Due belle notizie da Israele, una più edificante dell’altra.
La prima è che Netanyahu ha chiesto al presidente Herzog il perdono per i reati di cui è accusato in tre processi differenti (corruzione, frode e abuso di fiducia). Lo ha fatto, naturalmente, senza ammettere la propria colpevolezza. Netanyahu ha detto: "Nonostante il mio interesse personale nel portare a termine il processo e dimostrare pienamente la mia innocenza, credo che l'interesse pubblico imponga diversamente".
Praticamente: dopo aver fatto rimandare i suoi processi con mille scuse infinite, lui rinuncia a provare la propria innocenza, e chiede il perdono (per qualcosa che ovviamente non ha fatto), nell’interesse di tutta la popolazione. Che tenero, è quasi commovente nel suo generoso altruismo. Quando si dice avere il senso della nazione.
Ieri a Londra è stato diramato questo comunicato congiunto da parte di Francia, Germania, Italia e UK sulla situazione in Cisgiordania. Come la interpretate voi? Secondo voi, qualcosa sta cambiando?
Noi – Francia, Germania, Italia, Regno Unito – condanniamo fermamente l'aumento massiccio della violenza dei coloni contro i civili palestinesi e chiediamo stabilità in Cisgiordania. Le attività destabilizzanti rischiano di compromettere il successo del Piano a 20 punti per Gaza e le prospettive di pace e sicurezza a lungo termine.
Il numero di attacchi ha raggiunto nuovi picchi, con 264 attacchi a ottobre secondo l'OCHA [Ufficio delle Nazioni Unite per le Questioni Umanitarie], il numero più alto di attacchi dei coloni in un singolo mese da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a registrare tali incidenti nel 2006. Questi attacchi devono cessare. Seminano terrore tra i civili, sono dannosi per gli sforzi di pace in corso e per la sicurezza duratura dello stesso Stato di Israele.
Noi, ministri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, chiediamo al Governo di Israele di rispettare i suoi obblighi in base al diritto internazionale e di proteggere la popolazione palestinese nei territori occupati.
Anche Israele ha la sua Francesca Albanese. La “strega” maledetta si chiama Yifat Tomer-Yerushalmi, ed è un General Maggiore dell’IDF, con il ruolo di Military Advocate General, ovvero una specie di Ministro di Giustizia dell’esercito.
Esattamente come la Albanese, anche Tomer-Yerushalmi ha commesso il più alto crimine che si possa commettere in questo momento contro Israele: raccontare la verità.
Nello specifico, Tomer-Yerushalmi è responsabile per il rilascio dei video della prigione di Sde Teiman, nei quali si vedevano i soldati israeliani maltrattare e violentare alcuni detenuti palestinesi. Fu all’epoca uno scandalo mal represso, con i giornalisti di mezzo mondo che fecero a gara per dare la notizia (impossibile non darla) senza attribuirle troppa importanza.
Francesca Albanese ha presentato all’ONU il suo rapporto intitolato “Genocidio a Gaza: un crimine collettivo”, accusando gli stati occidentali di complicità nel genocidio. Il rapporto è stato criticato non solo – ovviamente – da Israele, ma anche dal nostro stesso ambasciatore all’ONU, Massari, che lo ha definito “totalmente privo di credibilità”
COSA DICE IL RAPPORTO
Israele, ha detto Albanese, ha lasciato Gaza “soffocata, affamata e distrutta”. Il suo rapporto, che esamina il ruolo di 63 Stati nelle azioni di Israele (sia a Gaza che in Cisgiordania), denuncia un ordine mondiale coloniale, sostenuto da un sistema globale di complicità.
“Attraverso azioni illegali e omissioni deliberate, troppi Stati hanno danneggiato, fondato e protetto l’apartheid militarizzato di Israele, permettendo alla sua impresa coloniale di trasformarsi in genocidio, il crimine supremo contro il popolo indigeno della Palestina”.
In Palestina continua il teatrino delle illusioni.
Dieci giorni fa abbiamo avuto gli “accordi di pace” fra Israele e Hamas, che sono stati firmati da mezzo mondo, ma non da Israele nè da Hamas. E non è certo un caso che Hamas abbia appena dichiarato che “senza il ritiro totale dell’IDF da Gaza non deporremo le armi”, mentre Netanyahu ha dichiarato che “a Gaza ci siamo per restare. Dobbiamo garantire la sicurezza di Israele”.
Quindi, in sostanza, nulla di fatto. Hamas rimane, l’IDF pure, e presto troveranno un pretesto per ricominciare a combattere. Con la differenza che ora Israele avrà le mani completamente libere, perchè gli ostaggi vivi sono tutti tornati a casa.
Però al mondo è stata servita la bugia della “pace in Palestina”, perchè era necessario far scendere un pò il livello di indignazione nel mondo, prima che andasse fuori controllo. E’ stata una grande operazione di ipnosi di massa, che grazie alla connivenza dei media mainstream ha funzionato alla perfezione.
Pensate di assistere ad una meravigliosa festa di matrimonio. Ci sono ospiti venuti da ogni parte d’Italia. Ci sono i parenti, gli amici, gli zii, i cugini, i vecchi compagni di scuola, i colleghi di lavoro… Insomma ci sono veramente tutti, ma mancano loro: mancano gli sposi.
Questo è, mutatis mutandis, quello che è accaduto ieri a Sharm el-Sheikh. C’erano tutti, per la firma dell’accordo “di portata storica”. C’erano gli Stati Uniti, l’Egitto, la Turchia, l’Arabia Saudita, la Giordania e il Qatar. C’erano Macron, la Meloni, Keir Starmer, Friedrich Merz e Pedro Sanchez. C’erano il Pakistan, l’Indonesia, l’India, e persino il Canada.
Mancavano solo loro due: Israele, e Hamas.
"Sosteniamo che vi sia una presumibile complicità del governo italiano nei crimini israeliani menzionati e che la relativa responsabilità sorga presumibilmente in capo ai principali componenti del governo italiano e cioè il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli esteri nonché vicepremier Antonio Tajani, e il ministro della difesa Guido Crosetto, da ritenere presumibilmente colpevoli in quanto titolari del potere decisionale in ordine alla cooperazione militare e di sicurezza con Israele e all’autorizzazione delle forniture di armi, senza che possano opporre alcuna immunità di natura personale e funzionale, dato che le relative attività si sono svolte nel più evidente dispregio delle normative interne e internazionali".
E’ probabile che gli stessi organizzatori dell’operazione flottiglia, all’inizio, non avessero previsto quelle che sta succedendo, e quello che probabilmente succederà, nei prossimi giorni.
Inizialmente, devono aver pensato: “Facciamo una azione dimostrativa: arriviamo fino a Gaza, ci facciamo arrestare, e in questo modo attireremo l’attenzione del mondo sul genocidio in corso”.
Ma quello che sta succedendo è ben altro: ciò che non avevano previsto, infatti, è la stupidità di Israele che, invece di ignorarli fino all’ultimo momento, sta facendo di tutto per attirare l’attenzione del mondo sulla flotta in avvicinamento. Nel tentativo di scoraggiare i partecipanti ad avvicinarsi a Gaza, li stanno attaccando addirittura con i droni, quando ancora si trovano a centinaia di miglia dalla loro destinazione. Evidentemente questa flottiglia deve aver toccato un nervo scoperto in Israele, perchè in questo modo le prime pagine di mezzo mondo parlano già del problema, prima ancora che diventi tale.
C’è qualcosa di peggio di un primo ministro che si renda complice, con il suo prolungato silenzio (e con la vendita di armi allo stato criminale di Israele), del genocidio in corso a Gaza? Sì, c’è: è un primo ministro che, nonostante nella sostanza continui a restare complice, cerchi di salvarsi la faccia con una dichiarazione ipocrita e surreale: “Siamo disposti a riconoscere la Palestina, ma solo senza Hamas”.
Meloni sa benissimo che Hamas resterà ancora a lungo sulla scena, perchè è interesse dello stesso Netanyahu mantenerla in vita il più a lungo possibile. Quindi, la frase “riconoscere la Palestina, ma solo senza Hamas” equivale a nascondersi dietro ad una foglia di fico, per continuare a dire di no senza dover dire apertamente di no.
La vita non finisce mai di stupirci.
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