di Federico Giovannini
Per la comprensione di un fenomeno, la cosa più difficile, per l’osservatore, è mettere da parte le nozioni fino a quel momento date per scontate. Se non si ha questa accortezza non si acquisiranno mai nuove visioni del mondo, più complete e aderenti alla realtà di quelle precedenti.
Se non si procede in questo modo si farà caso solo a quello che si è convinti di dover vedere.
Oggi, ci troviamo indiscutibilmente di fronte all’ostacolo più grande che l’umanità si sia mai trovata davanti: il nostro sviluppo ha assunto aspetti così estremi che sta diventando un impedimento per la vita stessa delle generazioni presenti e future. Parallelamente allo sviluppo sono aumentati gli scarti e i rifiuti, in breve l’inquinamento ambientale è diventato un aspetto emergenziale.
Socialmente parlando, mai come negli ultimi anni le disuguaglianze sono arrivate a livelli così paradossali tanto da creare disagio anche ai più “fortunati”. Persone da una parte del mondo soffrono la fame e dall’altra l’eccesso di alimentazione provoca patologie di ogni tipo.
I conflitti tra i popoli, lungi dall’essere risolti pacificamente, si esacerbano e diventano via via più cruenti e l’unica cosa che si riesce a fare è cambiargli nome e invece di usare il termine “guerre” sono chiamati: ”missioni di pace”.
Occorre, il prima possibile, cambiare rotta ed invertire i processi che stanno rendendo il mondo sempre meno a misura d’uomo e sempre più un incubo generato da noi stessi.
Durante i commenti all’articolo su Greta Thunberg, un utente ha scritto: “Pensi che Massimo [Mazzucco] lo lascerebbero parlare alle Nazioni Unite?”
Domanda retorica, ovviamente, che però mi ha fatto pensare: “Se io davvero avessi un palcoscenico del genere, per pochi minuti, come lo utilizzerei per trarne il massimo vantaggio?”
E a questo punto giro la domanda a voi: se aveste tre minuti in diretta mondiale, sul palcoscenico delle Nazione Unite, che discorso fareste?
Vi invito nei commenti a pubblicare ciascuno il discorso che farebbe in diretta mondiale alle Nazioni Unite, se ne avesse la possibilità. (Se esce qualcosa di buono lo mandiamo a Guterres, a magari lui vi invita. In fondo, se ci è riuscita Greta, perchè non dovrebbe riuscirci ciascuno di noi?)
di Uhura
Non posso crederci. Leggo la notizia che mi lascia senza parole. E’ accaduto ancora. Catania, una giornata di fine estate ancora molto calda: un papà ha dimenticato il suo bambino nel parcheggio del posto di lavoro e solo all’ora di pranzo, allertato da una telefonata della moglie, si rende conto di ciò che è accaduto. Si precipita verso il parcheggio per constatare che il suo bambino è lì, privo di conoscenza : guida come un forsennato fino all’ospedale ma per il suo piccolo non c’è più nulla da fare. Muore così l’ennesimo bambino dimenticato per ore, in macchina , sotto il sole ed inizia così una ennesima tragedia per due genitori che nulla di male hanno fatto se non vivere in un’ epoca folle che ci sta annientando tutti. Questo bambino ha pagato con la vita una disattenzione che non mi sento – in tutta franchezza – di attribuire esclusivamente ad una “imperdonabile distrazione” (come vorrebbero certuni) di un povero padre distrutto dalla tragedia e da un inevitabile senso di colpa.
Sono fatti che accadono sempre più spesso e credo sia venuto il momento di provare a dargli un’interpretazione altra da quella comunemente offerta. Gli psicologi ( che non sono sociologi) hanno il compito di fornire una spiegazione che rimane confinata sul piano individuale e che si fa interprete di meccanismi nei quali può incorrere una persona stressata; il compito dello psicologo si esaurisce quindi nell’analisi del fenomeno sul fronte individuale. Tuttavia, il singolo individuo è inserito in un contesto sociale che sovente detta regole anche impietose.
Oggi ho avuto uno scambio con una persona che non conosco, su Facebook.
Questa persona mi ha scritto: “Buon giorno Massimo. Volevo sapere cose ne pensa di Mauro Biglino”
Io ho risposto: “Ne penso bene. Un ricercatore serio”.
E lui: “Faceva parte della massoneria una volta”
E io: “E quindi?”
E lui: “La massoneria è nemica della chiesa. E della verità”
Io: “Ah, capisco”.
di Stefano Re
Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, alle porte di Milano, nella ridente cittadina di Peschiera Borromeo, succede che una signora stufa di trovare buche nelle strade del suo Comune scriva in un commento qui su Facebook che ritiene l’amministrazione comunale “ridicola”. E il giorno dopo si trova una pattuglia della Polizia Locale alla porta, e il Comandante a dirle che è meglio per lei scrivere una lettera pubblica di scuse.
La Sindaco, Sindaca, insomma, questa signora che si chiama Caterina Molinari (e tu guarda la perfidia del caso, già assessore del PD) non ci trova nulla di strano. Per lei è evidentemente prassi mandare personale armato a pretendere scuse scritte direttamente a casa dei cittadini che trovano ridicola la sua amministrazione.
In questa intervista di Margherita Furlan, Enzo Siviero analizza le motivazioni - secondo lui sbagliate - che hanno portato alla demolizione dei resti del ponte, critica i filmati manipolati o assenti, e torna a proporre la sua ipotesi di un "aiutino" intenzionale nel crollo originale.
Il problema di Bibbiano lo conosciamo tutti: una vera e propria organizzazione criminale, che toglieva i bambini alle proprie famiglie per darli in affidamento, dietro lauti compensi in forma di "assistenza sociale".
Un giro di soldi repellente, che ha visto il coinvolgimento di sindaci, psicoterapeuti e assistenti sociali, e che poteva restare in piedi soltanto con la complicità di tutte le persone coinvolte.
Ma quante Bibbiano ci sono in Italia? Perché qui il problema è semplice: se esiste un meccanismo grazie al quale il bambino sottratto e dato in affidamento ha un suo "valore intrinseco" (il bambino cioè "vale" in base alla quantità di soldi che può fruttare sotto forma di assistenza sociale), allora soltanto un idiota potrebbe pensare che quello di Bibbiano sia un caso isolato.
Se questa è la formula, Bibbiano rischia di essere soltanto la punta dell'iceberg, e probabilmente di situazioni simili in Italia ce ne sono a centinaia.
E' da ieri che continuo a rimuginare sulla notizia dei bambini abusati e sottratti alle loro famiglie, senza riuscire a digerirla del tutto. C'è qualcosa che mi sfugge, che non riesco ad afferrare fino in fondo, ed è la misura della gravità di quello che è stato scoperto.
Come è possibile che dei bambini vengano sottatti legalmente ai loro genitori, con una serie di bugie e di sotterfugi plateali - persino banali - senza che qualcuno possa impedirlo? Bastano davvero un disegno modificato, o una testimonianza inventata a stabilire che un genitore non è idoneo ad allevare i propri figli?
Bastano davvero un medico, un assistente sociale ed un giudice corrotti per portare via un bambino ai propri genitori, senza che questi possano opporsi? Come si può arrivare ad una situazione in cui questi genitori accettino una sentenza così ingiusta, e si riducano addirittura a dover spedire dei regali ai figli che non gli verranno mai consegnati, come se fossero dei carcerati relegati su un'isola lontana ad un ergastolo senza nemmeno i diritti di visita?
di Ginevra dell'Orso
Mio caro amico, come stai? Ti ricordi di quando parlavamo di come sarebbe cambiato questo posto? Non sai con quale gioia ti racconto che, alla fine, è accaduto veramente! Sai cos'è successo in questi ultimi vent'anni? Ebbene, la regione Calabria non esiste più e, al suo posto, è stato istituito il Principato autonomo di Calabria. Siamo ancora in Italia, ma siamo uno Stato dentro allo Stato, con una nostra economia, una nostra moneta, con leggi, diritti e doveri che appartengono solo a noi. E si... essendo un Principato, abbiamo anche un Principe, ma di questo te ne parlerò alla fine.
Biodiversità
Siamo sempre un milione e mezzo di abitanti, perché avere la residenza nel Principato è ormai difficilissimo, anche per chi qui vi è nato e cerca di tornare. Del resto, troppi abitanti rischierebbero di compromettere l'equilibrio socio-politico e ambientale che negli anni si è venuto a creare.
di Uhura
Ieri mattina leggevo un articolo - nella sezione Cultura di Repubblica - che rivolgeva agli insegnanti italiani un invito a far amare la storia a scuola.
Benissimo, mi sono detta. Uno studio serio e critico della storia passata e recente può contribuire a sviluppare la capacità critica dei ragazzi e ad insegnar loro a “leggere” il mondo nel quale vivono - se tale studio è serio e onesto – con un grado forse più accurato di obiettività.
Mi viene così la curiosità di esplorare qualche testo scolastico presente sul web ed approdo su un file di Zanichelli on line - che non è proprio l’ultimo degli editori di testi scolastici – che tratta di storia americana dalle origini fino alla storia più recente, inclusi i terribili avvenimenti dell’11 settembre 2001.
Leggere come quegli avvenimenti vengono presentati a ragazzi in età formativa ha dato l’ultimo colpo alla mia fiducia nella “funzione educativa” della scuola.
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