C’è una vicenda che in questi giorni mi ha incuriosito, perchè di difficile interpretazione. Il caso di Mario Roggero, il gioielliere che ha ucciso due dei rapinatori che fuggivano dopo averlo derubato (il terzo è rimasto gravemente ferito).
Da un punto di vista tecnico, il caso è molto semplice: i rapinatori stavano scappando, erano già fuori dal suo negozio (non presentavano quindi più un rischio per lui in quel momento), ma lui li ha comunque inseguiti, pistola alla mano, per ammazzarli. Questa, ovviamente, non è legittima difesa: persino negli Stati Uniti, dove le regole sono molto più favorevoli a chi si difende, questo caso non verrebbe mai classificato come legittima difesa.
Quindi, tecnicamente, si tratta di un doppio assassinio intenzionale. Abbiamo visto tutti le immagini brutali nelle quali Roggero spara addirittura ad un rapinatore già a terra, dandogli il colpo di grazia.
Eppure ...
Ho trovato questo canale interessante. Pubblico uno dei loro video più significativi:
Questo è il testo del video (ho fatto alcune correzioni, perchè sembra prodotto in automatico): La democrazia ti è stata venduta come la vittoria della libertà, ma in pratica si è trasformata in un teatro accuratamente messo in scena. I candidati cambiano, i discorsi si rinnovano, le bandiere si scambiano, ma i veri detentori del potere non compaiono mai sul palco. Il popolo crede di decidere il proprio destino, quando in realtà sta solo applaudendo l'opera scritta dietro le quinte. Nietzsche avvertì "Non ci sono fatti, solo interpretazioni”, e l'interpretazione che ti hanno venduto sulla democrazia è la più redditizia di tutte per chi è al controllo. Preparati a smontare lo spettacolo perché la verità su questo sistema non si trova nei libri di storia o nei discorsi da campagna elettorale, si trova dietro le quinte dove non sei mai stato invitato a entrare.
La vicenda della “famiglia nel bosco” apre una discussione su una tematica più ampia: è davvero pensabile oggi “uscire dal sistema” e vivere solo di quello che offre la natura, e del lavoro delle proprie mani? La storia di questa coppia sembra confermarlo in pieno.
di Patrizio Ricci
IL PARADOSSO DELL’OCCIDENTE MODERNO
Perché i leader occidentali accettano, quasi senza reagire, decisioni che danneggiano in modo evidente i loro stessi Paesi? Che cosa spinge governi eletti — formalmente sovrani — a eseguire politiche che ne erodono la sicurezza, la prosperità e l’autonomia?
Il ruolo dei media, ormai, sembra non essere più quello di informare ma di formare: di allineare la percezione pubblica a una narrazione dominante, trasformando il dibattito in consenso automatico.
Basta guardare alla Germania. Dopo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, il Paese più colpito da quella perdita energetica ha reagito con un silenzio disciplinato, accettando una linea anti-russa che ha aggravato la propria crisi industriale. In Italia, il governo appare spesso privo di una voce propria, come se la politica fosse ridotta a mera gestione amministrativa. E in Europa orientale, la neutralizzazione di figure come Georgescu in Romania mostra un’altra costante: ogni deviazione dall’agenda di Bruxelles viene rapidamente isolata e corretta.
Questi episodi non sono eccezioni: rappresentano la regola non dichiarata di un sistema dove la decisione politica è subordinata a logiche esterne. Siamo di fronte a un cambio di paradigma: la scomparsa del leader nazionale e l’ascesa di una classe dirigente funzionale, amministrativa, plasmata da un potere economico globale che non ha volto né confini.
Adoro la sintesi.
di Simona Mattes-Melilli
La truffa della storia: come hanno costruito un passato falso per controllare il tuo presente
La storia non è ciò che pensi che sia. La versione che ti è stata insegnata a scuola non è una registrazione neutrale degli eventi umani. È una narrazione attentamente curata e altamente selettiva, progettata per plasmare il tuo modo di pensare, ciò in cui credi e, soprattutto, il tuo comportamento. Non è un caso. È il risultato di secoli di manipolazione deliberata da parte di coloro che detengono il potere e vogliono mantenerlo. Non controllano solo il futuro controllando il presente. Controllano il presente controllando il passato.
L'espressione "La storia è scritta dai vincitori" suona poetica, ma è in realtà una confessione. Significa che quando un conflitto finisce, la parte vincitrice non si prende solo la terra, le risorse e il potere politico. Si prende la storia. Decide cosa viene ricordato, cosa viene dimenticato e come vengono inquadrati gli eventi. Brucia i documenti degli sconfitti, vieta la loro lingua, mette fuori legge la loro cultura e ridefinisce la loro identità. I perdenti vengono dipinti come selvaggi, aggressori o sciocchi. I vincitori diventano eroi, liberatori o visionari. La verità viene sepolta insieme ai cadaveri.
Ieri ho passato 6 ore incollato al televisore, per seguire la finale di tennis del torneo di Parigi. E’ stata una partita entusiasmante, che ha visto i due contendenti ritrovarsi esattamente a pari punti dopo 6 ore di gioco teso e combattuto. C’è voluto un super tie-break per decidere il vincitore. Ma oltre alla inevitabile altalena di emozioni, questa partita ci ha regalato due piccoli episodi, apparentemente insignificanti, che meritano di essere segnalati.
Nel secondo set, sul punteggio di parità, Sinner ha servito una palla che l’arbitro ha giudicato fuori, attribuendo il punto ad Alcaraz. Ma Alcaraz è intervenuto, per dire all’arbitro che la palla era buona, e che il punto andava invece al suo avversario.
Dopo due set, sempre in situazione di parità, è avvenuto l’opposto. Alcaraz ha colpito una palla che l’arbitro ha giudicato fuori, assegnando il punto a Sinner. Ma Sinner è intervenuto, dicendo all’arbitro che la palla era buona, e che il punto andava invece ad Alcaraz.
Non ero sicuro di mettere in home un argomento così delicato. Ma poi ho pensato che ne può uscire una bellissima discussione. (Da 00 a 1h. 30)
Ieri ho passato la giornata a cercare di inventarmi un pesce d’aprile divertente da pubblicare oggi. Ma non ci sono riuscito.
Avevo pensato di inventare un articolo nel quale Giorgia Meloni si scusava con i bambini palestinesi dilaniati dalle bombe di Netanyahu, per non avere mai speso una parola in loro difesa. Ma la tristezza oggettiva della situazione mi ha impedito di scherzarci sopra.
Ho provato a immaginare un articolo nel quale la Von der Leyen annuncia che gli 800 miliardi destinati alle armi verranno invece utilizzati per costruire delle scuole e pagare gli insegnanti in tutte le zone povere delle città d’Europa. Ma non riuscivo in alcun modo a trovare il lato comico in una ipotesi del genere.
Ho provato ad immaginare una situazione in cui Salvini si fuma allegro uno spinello, e poi annuncia al mondo di aver capito l’importanza della cannabis medica nel trattamento del dolore. Ma l’espressione ebete di quell’uomo – specialmente quando parla della “droga” - mi ha convinto che non ci sarebbe nulla da ridere in una situazione del genere.
di Elia Dallabrida (Decalagon)
Recentemente ho ripreso in mano con interesse un articolo, pubblicato non molto tempo fa qui su Luogocomune, dedicato all'universo olografico. Sebbene inizialmente avessi accolto l'idea con scetticismo, paragonandola addirittura alla teoria della Terra piatta, col tempo è diventata per me uno spunto di riflessione sorprendentemente stimolante. Negli ultimi mesi ho iniziato a esplorare una varietà di antichi e filosofici, nella speranza di trovare nuove connessioni tra questi scritti e le mie letture più recenti.
Premetto che ovviamente non mi sento né pretendo di essere detentore di verità assolute né aderisco a un credo religioso o spirituale specifico. Il mio intento è semplicemente quello di condividere alcune riflessioni e materiali che mi hanno affascinato, con l'auspicio che possano stimolare la curiosità e il pensiero critico anche di altri lettori.
Sto seguento con interesse il dibattito serale su caso del Corvetto, l’inseguimento della gazzella dei carabinieri che si è concluso con la morte di Ramy Elgamal.
La cosa interessante del dibattito è come si siano subito creati i classici schieramenti destra-sinistra, e come ciascuno commetta delle fallacie dialettiche nel cercare di avere ragione.
La posizione dei commentatori di destra è che “sbaglia chi non si ferma al posto di blocco”, quindi sostanzialmente “Ramy se l’è cercata”. Se avesse rispettato la legge – dicono i vari Cruciani, Belpietro ecc. - non saremmo qui a discutere della sua morte. Punto.
L’astuzia dialettica, in questo caso, sta nel fatto che, spostando l’attenzione sull’antefatto (il mancato stop al posto di blocco), si evita di parlare del comportamento discutibile del carabiniere alla guida della gazzella, che ha chiaramente speronato lo scooter.
Leggi tutto: Il gioielliere assassino