di Federico Giovannini
Samuel Langhorne Clemens è considerato uno dei più grandi umoristi di tutti i tempi. Romanziere di grandissimo successo secondo alcuni, dai suoi scritti, deriva la narrativa moderna americana.
Più noto con il suo pseudonimo Mark Twain, ci lasciò diversi aforismi, uno dei quali descrive con tinte ironiche quello che succede quando proviamo a svegliare qualcuno dal sonno della ragione:
"E' più facile ingannare la gente piuttosto che convincerla di essere stata ingannata."
In qualche modo il suo aforisma condensa quella che è l'essenza del mito della caverna di Platone.
C'è chi si affanna ad avere un eloquio più convincente o argomenti più inoppugnabili. Chi si appella alla Scienza o elabora ragionamenti con logiche stringenti. Ma nonostante tutto il più delle volte non funziona, si fa una fatica sfibrante e la persona rimane nella sua caverna, spesso reagendo anche violentemente; ma perché?
In molti si sono fatti questa domanda in particolare nell'occasione del falso attentato dell'11 settembre quando hanno provato a raccontare quello che avevano scoperto, all'amico, al vicino, al familiare.
Personalmente fino a poco tempo fa mi rispondevo che era una questione psicologica: c'era un blocco emotivo. Ammettere che il governo americano potesse solo concepire di uccidere 3000 loro concittadini era una cosa impensabile.
Tuttavia qualcosa non tornava.
Personalmente interloquivo con persone italiane quindi tutto questo trauma nel pensare che elementi deviati del governo e dei servizi segreti americani (e di altri ovviamente) ammazzassero serenamente migliaia di innocenti non era una cosa così terribile da mandare giù, in fondo il governo americano è noto che, nel corso della storia, ha fatto di peggio in quanto a numeri.
Anche credere che tutti i giornali ci avessero mentito o comunque sarebbero stati così accondiscendenti tanto da coprire le evidenze di un complotto, non è tutto questo "trauma" per l'italiano, abituato a essere preso in giro continuamente.
Il nocciolo duro della verità doveva risiedere da qualche altra parte.
A un certo punto mi è arrivata una nuova chiave di lettura.
Non è una questione inconscia o di logica, non è un problema emotivo o psicologico: è la ferita dell'ego.
Per ingannare qualcuno devi essere più intelligente di lui e visto il panorama attuale, francamente, non è una missione impossibile. Convincere qualcuno di essere stato ingannato invece significa misurarsi con il suo ego.
In uno scontro di ego non ha nessuna importanza la logica o l'emotività, tutti (gli ego) vogliono avere ragione. Ammettere di essere stati ingannati significa fare una brutta figura con se stessi per prima cosa (ferita dell’ego) e poi con il proprio interlocutore (scontro tra ego). In una tale “tempesta di ego” le persone preferiscono sconfinare nello scherno o addirittura nella violenza piuttosto che ammettere di avere torto.
Tanto più forte sarà la nostra insistenza (frutto sempre dell'ego) tanto più forte sarà la reazione contraria dell'altro. Tanto più rivoluzionaria sarà la verità da digerire, tanto più grande sarà la ferita dell’ego, tanto più la reazione sarà scomposta.
Insomma tutto questo giro per capire che alla fine sono io il problema, anzi il mio ego che si contrappone a quello dell’ego dell’interlocutore che in ogni caso non è per nulla ben disposto a considerare di essere stato fregato.
ho rinunciato a discutere con un vecchio amico quando mi sono reso conto
che, in un confronto dialettico non voleva capire, ma solo difendere ad ogni costo
le sue certezze. mai e poi mai mi avrebbe detto " forse mi sbagliavo"
Questo perchè il parente teme che, cedendo il passo su una circostanza, poi dovrà cederlo anche su altro.
Mentre lo sconosciuto, cederà solo in tale circostanza, e nessuno lo saprà.
Infatti se lo sconosciuto è accompagnato da un parente, è più restio a cedere il passo, e lo farà più volentieri se anche l'altra persona (parente) lo farà.
Bisogna considerare anche il ruolo che gioca il proprio ego, sia nel linguaggio verbale che quello del corpo in certi casi, quando si cerca di esporre una propria teoria per quanto le prove siano a favore di questa o comunque quando si cerca di convincere qualcuno.
Anche il tipo di discussione e ragionamento giocano un ruolo importante. Penso che le ragioni di ognuno durante una discussione derivano spesso dalle proprie convinzioni che si hanno in quel momento e solo con un ragionamento di tipo induttivo si possono accettare nuove convinzioni. Se si ragiona con il metodo deduttivo le nostre convinzioni diventano la base sulla quale l'ego si aggrappa.
Il problema è un tantino più complesso; la conoscenza e la consapevolezza portano con sè due doni non da poco: sofferenza ma sopratutto (ed è il principio di ciò che un maestro da all'allievo) la restituzione della responsabilità individuale. Due cosine di cui la gente fa volentieri a meno e lo spiega molto bene il filosofo Nicola Donti con l'esempio della squadra di pallavolo (perchè ti odiano se gli dici la verità: www.youtube.com/watch?v=Vz2yC5PTqEE)
Nel momento in cui accetti una conoscenza/consapevolezza, ciò che non puoi più fare dal giorno dopo è continuare a comportarti/pensare come hai sempre fatto fino a quel momento. E questo è un motore abbastanza forte da far si che la gente escogiti qualsiasi alibi pur di non cambiare una virgola del sistema che si è costruita.
Molte delle operazioni di propaganda fanno leva proprio su questo aspetto psicologico degli uomini, dato che molteplici esperimenti, alcuni molto celebri, hanno dimostrato ormai da tempo questi aspetti della nostra psicologia.
Esattamente.
Nell'epoca dei mille diritti, toccherebbe tornare ad imporsi dei doveri.
sempre dell'ego
responsabilità?
se non costasse tutti si prenderebbero la responsabilità di qualunque cosa, tanto sarebbe gratis.
invece costa e in che moneta paghi questo costo?
sempre come una ferità dell'ego
devi ammettere di aver sbagliato
devi cambiare convizioni/comportamenti e costa fatica perchè è sempre l'ego il problema
l'ego è un bambino viziato che scalpiterà e scalcerà pur di fare come dice lui a tutti i costi
E lui mi rispose: "Non posso. Se inizio ad ammettere qualcosa, poi mi tocca ammettere tutto".
Questo comportamento denota estrema insicurezza, e mancanza di equilibrio intellettivo.
E' molto diffuso, direi quasi pandemico.
Inoltre l'ego infarcito da una enorme e perenne disinformazione mediatica porta senza una adeguata formazione ed educazione al senso critico a stare nella propria torre d'avorio o meglio nella caverna buia.
Questo ego ingombrante è legato molto spesso alla mancanza di dubbi... ognuno ha la sua "verità"
Imparare è un'esperienza, tutto il resto è solo informazione.
Albert Einstein
Verissimo. Ci sono molte implicazioni e schemi di rapporti cristallizzati che impediscono di relazionarsi serenamente e senza condizionamenti.
Quando parlo con la mia famiglia di origine a volte ho l'impressione di venire risucchiata indietro di anni e di perdere quasi la capacità di comunicare e di essere chi sono oggi, forse perché temo che potrebbero non apprezzare questa nuova versione o forse perché rispondo anch'io alle stesse dinamiche esattamente come ci si aspetta che io faccia.. ma sto divagando..
La ferita dell'ego è probabilmente la chiave di lettura di molti atteggiamenti di chiusura. Forse oggi siamo così smarriti che crediamo che solamente un ego ben piazzato possa difenderci; e se é vero come é vero che identità ed appartenenza sono due pilastri portanti dell' assetto psichico dell'individuo, offrire una verità che scuota pesantemente quelle fondamenta richiederà allora pazienza, garbo, rispetto dei tempi e della dignità della persona e rispetto del suo diritto di rimanere nei suoi convincimenti (perché l'ego si nasconde probabilmente anche nel voler imporre una verità pure sacrosanta ma per la quale l'interlocutore non è ancora pronto)
Handle with care....
Giusto Nomit ,ma molte persone si chiudono a riccio senza nemmeno ascoltare. Lo vedi proprio che magari ti stanno sentendo ma non ti stanno ascoltando.Braccia conserte e labbra serrate fanno intuire fin dalle prime battute che la nuova idea veicolata nel corso del dialogo non verrà nemmeno presa in considerazione. E tutto chiaramente é proporzionale alla "verità" da digerire.
@Sonsokh
il mitico Fonzie di Happy days docet.. ho sbbbbbbbbbb non poteva proprio finire la frase..
@Zorg
Giustissimo.
Di pane e saggezza si nutre Zorg.. .
Un ego tronfio, che creda di sapere tutto non anelerà mai né alla conoscenza né alla consapevolezza per sé stesse ed apprenderà forse anche molto ma solo in maniera finalistica, strumentale (posto di lavoro prestigioso, denaro, rispettabilità di facciata, trophey wifes e via dicendo). Cioé egoica.
La sofferenza e la responsabilità sono accettate ed ampiamente ripagate dall'esperienza di imparare, di crescere, di diventare chi si é.
E' vero quello che scrivi sulla pigrizia ma molti non iniziano nemmeno il viaggio perché convinti di sapere tutto.
A me l'ego sembra proprio il più grande ostacolo al cammino verso la conoscenza e la consapevolezza.
E' l'effetto dei cannoli.
Ti racconto un aneddoto che ben si sposa con l'argomento.
Una persona che frequento da molti anni, e con la quale mi confronto, sosteneva con persone terze, che fossi un "coglione". Per anni ho cercato di creare un rapporto di reciproca stima, ma senza successo.
Un bel giorno lo incontro, e comincia ad incensarmi in maniera quasi irritante.
Lo sapevo che eri un genio, ho sempre pensato che tu avessi un qualcosa in più degli altri .. e cosi via.
Cosa era successo?
Questa persona aveva scambiato quattro chiacchiere in un locale, con una persona di alto profilo professionale che gli aveva fatto il mio nome, e qualificandomi come uno dei più forti in un settore particolare.
In un nano secondo ero passato dall'essere un coglione all'essere un genio.
Qualcosa non torna, giusto?
Io son quello che sono, ma il mio interlocutore ha avuto bisogno di un testimonial per stabilire un mio profilo.
Questa persona mi conosce da quando sono nato, ma ha bisogno di un aiuto esterno per fare una valutazione di me.
Era sbagliata la sua valutazione di partenza, tanto quanto quella nuova.
La cosa deprimente è che io non sono riuscito a trasmettere un messaggio di me corretto, perché il mio interlocutore usava un filtro percettivo artificioso.
Ed io sarei pure un esperto/appassionato di comunicazione.
ingestione; digestione; metabolizzazione
comprensione; familiarizzazione; meditazione
E' sempre l'ego che giudica.
E non fa rima con autostima ma solo con superbia.
La persona in questione probabilmente non si é mai fermata a parlare veramente con te , ascoltandoti. Altrimenti avrebbe colto immediatamente il tuo spessore .
Era sulla difensiva, magari per qualche motivo ti temeva.
Infatti definirti con altri un coglione mi sembra davvero che dica qualcosa in più. Perché denigrarti? .Sei sempre stato gentile con lui. Sarà mica stato anche un tantino invidioso?
E un bel giorno, non potendo più opporsi all'evidenza (avvaloramento derivante da chiacchierata con persona dall'alto profilo professionale inutile per le persone senzienti ma fondamentale evidentemente per lui) é saltato sul carro del vincitore. Altrimenti dimostrava pure che il coglione era lui ......
Ti fa onore aver cercato per anni di costruire un rapporto improntato a reciproca stima. Che pazienza!
All'uopo soccorre il detto di nullovich di cui supra
Ecco, di questa ne ho taaaaanta!
E ne servirà tanta a chiunque voglia darsi la missione di informare la gente.
Gutta cavat lapidem
Mi conviene adeguarmi alla narrazione prevalente piuttosto che fare il bastian contrario, anche se ho avuto la fortuna di incontrare qualcuno che mi possa convincere ad aprire gli occhi: a priori, mi costa di meno.
Chi è recettivo è in equilibrio, e quindi non ha bisogno di aiuto, ma solo di tempo, per comprendere.
Il problema è che oggi ad ascoltare sono i maestri, non gli allievi.
Ciò che ci tiene vittima dell'incantesimo è una serie di cose:
1) il mondo che viene descritto al dormiente è peggiore del mondo in cui crede di vivere.
2) mancanza di capacità di ragionamento. Se non riesco a distinguere tra un mondo vero e un mondo finto, preferirò sempre credere che sto vivendo nel mondo migliore.
3) conformazione: le persone hanno bisogno di socializzare e sentirsi parte di qualcosa per cui gli basta ripetere quello che sento alla tv per sentirsi nel giusto e parte di qualcosa mentre se provano a parlare di complotti provano una brutta sensazione perché vengono allontanati dagli altri
4) ego: sì. Capire che ti hanno preso per il culo non è facile da accettare.
5) paura. Saltano tutti i punti di riferimento
6) buonafede-ingenuita'. Neanche ti passa nell'anticamera del cervello che certa gente è così malvagia e che una menzogna possa espandersi a tutti i livelli
7) L'ho messa al settimo posto ma sarebbe da mettere al primo: NON GLIENE FOTTE UN CAZZO. Le persone non hanno sete di verità e quindi si tengono quella ufficiale che è piacevole e non comporta sforzi
8) psicologia. Il cervello rigetta l'informazione non coerente rispetto a quello che si crede di conoscere
9) l'irrazionalità viene manipolata da shock emotivi
10) la logica viene fatta saltare perché i dati di partenza sono falsi. Assiomi premesse e il passato (la Storia) sono falsi ma divulgati come verità assolute
Ti ho riletta a freddo.
Tu non conoscendo la persona in questione, non puoi sapere quanto ne hai azzeccato il profilo.
I miei complimenti.
L'ego è un problema che ci riguarda tutti, fa parte della nostra stessa identificazione come esseri singoli e separati che vivono su questo pianeta. Non per nulla tutte le antiche filosofie hanno escogitato metodi per mettere a tacere l'ego al fine di ottenere una rivelazione sulla nostra vera natura/essenza.
Ma io ho voluto semplicemente sottolineare il fatto che fefo ha banalizzato un discorso che è ben spiegato nel video che ho linkato: "Perchè ti odiano se gli dici la verità" e che è ben argomentato e approfondito anche nel mito della caverna citato dallo stesso fefo.
Non si tratta cioè della "ferita dell'ego" come ha voluto semplificare fefo. L'ego ce l'hanno anche i bambini ma loro in questi casi reagiscono in modo spontaneo e diverso dagli adulti (eppure non è che loro non sperimentino le ferite dell'ego) perchè non hanno ancora tutte quelle sovrastrutture di cui l'uomo si dota durante la sua vita per il fondamentale bisogno di certezze e sicurezze di cui soffre. (questo è un concetto che le donne dovrebbero comprendere meglio).
Quando una persona dice: devo credere al medico qualsiasi cosa mi dica di fare perchè lui ne sa più di me e rifiuta di prendersi la responsabilità di capire egli stesso se la strada che gli è stata indicata è valida o meno, non si tratta semplicemente di ferita dell'ego, ma di quell'allontanamento della nostra responsabilità individuale che ci porta alla ricerca di soluzioni meno faticose, più semplici, meno dolorose. Se ti prendi la briga di guardare quel video, Il filosofo Nicola Donti lo spiega davvero bene e devo dire che è molto bravo perchè i concetti che trasmette solitamente richiedono parecchio studio.
Ti porto un altro esempio tanto semplice quanto esaustivo; guarda quest'altro video dal minuto 19:30 al minuto 21:40 www.youtube.com/watch?v=CtNrPJZ5CXk
L' è pusè facil meteghel in del cù che in del co
Analisi impeccabile. Da entrambi.
Del resto basta rimanere ad osservare: Nessuna analisi di causa conseguenza, la moltitudine che ragiona di istinto e di pancia, magari vantandosene pure, e sbandierandolo quasi come un super potere (devo seguire il mio istinto).
Eppure in persone del genere, pur se nascosta da una superbia abissale, vedo un'insicurezza infinita, quasi un terrore a prendersi la responsabilità di un errore, o anche solo accettarne la condivisione.
Grazie per i complimenti !
Trovo sia più facile leggere una situazione o profilare qualcuno quando si osserva dall'esterno.
Il coinvolgimento ci può ottenebrare.
A volte con chi mi circonda sono una coglionazza.
Gli potevi offrire un cannolo... te lo facevi amico senza tanti sbattimenti....
PS Sia benedetta tua moglie e i suoi cannoli....
Ego, orgoglio, desiderio di primeggiare sono tutti fattori che ci fanno distorcere la realtà.
Magari un biologo evoluzionista potrebbe dire che l'aver sempre ragione fa produrre al cervello endorfine che danno sensazione di benessere, mentre aver torto provoca un effetto di percezione di dolore.
Forse anticamente l'orgoglio era uno strumento evolutivo che dava ai nostri antenati un aiuto a sopravvivere; un cacciatore bravo con una tecnica di caccia vincente, acquistava sicurezza in se stesso e la proiettava sul gruppo famigliare, che percepiva il "càrisma" e rimaneva più unito, chi lo sà.
Gli esseri umani sono "animali" sociali, hanno necessità di sentirsi parte di un gruppo(persino gli asociali impenitenti, hanno la necessità di appartenere al gruppo di quelli che non appartiene a nessun gruppo). Un modo semplice per appartenere ad un gruppo è quello di abbracciarne le idee senza discuterle; idee che poi diventano ideologie nel momento in cui non sono più punti di partenza di un percorso interiore, ma diventano strumenti di interpretazione della reltà.
Poi il livello "patologico" vero e proprio secondo me, è quando l'individuo si accorge che l'idea che ama ha dei punti deboli. E' il momento della dissonanza cognitiva, cioè il confronto tra come dovrebbe funzionare il mondo e come invece funziona, che provoca una specie di lutto che va elaborato. A volte il lutto si supera, si accetta che l'idea che amiamo è errata e va abbandonata o almeno emendata(e in questa fase ci si rende anche conto che l'esistenza non è fatta di assoluti), altre volte invece il lutto è insuperabile tanto da rifiutarlo, da non ammetterlo e quindi si comincia paradossalmente a ritenere che la realtà se non combacia con l'idea, va modificata per conformarsi a quest'ultima. E' il meccanismo ad esempio delle religioni "rivelate", le quali essendo "vere" per definizione, se la realtà non si conforma alla religione allora è "sbagliata" la realtà.
Alla fine credo che il succo della questione è che molte persone si sentono come se stessero camminando sull'orlo di un precipizio, il precipizio dello stupore di fronte alla complessità della realtà in cui viviamo.
C'è chi percepisce questo camminare sul filo del rasoio intelletuale come una botta di adrenalina, il contemplare i livelli di realtà può apparire come una affascinante sfida a se stessi.
C'è invece chi pensa solo a come fare per non cadere, e chiude gli occhi per non vedere l'immensità del baratro.
La tua "pedagogia" - visto che mi pare tu voglia illuminarci sul significato dela caverna platonica - è discutibilissima.
Puoi anche esprimere un'opinione senza dire all'altro che cita senza aver letto. Invece no, ci insinui un insulto strisciante.
L'ego si manifesta non solo nel torto ma anche nell'eventuale ipotetica ragione. Ci si compiace di aver capito tutto e non si desidera condividere ma primeggiare.
Non ci sarà un pizzico di ego in queste esternazioni?
Se si desidera davvero comunicare e far sì l'altro diventi ricettivo magari ci si potrebbe porre in modo diverso.
Senza contare che forse ringraziare chi utilizza il proprio tempo per scrivere articoli che diventano spunti di riflessione può essere un buon inizo, anche se poi non si condivide la riflessione proposta e scrivere la propria opinione diventa anche questo motivo di riflessione.
Conosco Nicola Donti e lo ascolto spesso. Ha un aproccio misurato e rispettoso del'interlocutore che invoglia all'apertura e alla conoscenza.
Ogni tanto si lancia in qualche perculella dei fautori dell'assurdo ma così.. in amicizia.. è un fautore dell'ironia socratica ma è senz'altro un filantropo!
Credo tutto dipenda dal percorso personale, che determina il grado di apertura mentale e ricettivita' rispetto ad argomenti scomodi.
Anni fa parlando con un ex collega dell'11/9 pochi mesi dopo l'accaduto, scoprii che lui aveva immediatamente (o cosi' diceva) visto i segni della demolizione controllata.
Un altro vecchio amico che consideravo irrecuperabile da questo punto di vista oggi ha smesso di guardare la tv ed e' diventato "complottista".
Forse tutta l'opera di controinformazione fatta da tanti in tanti anni ha portato qualche risultato.
Ho scritto che ha banalizzato argomentando il mio pensiero; ho scritto che non ha letto perchè se desidero esprimere la mia opinione e quella di fefo è: "La ferita dell'ego" non è corretto supportarle con citazioni che in realtà parlano di altro.
Non ho tenuto nessuna lezione, tantomeno "pedagogica" sul mito della caverna e non voglio certo illuminare nessuno; chiunque è in grado di leggersi da solo lo scritto di Platone. Ho proposto due interventi di chi ha spiegato in modo più articolato e profondo questi concetti.
Non ho insultato nessuno ed ho argomentato le mie affermazioni. Parlando di ego magari ti hanno dato fastidio? Ritengo che fefo abbia semplificato troppo il suo "Perchè", accompagnandolo con una errata citazione.
Può essere... E nelle tue?
Fefo e io ci conosciamo da tanti anni, ci siamo scontrati, ci siamo parlati, ci siamo pure confidati, e abbiamo condiviso un lungo percorso in questo sito. Sappiamo entrambi di partire da un presupposto di buona fede e in quanto al modo di porsi, se conosci Fefo sai che nemmeno lui è un tenero quando si pone con gli altri. Ma forse la schiettezza, in questo mondo sempre più ipocrita, viene scambiata per insulto e perdonata solo a quelli per cui facciamo il tifo. Fortunatamente ritengo che Fefo non caschi in questi tranelli.
Ho impiegato il mio tempo per scrivere articoli, e per lavorare in molti modi in modo del tutto gratuito, spinto esclusivamente dal desiderio di aiutare, condividere. Non mi sono mai aspettato un grazie da nessuno perchè chi si adopera in questi termini (e fefo lo sa bene dato che abbiamo iniziato assieme) non cerca un riconoscimento (tranni quelli che vogliono costruirsi una credibilità/fama per poi sfruttarla a proprio vantaggio personale) e non vuole investirsi di alcuna autorità; desidera semplicemente fare la cosa giusta. Alcuni mi hanno ringraziato e io ho ringraziato loro, molti mi hanno insultato e io sono passato oltre. Ma se tu sai come è nato questo sito e come le persone che lo hanno frequentato e ci hanno collaborato si sono confrontate e sono cresciute assieme al suo ideatore, aggiungere altro è superfluo.
Ringrazie lui che se lo merita...
Ma certo! E come faccio ad essere immune dall'ego? Sarei un'aliena!
A me era sembrato che il tuo approccio (soprattutto quando hai scritto che cita senza aver letto e che banalizza concetti) fosse un tantino oppostivo fermo restando che è perfettamente legittimo avere le proprie opinioni.
Nella sostanza non condivido . Sarà che a me non sembra affatto banale.
Comunque era più l'approccio a sembrarmi - scriviamo così - non funzionale ad un eventuale invito all'ascolto.
Se mi sono sbagliata chiedo scusa. Il mio ego c'è ma non mi porta al guinzaglio.
Mi hai percepito come aggressivo... Ti sei rivolta a me con aggressività... E' la fregatura delle chat e dei post; tolgono molta umanità al confronto e non credo sia un caso se nel mondo dominato dalla rete abbiamo visto esplodere il fenomeno degli haters.
Non c'è bisogno di scuse, l'importante è capirsi, grazie comunque per il gesto di apertura.
Facendo un viaggio tra il disagio che imperversa tra gli scaffali dei supermercati, o nelle pizzerie popolari di periferia,
o nei dintorni di uno stadio la domenica pomeriggio, ci si accorge che, la realtà non coincide con la teoria.
Le uniche cose che contano, sono l'autodeterminazione e la conoscenza.
E sopratutto non bisogna mai credere in nulla, nemmeno delle cose di cui si è certi.
Il mito della caverna si fonda proprio su quello, anche se è un paradosso estremo.
Non aver paura di cambiare il proprio giudizio su cose che pensiamo essere assolutamente assodate
per esempio è un buon viatico.
Qui per esempio vedo molti che si attorcigliano sulle proprie convinzioni, arrivando a dare per scontate
certezze di cui non potranno avere mai un riscontro reale.
Un po' come stare nella caverna senza saperlo.
Quando non si ha un visione spirituale della Vita, la percezione dell'Ego è incompleta e riduttiva..
"L’Ego è il senso dell’Io, la percezione che siamo qualcuno, un’illusione che può portarci lontano dal nostro vero Sé e farci sentire separati dalla nostra vera essenza, da Dio, dalla coscienza, da tutto ciò che è.
Il senso illusorio di identità che chiamiamo “ego” è lì per aiutarci a capire che non siamo quello, ma qualcosa di più grande, ciò che chiamiamo Anima o Sé Superiore o Dio."
www.visioneolistica.it/ego-e-anima/
Grazie a te.
Sicuramente quello che scrivi é vero. Manca tutta la comunicazione non verbale e il guardarsi negli occhi che crea connessione.
Scusami però, devo rilevare:
Quindi io percepisco ... però poi mi rivolgo con aggressività?
Dovresti almeno scrivere abbiamo percepito entrambi aggressività....
"Il problema è che oggi ad ascoltare sono i maestri, non gli allievi."
Standing ovation
Sì! Tira fuori queste perle e te le snocciola così...
Chapeau Zorg!
mhh non lo so, molti magari di noi qua dentro dal vivo sono ponderati, hanno una dialettica lenta e riflessiva. Ma ipotizzo risse da stadio tipo roma-lazio.
Senza contare tutte quelle persone che tendono letteralmente a tritare il proprio interlocutore con interruzioni, maleducazioni, etichette (succede già qua dentro) linguaggio corporeo invadente o intimidatorio, tono della voce canzonatorio.
La verità è che la chat da un attimo di riflessione prima di gettare giù le proprie idee (non sempre), probabilmente certe discussioni o si interromperebbero per offesa o lesa maestà, o degenererebbero anche solo verbalmente.
Forse mi sono espresso male... Intendevo dire che tu hai percepito aggressività nel mio intervento nei confronti di fefo e quindi ti sei rivolta a me in modo aggressivo. Era appunto una riflessione su come si interpretano i toni leggendo un messaggio. Non essendoti piaciute due mie espressioni (banalizzato e: forse non hai letto), mi hai apposto velocemente un'etichetta; quella dell'arrogante che si pone su un piedistallo. A quel punto le mie argomentazioni sono passate in secondo piano perchè mi avevi già giudicato.
Dato che comprendo questi meccanismi e non ne sono immune, Ho impiegato del tempo a rispondere ad ogni tua affermazione perchè capita facilmente di prendere fischi per fiaschi. La mia disponibilità ha incontrato la tua dato che, a quanto pare, ci siamo capiti alla fine no? Ma potevamo anche alzare muri e cominciare a insultarci...
Le conversazioni costruttive sono quelle che mi rimangono più impresse.
Grazie.
#41 uhura
Son contento che vi siate chiariti, perché vi ritengo due menti mature.
Music-band qui è un anziano, e uhura è una risorsa recente, quindi non poteva conoscere il dietro le quinte.
Ad onor del vero, anche a me, la puntualizzazione di music-band ha infastidito, nella forma, benché ne condividessi la sostanza.
Ma poi ho pensato che tra lui ed il destinatario ci fosse una certa confidenza.
Quello di uhura non credo fosse un picco di ego, bensì un gesto di sensibilità, avendo difeso una terza persona.
Ecco perché vi ritengo due manti mature.
#42 Zina
#43 uhura
Sono i benefici di una dieta a base di cannoli siciliani.
My childish side lurks in the shadows....
Io la ricetta te l'ho data, ora sta a te assumerti le tue responsabilità ..
e produrne 7 chili in 7 giorni!
Ti ringrazio per l'attestato di stima ma per quanto mi riguarda credo di essere ancora in alto mare
Almeno non hai detto: decrepito...
la lettura in chiave "egoistica" è buona, ma non è secondo me predominante. Spesso infatti le stesse persone si affidano "agli esperti" che gli dicono cosa pensare abbandonando l'ego.
Rinunciando al loro pensiero logico e razionale rinunciano anche all'ego, e altresì delegano qualcuno che considerano più ferrato di loro in materia, quindi "più in qualcosa" di loro, pensare e rispondere per loro.
Avviene in ospedale, avviene in chiesa e, ahimè, avviene anche a casa quando accendiamo la televisione per "imparare" la nuova lezione del giorno.
Io sposo più la teoria del "campo": il Campo di credenze che ci circonda è l'unica cosa che separa quelle persone dalla solitudine e da una vita di coraggiosa derisione pubblica, cosa a cui noi invece siamo abituati e di cui, sicuramente, andiamo fieri.
Forse l'ego colpisce più noi liberi pensatori quando cerchiamo di convincere qualcuno.. perché ci crediamo più intelligenti.. perché abbiamo capito…
...forse meglio:
sensazione; elaborazione; comprensione
PS: comunque buon tentativo di comprendere ( ) il processo!
PS2: vi siete mai chiesti come mai sia il cibo che il linguaggio entrano ed escono dallo stesso "buco"?
(Nessuno vuole passare facilmente x fesso)
È un discorso di tempistica..
L'ingannare riguarda il penetrare le difese nel presente,
Il convincere una persona di essere stata ingannata
Riguarda il rimettere in discussione un fatto acquisito e consolidato nella mente di questi.
Per quello è più difficile rimuoverlo..
Tutto qua.
Mi diceva un vecchio capitano: chi è convinto di saper navigare, ha uno scoglio che lo aspetta.
Se proprio vogliamo contarci le rughe virtuali, sul web potrei essere considerato Matusalemme.
Nel senso che sul web mi ci sono rincoglionito.
Ottima riflessione, anche a me la storia del blocco emotivo ha sempre convinto solo parzialmente, potrebbe andare per i pochi che hanno vissuto con una fede cieca nella bonta' di governo e istituzioni, non per la grande maggioranza che vede i politici come un'accozzaglia di ladri e imbroglioni.
La chiave di lettura dell'ego mi sembra molto piu' appropriata, soprattutto in una societa' competitiva dove fin da piccoli ci insegnano a primeggiare sugli altri, e dove nelle discussioni invece della ricerca del vero prevale spesso il desiderio di essere piu' informati (o indottrinati, secondo i punti di vista). Il sistema educativo in cui siamo cresciuti, molto poco orientato all'interpretazione critica, funziona un po' come il vecchio "trivial", dove alle domande si risponde "la so" o "non la so", premiando chi ha studiato meglio la versione ufficiale della realta', e non prendendo nemmeno in considerazione chi la mette in discussione. Un orientamento, appunto, che favorisce l'affermazione della propria "preparazione" in antagonismo a quella degli altri, ego contro ego, come osservi giustamente.
Va detto pero' che anche questa e' una spiegazione solo parziale dell'atteggiamento rigido e assolutista di chi rifiuta di mettere in discussione le varie versioni ufficiali delle cose.
Un fattore importante piu' a monte di cui occorre tener conto, e' lo schema interpretativo della realta' con cui ognuno legge gli eventi che accadono intorno a lui.
Per capire le cose che ci circondano abbiamo bisogno di schemi interpretativi secondo cui valutare, classificare e dare significato ai vari eventi, e siccome non tutti nascono filosofi, la quasi totalita' delle persone si affida a modelli gia' elaborati da altri, che nel migliore dei casi possono essere i modelli di grandi pensatori, che insegnano a leggere la realta' da un punto di vista piu' alto, ma normalmente sono i modelli proposti dallo stesso sistema che controlla le nostre vite attraverso la comunicazione mainstream.
Ora, una volta che la quasi totalita' della popolazione prende come buono il modo di leggere la realta' che gli viene fornito dal sistema, una volta che spende un'intera vita ad adattarsi a tale interpretazione, a seguirne le regole e a costruirsi lavoro, casa, famiglia, tempo libero, interessi, tutto secondo i precetti assunti dogmaticamente del sistema, diventa molto difficile accettare di colpo che e' stato tutto un inganno e che bisogna rimettere tutto in discussione.
Lo puo' fare chi ha sempre vissuto con spirito critico, non chi ha "giocato" tutta la vita secondo le regole del sistema senza mai metterle in discussione. Non si tratta piu' solo di una imposizione del proprio ego all'interlocutore, ma di una vera e propria rivoluzione dei propri scemi interpretativi che pochi sono in grado di compiere, si tratta di rivedere e rivalutare da zero tutto cio' che conosci, tutta la tua vita, da un nuovo punto di vista.
Puo' farlo solo chi sta gia' "cercando", chi e' gia' predisposto a vedere le cose in maniera critica e ha una flessibilita' mentale che deriva dal non essersi mai legato indissolubilmente ad un paradigma interpretativo imposto da altri. Non e' da tutti.
Posso tranquillamente affermare dopo un'intensa attività cerebrale che i problemi umani possano essere risolti partendo da due semplici discipline (conditio sine qua non): la conoscenza (tutte le attività che hanno a che fare con essa, in base alle quali è possibile fare politica) e la giustizia.
Quando sei in mare, il pericolo non è il mare, ma la terra....
(quindi lo scoglio)
Eppure chiunque non abbia mai navigato, una volta in mezzo al mare, agogna la terra
come meta di salvezza.
Un vecchio adagio invece dice, mai navigare con terra sottovento......
Bella analisi, molto acuta.
Si possono leggere tutti i grandi pensatori, e rimanere incapaci di sviluppare una capacità critica autonoma.
Quello che ho sempre cercato, è il metodo.
Più leggevo, più mi ingolfavo di idee altrui, tutte affascinanti, ma spesso in contraddizione tra loro.
Poi sono passato all'analisi dei meccanismi logici, ed infine ho creato un sistema mio, su misura, di analisi e sintesi del mondo che mi circonda.
A quel punto ero in grado di analizzare e confrontare le informazioni.
Il fallimento è un ottimo sistema per testare le proprie capacità di analisi.
Continuo a fallire, ma le volte che comprendo correttamente aumentano statisticamente.
Sinceramente sono sempre molto affezionato ai fallimenti, perché sono più intriganti da studiare per capirne la natura.
Il risultato è che poi non puoi dire nulla sui vaccini perché non sei un dottore, non puoi dire nulla sulle torri gemelle perché non sei un ingegnere, non puoi dire nulla sulle scie chimiche perché non sei uno scienziato/pilota, e via dicendo.
Deleghiamo il logico pensiero a persone che non conosciamo, ma diamo per scontato che ne sappiano più di noi.
Che poi si faccia presente che le nostre obiezioni (ad esempio) sui vaccini siano supportate anche da dottori, non cambia nulla, la maggior parte dei dottori sostiene il contrario, quindi deve aver ragione a prescindere.
Concordo, un'ora e mezza, rilassante, ironica, e non solo, lui e' simpaticissimo, oltre che bravo.
Unica pecca se vogliamo, la sua incredibile nonche' inquietante somiglianza con Brosio
Benchè abbia studiato i Classici, sono sempre stato affascinato dalla saggezza popolare, in quanto legata all'esperienza.
La mente può vagare libera, ma serve schiantarsi per capire realmente, qual'è il limite fisico della realtà.
La non conoscenza è sicuramente un aspetto della questione.
Però, data la possibilità di conoscere, formarsi e direi anche di informarsi, cos'è che spinge le persone a non voler conoscere o meglio le mantiene nella non conoscenza ?
Quali sono i vantaggi secondari del non avvicinarsi alla conoscenza e qual é la scaturigine di questa tendenza?
La non conoscenza è una condizione, ne andrebbe ricercata la causa o piuttosto le cause che saranno sicuramente molteplici.
Sicuramente cause economico sociali, personali, di temperamento, di ambiente, di attitudini senza pretesa di averle esaurite.
Oltre a quelle elencate, però, potrebbe trovarsi negli anfratti più nascosti, nelle pieghe dell'animo umano, una cosa chiamata ego
che impedisce di aprirsi alla conoscenza.
Magari esiste un filo che connette l'ego alla paura?
Conoscere significa mettere in discussione tutto. Ma davvero tutto. E' spaventoso.
Senza contare il fatto che non si approda mai. Quindi chi ha paura e desidera stabilità sarà più incline ad un atteggiamento conservatore che lo metta a riparo da scossoni. Va anche compreso.
Quando ho iniziato ad approfondire l'11 settembre ricordo di aver provato una sensazione sgradevolissima, sarà capitato a molti o a tutti quelli che lo hanno approcciato da altre angolazioni rispetto al mainstream.
Ricordo distintamente un giorno in cui mi è arrivato un attacco di panico. Orribile. Chi l'ha provato sa di cosa sto parlando. Mi ha scardinato perché potessi continuare un percorso di conoscenza - per me e dico per me- più autentico.
Lo benedico quell'attacco di panico.
Quando ho scritto
intendevo dare una sfumatura concessiva alla frase ma credo che nelle chat sfugga il senso ironico.
Uhura non é mente matura manco un po'.... c'ha tutt'al più sprazzi....
@ Zorg
Ho un dizionario di proverbi popolari che è uno spasso.
Ne attingo a piene mani perle di saggezza.
Quasi quasi adesso lo apro a caso come nella tecnica divinatoria chiamata bibliomanzia, vediamo che esce fuori...
Manco a farlo apposta... Chi acquista sapere acquista dolere
E quindi come recitava Don Buro.. Beata ignuranza, stai bene de mente de core e de panza....
Mi sono scervellata mesi per capire a chi somiglia Donti.
Il mio é un classico caso di rimozione.
Ecco, bravo.
Tra gli ignoranti sei il più intelligente.
So di non sapere.
Tanti ma proprio tanti, diciamo quasi tutti, quelli che pensano di essere svegli, stanno dormendo in un altro sogno.
Signori esperti che ritengono gli altri degli addormentati, secondo voi qual è stato il più grande complotto di quest'anno?
O gli unici complotti che conoscete provengono da Mazzucco, la fonte delle vostre verità e LC la vostra caverna??
(Sono qui pronto ad imparare. Avanti. Se voi farete altrettanto farò a pezzi il vostro ego)
AH AH AH AH AH AH.....LOL, e' inquietante e'??
Inquietante sì......... ho saltato la merenda....
So di infierire, infilando piu' a fondo il coltello nella ferita, ma hai notato che anche la voce...AZZ, E' uguale
LOL
E pure tu peròòòòòò ..
Adesso salto la cena
LOL
Poniamo il caso che Mazzucco ti abbia ingannato. Ma non solo te, te e tutti gli altri e che io voglia avvisarvi.
Riuscireste a capire che ho ragione o siete uguali a quelli che ritenete inferiori perché "dormono"?
In questo caso sareste fuori dalla caverna del mainstream e dentro la caverna di Luogocomune?
Riuscireste a capirlo o lo capireste solo se Mazzucco ammettesse di averlo fatto, magari non per cattiveria, ma solo per un esperimento sociale?
Poniamo il caso che io sia Mazzucco sotto falso nome e che tramite il nome Redazione abbia diffuso una menzogna mentre tramite questo nome abbia diffuso la verità, voi sareste riusciti a non credere alla menzogna di uno importante per credere alla verità di uno sconosciuto?
Vuoi un aiutino? NO.
Ebbene si...Continuiamo cosi' facciamoci del male....
Quello che scrivi fa riflettere.
Premesso che concordo ed é questo anche il sale della vita, ma se uno c'ha un ego come un'anguria la mappa quando la rivede?
Basta non prenderlo sul serio.
Io il mio lo bullizzo!
Questione che mi pare puramente teorica. Credo che nessuno, o pochissimi di quelli che scrivono su LC "segua" Massimo Mazzucco come il guru che elargisce la Verità, credendo a tutto quanto Egli proferisce per pura venerazione, ma che piuttosto la gran parte degli utenti frequenti questo sito (e altri) perchè vi trova rispecchiati molti suoi pensieri, e desidera discuterne con spirito critico.
Se domani Massimo Mazzucco firmasse il patto per la Scienza con Angela e Burioni, non credo che Fefo o altri lo seguirebbero.
Tecnica sopraffina da persone evolute.. in cammino..
Chi ha disegnato la propria mappa ed ha l'egoanguria difficilmente sarà disposto a rivederla.
Forse sapere cos'é, come agisce, dove si annida.. è un primo passo che permetterà poi di rivedere la mappa
Scardovelli si sta facendo un discreto mazzo nel diffondere la conoscenza di questi meccanismi. E' davvero molto generoso.
Mentra si mangia una fetta di anguria...
Giustissimo!
Ma non lo fa perché seduto sopra l'anguria sta troppo comodo...
Se qualcuno gli dice che é buona fresca dissetante e rimineralizzante... sarà disposto ad ascoltare e quindi a romperla?
"Questione puramente teorica"
Ahahahah
Secondo me, è più facile ingannarvi che convincervi di essere stati ingannati.
Però, è una questione puramente teorica.
Ahahahah
Voi non siete come gli altri. Queste citazioni non valgono per voi. Voi siete al di sopra.
Ahahahah
Secondo me, il mio alter ego è piegato dal ridere.
Ahahahah
Perché non mi hai chiesto delle prove invece che scrive "questione puramente teorica"(cioè impossibile)?
È lo stesso meccanismo mentale che si innesca nella mente di chi avvicini per la prima volta alle teorie cospirazioniste?
Qui si discutono (non solo) gli effetti speciali, che la gente comune interpreta come realtà.
La gente vuole credere che il proprio idolo si sia realmente lanciato dal grattacielo.
E' inutile spiegargli che era un personaggio virtuale, animato con la motion capture (Mocap).
Essendomi occupato di motion capture, ho provato a far vedere ad alcune persone come viene usata.
Le reazioni son state:
- mamma mia che roba complessa, no guarda lasciamo stare.
- si però in quella scena era lui veramente
- ammazza che figata, d'ora in poi non crederò più a nulla
Tutta l'educazione e l'istruzione occidentale è fondata sul presupposto della sacralità dei testi e sull'autorevolezza di chi li conosce. Così come i preti sono gli unici a conoscere il significato delle sacre scritture, così anche è nelle altre discipline, perché il sistema è pervasivo in tutti i campi.
Il sistema occidentale è chiacchiere e distintivo.
D'altronde c'è il famoso detto che dice che se tenti di convincere un ebreo di qualcosa questo ti dirà "dove sta scritto"
mentre se lo chiedi a un cristiano ti dirà "chi l'ha detto".
L'ego è solo il prodotto patologico di una particolare e mirata istruzione.
contano i personaggi
non so se sia meglio o peggio
Scherzo
Nietzesche lo disse anche così ( e in molti altri modi): "dovunque mi arrampichi io sono seguito da un cane chiamato “Ego”.
Ha attraversato ogni epoca storica, ogni cultura, ogni latitudine.
I Maestri Ascesi ne sono immuni ma forse anche alcuni Santi avranno avuto il loro quarto d'ora di ego...
A me questa sembra l'epoca più narcisistica che ci sia mai stata e il narcisista è noto proprio per avere un ego ipertrofico che gli impedisce di vivere autenticamente, di conoscere il suo vero Sé e di scorgere e rispettare l'essenza dell'altro. Il narcisista ha la sua bella mappa prêt-à-porter e col cavolo che ci rimette le mani.
La cambia solo e soltanto se gli conviene. Ed è sempre una mappa opportunistica.
Divertente il detto citato da Pyter , mi ha fatto venire in mente una battuta di Woody Allen
“- Lei di che confessione è?
- Di nascita sono di confessione ebraica, poi crescendo mi sono convertito al narcisismo.”
Anche l'edonismo è divenuto pandemico.
Oggi il sesso lo trovi tra gli scaffali del supermercato, ed il mercoledi fanno il 3x2.
sì, è assolutamente vero.
Peccato perché è sacro e svilirlo così (non ne sto facendo una questione morale) provoca molti disturbi fra i quali la caduta del desiderio.
Epicuro credo sia stato uno dei filosofi più fraintesi. Infatti si era allontanato dall'edonismo donde era inizialmente partito per allargare poi i suoi orizzonti e sistemare la sua dottrina che fece tanto scalpore.
Propongo di riabilitarlo.
E' stato ingiustamente amato (dai seguaci del piacere sfrenato) ed ingiustamente odiato (dai bacchettoni repressi).
Esattamente.
Nella ricetta per una vita serena ed appagante, metterei anche l'edonismo (q.b.).
Come unico ingrediente, lo ritengo una disfunzione.
Ho visto persone estinguersi precocemente a causa dell'edonismo, legato indissolubilmente al narcisismo.
PS: il fatto che io mi disfi di cannoli, non si tratta di edonismo, ma di assolvimento di doveri coniugali.
E' colpa di mia moglie che li produce.
Hai una mente aperta.
Metti una password!
Sarà un bene o un male?
Se non vuoi che ti leggano le domande prima che le fai ..
Peccato che non esiste più la voce del sito... Una riflessione da incorniciare.
ok, tiriamo le somme facendo un gioco
dato per pacifica la considerazione di mark twain, che da quello che ho capito non mi pare nessuno metta in discussione, il punto è :
perchè le persone sono così restie a considerare di essere state ingannate?
perchè Kattivissimo non cambia mai idea ed è il prototipo di colui che sguazza in quel campo di idee preconcette (che oggi tendiamo ad appellare "pensiero unico") evitando come la peste anche coscientemente di non uscirne mai?
quale è il vero motivo? il motivo ultimo di quello che praticamente coscientemente gli impedisce di avere idee diverse dal mainstream?(o da quello che lui stesso ha definito pensiero "comunemente accettato")
Non avrebbe trovato altra occupazione. Pure lui deve pagare le bollette.
Al di là del sarcasmo, la convenienza. A più livelli.
Mi hai convinto!
Ma secondo me tu mi leggi pure la password....
Nel caso di Kattivissimo, condivido l'analisi di uhura.
Per la gente comune, ritengo ci siano vari stereotipi, ma tutti hanno in comune l'insicurezza.
Cos'è una bugia?
E' una realtà artificiale, alternativa, costruita per comodità, per evitare di confrontarsi con o su un proprio errore.
Quindi la mancata volontà/capacità di ammettere di aver sbagliato, fallito.
Ammettere un fallimento, insinua l'idea di non essere capaci.
In una società basata sulla competizione, il fallimento non è un valore positivo.
Mentre per me lo è:
Il fatto che sia più facile ottenere un'ammissione di fallimento, da uno sconosciuto rispetto ad una persona conosciuta, parente o amico, dimostra che più è forte la competizione, più difficile sarà l'ammissione del fallimento.
Le volte che mi sono confrontato con menti mature, non ho avuto problemi ad ottenere ammissioni di fallimento.
Quelle persone non avevano bisogno di dimostrarsi infallibili, poichè già erano visibilmente superdotate.
Le infinite volte che mi sono confrontato con amici e parenti, ho faticato moltissimo ad ottenere ammissioni di fallimento, poiché li avrebbe messi in condizioni di sudditanza (secondo loro).
Se c'è un cosa che veramente non tollero è la negazione dell'evidenza.
#100 uhura
Un problema per volta ..
E' uno sport molto diffuso.
Credo sia capitato a tutti.
In macchina, per esempio.
Una volta percorrevo una strada a senso unico ed un tizio veniva contromano pretendendo ragione. Ricordo che rimasi talmente allibita da non riuscire ad articolare risposta.
Un'altra volta, percorrendo una strada stretta, un tizio in doppia fila apre di colpo la portiera ed io lo schivo all'ultimo senza poter evitare un piccolo contatto.
Mi sono fermata, da persona civile, e lui è sceso prendedomi a pugni il vetro. Sosteneva che dovevo immaginare che avrebbe aperto la portiera.
Altro episodio esilarante: due tizie mi avevano chiuso parcheggiando in doppia fila e non uscivano dal negozio dove si erano infilate nemmeno sentendo il clacson. Una volta fuori, pretendevano di andare a casa a portare la spesa e quindi scendere con comodo una volta riposti gli acquisti.
Alle mie rimostranze una di loro - la madre - ha cominciato a prendermi a calci la macchina.
E' uscito un ragazzo da una pizzeria - che ringrazierò sempre - facendole allontanare non prima di aver spostato la loro vettura.
E questi sono sconosciuti. Con i parenti arriva il mal di denti. Lì l'ego dà il meglio di sé.
Queste tutto sommato sono ridicolaggini ma concordo appieno sull'atteggiamento irritante della negazione dell'evidenza.
Per tornare all'articolo cos'era se non l'ego ad impedire a queste persone di chiedere scusa ed ammettere di essere in torto?
Non la conoscenza, perché il codice della strada avranno dovuto per forza studiarlo (lasciando perdere l'educazione), ma l'egoanguria di cui discutevamo più sopra.
Non credo che il problema sia l'ego in se, bensì il rapporto che sia ha con esso.
E' un po come il rapporto con le pulsioni.
Se non sei in grado di governarle, finiscono per prevalere.
Sono io che governo l'ego, con le mie infrastrutture comportamentali, create appositamente per lo scopo.
L'ego è una parte di me, non è me.
Come tale deve obbedirmi!
Sì hai puntualizzato meglio, ce l'abbiamo e ci dobbiamo convivere. Eliminarlo é pretesa sciocca e assurda.
Bisogna trovare un modus vivendi.
Più che l'ego in sè é l'ego e il sé.....
Nel libro di Scardovelli "Subpersonalità e crescita dell'io" tutto questo é spiegato magistralmente.
Sacrosanto.
Tuttavia per molte persone non è così chiaro o facile e nel suo libro Scardovelli ne spiega le cause offrendo strategie di coping e soluzioni molto interessanti.
Io non leggo perché non voglio suggerimenti. Devo arrivarci da solo!
Come Fantozzi
"ce la deve fare da solo sennò è squalificato ....."
Io accetto l'aiuto da casa
.. alla bersagliera!
Sgambata a Pinerolo?
Non prima di aver assistito alla corazzata Potëmkin
Ma non ci fate caso perché in fondo, che cazzo ve ne frega?
Poi arriva un'omissione, e non la notate, poi un'altra menzogna e piano piano non capite più da che parte siete girati.
Gli effetti dell'inganno non sono immediati salvo che non siate talmente sfigati da essere tra i pochi malcapitati.
Così la vostra mente è immersa in una caverna da cui uscire è doloroso ed impegnativo.
Ma se proprio riuscite ad uscire, non sta scritto da nessuna parte che non capiterete in un'altra caverna, magari anche peggiore di quella precedente.
Sì è doloroso, impegnativo.. ma qualcosina si può fare... altrimenti non staremmo qui a chiacchierare e a scambiarci idee
Di caverna in caverna forse prima o poi si vedrà un po' di luce... e se sarà un altro abbaglio continueremo così... verso l'Infinito e oltre...
Tuttavia comprendo che sia più facile la seconda opzione che la prima
Sul litigare sono d'accordo. Mi dispiace quando sono troppo veemente.
Il cazzeggio é cosa serissima.
Dosato, ovviamente.
Se su Contro.tv ci fosse come ospite la nuova fidanzata di Briatore, ci sarebbe un boom di abbonamenti.
Rome wasn't built in a day.
Pazienza e perseveranza.
Prima parlavo di saggezza legata all'esperienza, non a caso.
Una volta compreso di essere all'interno di una caverna, e individuata l'uscita, se si è capito come ci si è finiti e come uscirne, probabilmente la volta successiva il meccanismo di individuazione e di uscita sarà più veloce e meno doloroso.
E' la differenza che c'è tra uno speleologo ed un malcapitato.
Qui si sta cercando di diventare speleologhi.
Forse l'insoddisfazione, sicuramente la curiosità.
Insoddisfazione verso la versione ufficiale, il mondo per come ci viene proposto.
Curiosità di vedere se c'è qualcosa di alternativo.
EDIT
#117 Tianos
Manco a farlo apposta!
...eeeehhhh
ahahahahahahahahahahahahaha
Evidentemente la domanda è retorica!!!
Il LUOGO...
PS: Consiglio di riformulare la domanda, riscrivendo l'articolo...
PS2: Aiutino: l'ambito in cui cercare è la filologia
come da bambini si costruisce qualcosa con le costruzioni,
nel momento in cui arriva la notizia che quel pezzo di realtà è sbagliato, tocca rifare la parte di costruzione sbagliata,
finché si tratta di una scoperta confinata in un certo ambito (ad es. una scoperta scientifica),
è semplice per i più accettare il cambiamento, che influisce poco nella costruzione della realtà che i più si sono fatti,
ma quando va a toccare molte parti della costruzione allora cambia tutto, perché toccherebbe rifare la costruzione da capo o quasi:
"-mò mica mi tocca rifare tutto il castello?
prima non so se sono in grado di rifarlo, non so se ne ho voglia, non ci voglio pensare, certo non ne ho tempo,
poi noi siamo i buoni, quindi va bene così, se proprio è vero (che hanno ragione i complottisti) al più sarà un incidente di percorso delle benevole democrazie che comunque sono buone, meglio delle dittature!"
Che noi siamo i buoni per la massa è provato dal fatto che la tecnologia è stata messa al servizio dell'umanità:
la tv che ci informa per il meglio
siamo anche andati sulla luna
abbiamo sconfitto molte malattie, per esempio il morbillo e la varicella coi vaccini
facoltosi filantropi del mondo occidentale impegnano i loro soldi duramente guadagnati per il meglio per il mondo,
vedi Bill Gates coi vaccini, Soros per i boveri migranti
quindi mica vorrai davvero credere che siano stati così cinici e crudeli da uccidersi 3000 persone per inscenare un falso attentato terroristico?
Qualcuno potrebbe obiettare che con la tecnologia si sono costruite le atomiche su Hiroshima e Nagasaki, le armi con cui gli uomini si uccidono, spesso le sganciano gli americani su chi non condivide le loro politiche,
che la tv è uno strumento di propaganda per la continuità del sistema,
che sulla luna non ci siamo mai stati,
che di cancro si muore molto più rispetto ai decenni passati ed i vaccini sono solo uno strumento di sospetta efficacia nelle mani di aziende a scopo di profitto,
fosse vero quanto sopra (lo è), comprendendo l'autoattentato dell'11/9 dovremmo ricostruire il castello della nostra rappresentazione della realtà da capo, dalle fondamenta stesse, decisamente complicato.
Un altra ragione è che il fatto (dell'autoattentato) è grosso, troppo grosso perché la gente possa crederci semplicemente, per cui si continua a pensare che non può essere vero.
Poi certamente ci sono altre ragioni che si sommano, come quella che dici dell'ego, e del fatto che ad alcuni (come dice Bellini) "fotte sega" ed altre che altri sanno certo scovare meglio di me,
ma partirei o terrei sempre presente quella che ho scritto per prima a fondamento.
Per chi non lo sapesse è un finanziare con un patrimonio di 17 miliardi di $
youtu.be/CDmLI4zlBH0
Nel 1982 era praticamente fallito. Oggi ha 1700 dipendenti ed è a capo del più grande hedge fund del mondo.
uhura, c'è Brosio per te!
Sto finendo di guardarlo mi mancano venti minuti!
Grazie per la soffiata
Ma che bel duo Nicola Donti e Claudio Messora!
Una gradevolissima intervista. Divertente e profonda
Messora è l'uomo per tutte le occasioni.
Tiene testa a chiunque gli stia davanti.
Nicola Donti, per gli amici Brosio, è bravissimo nel rendere fruibili a tutti, concetti complessi che potrebbero addirittura diventare noiosi.
Concordo con lui sulla necessità diffusa, di sorridere e ridere più spesso.
L'umorismo rende più lieve la vita, oltre ad apportare benefici psico-fisici.
Lo stupore è la mia sensazione preferita.