire a capire quali siano i mandanti oscuri che mettono in moto certe operazioni, è sufficiente guardare dove cercano di andare a parare quelli che operano in chiaro, per conto loro. Nel recente scandalo della FIFA, ad esempio, la finalità palese era quella di far annullare l'assegnazione alla Russia dei mondiali di calcio del 2016, con conseguente perdita di prestigio e crollo di immagine a livello internazionale per l'intera nazione. In questo caso, quindi, il mandante era abbastanza evidente: il governo americano - anche perché per mettere in piedi le accuse era stata utilizzata addirittura l'FBI, che il calcio non sa nemmeno cosa sia.
Nel caso del doping invece la questione è leggermente più sottile, perché sappiamo tutti che moltissimi atleti di ogni parte del mondo facciano uso di sostanze illecite, nelle più svariate discipline sportive. Ma è proprio per questo motivo che colpisce il fatto che la WADA abbia deciso - in questo delicatissimo momento politico - di puntare il dito solo ed esclusivamente contro gli atleti russi.
C'è poi un altro modo di capire se un certo "scandalo" sia stato montato ad arte oppure no, ...
di Maurizio Blondet
Dal Pentagono si è dimessa Evelyn Farkas, vice-assistente segretaria del Ministero Difesa con una carica interessante: era quella che gestiva le relazioni militari con Ucraina e Russia, ossia armava la giunta di Kiev e la spingeva alla guerra contro i secessionisti del Donbass. Era praticamente il clone, al Pentagono, di quel che è alla segreteria di Stato (ministero degli Esteri) Victoria Nuland, la grande istigatrice dei golpisti di Kiev, che per staccare l’Ucraina da Mosca ha ammesso di aver speso 5 miliardi di dollari.
Come la Nuland (Nudelman, sposata Robert Kagan, uno fra i più virulenti neocon) la Farkas è ebrea. Di origine ungherese, come la Nuland e suo marito sono ebrei originari dell’Est, figli o nipoti di esponenti trotzkisti. La Farkas nel consiglio della “Harold Rosenthal Fellowship on International Relatyions” (una centrale sionista), immancabilmente anche membro del Council on Foreign Relations e dell’Aspen Club, dove presiede un “Socrates Scholar Program”. Soprattutto, la donna – ha scritto il blog washingtoniano Politico – è stata “consigliera di tre segretari alla difesa sulla politica russa, fornendo una continua expertise su come gli Usa devono rispondere alle azioni aggressive della Russia”. Ed è stata anche “profondamente implicata nello stanziamento di 244 milioni di dollari a sostegno dell’Ucraina”, in armamenti. Ragion per cui un altro blog di Washington la definisce la “top cabalist”, ossia la primaria complottatrice al Pentagono.
Complottatrice per la “cabala neocon” che la Nuland tanto efficacemente rappresenta alla Segreteria di Stato, spesso dando l’impressione di guidare il povero Kerry su posizioni più fanatiche e dure di quanto lui volesse…
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