Oggi ho avuto uno scambio con una persona che non conosco, su Facebook.
Questa persona mi ha scritto: “Buon giorno Massimo. Volevo sapere cose ne pensa di Mauro Biglino”
Io ho risposto: “Ne penso bene. Un ricercatore serio”.
E lui: “Faceva parte della massoneria una volta”
E io: “E quindi?”
E lui: “La massoneria è nemica della chiesa. E della verità”
Io: “Ah, capisco”.
di Stefano Re
Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, alle porte di Milano, nella ridente cittadina di Peschiera Borromeo, succede che una signora stufa di trovare buche nelle strade del suo Comune scriva in un commento qui su Facebook che ritiene l’amministrazione comunale “ridicola”. E il giorno dopo si trova una pattuglia della Polizia Locale alla porta, e il Comandante a dirle che è meglio per lei scrivere una lettera pubblica di scuse.
La Sindaco, Sindaca, insomma, questa signora che si chiama Caterina Molinari (e tu guarda la perfidia del caso, già assessore del PD) non ci trova nulla di strano. Per lei è evidentemente prassi mandare personale armato a pretendere scuse scritte direttamente a casa dei cittadini che trovano ridicola la sua amministrazione.
In questa intervista di Margherita Furlan, Enzo Siviero analizza le motivazioni - secondo lui sbagliate - che hanno portato alla demolizione dei resti del ponte, critica i filmati manipolati o assenti, e torna a proporre la sua ipotesi di un "aiutino" intenzionale nel crollo originale.
Il problema di Bibbiano lo conosciamo tutti: una vera e propria organizzazione criminale, che toglieva i bambini alle proprie famiglie per darli in affidamento, dietro lauti compensi in forma di "assistenza sociale".
Un giro di soldi repellente, che ha visto il coinvolgimento di sindaci, psicoterapeuti e assistenti sociali, e che poteva restare in piedi soltanto con la complicità di tutte le persone coinvolte.
Ma quante Bibbiano ci sono in Italia? Perché qui il problema è semplice: se esiste un meccanismo grazie al quale il bambino sottratto e dato in affidamento ha un suo "valore intrinseco" (il bambino cioè "vale" in base alla quantità di soldi che può fruttare sotto forma di assistenza sociale), allora soltanto un idiota potrebbe pensare che quello di Bibbiano sia un caso isolato.
Se questa è la formula, Bibbiano rischia di essere soltanto la punta dell'iceberg, e probabilmente di situazioni simili in Italia ce ne sono a centinaia.
E' da ieri che continuo a rimuginare sulla notizia dei bambini abusati e sottratti alle loro famiglie, senza riuscire a digerirla del tutto. C'è qualcosa che mi sfugge, che non riesco ad afferrare fino in fondo, ed è la misura della gravità di quello che è stato scoperto.
Come è possibile che dei bambini vengano sottatti legalmente ai loro genitori, con una serie di bugie e di sotterfugi plateali - persino banali - senza che qualcuno possa impedirlo? Bastano davvero un disegno modificato, o una testimonianza inventata a stabilire che un genitore non è idoneo ad allevare i propri figli?
Bastano davvero un medico, un assistente sociale ed un giudice corrotti per portare via un bambino ai propri genitori, senza che questi possano opporsi? Come si può arrivare ad una situazione in cui questi genitori accettino una sentenza così ingiusta, e si riducano addirittura a dover spedire dei regali ai figli che non gli verranno mai consegnati, come se fossero dei carcerati relegati su un'isola lontana ad un ergastolo senza nemmeno i diritti di visita?
di Ginevra dell'Orso
Mio caro amico, come stai? Ti ricordi di quando parlavamo di come sarebbe cambiato questo posto? Non sai con quale gioia ti racconto che, alla fine, è accaduto veramente! Sai cos'è successo in questi ultimi vent'anni? Ebbene, la regione Calabria non esiste più e, al suo posto, è stato istituito il Principato autonomo di Calabria. Siamo ancora in Italia, ma siamo uno Stato dentro allo Stato, con una nostra economia, una nostra moneta, con leggi, diritti e doveri che appartengono solo a noi. E si... essendo un Principato, abbiamo anche un Principe, ma di questo te ne parlerò alla fine.
Biodiversità
Siamo sempre un milione e mezzo di abitanti, perché avere la residenza nel Principato è ormai difficilissimo, anche per chi qui vi è nato e cerca di tornare. Del resto, troppi abitanti rischierebbero di compromettere l'equilibrio socio-politico e ambientale che negli anni si è venuto a creare.
di Uhura
Ieri mattina leggevo un articolo - nella sezione Cultura di Repubblica - che rivolgeva agli insegnanti italiani un invito a far amare la storia a scuola.
Benissimo, mi sono detta. Uno studio serio e critico della storia passata e recente può contribuire a sviluppare la capacità critica dei ragazzi e ad insegnar loro a “leggere” il mondo nel quale vivono - se tale studio è serio e onesto – con un grado forse più accurato di obiettività.
Mi viene così la curiosità di esplorare qualche testo scolastico presente sul web ed approdo su un file di Zanichelli on line - che non è proprio l’ultimo degli editori di testi scolastici – che tratta di storia americana dalle origini fino alla storia più recente, inclusi i terribili avvenimenti dell’11 settembre 2001.
Leggere come quegli avvenimenti vengono presentati a ragazzi in età formativa ha dato l’ultimo colpo alla mia fiducia nella “funzione educativa” della scuola.
Io non sono mai stato di destra, ma mi ha sempre dato fastidio l'antifascismo inteso come categoria ideolgica "a priori". Che uno debba avere torto in partenza, solo 'perchè è fascista', è per me una cosa incomprensibile.
Ricordo una volta, agli esordi di luogocomune, quando diedi spazio ad una giornalista e scrittrice di destra, Ercolina Milanesi. Ci fu una violentissima levata di scudi da parte degli utenti, talmente violenta che molti di loro abbandonarono platealmente il sito, dicendo "o lei o noi", e "i fascisti non devono parlare".
A me spiacque molto, ma tenni duro. Persi molti utenti, ma stabilii un principio sacrosanto: tutti hanno diritto di parola. E se tu ritieni che i tuoi argomenti siano migliori di quelli di un altro, tu lo zittisci con gli argomenti, e non con le etichette.
Ma quello dell'antifascismo a priori, nella nostra società, rimane un assioma duro a morire.
di Lorenzo Merlo
L’impero della conoscenza
Attraverso l’ascolto possiamo conoscere il mondo che il sapere cognitivo nega. Non lo fa apposta. Secondo gli scienziati la corteccia cerebrale è la sede dei nostri elaborati, dei pensieri e della strutturazione delle idee. Sempre loro, dicono che la corteccia cerebrale non è in grado di prendere in considerazione più oggetti contemporaneamente. Non le resta perciò che fare le cose una alla volta nel rispetto della legge universale chiodo scaccia chiodo.
L’ascolto è invece una conoscenza attraverso il corpo tutto. Il suo stato – puro o impuro, sano o malato, pulito o intossicato da forme-pensiero, cibo, ambiente e ambiti – la agevola o la ostacola.
La conoscenza attraverso l’ascolto o il corpo – a questo punto sinonimi – tende a traguardare il mondo attraverso le nebbie delle convinzioni personali, le convenzioni culturali, i dogmi storici, le fedi ideologiche. Si costituiscono a densi banchi in modo direttamente proporzionale al nostro gradiente di identificazione con il nostro io storico. Viceversa, nebbie e foschie tendono a diradarsi tanto più ci emancipiamo da quell’io che credevamo di essere.
di Lorenzo Merlo
In una recente intervista Alain de Benoist risponde così all’ultima domanda, dedicata a come si potrà superare il liberalismo.
Breizh-info.com - Quali antidoti, quali alternative esistono, o restano da inventare, perché le nostre società trionfino su questo liberalismo?
Alain de Benoist - “Ovviamente non esiste una ricetta miracolosa. D’altra parte, c’è una situazione generale che evolve sempre più rapidamente e che ora mostra i limiti del sistema attuale, che si tratti del sistema politico della democrazia liberale o del sistema economico di una forma-capitale confrontata con l’immensa minaccia di una generale svalutazione del valore. Il futuro è locale, dei circuiti brevi, della rinascita delle comunità umane, della democrazia diretta, dell’abbandono dei valori esclusivamente mercantili. L’antidoto sarà stato scoperto quando i cittadini avranno scoperto che non sono solo dei consumatori, e che la vita può essere più bella quando si ripudia un mondo in cui nulla ha più valore, ma dove tutto ha un prezzo”.
L’ultimo pensiero è sostanziale e fa al caso nostro. «L’antidoto sarà stato scoperto quando i cittadini avranno scoperto che non sono solo dei consumatori, e che la vita può essere più bella quando si ripudia un mondo in cui nulla ha più valore, ma dove tutto ha un prezzo».
Da quando esiste Internet la gente si sta facendo più sveglia, ma insieme alla presa di coscienza collettiva, ci sono anche molte persone che vivono alcune paure che prima non conoscevano.
Molti temono, ad esempio, l'appropriazione indebita delle nostre informazioni personali da parte di Big Data. Altri temono che la teoria gender finirà per annullare le differenze fra il mondo maschile e quello femminile. Altri ancora temono che verremo tutti microchippati, con conseguente perdita della libertà individuale. Eccetera eccetera.
Ma tutte queste sono paure grossolane, palesemente visibili, e in quanto tali relativamente facili da fronteggiare: basta stare attenti a non mettere in giro i propri dati personali, uno pensa, ed ecco che il problema della privacy è risolto. Basta stare attenti a non farsi influenzare dalle ridicolaggini della teoria gender, uno pensa, e dentro di me non riusciranno mai a cancellare la differenza tra maschile e femminile. Basta rifiutarsi di farsi mettere i microchip, uno pensa, e la porta di casa mia continuerò ad aprirla con la vecchia chiave della serratura.
Ma queste, come dicevo, sono battaglie grossolane, visibili, che servono magari a tenerci impegnati su un fronte più tangibile, ma magari meno importante. C'è invece battaglia molto più sottile ed invisibile - ma molto più importante - che si sta combattendo oggi nel mondo: è la battaglia per ottenere l'appiattimento progressivo del nostro cervello.
Leggi tutto: La vertigine