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Storia delle banche centrali e della riduzione in schiavitù dell'umanità
Consiglio a tutti di vederlo e magari se qualcuno conosce informazioni in più o se trova errori nel documentario ne possiamo parlare qui sotto.
Buona visione.
A history of central banking and the enslavement of mankind by Stephen Goodson
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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Quando gli Americani o i banchieri intervengono e finanziano un movimento politico o dei terroristi, non vuol dire in automatico che sono d'accordo con loro su tutto... Sembra ovvio ma invece è qui che sta l'inghippo.
Quando gli USA hanno finanziato l'ISIS, oppure adesso che stanno finanziando i talebani in Afghanistan, dopo averli fatti salire al potere, non lo fatto certo perché gli Americani e i banchieri siano estremisti islamici... Lo fanno perché gli fanno comodo, perché hanno nemici in comune magari, o per destabilizzare una regione. E fin qua ci siamo tutti.
Hanno bisogno di estremisti islamici così possono giustificare una futura guerra, o per tenere alta la spesa militare e la presenza con le loro basi in quella zona...
In ogni caso ci saranno dei gruppi estremisti, in ogni paese ci saranno movimenti di opposizione, quindi tanto vale controllare fin da subito l'opposizione no?
Se non ci sono partiti Comunisti in un paese tanto vale finanziare la creazione di un partito comunista come opposizione controllata, per irretire i possibili comunisti del futuro.
Potrei armare dei Fascisti e mandarli a fare un attentato, e poi dire "ecco vedete, i Fascisti sono violenti", usare i media per demonizzarli, imporre restrizioni magari non sui Fascisti che continueranno a esistere sempre ma sulle persone comuni che non potranno più esprimersi liberamente.
E se dovesse essere necessario far salire al potere quel partito che ho finanziato, lo si farà.
E se poi dovesse essere necessario combatterli e tirarli giù dal potere, come con Bin Laden, lo si farà.
Divide et impera, ordo ab chao, solve et coagula...
Il medio oriente è un casino! Non riescono a fare la pace e a darsi dei governi stabili! Sì peccato che tutte le guerre civili e i movimenti estremisti li hanno creati i soliti noti proprio per destabilizzare la regione.
Qui arriva l'inghippo.
Se io sono un Capitalista e ritengo sinceramente che il Comunismo sia un'ideologia fallimentare che porta povertà e morte e carestia ovunque, tanto vale lasciare che i paesi diventino comunisti, anzi finanzio io stesso il Comunismo in quei paesi, tranne nel mio e nei paesi a me alleati.
Così indebolisco gli altri paesi. Così quei paesi saranno afflitti da povertà e non saranno più un problema per me.
Il problema viene quando, magari, al potere sale qualcuno che vuole nazionalizzare le banche, o il petrolio, o fare delle guerre, allora diventa una minaccia, allora bisogna intervenire...
Per il resto ai banchieri non interessa l'ideologia e la forma di governo di un paese, a loro basta stampare denaro e guadagnare dagli interessi sul debito. La mano che dà sta sopra la mano che riceve.
Chi controlla il denaro piega la testa a tutti, alla più feroce dittatura come alla più riuscita delle democrazie.
Senza soldi nessuno fa niente, per la guerra servono 3 cose diceva Napoleone: argent, argent, argent.
Tutto questo sembra semplice, eppure vedo spesso gente che non ha capito il meccanismo. Quando si scopre che i Nazisti hanno fatto affari con i Bush, o con certi banchieri, o anche che hanno collaborato con alcuni Sionisti, molti arrivano alla conclusione che anche i Bush e quei banchieri e i Sionisti siano Nazisti!
Ma no, questa è una cavolata.
Anzi semmai i Nazisti presero molta ispirazione dagli Ebrei e dagli Americani in termini di leggi razziali e quant'altro.
Anche ammettendo che Hitler fosse in buona fede e fosse veramente indipendente e intenzionato a combattere la cricca internazionale di cui parlava (secondo me no) prese comunque soldi da loro. Collaborò con i Sionisti. Rubò i soldi ai poveri ebrei per darli ai ricchi e ai sionisti. Centralizzò il potere, poi sparì e così tutto il potere accumulato se lo sono spartiti gli Alleati nel dopoguerra.
Vedendola dal lato opposto, mettendosi nei panni degli Americani per esempio, capiamo che ci conviene magari anche finanziare l'ascesa sia del Nazismo che del Comunismo, poi li mettiamo a combattere uno contro l'altro, e alla fine arriviamo noi che ci prendiamo tutto col minimo sforzo (appena 400mila morti contro i milioni di URSS e Germania). Tra i due litiganti il terzo gode.
E se invece avessero vinto i Nazisti? Forse gli ebrei avrebbero avuto, se non uno stato in Palestina, pure uno stato in Madagascar, uno in Africa Orientale Italiana per volere di Mussolini, e anche diverse zone ebraiche in URSS (Ucraina ecc.) e nelle colonie africane anglofrancesi.
Finché siamo in guerra cerchiamo di vincerla, ma poi se perdiamo poco male, una volta morto di vecchiaia Hitler sarà facile influenzare i suoi successori, e magari il paese precipiterà da solo in una guerra civile, oppure collassare come l'URSS. Poco cambia...
La domanda è sempre "LIHOP o MIHOP"?
L'11/9 2001 gli Israeliani erano contentissimi, finalmente l'America aveva capito il pericolo del terrorismo islamico e sarebbe venuti ad aiutarli, dissero.
Oggi non vedono l'ora che salga al potere qualche vero antisemita in occidente, così possono fare all'occidente quello che hanno fatto ai paesi dell'Asse.
Perché gli ebrei aprirono le porte di Toledo ai musulmani e oggi allo stesso modo spingono per l'immigrazione in Europa? Perché sono forse d'accordo con i musulmani? No, perché tra i due litiganti il terzo gode...
Perché Israele finanzia Hamas segretamente? Perché gli USA fanno affari con la Cina ma poi la trattano da nemico?
Stesso motivo...
Basta seguire il denaro e vedere chi ci guadagna ALLA FINE, dopo che è tutto finito. Certe guerre possono durare molti anni, e prima ci sono molti altri anni di preparazione.
All'inizio non sempre si capisce il perché di certe scelte, lo si capisce solo alla fine.
Perché l'inghilterra fece appeasement e accordi navali con Hitler? Perché gli lasciarono prendere Austria, Cecoslovacchia, non fecero nulla contro l'URSS quando questa invase una porzione di Polonia maggiore di quella occupata dalla Germania, perché rifiutarono il fronte di Stresa? Lo si capisce alla fine... Se intervenivano subito non ci sarebbe stata la guerra, lo status quo non sarebbe cambiato, la Germania non sarebbe andata da nessuna parte... Tutto l'oro che gli Alleati hanno razziato non avrebbero potuto prenderselo, molti paesi scomodo sarebbero rimasti indipendenti, evidentemente volevano la guerra. E per fare la guerra bisogna essere almeno in due, non si può fare la guerra a una Germania debole nel 1936, bisogna lasciarla crescere qualche altro anno, magari allearsi con l'Italia e gli altri paesi che iniziano a darci fastidio, così da prendere più piccioni con una fava.
Temporeggiare come Quinto Fabio Massimo finché tutti i tasselli si allineano perfettamente e poi COLPIRE nel momento giusto. Solo alla fine si capisce il piano...
Perché Zelensky, ebreo, si circonda di neo-nazisti tra soldati, guardie del corpo, e politici?
Intanto i media negano che loro siano nazisti, e va tenuto a mente. E magari è vero, magari fanno solo finta di essere nazisti. Magari servono per fare il lavoro sporco al posto degli ebrei che hanno voluto questa guerra (Victoria Nudelmann, Zelensky ecc.) così possono dare la colpa ai Nazisti e nessuno si azzarderà a dare la colpa agli ebrei...
Si chiamano operazioni false flag.
E magari anche gli Ebrei sono finti Ebrei, un neonazista che volesse passare inosservato e portare avanti i suoi piani potrebbe farsi passare per Ebreo, usare questa sua identità per scalare i ranghi e per non essere criticato.
I Kazari fecero un semplice calcolo e conclusero che gli convenisse convertirsi in massa all'ebraismo per averne i privilegi economici.
Così oggi Mentana e Parenzo (ebrei) ci raccontano che gli Ucraini non possono essere nazisti perché Zelensky è ebreo, capito?? Come se ebrei e nazisti non avessero mai collaborato in passato...
I Rothschild hanno sempre finanziato tutti i paesi coinvolti in guerra, a quel punto il vincitore non conta, tutti i paesi sono indebitati con i Rothschild che ci guadagneranno per sempre. Il Regno Unito ha perso le sue colonie, è invaso da immigrati dal terzo mondo, sta ancora pagando i suoi debiti di guerra, siamo proprio sicuri che abbia vinto?
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Come dice l'introduzione del libro:
La storia è la materia più cruciale di qualsiasi sistema educativo, superando in importanza sia le scienze sia le discipline umanistiche. Al suo interno essa custodisce la cultura, le tradizioni, le credenze, l’etica e la raison d’être necessarie per la sopravvivenza continua di un popolo. Se la storia viene compromessa da falsificazioni e omissioni, spesso imposte da estranei, allora quella civiltà decadrà e infine collasserà, come si può osservare nella lenta disintegrazione della civiltà occidentale dal 1945. George Orwell ha espresso un sentimento simile in 1984 quando scrisse: «Il modo più efficace per distruggere un popolo è negare e annientare la propria comprensione della storia.»
Perché qualsiasi nazione/stato/società/comunità possa avere piena sovranità e indipendenza nei propri affari, il controllo assoluto sui mezzi che essa impiega per scambiare beni e servizi deve risiedere negli organi che rappresentano il popolo e non deve essere delegato a individui privati.
Nella storia registrata, i periodi di controllo statale della massa monetaria sono stati sinonimo di epoche di prosperità, pace, arricchimento culturale, piena occupazione e inflazione zero. Tuttavia, quando i banchieri privati usurpano il controllo del processo di creazione del denaro, i risultati inevitabili sono cicli ricorrenti di prosperità e povertà, disoccupazione, inflazione radicata e un enorme e crescente trasferimento di ricchezza e potere politico verso questa piccola élite che controlla questo sistema monetario sfruttatore. Ogni volta che in passato questi banchieri privati e centrali sono stati contrastati da nazioni che cercavano di restaurare un sistema monetario onesto, questi banchieri parassiti hanno invariabilmente invocato una guerra “patriottica” per sconfiggere il tanto denigrato “nemico”. Questo è stato un tratto quasi costante di tutte le guerre negli ultimi oltre 300 anni.
Questo libro offre una visione di come i banchieri privati, sin dai tempi antichi, abbiano abusato dei sistemi monetari, che siano basati su monete, banconote, assegni o denaro elettronico, creando denaro dal nulla come debito fruttifero di interessi per arrogarsi il potere supremo. Fornisce inoltre un resoconto, sia antico sia moderno, di società e civiltà che hanno prosperato in un ambiente libero dal peso dell’usura.
La soluzione è semplice e ovvia. Se desideriamo ottenere la nostra liberazione e sovranità dalla schiavitù imposta dai banchieri privati, dobbiamo smantellare il loro sistema bancario a riserva frazionaria e le banche centrali che lo supportano, altrimenti saremo noi stessi distrutti e condannati all’oblio.
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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Il libro inizia con una citazione di Aristotele contro l'usura che però purtroppo non sembra essere una vera citazione. Tuttavia Aristotele era veramente contrario all'usura, era anche contro la Democrazia se questa causa la perdita delle virtù aristocratiche. Per il resto era a favore della classe media, sosteneva anche un tipo di ridistribuzione della ricchezza non come assistenza ma per permettere ai poveri di comprarsi un terreno o avviare un'attività. Tutti concetti che torneranno nei secoli recenti anche se oggi vengono osteggiati.
Il capitolo parla dei vari sistemi monetari adottati dagli antichi romani. Inizialmente Roma usava i bovini come mezzo di scambio, come molte antiche civiltà usavano il bestiame e questo trova riflessi anche nella mitologia. Aggiungo anche che il termine "pecunia" (pecuniario ecc.) deriva "pecus" che vuol dire sia denaro che pecora.
I Romani poi adottarono lingotti irregolari di rame o bronzo, chiamati aes rude, che dovevano essere pesati per ogni transazione. Successivamente furono introdotti i lingotti aes signatum (timbrati) e poi le monete aes grave, emesse dallo Stato con simboli ufficiali, un primo esempio di moneta fiduciaria (fiat money).
Il libro/video spiega che sebbene le valute fiat siano molto criticate in alcuni ambienti ad esempio dai seguaci dell'economista austriaco Ludwig von Mises, non c'è niente di sbagliato in esse finché sono emesse dal governo e non da banchieri privati, ed è attentamente protetta contro le contraffazioni. La moneta non-fiat al contrario ha il grave svantaggio che chiunque stabilisca i prezzi dell'oro e argento, cioè i banchieri privati, possono controllare l'economia della nazione.
Durante questo periodo Roma conobbe una grande crescita economica e territoriale, con zero inflazione, abolizione del debito-schiavitù (nexum) e un’amministrazione basata sulla frugalità e virtù dei leader.
Il sistema monetario romano tradizionale fu modificato quando l’élite patrizia ottenne il diritto di coniare monete d’argento. Si riporta la storia di un patrizio che andò al Tempio di Giunone Moneta (da monere, colei che avverte, da cui deriva il termine moneta per indicare il denaro) e trasformò un sacco di denari d’argento nel quintuplo del loro valore, semplicemente imprimendo sulle monete un nuovo valore nominale, intascando così un enorme guadagno di signoraggio per sé. Questa storia non ha fonte per cui non so se sia vera ma è simile ad altre storie di questo tipo.
L'autore sostiene che la scarsità di argento prima e di oro poi costrinsero Roma a condurre campagne militari per procurarseli. L’esercito venne ampliato e i contadini, un tempo responsabili della sicurezza alimentare della Repubblica, furono arruolati in massa, portando al declino dell’agricoltura. Le piccole fattorie contadine vennero soppiantate dai latifundia, grandi proprietà sfruttate da schiavi, mentre il grano dovette essere importato dal Nord Africa.
Le tensioni per la concessione della cittadinanza agli alleati italici provocarono la Guerra Sociale (90–89 a.C.), segno della frammentazione sociale creata dalla monetarizzazione della società. Le classi popolari erano alienate e prive di impegno verso lo Stato; fino alla Seconda Guerra Punica non era nemmeno permesso loro di servire nell’esercito. Roma si indebolì, crebbe il dispotismo, il crimine dilagava e il Mediterraneo era infestato dai pirati. In assenza di una forza di polizia, violenza, bande armate e terrorismo erano fenomeni comuni: secondo l'autore queste sono tutte conseguenze inevitabili in una società in cui il denaro era diventato il valore supremo. La crisi economica e sociale colpì duramente le classi basse (soprattutto gli schiavi provenienti dall’Africa), generando malcontento e rivolte. Questo clima sfociò nella grande rivolta di Spartaco (73–71 a.C.), terza di tre insurrezioni servili. Ovviamente ci sono anche altre cause per la pirateria e le lotte tra fazioni ma sicuramente l'economia è cruciale.
Ci si focalizza poi sul ruolo ebraico nel crollo. I primi ebrei che arrivarono a Roma si dedicarono a lavori artigianali, al commercio ambulante e alla gestione di botteghe. Nell’ultima occupazione si dedicarono anche al prestito di denaro. Come comunità vivevano separati in appartamenti. Si governavano secondo le loro proprie leggi ed erano esenti dal servizio militare. Nel 139 a.C. gli ebrei, che non erano cittadini romani, furono espulsi dal pretore Hispanus per proselitismo, ma tornarono presto. Nel 19 d.C., tramite un senatus consultum, l’imperatore Tiberio espulse 4.000 ebrei che erano stati coinvolti in vari scandali, ma nessuna di queste espulsioni fu applicata correttamente e la loro continua presenza, in particolare come usurai, avrebbe giocato un ruolo significativo nel declino e nel crollo dell’Impero Romano.
Gaio Giulio Cesare (100-44 a.C.) nacque in una famiglia aristocratica il 12 luglio del 100 a.C. Era alto e dai capelli chiari e praticò brevemente come avvocato, prima di diventare uno straordinario comandante militare che conquistò la Gallia nel 59-52 a.C. Dopo aver sconfitto di Pompeo Magno nel 48 a.C. a Farsalo, Cesare divenne il leader indiscusso della Repubblica Romana. Al suo ritorno in Italia nel settembre del 45 a.C., Cesare trovò le strade e le città affollate di senzatetto, che erano stati cacciati dalla terra da usurai e monopolisti fondiari. 300.000 persone dovevano essere sfamate ogni giorno nel granaio pubblico. L’usura prosperava con conseguenze disastrose.
I principali usurai, molti dei quali erano ebrei, chiedevano tassi d’interesse fino al 48% annuo. Come avrebbe poi osservato Lucio Anneo Seneca (4 a.C.–65 d.C.), il filosofo, in De Superstitione:
Ci sono anche molte altre citazioni di autori Romani tardi che notavano una vera e propria giudaizzazione della società romana, prima ancora della cristianizzazione. Gli ebrei venivano accusati di misantropia ovvero di odiare l'umanità e gli usi e i costumi e gli dèi di tutte le altre nazioni, c'è una citazione credo di Tacito che parla di come tutto ciò che i Greci e Romani ritengono sacro, gli Ebrei ritenessero profano, e così via. Interessante che oggi invece molti membri dell'élite vengono presentati come filantropi e benefattori dell'umanità...“I costumi di quella nazione così criminale hanno acquisito una tale forza che ora sono stati accolti in tutte le terre. I conquistati hanno dato leggi ai conquistatori.”
Tornando a Cesare, a quel tempo esistevano due principali partiti politici: gli Optimates, centrati attorno alla nobiltà, al Senato e ai pochi privilegiati; e i Populares, che rappresentavano i cittadini. Cesare assunse immediatamente la leadership di questi ultimi.
Cesare comprendeva pienamente i mali dell’usura e come contrastarli.
“Riconobbe la profonda verità che il denaro è un agente nazionale, creato dalla legge per uno scopo nazionale, e che nessuna classe di uomini dovrebbe trattenerlo dalla circolazione in modo tale da causare panico, affinché gli speculatori potessero aumentare i tassi d’interesse o comprare proprietà a prezzi rovinosi dopo tali panici.”
Cesare introdusse le seguenti riforme sociali:
- La restituzione delle proprietà fu effettuata a valutazioni molto più basse, quelle precedenti alla guerra civile (49–45 a.C.).
- Furono concesse varie remissioni di affitti.
- Un gran numero di cittadini poveri e veterani congedati furono insediati in lotti assegnati.
- Fu garantita un’abitazione gratuita a 80.000 famiglie impoverite.
- La paga dei soldati fu aumentata da 123 a 225 denari.
- La distribuzione del grano fu regolamentata.
- Le comunità provinciali furono dotate di cittadinanza.
- La confusione del calendario fu eliminata fissandolo a 365¼ giorni a partire dal 1º gennaio del 44 a.C.
- I livelli del debito pubblico furono immediatamente ridotti del 25%.
- Il controllo della zecca fu trasferito dai patrizi (usurai) al governo.
- Furono emesse monete metalliche economiche come mezzo di scambio.
- Fu stabilito che l’interesse non potesse essere applicato per più dell’1% al mese.
- Fu decretato che non si potesse applicare interesse su interesse e che l’interesse totale non potesse mai superare il capitale prestato (regola in duplum).
- La schiavitù fu abolita come mezzo per saldare un debito.
- Gli aristocratici furono costretti a impiegare il proprio capitale e non ad accumularlo.
Aggiungo io che fra coloro che pugnalarono Cesare vi era anche il famoso Bruto, che in gioventù aveva ricoperto la carica di magistrato monetario (tresvir monetalis), incarico che lo aveva messo in diretto contatto con gli ambienti creditizi e con la gestione della moneta.
Poco dopo la morte di Cesare (e la sua deificazione), i Romani adottarono quello che l'autore definisce gold standard, che avrebbe avuto conseguenze di vasta portata per la stabilità finanziaria dell’impero e avrebbe condotto direttamente alla sua rovina. In precedenza, ai tempi della Repubblica Romana, le monete d’oro erano emesse solo in periodi di grande necessità, come durante la Seconda Guerra Punica o la campagna di Lucio Cornelio Silla.
In realtà anche dopo i Romani continuarono ad usare l'argento come standard, non c'era un vero e proprio gold standard nel moderno senso del termine. Comunque sicuramente è vero che la scarsità d’oro o di moneta-merce induceva frequentemente periodi di deflazione.
Ci furono misure "di sollievo" quando il peso dell’aureus fu ridotto da 122 a 72 grani, tuttavia, i metalli continuarono a fluire verso oriente per pagare beni di lusso, tributi religiosi e pagamenti d’usura. Inoltre, l’usura del tempo causava la perdita di un terzo del totale della moneta circolante nell’arco di un periodo di 100 anni.
L’imperatore Costantino (275–337 d.C.) ordinò personalmente la pena di morte per i falsari e il rogo dei monetieri pubblici che commettevano falsificazioni. I cambiavalute che non segnalavano un solido d’oro contraffatto venivano immediatamente frustati, ridotti in schiavitù ed esiliati.
Si parla poi del ruolo del Cristianesimo e della Chiesa nel crollo. Inizialmente osteggiato dai Romani, il Cristianesimo fu stabilito come religione ufficiale dall’imperatore Teodosio I (347–395 d.C.). Una caratteristica dell’era imperiale fu l’ingiustizia sociale e l’indebolimento delle classi medie attraverso una tassazione eccessiva. L’uomo d’affari romano non era un commerciante, ma un predatore delle province, poiché la madrepatria aveva una base industriale debole, incapace di fornire i beni manufatti richiesti. Con la crescente monetizzazione della società, e con i ricchi che parassitavano l’uomo comune, i plebei divennero sempre più simili a schiavi. L’abolizione del sistema della giuria fu sintomatica del declino del rispetto e dell’importanza dell’uomo comune nella società romana.
L'autore attribuisce a Costantino la colpa di aver istituito la Decima, che avrebbe portato secondo lui all'accumulazione di da un terzo alla metà di tutte le terre e gran parte delle ricchezze. In realtà Costantino non istituì una decima obbligatoria, fino almeno al VI secolo le donazioni erano volontarie, questa è una confusione tra pratiche medievali e romane. Nel V secolo la Chiesa possedeva forse il 10–20% delle terre in alcune zone d’Italia e Africa, non in tutto l’Impero. La maggior parte delle terre era nelle mani della senatoria aristocrazia laica, non del clero. L’idea che la Chiesa possedesse "da un terzo alla metà" dell’Impero è un mito del XIX secolo (Gibbon, Liberals vs. Papal State), non un fatto storico.
Si descrive una concentrazione di ricchezza nelle mani della Chiesa e di poche famiglie ricche che non rimettevano in circolazione questo denaro, e lo stato Romano come un organismo parassitario, si sostiene che non vi era ormai più produzione "industriale" o di cibo ma che tutto dovesse essere importato dall'estero, e usura su scala senza precedenti. In realtà è vero che c'era un flusso d'oro verso oriente, difficile situazione fiscale, grossa concentrazione di ricchezze (soprattutto in grandi latifondi, Diocleziano istituì anche una specie di feudalesimo ante litteram), ma non è vero che non si produceva più niente, e i tassi di interesse erano fortemente regolati ecc...
Alla fine la parte occidentale dell’Impero Romano collassò dopo ripetute incursioni militari di Goti e Vandali, il che portò ai cosiddetti Secoli Bui. Seguì una lunga depressione deflazionistica durata secoli: la quantità di moneta metallica, stimata in circa 1,8 miliardi di dollari al culmine dell’Impero, si ridusse a circa 200 milioni entro la fine dei Secoli Bui. L’agricoltura regredì a livelli di pura sussistenza, il commercio si arrestò, le grandi navi scomparvero per mancanza di traffici e si persero conoscenze artistiche, scientifiche e tecniche, come quella della produzione del cemento.
Secondo l'autore, tra i principali fattori del declino vi furono la concentrazione della ricchezza, la mancanza di risorse minerarie per la produzione e l’importazione massiccia di schiavi stranieri. Nel IV secolo d.C., a causa del calo della fertilità femminile romana, gli schiavi avrebbero superato i cittadini con un rapporto di cinque a uno. Il fattore economico più rilevante viene identificato nella carenza di una moneta di circolazione abbondante ed economica e nell’idea errata che il denaro dovesse essere una merce.
La conclusione è che un sistema economico disonesto conduce inevitabilmente alla dissoluzione di una società: nessuna civiltà può sopravvivere a un sistema monetario falso. Per prosperare, una società dovrebbe emettere il mezzo di scambio senza debito e senza interesse, direttamente dallo Stato come rappresentante del popolo, in modo permanente.
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...tutti i grandi eventi sono stati distorti, la maggior parte delle cause importanti nascoste... Se la storia dell'Inghilterra fosse mai scritta da qualcuno che ne avesse la conoscenza e il coraggio, il mondo ne sarebbe sbalordito.
- Benjamin Disraeli, Primo Ministro della Gran Bretagna
Attenzione perché in questo capitolo sta la chiave per capire l'origine del moderno sistema che ci governa. Ho usato sia il libro che altre fonti trovate online per compilare questo post
1) Nell'antica Inghilterra l'usura era illegale. Re Offa del regno di Mercia (VII secolo d.C. creò il primo sistema monetario Inglese, a causa della scarsità d'oro utilizzò l'argento per coniare monete e come riserva di ricchezza. I penny erano marchiati con una stella (stearra in inglese antico, da cui deriva la parola "sterlina"). Nel 787 Re Offa introdusse una legge che proibiva l'usura, ovvero l'applicazione di interessi sul denaro prestato. Legge che fu ulteriormente rafforzata da Re Alfredo (865-99), che ordinò che i beni degli usurai venissero confiscati, mentre nel 1050 Edoardo il Confessore (1042-66) decretò non solo la confisca, ma che l'usuraio fosse dichiarato fuorilegge e bandito a vita.
2) Nel 1066 Guglielmo I invade l'inghilterra e sconfigge Re Aroldo II ad Hastings, in seguito invita dei mercanti e finanzieri ebrei dalla Normandia e possibilmente da Rouen, ufficialmente per rivitalizzare l'economia e perché ai Cristiani era proibito prestare denaro a usura. In realtà è anche probabile che questi mercanti e prestatori di denaro fossero tra i vari finanziatori dell'invasione dell'Inghilterra, direttamente o indirettamente o che l'avessero quantomeno appoggiata.
Come abbiamo detto prima, all'epoca l'usura era proibita sì, ma ai Cristiani per motivi religiosi. Il Re doveva quindi trovare un gruppo che non fosse soggetto al diritto canonico e gli ebrei erano perfetti per questo scopo:
- non erano vincolati dalla legge della Chiesa
- non potevano possedere terra agricola
- erano esclusi da corporazioni e cariche pubbliche
In pratica il Re prestava indirettamente attraverso di loro, poteva usare questo meccanismo per arricchirsi o procurarsi soldi per finanziare i suoi progetti, guerre ecc. e inoltre l'odio del popolo ricadeva sugli usurai e non sul Re. Quando il popolo si ribellava, le ribellioni erano dei pogrom tollerati contro gli ebrei. Gli ebrei fungevano da cuscinetto sociale e fiscale.
Gli ebrei erano sì ricchi, ma il Re poteva prendersi i loro soldi quando voleva. Gli ebrei inoltre non potevano possedere terre o ricoprire cariche pubbliche, quindi anche se ricchi erano praticamente innocui. Inizialmente quindi gli ebrei non erano privilegiati, non avevano gli stessi diritti degli altri cittadini, ma tutto sarebbe cambiato in futuro con l'emancipazione degli ebrei durante le varie "rivoluzioni" in tutta Europa, che hanno sempre avuto due caratteristiche fondamentali: l'emancipazione degli ebrei e la rimozione dei governanti precedenti per instaurare un nuovo governo fedele alla nuova élite. Da "servitori del Re" sarebbero passati a padroni intoccabili.
Poi una volta che questa élite finanziaria ottenne il controllo dell'economia, della politica, dei media, si misero anche a smantellare la cultura di quei paesi, la religione, la famiglia, i legami di sangue, tutto ciò che faceva da collante in quelle società. Questo processo è ancora in atto oggi e non è terminato, ma questa è un'altra storia...
Ma torniamo all'antica Inghilterra. Le conseguenze dell'usura per il popolo inglese furono disastrose, si parla di tassi di interesse del 33% annuo sui terreni ipotecati dai nobili e del 300% annuo sugli strumenti di lavoro o sui beni mobili dati in pegno dagli operai. C'è chi dice che nel giro di due generazioni 1/4 di tutte le terre inglesi era già finita nelle mani di usurai ebrei, non so quali siano i veri numeri ma in realtà il problema era anche peggiore: molte persone indebitate rischiavano di perdere le loro proprietà in futuro anche se ne erano ancora i proprietari. Questi debiti erano anche ereditati dai figli, per cui non c'era via di scampo.
Inoltre, gli immigrati ebrei minarono l'ethos delle corporazioni ed esasperarono i mercanti inglesi vendendo una grande varietà di beni sotto lo stesso tetto. Svolsero anche un ruolo di primo piano nella coniazione delle monete d'argento e nella loro fusione in lingotti, nonché nella placcatura dello stagno con argento.
Aaron di Lincoln, alla sua morte nel 1186, fu dichiarato l'uomo più ricco d'Inghilterra. Egli non fu solo il più ricco e potente finanziere ebreo dell’Inghilterra medievale, attivo sotto i regni di Enrico II e Riccardo I con una rete di agenti e debitori sparsi in tutta l’Inghilterra, finanziò castelli, abbazie e grandi opere. L'attività finanziaria di Aaron era così enorme che, dopo la sua morte, il Re dovette creare un ufficio speciale per confiscare tutti i suoi crediti (l'Exchequer of Aaron).
La sua ricchezza rese evidente quanto la monarchia dipendesse dal credito di questi finanziatori, forse anche per questo dopo il 1189–1190 (incoronazione di Riccardo I) scoppiarono pogrom antiebraici in varie città. Nel 1290, meno di un secolo dopo, tutti gli ebrei furono espulsi dall'Inghilterra da Edoardo I.
Il famoso economista William Cunningham paragona l'attività degli ebrei in Inghilterra dall'XI secolo in poi a una spugna, che assorbe tutta la ricchezza del paese e quindi ostacola ogni sviluppo economico.
Il governo provò a rimediare, fece tutto il possibile per far sì che gli ebrei intraprendessero mestieri dignitosi e lavori onesti e, allo stesso tempo, si assimilassero con il resto della popolazione, ma tutto invano.
3) Re Giovanni Senzaterra (1199-1216) fu un re disonesto e sconsiderato, impose tasse senza consenso feudale come lo scutage (denaro al posto del servizio militare) aumentato ripetutamente, "aid" straordinari imposti a piacimento, multe sproporzionate come strumento punitivo, vendeva sentenze e favori, ritardava processi per estorcere pagamenti, confiscava beni senza giudizio regolare, interferiva con successioni ereditarie, entrò in conflitto con il papa sulla nomina dell’arcivescovo di Canterbury e fu scomunicato, governava senza consultare i baroni, senza rispetto delle consuetudini, con un sistema di favoritismi.
Nel 1207, un'enorme somma di 60.000 sterline fu imposta alla popolazione cristiana.
Molti nobili erano indebitati con gli ebrei e rischiavano di perdere le loro terre a causa dell'usura e delle tasse. I nobili che prendevano in prestito denaro da usurai ebrei, dal Re e dai suoi agenti dovevano far registrare le loro ipoteche nei registri del Tesoro. Non appena un nobile si trovava in difficoltà finanziarie, il Re acquistava il debito dall'usuraio e si appropriava della terra. Re Giovanni fu "completamente sconsiderato" nel perseguire questa politica depravata e disonesta, ed era inoltre "dissoluto, incompetente, e totalmente in debito con i suoi ebrei".
Risultato, nel 1215 l’Inghilterra era sull’orlo della guerra civile: i baroni si armarono e si ribellarono, Londra venne occupata, c'era anche il rischio di un'invasione francese. I nobili costrinsero re Giovanni a firmare la Magna Carta il 15 giugno 1215. Questo documento consisteva in decine di clausole relative all'istituzione di vari diritti costituzionali e legali, tra cui clausole che limitavano gli effetti sociali ed ereditari dell'usura con esplicito riferimento ai prestatori di denaro ebraici.
Il 19 ottobre 1216 Re Giovanni morì e gli succedette il figlio di nove anni Enrico III, che governò dal 1219 al 1272. Il suo regno fu di poco migliore di quello del padre ma le clausole (e altre leggi) che riguardavano gli ebrei furono abrogate negli anni seguenti.
Tuttavia, il suo erede Edoardo I (1272-1307) si rese presto conto che se non avesse preso provvedimenti avrebbe rischiato di perdere il trono per cui furono approvati gli Statuti dell'Ebraismo che abolivano ogni forma di usura. Poiché molti di questi ebrei non erano più in grado di guadagnarsi da vivere, il 18 luglio 1290 Edoardo emanò una legge che obbligava l'intera popolazione ebraica di 16.511 persone a lasciare definitivamente l'Inghilterra; una delle oltre 100 espulsioni registrate nel corso della storia.
Oggi quando si sente parlare di espulsione degli ebrei si pensa a qualcosa di orribile, ma in realtà all'epoca dopo aver pagato una tassa pari a 1/15 del valore dei loro beni mobili e 1/10 del loro denaro, agli ebrei fu permesso di andarsene con tutti i loro beni, fate il paragone col modo in cui gli Israeliani trattano i Palestinesi oggi...
Il glorioso medioevo
4) Con la cacciata degli usurai, le tasse divennero moderate e non vi fu debito pubblico, poiché per le spese governative si utilizzava il tally stick senza interessi.
I "tally sticks" erano un sistema medievale di contabilità e pagamento, usato soprattutto in Inghilterra dal XII secolo fino al XIX secolo. Sono un elemento chiave della storia finanziaria perché mostrano come uno Stato possa gestire credito e tassazione senza moneta coniata né banche private.
Un tally stick era un pezzo di legno spaccato inciso con tacche per registrare una somma di denaro. L’importo era indicato da tacche di diverse dimensioni, poi il bastoncino veniva spaccato longitudinalmente, una parte restava alla Corona mentre l'altra veniva data al pagatore o creditore.
Poiché le venature del legno erano uniche, le due metà potevano combaciare solo tra loro, rendendo la falsificazione estremamente difficile.
In origine i tally sticks registravano obblighi fiscali, pagamenti delle tasse, debiti della Corona, prestiti al re. Esempio: uno sceriffo doveva al re 40 sterline. Veniva inciso e spaccato un tally. Quando lo sceriffo pagava, le due metà venivano riunite e annullate.
Col tempo, i tally divennero trasferibili: se la Corona ti doveva del denaro, potevi cedere il tally a qualcun altro. Il nuovo possessore poteva poi riscattarlo tramite: compensazione fiscale, contante o beni. Questo fece sì che i tally funzionassero come titoli di credito governativi, moneta di credito, una forma primitiva di valuta statale garantita.
La caratteristica fondamentale è che non prevedevano interessi, e il valore derivava dalla accettazione fiscale, non dal metallo.
I tally sticks permisero alla Corona di funzionare nonostante la cronica scarsità di moneta metallica, ridussero la dipendenza da oro e argento e da prestatori di denaro privati. Questo è uno dei motivi per cui l’Inghilterra poté mantenere uno Stato centralizzato senza un sistema bancario moderno.
I tally sticks furono introdotti per la prima volta durante il regno di Enrico II (1100-135) e rimasero in circolazione fino al XVIII secolo, anche se verranno aboliti molto dopo, nel 1834. Fu, tuttavia, durante il periodo 1290-1485 che i bastoncini raggiunsero il loro apogeo e costituirono il principale mezzo di finanziamento statale. I bastoncini venivano utilizzati non solo per pagare gli stipendi statali, ma anche per finanziare importanti opere infrastrutturali come la costruzione delle mura della città di Londra, di edifici pubblici e porti. L'esatto ammontare dei bastoncini di conteggio in circolazione non è noto, ma ancora nel 1694 ne esistevano per un valore di 17 milioni di sterline. Si trattava di una somma prodigiosa, poiché il bilancio annuale del Re raramente superava i 2,5 milioni di sterline e un operaio guadagnava un penny al giorno.
Con tasse tollerabili, nessun debito pubblico e nessun interesse da pagare, l'Inghilterra visse un periodo di crescita e prosperità senza precedenti. Il lavoratore medio lavorava solo 14 settimane e godeva di 160-180 giorni di ferie. Secondo Lord William Leverhulme: "Gli uomini del XV secolo erano molto ben pagati", così ben pagati che il potere d'acquisto dei loro salari e il loro tenore di vita sarebbero stati superati solo alla fine del XIX secolo. Un lavoratore poteva provvedere a tutte le necessità della sua famiglia. Erano ben vestiti con buoni panni di lana e avevano carne e pane in abbondanza.
Durante il tempo libero, molti uomini si dedicavano alla cultura, per esempio a costruire le magnifiche cattedrali inglesi, rafforzando uno dei principi fondamentali della civiltà occidentale: senza tempo libero, la promozione della cultura non è possibile.
Sebbene re Enrico VIII (1509-1547) avesse allentato le leggi sull'usura nel 1509, queste furono successivamente abrogate da suo figlio, re Edoardo VI (1547-1553), con un atto del 1552, il cui preambolo affermava che "l'usura è, per parola di Dio, assolutamente proibita, come un vizio odiosissimo e detestabile..."
Avete capito perché il medioevo è stato demonizzato dagli stessi che ci hanno portato la "rivoluzione" attuale? Bene.
Fine di un'epoca d'oro
5) Durante il regno della regina Elisabetta I (1558-1603), arrivarono a Londra un piccolo numero di marrani, ebrei spagnoli che finsero di convertirsi al Cristianesimo ma che in realtà continuarono a praticare il Giudaismo in segreto, oggi questi sono chiamati dagli storici "cripto-ebrei" in quanto "marrani" è ritenuto un termine dispregiativo...
Questi erano stati in precedenza espulsi dalla Spagna assieme agli Islamici nel 1492 da Isabella I di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona a causa del loro persistente coinvolgimento in attività di usura e pratiche immorali. Dalla Spagna alcuni migrarono in Olanda e in Inghilterra.
In realtà nessuna delle espulsioni fu mai attuata fino in fondo, alcune ricche famiglie ebraiche si convertirono al Cristianesimo e continuarono a operare anche in Spagna, finanziando per esempio i viaggi di Colombo in America...
Molti di loro esercitavano la professione di orafi (da cui il cognome ebraico Goldsmith), e gli orafi erano anche coloro che avevano le casseforti, e così molte persone portavano il loro oro agli orafi per essere protetto nelle casseforti. Gli orafi ben presto iniziarono a reinvestire quest'oro, o a prestarlo con interessi. Dopotutto non era necessario tenersi tutto l'oro in ogni momento, non tutti i proprietari dell'oro sarebbero mai venuti a ritirare il loro oro contemporaneamente, era sufficiente tenerne una piccola porzione in cassaforte (circa il 10%) e il resto poteva essere investito. Questo fu il precursore del fraudolento sistema bancario a riserva frazionaria.
Ricevute in oro a interessi venivano inizialmente prestate alla Corona o al Tesoro all'8% annuo, ma secondo Samuel Pepys, diarista e segretario dell'Ammiragliato, il tasso di interesse aumentò fino al 20% e persino al 30% annuo. Il tasso di interesse pagato dai commercianti superava spesso il 33% annuo, anche se il tasso legale era solo del 6% annuo. Gli operai e i poveri sopportavano il peso di questi tassi di interesse esorbitanti, dovendo pagare il 60%, il 70% o persino l'80% annuo. Secondo Michael Godfrey, autore di un opuscolo intitolato A Short Account of the Bank of England, 2 o 3 milioni di sterline erano andate perse a causa dei fallimenti degli orafi e della scomparsa dei loro impiegati.
Il regno di Elisabetta I fu anche il periodo in cui nacque l'idea di Impero Britannico, i servizi segreti Inglesi e la propaganda che riscriveva la storia tramite il teatro e altri media.
Cromwell e la Guerra Civile Inglese
Nel 1534, con l'Atto di Supremazia, la Chiesa Anglicana era stata istituita come religione ufficiale d'Inghilterra da Re Enrico VIII.
Durante il XVI e il XVII secolo, le credenze puritane, basate sugli insegnamenti di John Wycliffe e John Calvin, ottennero un numero crescente di seguaci. I puritani davano importanza alla lettura della Bibbia che consideravano la vera legge di Dio e alla preghiera e alla predicazione, nonché alla semplificazione del rituale dei sacramenti.
Re Carlo I Stuart (1625-49), che desiderava mantenere la preminenza della Chiesa Anglicana, entrò in un conflitto sempre più intenso con i puritani, che stavano facendo grandi progressi nel proselitismo tra la popolazione. Dopo l'assassinio avvenuto in circostanze misteriose del suo fidato amico e consigliere, il Duca di Buckingham, nel 1628, Carlo si isolò gradualmente. La crescente divisione religiosa offrì un'opportunità perfetta per chi voleva scatenare una guerra civile. Come scrisse Isaac Disraeli, padre del primo ministro Benjamin Disraeli, "La nazione fu abilmente divisa in Sabbatari e Trasgressori del Sabbath".
Improvvisamente la città di Londra fu invasa da una milizia armata composta da "operai". Secondo Isaac Disraeli, questi erano disposti a compiere atti vandalici per chiunque li pagassero, il terreno per la guerra civile si stava quindi preparando da tempo.
Queste folle armate di "operai" intimidivano tutti quanti, compresi entrambi il Parlamento e il Palazzo Reale nei momenti critici, esattamente sul modello impiegato successivamente dalle "Bande Sacre" e dai "Marseillais" nella Francia Rivoluzione. Isaac Disraeli traccia ripetutamente sorprendenti parallelismi con la Rivoluzione Francese, in particolare nei suoi passaggi sulla stampa "non più sotto moderazione", e il diluvio di opuscoli e volantini rivoluzionari. "Dal 1640 al 1660", scrive, "sembra che ne siano partiti circa 30.000". Chi li aveva stampati e finanziati?
Fu anche pubblicata una lista di 59 cittadini comuni, marchiati con l'odioso titolo di "Straffordiani o traditori del loro paese".
Alcuni opuscoli rivoluzionari, come Disraeli ci dice: "portavano il minaccioso grido insurrezionale di 'Alle vostre tende, o Israele'."
Scoppiò la guerra civile tra i Realisti (anglicani) e i Roundheads (puritani) e durò dal 1642 al 1648. I Roundheads con la loro "New Model Army" vinsero e si stima che morirono circa 190.000 persone, pari al 3,8% della popolazione. Il capo dei Roundheads era Oliver Cromwell (1599-1658), la cui "New Model Army" si dice sia stata finanziata anche da Antonio de Fernandez Carvajal e diversi usurai ebrei di Amsterdam, anche se la storia ufficiale sostiene che fu finanziata solo da tasse e fondi reali confiscati.
Il 1643 portò un nuovo grande contingente di ebrei in Inghilterra, il loro luogo di raduno era la casa dell'ambasciatore portoghese De Souza, un altro cripto-ebreo. Anche Fernandez Carvajal pare che si incontrasse con loro.
Antonio de Fernandez Carvajal era un cripto-ebreo sefardita di origini Portoghesi, noto anche come "il grande ebreo", fu un importante mercante internazionale attivo tra gli anni '30 e '40 del 1600, soprattutto nel commercio Atlantico e Mediterraneo di vino, spezie, zucchero. Operava sotto copertura Cristiana, come la maggiorparte degli ebrei in Inghilterra di allora. I mercanti internazionali erano anche ottimi "intelligence brokers", ossia vendevano informazioni quasi come delle moderne spie.
Antonio de Fernandez Carvajal beneficiò di questa "emancipazione" degli ebrei promossa da Cromwell. Quello che potrebbe sorprendere, e che invece è storicamente documentato, è che successivamente alla restaurazione Antonio de Fernandez Carvajal si mise al servizio di e finanziò i Realisti di Carlo II che come vedremo dopo non era contro gli usurai ebrei.
Il regicidio di Re Carlo I
Ora la guerra civile ha fatto il suo corso e Re Carlo I si trovava praticamente prigioniero a Holmby House, nel Northamptonshire. Il 4 giugno 1647, 500 rivoluzionari catturarono il Re, ma poi gli permisero di fuggire sull'Isola di Wight, dove fu successivamente arrestato. Il 5 dicembre 1648 la Camera dei Comuni decise "Che le concessioni del Re erano soddisfacenti per un accordo". Cromwell quindi epurò la Camera dei Comuni con l'assistenza del colonnello Pryde finché non rimasero solo 50 membri, noti in seguito come "Rump", questi erano nonostante tutto ancora disposti a raggiungere un accordo con il Re ma alla fine votarono per fare un processo al Re. Nessun avvocato inglese era però disposto a redigere un atto d'accusa contro il Re, alla fine, guardate un po' che coincidenza, fu fornito da un ebreo olandese, Isaac Dorislaus.
Isaac Dorislaus (c. 1595–1649), nato nella Repubblica Olandese (probabilmente a Leiden), professore di storia e legge a Cambridge, fortemente influenzato da idee repubblicane Olandesi, era di origini ebraiche anche se suo padre si era convertito al Cristianesimo (cripto-ebreo?)
Dorislaus fu un ideologo e propagandista, fornì la giustificazione legale e storica per il regicidio di Carlo I traendola dal diritto Romano (anche se in Inghilterra vigeva la common law inglese).
Cromwell lo aveva nominato "Latin Secretary to the Council of State" (simile ad un propagandista per gli affari esteri), era incaricato di redigere documenti di stato ufficiali, difendere il Commonwealth all'estero, rispondere alle critiche dei realisti e degli stranieri. Lavorava a fianco di figure quali John Milton.
Alla fine fu assassinato da agenti realisti, sostenitori di Carlo II, come vendetta per la morte di Carlo I. Questo fu un assassinio politico, non di matrice religiosa o antisemita anche se oggi chi parla di queste cose viene accusato di ciò. Il suo assassinio tra l'altro fu condannato in mezza Europa, il che dimostra quanto Dorislaus avesse giocato bene la parte dell'avvocato e non del cospiratore contro il Re.
Carlo I fu costretto a partecipare a un processo farsa presso l'Alta Corte di Giustizia, i cui membri erano due terzi dei Levellers dell'esercito. Carlo si rifiutò di dichiararsi colpevole, ma fu dichiarato colpevole e giustiziato il 30 gennaio 1649. Mentre il corteo si avvicinava al patibolo, una folla numerosa gridò "Dio salvi il Re!". Dopo che il fatto fu compiuto, si levò un enorme gemito di angoscia.
Mi sono chiesto quali altri importanti personaggi di questa fase storica di cui non si parla mai erano ebrei, e guardate un po' cosa ho trovato:
Menasseh ben Israel (1604–1657), rabbino, studioso, diplomatico di Amsterdam, riceveva udienza diretta con Cromwell. È storicamente accertato che Menasseh ben Israel chiedeva a Cromwell di riammettere gli ebrei in Inghilterra.
Simon de Caceres, stratega militare, finanziere, leader comunitario e mercante sefardita Portoghese. Propose progetti coloniali (ad esempio la Giamaica, poi gli ebrei sarebbero diventati tra i principali gestori della tratta degli schiavi Atlantica e del commercio di frutta e altri beni nelle Americhe).
Simon ebbe un ruolo di primo piano negli affari mercantili ad Amburgo, Londra, in Sud America e nelle Indie Occidentali; le sue transazioni si estesero a molte parti del mondo.
en.wikipedia.org/wiki/Caceres_family
Simon Caceres è descritto come un ebreo sciovinista, si vantava della sua discendenza ebraica. Si unì al già citato Antonio de Fernandez Carvajal nell'acquisizione del cimitero di Bet Cholim a Londra, ed è stato uno dei ricorrenti che hanno firmato il documento presentato a Oliver Cromwell di Menasseh ben Israel nel marzo 1656.
La Regina Cristina di Svezia è nota per aver interceduto presso Cromwell a suo favore per ottenere alcuni privilegi commerciali alle Barbados. In un secondo momento il Re di Danimarca diede al fratello di Caceres una lettera di raccomandazione a Carlo II d'Inghilterra, che ebbe un ruolo determinante nel procurare agli ebrei delle Indie Occidentali un ampliamento delle strutture commerciali. Simon era uno degli agenti di Cromwell e tra i documenti di Thurloe ce ne sono almeno due che dimostrano che la sua esperienza fu sfruttata da Cromwell. Uno si intitola "Una nota su ciò che le cose vogliono in Giamaica". Si tratta di un memorandum contenente consigli minuziosi in merito a fortificazioni e attrezzi. Da un passaggio in Lettere e discorsi di Cromwell, ed. Carlyle (iii. 131), sembrerebbe che le raccomandazioni di Caceres siano state seguite, poiché sono state inoltrate le forniture necessarie.Insieme a questo memorandum Caceres presentò al protettore un notevole piano per la conquista del Cile, in cui propose di arruolare "uomini della sua stessa nazione" (ovvero ebrei) e si offrì di guidare personalmente la spedizione. Nella sua lettera di istruzioni Cromwell fa riferimento all'opportunità di ostacolare il commercio spagnolo con Perù e Cartagena e di lottare con gli spagnoli per il dominio di tutti quei mari. In un secondo momento Caceres presentò a Cromwell un altro piano, che prevedeva la protezione del commercio delle Barbados e il miglioramento dell'amministrazione della legge sulla navigazione. Questo documento sembra non essere stato autorizzato e si rivela essere una domanda personale per un ufficio che desiderava creare per se stesso.
Ragazzi, non so voi ma io sono sbalordito. È incredibile che non si parli mai di queste cose, eppure per chi sa cercarle sono lì su Wikipedia scritte nero su bianco.
Stiamo veramente parlando di una cricca internazionale, piccola ma molto influente e risoluta. Tutti questi personaggi ebrei agivano assieme, e di concerto con alcuni Re d'Europa! Già allora nel 1600! Secondo me manca qualche passaggio per capire come abbiano fatto in pochi anni a diventare così influenti, perché questo capitolo si specializza sull'Inghilterra ma come abbiamo capito gli usurai ebrei erano già importanti nel nord della Francia prima dell'invasione Normanna dell'Inghilterra. Poi in Spagna e Portogallo abbiamo l'ascesa di queste famiglie che espanderanno le loro operazioni a tutto il mondo. Sono curioso di indagare sugli altri paesi a questo punto, e su quegli altri Reali che ho menzionato prima.
Questa famiglia Caceres in particolare era un esempio di marrani cioè falsi-convertiti al Cristianesimo, abituati a praticare il giudaismo in privato, ma sempre consci e fieri della loro appartenenza al popolo ebraico, come Menasseh che se ne vantava e Simon che propose di invadere il Cile con un'armata di "uomini della sua stessa nazione"!
Successivamente i Caceres sarebbero diventati importantissimi nelle Americhe e addirittura avrebbero espresso un personaggio quale Andrés Avelino Cáceres che fu tre volte presidente del Perù!
Dal 7 al 18 dicembre 1655 Cromwell, soprannominato il Protettore, tenne una conferenza a Whitehall, Londra, per ottenere l'approvazione per l'immigrazione su larga scala degli ebrei. Mi sembra un po' un'ossessione questa che Cromwell aveva per gli ebrei...
Nonostante la conferenza fosse gremita di sostenitori di Cromwell, il consenso schiacciante dei delegati, composti principalmente da sacerdoti, avvocati e mercanti, fu che agli ebrei non dovesse essere permesso di entrare in Inghilterra.
Nell'ottobre del 1656 a nuovi ebrei fu concesso clandestinamente di sbarcare liberamente in Inghilterra, nonostante le forti proteste presentate dalla sottocommissione del Consiglio di Stato, che dichiarò che questi ebrei "sarebbero stati una grave minaccia per lo Stato e la religione cristiana". "...I mercanti, senza eccezioni, si pronunciarono contro l'ammissione degli ebrei. Dichiararono che gli immigrati proposti sarebbero stati moralmente dannosi per lo Stato e che la loro ammissione avrebbe arricchito gli stranieri a spese degli inglesi".
6) Cromwell morì il 3 settembre 1658 e gli successe il figlio Riccardo, che governò per nove mesi. Il figlio di Carlo I, Carlo II (1660-85), successe al padre giustiziato. Era stato riconosciuto Re dalla Scozia, dove Cromwell aveva tentato invano di dispensare la sua barbarie, aiutato dai suoi simpatizzanti di Ginevra. Sebbene sarebbe stato l'ultimo monarca inglese a emettere moneta (banconote) di diritto, commise due fatali "errori" di governo:
Il 1° agosto 1663 approvò l'Act for the Encouragement of Trade, dal suono eufemistico, che consentiva l'"esportazione di tutte le monete straniere o lingotti d'oro o d'argento, liberi da interdizioni, regolamenti o dazi di alcun tipo". Durante il dibattito sul disegno di legge, il conte di Anglesey osservò con lungimiranza che "È pericoloso per la pace del regno quando una mezza dozzina o una mezza ventina di persone ricche, scontente o faziose saranno in grado di creare una banca (un'accumulazione) delle nostre monete e lingotti oltremare e lasciarci senza denaro quando non sarà (più) in potere del re impedirlo".
Tre anni dopo, con l'Atto per l'Incoraggiamento della Coniazione, permise a privati, come banchieri e orafi, di coniare le monete del regno presso la Zecca Reale e di ottenere così i considerevoli benefici del signoraggio (la differenza tra il valore nominale delle monete e i loro costi di produzione) per conto proprio. Inoltre, ciò consentì loro di aumentare o diminuire l'offerta di moneta in circolazione e di alzare o abbassare i prezzi a piacimento, a grande discapito della popolazione generale.
Il regno di suo fratello Giacomo II (1685-88) durò solo tre anni. Fu vittima di una propaganda e di libelli senza scrupoli, provenienti principalmente dall'Olanda. Una spedizione militare intrapresa dal principe Guglielmo d'Orange alla fine lo detronizzò. Sebbene l'esercito di Giacomo fosse numericamente superiore, fu scoraggiato dall'attaccare dopo che John Churchill, primo duca di Marlborough, lo abbandonò improvvisamente in un momento cruciale. È interessante leggere nel Enciclopedia ebraica che questo Duca per molti anni ha ricevuto non meno di 6.000 sterline all'anno dall'ebreo olandese Solomon de Medina. Queste ingenti somme di "blood money" permisero a Churchill di procedere con la costruzione di Blenheim Palace, che fu completato alla sua morte nel 1722.
Gli Orangisti e la cosiddetta "gloriosa rivoluzione"...
7) La campagna militare di Guglielmo d'Orange fu finanziata da banchieri ebrei. In cambio del loro sostegno, Guglielmo III (1689-1702) avrebbe ceduto la prerogativa reale di emettere moneta inglese senza debiti e interessi a un consorzio noto come "The Governor and Company of the Bank of England". A.N. Field, in "All these Things", riassume così questi eventi epocali, noti come la Gloriosa Rivoluzione del 1688, ma che in effetti fu la INFAME Rivoluzione:
"Trentatré anni dopo che Cromwell aveva permesso agli ebrei di entrare in Gran Bretagna, un principe olandese arrivò da Amsterdam, circondato da un'intera schiera di ebrei provenienti da quel centro finanziario. Dopo aver cacciato dal regno il suocero reale [Giacomo II], acconsentì con grazia a salire al trono di Gran Bretagna. Un risultato molto naturale di questo evento fu l'inaugurazione del Debito Nazionale con l'istituzione, sei anni dopo, della Banca d'Inghilterra allo scopo di prestare denaro alla Corona."
Questa legiferazione trasferì a un comitato anonimo la prerogativa reale di coniare moneta; convertì la base della ricchezza in oro; e permise ai prestatori di denaro internazionali di garantire i loro prestiti con le tasse del paese, invece che con l'incerta assunzione di qualche sovrano o potentato, che rappresentava l'unica garanzia che in precedenza potevano ottenere.
L'unione politica ed economica tra Inghilterra e Scozia fu poco dopo imposta alla Scozia con una corruzione generalizzata e a dispetto delle proteste formali di ogni contea e borgo. Gli obiettivi principali dell'Unione erano la soppressione della Zecca Reale in Scozia e l'imposizione anche a quest'ultima della responsabilità del "Debito Nazionale". Il controllo dei prestatori di denaro era ormai totale in tutta la Gran Bretagna. Il pericolo era che i membri del nuovo Parlamento congiunto, prima o poi, nello spirito dei loro antenati, avrebbero contestato questo stato di cose.
Per ovviare a ciò, quindi, venne creato il sistema dei partiti, frustrando la vera reazione nazionale e consentendo ai burocrati di dividere et imperare; usando il loro nuovo potere finanziario per garantire che i loro uomini e le loro politiche si assicurassero la ribalta, e un sostegno sufficiente da giornali, opuscoli e conti bancari per prevalere.
L'oro sarebbe presto diventato la base dei prestiti, dieci volte l'importo depositato. In altre parole, 100 sterline in oro sarebbero state una garanzia legale per 1.000 sterline di prestito; al 3%, quindi, 100 sterline in oro avrebbero fruttato 30 sterline di interessi all'anno senza ulteriori problemi per il prestatore se non la tenuta di qualche registrazione contabile.
Il proprietario di 100 sterline di terra, tuttavia, doveva comunque lavorare ogni ora del giorno per guadagnare forse il 4%. La fine del processo era solo questione di tempo. Gli usurai sarebbero diventati milionari; coloro che possedevano e lavoravano la terra, l'inglese e lo scozzese, sarebbero stati rovinati.
Il processo è continuato inesorabilmente fino ad oggi, è stato ipocritamente camuffato da un'astuta propaganda, con l'intento di aiutare i poveri multando i ricchi. In realtà non è stato nulla del genere. Si è trattato principalmente della deliberata rovina delle classi agrarie, dei leader tra il popolo, e della loro soppiantazione da parte dei finanzieri e dei loro tirapiedi.
Come fu Istituita la Banca d'Inghilterra
L'esigenza di una banca centrale privata fu sostenuta da un pirata in pensione, William Paterson, quando scrisse un opuscolo nel 1693 intitolato "Breve resoconto della futura Banca d'Inghilterra".In seguito si sarebbe vantato che questa Banca
Giovedì 21 giugno 1694 furono aperte le liste di sottoscrizione per la Banca, che aveva un capitale di 1.200.000 sterline. Entro il lunedì successivo, tale importo era stato interamente sottoscritto."beneficia di interessi su tutto il denaro che crea dal nulla".
Lo scopo apparente della banca era quello di prestare a Re Guglielmo somme illimitate all'8% annuo per consentire la prosecuzione della guerra, e in particolare il conflitto contro la Francia. La Banca avrebbe quindi ricevuto dalla Corona un interesse di 100.000 sterline all'anno, mentre le ulteriori 4.000 sterline costituivano una commissione amministrativa. La Banca acquisì inoltre il diritto di emettere 1.200.000 sterline in banconote senza alcuna copertura in oro.
Prima della sua quotazione, lo statuto della Banca fu attentamente esaminato dal procuratore Creswell Levinz per garantire che la Banca rispettasse il suo scopo nascosto, ovvero quello di spennare il popolo inglese in perpetuo consentendo la creazione dal nulla della moneta e dei mezzi di scambio della nazione a interesse. Tutto questo denaro falso doveva essere accompagnato da interessi composti. Levinz era un cripto-ebreo o marrano che esercitò la professione di avvocato nel XIV secolo e in seguito fu giudice.
L'istituzione della Banca suscitò molta opposizione. In primo piano vi erano orafi e usurai, che correttamente prevedevano che avrebbe posto fine al loro sistema usuraio basato sulla riserva frazionaria basata sulle loro ricevute in oro. I proprietari terrieri e la piccola nobiltà rurale temevano un'escalation dei tassi di interesse, poiché la Banca avrebbe controllato l'offerta di moneta nazionale. Circolavano accuse secondo cui la Banca avrebbe favorito alcuni mercanti con bassi tassi di interesse. Il timore più grande era che "la Banca sarebbe diventata troppo potente e sarebbe diventata la chiave di volta del mondo commerciale". Sfortunatamente, questo è esattamente ciò che accadde, poiché la Banca d'Inghilterra divenne il modello su cui vennero replicate tutte le successive banche centrali.
A quel tempo la Camera dei Comuni contava 514 membri, di cui 243 Tory, 241 Whig e 28 membri la cui appartenenza era sconosciuta. Circa due terzi dei membri erano gentiluomini di campagna e si ritiene che dei 514 membri circa il 20% fosse analfabeta. Il disegno di legge fu discusso nel luglio 1694, il momento culminante dell'estate, quando la maggior parte dei membri rurali era impegnata nelle attività estive e nella raccolta dei raccolti. Quel fatidico venerdì 27 luglio 1694, quando fu concessa la Carta di Costituzione, erano presenti solo 42 membri, tutti Whig, poiché i Tory si opponevano al disegno di legge, che votarono tutti a favore. (Ciò solleva la questione di cosa significasse il quorum a quei tempi).
Il titolo del disegno di legge non menzionava la proposta di creare una Banca d'Inghilterra, che è solo descritta, o si potrebbe dire nascosta, per due terzi nel testo incomprensibile - per i profani, ovviamente - del disegno di legge.
Il succo dei primi due terzi del disegno di legge descrive dettagliatamente la necessità di imporre una complessa serie di nuove aliquote, tasse e imposte su navi, birra e altri liquori. Il vero scopo di queste tasse era quello di finanziare gli interessi su tutti i futuri prestiti governativi. Poco dopo furono introdotte ulteriori tasse, tra cui un'imposta fondiaria, un'imposta sulla carta, una tassa pro capite, una tassa sul sale, un'imposta di bollo e una tassa sulle finestre, che sostituì la tassa sui focolari o sui camini. Altre tasse introdotte furono una tassa sui venditori ambulanti, una tassa sui carrozze a noleggio, una tassa sulle nascite, sui matrimoni e sui decessi e infine una tassa sugli scapoli. Tuttavia, la tassa più punitiva introdotta fu un'imposta sul reddito applicata con un'aliquota del 20%. Veniva applicata non solo alle aziende, ma anche ai lavoratori.
Guerra e schiavitù del debito in perpetuo
9) Ogni guerra di lì in poi avrebbe contemporaneamente aumentato il debito nazionale e i profitti degli usurai. È significativo che la maggior parte di queste guerre siano state intraprese contro paesi che avevano implementato sistemi bancari statali senza interessi, come nel caso delle colonie nordamericane. Questo schema di attacco e applicazione del sistema usurario dei banchieri è stato ampiamente utilizzato nell'era moderna e include le sconfitte della Russia imperiale nella Prima Guerra Mondiale, di Germania, Italia e Giappone nella Seconda Guerra Mondiale e, più recentemente, della Libia nel 2011. Questi erano tutti paesi dotati di sistemi bancari statali, che distribuivano la ricchezza delle rispettive nazioni in modo equo e fornivano alle loro popolazioni un tenore di vita di gran lunga superiore a quello dei loro rivali e contemporanei.
Il 1° maggio 1707 fu sancita l'unione tra Scozia e Inghilterra, come detto prima essa fu motivata in gran parte dalla necessità di prendere il controllo della Zecca Reale di Edimburgo, avvenuta nel 1709.
Nel 1720, dopo la conclusione della Guerra di Successione Spagnola (1701-1714), il debito pubblico era salito a 30 milioni di sterline, con la guerra stessa costata 50 milioni di sterline. 1521 Dopo la Guerra d'Indipendenza Americana (1775-1783), combattuta dopo che i coloni erano stati costretti a sostituire il loro debito, e in gran parte titoli coloniali senza interessi, con moneta inglese, e che aveva provocato una disoccupazione del 50%, il debito pubblico salì a 176 milioni di sterline. Secondo Sir John Harold Clapham, che scrisse "The Bank of England: A History 1694-1914" nel 1944, Solomon de Medina e due da Costa, Fonseca, Henriquez, Mendez, Nunes, Rodriguez, Salvador e Teixeira de Mattos, tutti ebrei sefarditi, avevano acquisito la maggioranza delle azioni della banca entro il 1722.
Nel 1786 il Primo Ministro William Pitt il Giovane cercò di azzerare il debito nazionale con un fondo di ammortamento che generava interessi pari a 1 milione di sterline all'anno per ripagare il debito. 1521 Questo schema fu presto abbandonato a causa dell'enorme aumento dei prestiti contratti per finanziare la guerra contro Napoleone. Nel 1797, per far fronte al crescente onere degli interessi, fu introdotto un sistema di imposta progressiva sul reddito, che nel 1815 fruttava 70 milioni di sterline all'anno.
La guerra contro la Francia durò dal 1792 al 1815. Tra gli obiettivi principali di questo inutile massacro c'era quello di distruggere il sistema finanziario di Napoleone, basato sul debito senza interessi. (Vedi Capitolo III). Durante questo periodo, l'Inghilterra dichiarò guerra anche agli Stati Uniti, dal 1812 al 1814. Questa guerra, come quella contro la Francia, fu istigata dall'Inghilterra su richiesta del banchiere Mayer Amschel Rothschild (vero nome Bauer) dopo che il Congresso degli Stati Uniti si rifiutò di rinnovare lo statuto della Bank of the United States, controllata dai Rothschild, che era stata la banca centrale d'America dal 1791 al 1811. A Mayer Amschel Rothschild è attribuita la famosa frase:
Il Primo Ministro britannico Spencer Perceval (1809-1812) cercò di fermare questa guerra del tutto inutile, ma fu assassinato l'11 maggio 1812 nell'atrio della Camera dei Comuni da John Bellingham, un politico radicale, ingaggiato da Rothschild."Datemi il controllo dell'economia di un paese e non mi importerà chi ne fa le leggi. I pochi che comprendono il sistema saranno così interessati ai suoi profitti o così dipendenti dai suoi favori, che non ci sarà alcuna opposizione da parte di quella classe".
Nel 1815 il debito pubblico era salito a 885 milioni di sterline. Questa guerra del tutto inutile causò la morte di circa tre milioni di militari e almeno un milione di civili. Per distruggere la banca di stato di Napoleone, il popolo britannico, deluso, dovette sborsare la sbalorditiva cifra di 831 milioni di sterline, di cui oltre 2,5 miliardi di sterline erano ancora in sospeso nel 1914. Il capitale di 504 milioni di sterline era quintuplicato nel frattempo a causa dell'effetto composto degli interessi.
Un astuto agrario e parlamentare, William Cobbett (1763-1835), intuì a quel tempo la situazione e scrisse quanto segue:
"Mi misi a leggere l'Atto del Parlamento con cui fu creata la Banca d'Inghilterra. Gli investitori sapevano il fatto loro. Il loro obiettivo era quello di ipotecare gradualmente l'intero paese... terre... case... proprietà... manodopera. Il progetto ha prodotto ciò che il mondo non aveva mai visto prima: la fame in mezzo all'abbondanza".
Nel 1800, un membro del parlamento, Sir William Pultney, propose la creazione di una banca nazionale dopo aver lanciato "vigorosi attacchi" contro la Banca. Nel 1824, un altro membro del parlamento, David Ricardo, presentò un piano dettagliato per trasformare la Banca d'Inghilterra in una banca nazionale. Entrambi i tentativi fallirono. Gli affari della Banca d'Inghilterra rimasero segreti e solo nel 1833, 139 anni dopo, una versione ripulita dei suoi conti fu presentata al parlamento tramite l'Atto del 1833.
All'inizio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, il debito pubblico ammontava a 650 milioni di sterline. Il 31 marzo 1919 era salito a 7,434 miliardi di sterline, di cui 3 miliardi di sterline ancora in sospeso dopo 95 anni, a un tasso di interesse del 3,5% annuo. Nel bilancio del 1919, il 40% della spesa fu destinato al pagamento degli interessi. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il debito pubblico aumentò di quasi il 300%, passando da 7,1 miliardi di sterline nel 1939 a 20,1 miliardi di sterline nel 1945. A marzo 2017, ammontava a oltre 1,8 trilioni di sterline. Tuttavia, se si includono tutte le passività, comprese le pensioni statali e pubbliche, si superano i 5 trilioni di sterline.
Nazionalizzazione
Il 14 febbraio 1946 il governo laburista nazionalizzò la Banca d'Inghilterra. Gli azionisti ricevettero buoni del Tesoro per un valore di 11.015.100 sterline, rimborsabili dopo 20 anni.
Questa nazionalizzazione, che presumibilmente pose la banca sotto il controllo pubblico, non introdusse alcuna modifica al sistema bancario a riserva frazionaria gestito da privati e fu intrapresa esclusivamente a fini propagandistici, nell'ambito del programma di nazionalizzazione di alcune società finanziarie e industriali del Partito Laburista.
Il 6 aprile 1974 la Banca d'Inghilterra istituì la Bank of England Nominees Limited, numero di registrazione della società 1307478, una sussidiaria interamente controllata, con azionisti privati che ne detenevano 100 azioni da 1 sterlina, di cui il 50% fu venduto. C'è il sospetto che questa riorganizzazione degli affari della banca rappresenti un'acquisizione inversa da parte di azionisti privati. Considerato che alcuni aspetti delle operazioni della Banca d'Inghilterra sono protetti dalla sua Carta Reale, dalla Sezione 27(9) del Companies Act del 1976 e dall'Official Secrets Act del 1989, e non sono pertanto soggetti a controllo pubblico e parlamentare, questa affermazione potrebbe essere fondata.
"L'inesperienza e la totale ignoranza degli ascoltatori costituiscono un'ampia risorsa per chi intenda parlare di quelle cose sulle quali chi ascolta si trova in siffatta condizione" ~Platone, Crizia 107b
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