Quella di piagnucolare sempre è un’arte, e non c’è popolo come quello israeliano che l’abbia imparata alla perfezione.
Per ogni razzo di Hamas che cade in territorio israeliano arrivano subito le troupe televisive, che fanno vedere la capretta morta per l’esplosione, e intervistano il cactus ferito che ha perso tutte le foglie.
Per ogni svastica che compare sui muri di una città europea si riunisce subito il comitato ebraico guidato dal rabbino locale, e convocano la stampa per denunciare al mondo l’ennesimo episodio di “antisemitismo inaccettabile”.
Google ha stipulato un contratto pubblicitario da 45 milioni di dollari con l'ufficio del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per diffondere propaganda che nega la carestia a Gaza, come rivelato dal sito Drop Site News .
La campagna semestrale, partita a giugno, è gestita tramite YouTube e il servizio “Display & Video 360” di Google, ed è descritta nel contratto governativo come “Hasbara” [“propaganda” N.d.r.].
I dettagli dell’accordo sono stati resi noti dall'ufficio statale per la pubblicità, Lapam, che fa capo direttamente all'ufficio di Netanyahu.
di Odeh Bisharat – Haaretz (Titolo Originale: “Israel Was Born for War and Is Thriving on It”)
Un paese di 10 milioni di persone ha trascorso gli ultimi due anni a condurre una guerra su cinque fronti, con ingenti spese militari, la perdita di milioni di giornate di lavoro civili per il servizio militare, e, per giunta, si fa carico anche dei costi di sostentamento degli ultra-ortodossi e dei coloni. Eppure i suoi centri commerciali, ristoranti e caffè sono affollati, i voli per i viaggi all'estero sono pieni, e la disoccupazione è in calo. Il mercato azionario è in crescita, l'inflazione è sotto controllo e lo shekel è forte. Stiamo assistendo a un miracolo moderno?
Tutte le più fosche previsioni sull'economia diffuse dal campo anti-Netanyahu, sulla riforma giudiziaria e sulla guerra di Gaza, si sono rivelate sbagliate. La domanda ora è: perché lo Stato di Israele si è arricchito con la guerra mentre altri paesi soffrono di carenze e inflazione elevata?
Ieri, almeno dieci persone mi hanno segnalato scandalizzate il video dell’ospedale di Gaza bombardato due volte dall’IDF, a distanza di pochi minuti. La prima volta, per creare morti e feriti fra pazienti e dottori, e la seconda, per andare a colpire i soccorritori e i giornalisti che inevitabilmente sarebbero accorsi sul luogo, dopo la prima esplosione.
Di fronte a questa azione palesemente criminale, è partita sui media mondiali la solita “ondata di sdegno” a senso unico: non c’è politico o commentatore al mondo che non abbia espresso in qualche modo il suo “orrore” per questo crimine a cielo aperto commesso da Israele, ma non ce n’è uno (di un certo peso) che abbia suggerito anche pubblicamente di punire Israele con severe sanzioni, almeno pari a quelle che vengono applicate da tre anni alla Russia.
Addirittura, ieri sera è toccato sentire gli apologeti di Israele - come una parlamentare della Lega, su Rete 4 - dire con sufficienza “Sì certo, solidarietà alle vittime, però il 7 ottobre…”

di Lorenzo Tosa
Quest’uomo grande si chiama Matteo Cecchelli, sindaco di San Giuliano Terme (Pisa), e ha fatto qualcosa di straordinario e straordinariamente umano.
Negli stessi giorni in cui Israele sciacallava biecamente su Marah Abu Zuhri, la ragazza di 20 anni palestinese morta per grave malnutrizione a Pisa, Cecchelli si è messo in contatto con la madre di Marah, che aveva espresso la volontà di seppellire la figlia in Italia, le ha offerto di ospitarla nel suo Comune, ha organizzato un funerale di rito musulmano in un bel prato appena fuori dal Paese.
Intervistato da Tucker Carlson, l’ex-Berretto Verde Tenente Colonnello Anthony Aguilar, racconta come funzionano i centri di distribuzione “umanitari” nella Striscia di Gaza.
Il regista Michelangelo Severgnini, che sta raccogliendo testimonianze da Gaza, spiega come funziona il sistema che permette di mandare aiuti direttamente agli abitanti della Striscia.
Mauro Biglino legge e commenta un articolo di Gideon Levy, nel quale il giornalista israeliano denuncia la legge della Knesset del 2018, che smantellava il mito dello stato “ebraico e democratico”, e rivelava il vero aspetto di Israele: quello di uno stato di apartheid su base razziale. Ovviamento, Biglino fa risalire alla Bibbia questo atteggiamento dei moderni sionisti.
di Gideon Levy (Haaretz)
Per "evacuare" due milioni di persone dal loro Paese, è necessario un piano. Israele ne sta preparando uno. La prima fase prevede il trasferimento di gran parte della popolazione in un campo di concentramento, per facilitare un'efficace deportazione.
La scorsa settimana, la BBC ha pubblicato un'inchiesta basata su foto satellitari, che mostra la distruzione sistematica perpetrata dall'IDF in tutta la Striscia di Gaza. Un villaggio dopo l'altro viene spazzato via, e la terra viene rasa al suolo per costruire il campo di concentramento, in modo che la vita a Gaza non sia più possibile.
I preparativi per il primo campo di concentramento israeliano sono in pieno svolgimento. La distruzione sistematica sta procedendo in tutta l'enclave, in modo che non ci sia altro luogo in cui tornare, se non il campo di concentramento.
Tramite la rete è possibile contattare e aiutare direttamente la gente di Gaza.
Un duro scontro interno sta agitando il governo israeliano: il Ministero della Sicurezza e quello delle Finanze sono ai ferri corti per la copertura dei costi legati alle recenti offensive su Gaza e Iran, escluse dal bilancio statale 2025. Il Ministero della Sicurezza ha richiesto 60 miliardi di shekel in fondi d’emergenza, ma il Tesoro si è rifiutato di approvare l’aumento, provocando ritardi nell’acquisto di elementi considerati essenziali, come i missili Arrow e veicoli blindati per le truppe operative.
Leggi tutto: Israele: il chiagni e fotti infinito