di Federico Giovannini
Per la comprensione di un fenomeno, la cosa più difficile, per l’osservatore, è mettere da parte le nozioni fino a quel momento date per scontate. Se non si ha questa accortezza non si acquisiranno mai nuove visioni del mondo, più complete e aderenti alla realtà di quelle precedenti.
Se non si procede in questo modo si farà caso solo a quello che si è convinti di dover vedere.
Oggi, ci troviamo indiscutibilmente di fronte all’ostacolo più grande che l’umanità si sia mai trovata davanti: il nostro sviluppo ha assunto aspetti così estremi che sta diventando un impedimento per la vita stessa delle generazioni presenti e future. Parallelamente allo sviluppo sono aumentati gli scarti e i rifiuti, in breve l’inquinamento ambientale è diventato un aspetto emergenziale.
Socialmente parlando, mai come negli ultimi anni le disuguaglianze sono arrivate a livelli così paradossali tanto da creare disagio anche ai più “fortunati”. Persone da una parte del mondo soffrono la fame e dall’altra l’eccesso di alimentazione provoca patologie di ogni tipo.
I conflitti tra i popoli, lungi dall’essere risolti pacificamente, si esacerbano e diventano via via più cruenti e l’unica cosa che si riesce a fare è cambiargli nome e invece di usare il termine “guerre” sono chiamati: ”missioni di pace”.
Occorre, il prima possibile, cambiare rotta ed invertire i processi che stanno rendendo il mondo sempre meno a misura d’uomo e sempre più un incubo generato da noi stessi.
In un mondo i cui elementi essenziali come aria e acqua non hanno confini, tale cambio di rotta non può essere che collettivo e non può che passare attraverso la riconsiderazione delle leggi che regolano e consentono la vita sul pianeta fino ad arrivare a considerare una nuova visione della natura dell’essere umano.
Solo dopo questa presa di coscienza si può concepire un mondo più sano nel quale il futuro non sia più visto come minaccioso ed oscuro ma come un concreto e desiderabile luogo verso il quale incamminarci con passione tutti assieme.
Viviamo nel paradigma dell’ “omo homini lupus”, la storia d’altronde ce lo insegna in maniera impietosa, l’uomo è in perenne conflitto con i suoi simili. Da quando l’umanità ha memoria di sé, con la scrittura, si narrano guerre, battaglie e conflitti tra i popoli sempre più numerosi, cruenti ed apocalittici.
Nonostante tutto ciò, il grado di interdipendenza e organizzazione collettivo è cresciuto parallelamente. A discapito delle apparenze, non sarebbe stato possibile arrivare alla cifra di quasi 8 miliardi di abitanti sul pianeta senza un’organizzazione di un grado via via crescente. C’è chi potrebbe obiettare che in realtà questo aumento demografico sia frutto dell’industrializzazione e della tecnologia, ma esse tuttavia originano dalla collaborazione nata, nonostante tutto, per concretizzare le creazioni e l’inventiva dell’uomo. Di tutto questo ci rendiamo appena conto, e sovente, ascriviamo il merito al modello economico e di sviluppo che abbiamo scelto.
Fin ad oggi l’uomo ha considerato sé stesso fondamentalmente un essere unico, isolato dagli altri animali, dotato di una coscienza di sé e di un intelletto superiori agli altri esseri viventi.
Darwin ci ha raccontato che la vita si è evoluta partendo da forme molto semplici mutando e adattandosi progressivamente fino ad arrivare all’uomo. Il suo contributo filosofico e sociale ha segnato profondamente il pensiero umano, e di conseguenza, il comportamento dell’intera umanità. Purtroppo non è stato tanto il concetto di evoluzionismo (ovvero il concetto che la vita è un unico filo conduttore dall’ameba all’uomo) a condizionare il pensiero umano, quanto il come ci si evolverebbe. Darwin ci raccontò che la competizione sarebbe il motore dell’evoluzione della specie e la parte più egoistica e prevaricatrice dell’umanità propagandò quest’ultimo concetto.
Questo pensiero si è radicato profondamente nell’inconscio dell’uomo e applicando quel modello Darwiniano abbiamo sviluppato un comportamento socio-economico deleterio che sta portando l’umanità verso continui conflitti sempre più cruenti e problemi ambientali sempre più insormontabili. Abbiamo accettato che sia naturale, e quindi implicitamente giusto, che il più forte schiacci il più debole per far progredire la specie. Questa è la convinzione, deleteria, che l’uomo si è fatto della vita e di sé stesso. Per andare avanti, per migliorare ed evolvere non solo sarebbe “naturale” prevalere sugli altri, ma sarebbe addirittura auspicabile in quanto solo in questo modo la natura procederebbe e migliorerebbe la specie rendendola più forte.
In campo economico il trionfo di questa ideologia ha portato al concetto estremo che se una persona attraverso la competizione, possiede più di qualcun altro allora è giusto poiché ha rispettato le leggi della natura e dunque in qualche modo favorito l’evoluzione della specie.
In questo contesto filosofico-sociale Louis Pasteur è diventato il padre dell’infettivologia moderna. La visione di Pasteur è quella del batterio considerato un nemico da uccidere, un avversario da sconfiggere, insomma la solita versione guerrafondaia della natura: ostile, selvaggia e in ultima analisi matrigna.
Mai altre convinzioni sono state più deleterie per l’uomo, il quale, come qualunque altro essere vivente, deve obbedire alle leggi della natura, che sono ben altre.
Viviamo su un pianeta abitato dai microorganismi da miliardi di anni, molto prima che l’uomo si affacciasse sul pianeta. Questi microorganismi pervadono ogni nicchia ecologica: la terra, il mare e gli esseri viventi. Sono i microorganismi a rendere fertile la terra e a permettere alle piante di crescere, piante senza le quali non potremmo né nutrirci né respirare. Come è noto, le piante creando ossigeno consentono agli animali di respirare. Meno noto è considerare che non esiste solo il “polmone verde” della terra, ma anche quello “blu”. La massa di microorganismi degli oceani produce direttamente la metà dell’ossigeno dell’atmosfera terrestre.
Sarà scontato ricordarlo, ma stiamo distruggendo entrambi i polmoni del pianeta. Siamo arrivati a danneggiare non solo la qualità dell’aria ma anche il quantitativo di ossigeno nell’ aria che respiriamo, in nome di quel modello che ci siamo autoimposti, ovvero quello di accettare come giusto, naturale e quindi auspicabile la prevalenza del più forte sul più debole.
I microorganismi non si limitano a colonizzare la terra e i mari ma lo fanno in maniera incredibilmente simbiotica abitando anche all’interno di tutti gli esseri viventi con i quali stringono una mutua e solida alleanza.
Oggi l’uomo si sta rendendo conto delle innumerevoli funzioni dei batteri che ospita definendoli nel loro insieme “microbiota” e definendo “microbioma” l’insieme dei geni del microbiota. Nell’uomo la massa complessiva di tali microscopici esseri viventi è superiore alla massa del cervello o del fegato. Il microbioma surclassa i geni umani nella proporzione di 1:100 modulando e arricchendo il nostro Dna di potenzialità. I nostri microorganismi sono più numerosi di tutte le cellule umane e le loro funzioni sono, senza ombra di nessun dubbio, insostituibili. Dalla pelle all’intestino, dai polmoni al sangue fino al cervello: ogni comparto anatomico dell’uomo è colonizzato dal microbiota. Sono i microorganismi dell’ambiente che depurano le acque dai nostri scarti e sono sempre loro che si occupano del processo della decomposizione dopo la morte degli esseri viventi.
In breve, tutta la vita sul pianeta, non sarebbe possibile senza i microorganismi.
In questo scenario diventa puerile ed anacronistico rimanere ancorati alla visione offerta da Darwin e Pasteur. Esistono indubbiamente batteri potenzialmente patogeni, ma la stragrande maggioranza sono benevoli e probiotici, ovvero a favore della vita. Nell’ottica di Darwin, nella quale tutte le specie si dovrebbero antagonizzare e combattere in una guerra senza fine, il mondo sarebbe stato già colonizzato dal vincitore della presunta inevitabile guerra che si sarebbe dovuta scatenare tra i microorganismi. Il re assoluto ed incontrastato si sarebbe poi estinto da solo per sovrappopolazione e inquinamento dei propri rifiuti. Tutto ciò in realtà non è mai successo perché le cose non stanno così, ma focalizzandoci al mondo macroscopico sembra quasi che l’uomo aneli a realizzare questo scenario con tutte le sue forze.
Per nostra fortuna i microorganismi ignorano le sciocche convinzioni dell’uomo e per tanto vivono, prosperano e lavorano in un’ottica completamente diversa. I microorganismi collaborano e cooperano: rendono possibile la crescita delle piante, l’ossigenazione dell’atmosfera, l’esistenza e la salute di tutti gli animali, uomo compreso. Gli esseri umani (come tutti gli altri animali) morirebbero all’istante senza il contributo sinergico e cooperativo dei loro ospiti. La digestione dei cibi è in parte resa possibile dal microbiota, un’infinità di micronutrienti essenziali è prodotta dal microbiota e quest’ultimo addestra e fa parte del sistema immunitario il cui compito è quello di tenere a bada i pochi e sparuti patogeni che si incontrano in un mondo permeato da microorganismi. Il nostro organismo in cambio offre al microbiota protezione, cibo e calore.
Per far capire una volta per tutte l’immensità che la visione dell’invisibile porta con sé basta spiegare che la cellula stessa, il mattone di ogni nostro tessuto, contiene degli organelli, chiamati mitocondri, che si sono sviluppati in simbiosi con la cellula. I Mitocondri, vere e proprie centrali energetiche della cellula, hanno un proprio Dna indipendente dal nucleo della cellula e quindi, con ogni probabilità, sono essi stessi degli esseri viventi microscopici che vivono da sempre in simbiosi dentro la cellula stessa. In questo contesto è utile ricordare che tutte le cellule di un organismo lavorano in sinergia e cooperazione tra di loro: anche la biologia ci racconta una storia molto diversa dalla visione di Darwin.
In breve l’essere umano (e tutti gli animali) è un super-organismo ovvero un simbionte fatto di diversi esseri che cooperano, collaborano uno dentro l’altro, uno affianco all’altro per un unico fine comune: la vita.
A causa della deleteria visione Pasteuriana del nemico da abbattere, i microorganismi stanno sviluppano resistenze agli antibiotici per sopravvivere. Uccidiamo a tutti i costi il patogeno ma non ci rendiamo conto che stiamo sterminando con esso (qualora ci si riesca) i nostri più importanti amici che sono tutt’uno con noi e con il nostro sistema immunitario. Oggi, l’OMS sta prendendo atto del fatto che ceppi batterici sempre più resistenti agli antibiotici stanno causando epidemie senza una cura. Le prospettive nel breve periodo sono ancora meno rosee e si prevedono scenari apocalittici nei quali gli antibiotici non avranno più alcun effetto: la natura ci sta chiaramente facendo un altolà che abbiamo il dovere di recepire, in nome della nostra stessa sopravvivenza.
I microorganismi quindi ci insegnano che la vita è prevalentemente fondata sulla cooperazione e la salute, sull’ armonia delle parti; non vi fate più distrarre dai racconti guerrafondai Darwiniani: la competizione esiste ma è solo una parte infinitesima all’interno di un disegno molto più grande di comportamenti cooperativi. Il patogeno di Pasteur esiste ma è solo una goccia in un mare di microorganismi benevoli e favorevoli alla vita.
Il modo di vivere dei microorganismi lancia, implicitamente, un altro messaggio: il riduzionismo è un concetto completamente errato. Studiare il singolo batterio avulso dal suo contesto è semplicemente impossibile perché a seconda dell’ambiente circostante si potrà comportare in maniera probiotica, neutra o addirittura patogena. La di più diretta ed enorme conseguenza di questo è che il fondamento della nostra visione scientifica del mondo che è il meccanicismo, è errato dato che si fonda a sua volta sul riduzionismo. Ciò significa che dobbiamo rapidamente riconsiderare il nostro modo di guardare alla natura in quanto il nostro modello inadeguato di approccio alla realtà delle cose, ha generato, senza ombra di dubbio, enormi fraintendimenti ed errori in tutti i campi scientifici.
E’ imperativo adottare, il prima possibile, all’interno delle comunità umane, l’idea che la cooperazione e la collaborazione sono il paradigma della vita, il vero faro da seguire, la vera legge naturale. Altrettanto impellente è identificare la competizione e l’antagonismo non come il motore dell’evoluzione e dello sviluppo, bensì, finalmente, per quello che realmente sono: comportamenti miopi ed inesorabilmente autodistruttivi.
In certi ambienti si è diffusa l’idea demenziale che la popolazione sia eccessivamente numerosa per le risorse del pianeta. Prima di vaneggiare soluzioni distopiche da personaggio dei cattivi dei fumetti, armonizziamo il nostro comportamento con le leggi della natura. Mutiamo il nostro atteggiamento da predatorio ed antagonista ad un comportamento collaborativo ed armonioso perché solo così facendo si potrà dare una prospettiva futura alla razza umana.
Prendiamo presto coscienza delle vere leggi della natura perché solo questa consapevolezza porterà salute e prosperità tanto al singolo quanto alla collettività.
La comunità scientifica è arroccata sul darwinismo e mette al rogo ogni eretico. Di conseguenza i programmi didattici sono sostanzialmente intoccabili. Le persone autorevoli e qualificate sono certificate solo se passano attraverso questo sistema di formazione.
Da che parte attaccheresti il mostro?
semplicemente splendido, grazie.
Che siano popolazioni microbiche, vegetali o animali, tutte hanno in comune una logica operativa che andrebbe capita.
Guarda cosa diceva Max Planck:
"Una nuova verità scientifica non trionfa quando convince e illumina i suoi avversari, ma piuttosto quando essi muoiono e arriva una nuova generazione, familiare con essa."
it.wikipedia.org/wiki/Cambiamento_di_paradigma
Per dire che persino la crème de la crème del razionalismo deve fare i conti con questa logica. Anche le comunitità di scienziati, in fondo, sono delle popolazioni, dotate di una propria ed intrinseca irrazionalità (irrazionalità qui va tradotta con: che non ci puoi discutere), come quella della popolazione di un formicaio.
Le comunità di scieziati non sono poi tanto diverse in questo dalle classi sociali, dalle classi di età.
Tutto questo per dire che in ecologia se c'è il proliferare incontrollato di una popolzione di una determinata specie, si fa in modo di favorire una specie antagonista alla prima.
Grazie infinite
E cade anche con un tempismo da manuale, vista l'esplosione del conflitto in Siria.
Bisognerebbe nebulizzare probiotici sui cieli di tutto il mondo, altro che scie chimiche!
Salute e prosperità a tutti!
@Iena130
Interessante e quanto mai opportuna la domanda.
C'è un'interrelazione fittissima tra potere economico, intellettuale politico ed industriale.
Una soluzione potrebbe essere spezzare il cerchio.
Fuori le baronie dalle Università.
L'Università deve tornare libera ed indipendente per potersi opporre alle aberrazioni del nostro tempo e la scuola deve tornare ad essere un luogo di formazione della persona e non un diplomificio la cui unica funzione è quella di immettere soggetti omologati sul mercato.
Finchè l'Università sarà ostaggio dei potentati non potrà fare ricerca seria e non potrà essere al servizio di tutti.
Il bellissimo articolo di Fefo fa capire molto bene come tutti insieme si può uscire da una condizione oramai intollerabile.
Ci vogliono volontà ed unità.
Qualcuno va alla manifestazione a Roma domani?
1) Sovrappopolazione
Sostenere romanticamente che c'è spazio per tutti è a mio avviso un non-senso logico. Anch'io diffido delle cifre snocciolate dai media ma non si può ignorare il fatto che esiste un limite intrinseco in ogni contenitore: una stanza potrà contenere agevolmente 5-6 persone; stringendosi e rinunciando a qualche comodità potranno arrivare a 10-12; con un soppalco e molte rinunce si potrà forse arrivare a 20; immolandosi stoicamente e vivendo in piedi si potrebbe raggiungere la cifra di 30, ma AD UN CERTO PUNTO non ci sarà fisicamente spazio per nessun altro.
La Terra, come un qualsiasi contenitore, può ospitare un numero finito X di esseri umani, non ci piove. Anche ipotizzando soluzioni abitative acquatiche, possiamo pensare a sette, dieci, quindici miliardi? Non si sa, ma esiste logicamente e fisicamente un limite.
Inoltre, nel computo dobbiamo tenere conto di altri fattori oltre allo spazio puro e semplice:
a) Lo spazio "vitale"
Vivere in piedi stretti stretti l'uno all'altro non è vivere. Abbiamo bisogno come l'aria di uno spazio personale minimo e di uno spazio "d'azione" comune. Questo parametro fa decrescere il limite X.
b) La qualità della comunità
Un conto è una comunità di centomila persone che auto-limitano le proprie esigenze e che lavorano la terra in modo efficiente e non-invasivo; altro è una comunità di centomila persone con l'attuale stile di vita occidentale. L'impatto a breve e lungo termine della seconda è certamente deleterio per l'ambiente vitale a disposizione: superato un certo limite il sistema collassa. Anche questo parametro fa decrescere il limite X.
c) Le altre forme di vita
L'ambiente necessario al sostentamento, fisico e psicologico, della comunità umana è il risultato di innumerevoli fattori derivanti dalla presenza delle altre forme di vita animale e vegetale (io aggiungerei anche minerale...), le quali necessitano come noi di un proprio spazio vitale e di uno spazio d'azione: al di sotto di un certo limite la forma di vita collassa, creando squilibri che prima o poi influiranno direttamente sugli esseri umani. Anche questo parametro fa decrescere il limite X.
In buona sostanza, il numero max di persone che il nostro pianeta può ospitare senza danni dipende dallo spazio disponibile per noi e per la vita organica e dall'approccio che la comunità umana adotta per il proprio sostentamento e lo sfruttamento delle risorse. Mi sembra che oggi siamo molto lontani dal concepire in modo equilibrato la nostra presenza sul pianeta. L'autore sostiene che l'aumento demografico è derivato dalla collaborazione ma a mio avviso sbaglia interpretazione: la popolazione aumenta quando ci sono migliori condizioni di vita (comodità) o ignoranza (di ogni genere e grado). La storia e le statistiche dimostrano indiscutibilmente che le persone con un più alto grado di istruzione unito ad un rapporto amorevole verso l'ambiente (semplicità) fanno meno figli o non ne fanno affatto.
2) La "soluzione"
L'autore afferma: "la cooperazione e la collaborazione sono il paradigma della vita, il vero faro da seguire, la vera legge naturale". Sono anche qui in disaccordo con lui ma nel senso che mentre per l'autore la soluzione dei problemi umani è conseguente all'adozione di tale approccio cooperativo, io considero la cooperazione un "risultato" spontaneo, una qualità che emerge dalla soluzione.
Non possiamo pensare che la necessità - cioè dipendere logisticamente e psicologicamente dagli altri - sfoci nel bello, nel buono. Così come la paura non può mai portare all'amore, la mancanza di libertà esteriore prima o poi porta al risentimento, e questo all'invidia e all'odio, con le conseguenze che ben conosciamo da millenni.
Potremo davvero cooperare gli uni con gli altri soltanto quando saremo liberi dalla necessità di farllo. Sul "come" possiamo discutere per innumerevoli serate davanti al caminetto... Mi limiterò ad una considerazione sul lavoro: dalla prima comparsa dell'Uomo, ogni singolo stratagemma, ogni utensile, ogni tecnologia, il "lavoro" insomma, ha avuto come scopo logico e sano la riduzione del carico di lavoro stesso, della fatica di vivere, e come fine ultimo l'eliminazione totale della necessità di "fare" per vivere. Questo approccio intelligente è ovviamente agli antipodi di certe affermazioni demenziali sul lavoro come indispensabile o addirittura benefico per lo spirito. Che io sappia, le uniche persone che si divertono a lavorare sono quelle che per vari motivi la trovano un'attività ri-creativa, una passione, un divertissement. Le altre piegano in vario grado la schiena e se potessero starebbero sdraiate su un'amaca a godersi il sole.
Chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato: siamo ormai giunti ad un livello tecnologico che ci consentirebbe molto probabilmente di vivere tutti senza lavorare. Robotica e nuove forme di produzione del cibo possono sollevarci da questa vera e propria condanna dell'umanità.
Ma non basta ancora. La cooperazione emerge quando tutti hanno pari dignità, pari diritti e pari doveri. Un buco nero... Come possiamo ipotizzare di collaborare tra noi quando parliamo centinaia di lingue diverse, abbiamo decine di religioni differenti? Come cooperare quando "mio figlio" vale più di un qualsiasi bambino yemenita, quando non consideriamo "nostro figlio" ogni bambino del mondo? Come collaborare se tu vivi in una villa ed io in un buco in periferia? Come possiamo pensare di cooperare amorevolmente tra noi e con l'ambiente quando massacriamo miliardi di vite animali ogni anno?
Io credo che la "soluzione", da cui deriva ogni bene per l'essere umano, tra cui la cooperazione amorevole, non stia tanto nel comprendere le vere leggi naturali - che ritengo certamente cosa buona e giusta ma, paradossalmente, la loro comprensione può addirittura portare l'essere umano alla ribellione verso di esse (una sorta di sindrome di Lucifero) - quanto piuttosto nel conseguimento della libertà interiore, un fiore purtroppo ancora molto raro: essere spiritualmente liberi porta inevitabilmente all'assenza di atteggiamenti predatori e prevaricatori in modo spontaneo, senza "sforzi" o costrizioni di sorta. E qui mi fermo perchè l'aria si fa sottile e il passo pericoloso...
“La scienza, intravvedendo vagamente la verità, può trovare nel corpo umano batteri ed altri esseri infinitesimali che considera solo dei visitatori occasionali e anormali, ai quali attribuisce le malattie:” (H.P.Blavatsky – “La Dottrina Segreta” - 1880 - ed. 2003 – Vol.I Cosmogenesi – pag. 242) da teosofia-bernardino-del-boca.it/.../vaccinazioni
è anche nostra responsabiltà se la nostra vita e di conseguenza quella dell'intera collettività procede in un certo modo, piantiamola di piagniculare e di dire "laggente" e di buttare sempre la colpa addosso agli altri, abbandondoniamo il concetto di colpa ed abbracciamo quello della responsabiltà.
quindi rigettare noi per primi quel modello di competizione in cui siamo immersi
questo non significa prendere e andare ad abitare in isolamento tra i monti perche è dentro di noi la competizione e l'antagonismo (in una parola il neoliberismo), è quello il nostro terreno di lotta.
comportiamoci in maniera giusta , equa e collaborativa e questo non significa farsi mettere i piedi in testa significa disarmare la nostra mano nel momento che abbiamo l'occasione di nuocere, di "vendicarci" e non intendo solo fisicamente.
oggi le guerre piu feroci si combattono con la finanza e giornalmente a colpi di ferite emotive tra le persone, battaglie anche economiche di rivalsa uno sull'altro.
il singolo ovviamente non può nulla di fronte a certi meccanismi infinitamente piu grandi di lui ma può fare qualcosa per la propria vita e per quelli che ha intorno, quello si.
questo sistema ci mette una gladio in mano, ci butta nell'arena (della competizione) e ci dice che se non combattiamo verremo sbranati dalle fiere alle nostre spalle.
diversi schiavi nella storia sono riusciti a ribellarsi (rivoluzioni) e a rovesciare la situazione, ma mi pare evidente che le cose non sono cambiate , i modelli sono rimasti quelli e c'è sempre qualcuno sotto oppresso da uno piu forte, furbo, scaltro ...si sono soltanto capovolti i fronti .... sai che cambiamento....
non ti sto proponendo di diventare santo ma di disobbedire a questa follia in cui siamo immersi, di comportarci come sappiamo in fondo di dover fare di fronte a un bene molto piu grande che quello del nostro ego.
l'impresa adesso ci sembra quasi improponibile e immensa è vero, siamo dentro una matrix. quando un certo numero di persone , nemmeno tantissime, se ne tirerà fuori accadrà l'impensabile e l'insperato in tempi molto rapidi, ne sono certo.
lo dobbiamo fare semplicemente perche non abbiamo alternativa, procedendo cosi la nostra vita e la vita di tutti andrà sempre peggio, questa è l'unica certezza in questo momento.
lo dobbiamo fare perche a forza di andare contro natura (come ho spiegato nell'articolo) moriremo
ti sembra sufficente come motivazione?
Ci facciamo le guerre invece di cooperare, la solidarietà fra i popoli non c'è in questo senso se non a parole...
Quando l'Uomo capirà che "la cooperazione e la collaborazione sono il paradigma della vita, il vero faro da seguire, la vera legge naturale." potremo convivere armoniosamente, aiutandoci l'un l'altro, io ci credo, ma la cosa più urgente è COMPRENDERLO E CERCARE DI METTERLO IN ATTO, non seguendo ciò che chi ha il Potere cerca di attuare dividendoci e mettendoci sempre l'uno contro l'altro, in sintesi EVOLVERE.
Capisco che sembri una pia illusione, mentre invece è la soluzione... Sta lentamente e silenziosamente avvenendo, malgrado ci siano sacche di forte e ignorante resistenza... ma credo che il cambiamento stia avvenendo e chi non ne farà parte, semplicemente dovrà continuare a star male finchè non comprenderà e andrà oltre....
anche se ci siamo evoluti il contesto è lo stesso dei batteri, dei virus, dei piccoli e grandi animali; tutti migrano se le risorse diminuiscono. per esempio a forza di dover aumentare le produzioni agro-alimentari gli habitat di tanti animali diminuiscono e ci si ritrova un caimano o un orso in cucina o nel bagno;
dovremmo darci una "regolata": 8 miliardi di persone in crescita demografica non hanno sufficienti risorse su questo pianeta e questo il problema dei problemi che molti, religioni per prime ma anche multinazionali che vogliono manodopera sempre a costo minore se non zero, tentano di perpetuare per rimanere al comando;
fare finta che non esistano i confini "naturali" è una farsa a beneficio di chi si rifiuta di pensare con la propria testa, sempre nel contesto odierno, infatti esistono gli eschimesi e gli africani che vivono in due realtà diverse;
le migrazioni odierne sono governate ed indirizzate per fini politici ma sempre a beneficio di pochi; infatti non servono più "guerre tradizionali", basta foraggiare le "benedette" ong che portano i migranti, anche inconsapevoli e illusi di una vita comunque migliore, per far cadere uno stato;
c'è poi la favola, sempre a beneficio di pochi ed a scapito di tutti gli altri, della crescita infinita: ma come si fa a pensare ancora che bisogna produrre, qualsiasi cosa, sempre di più ma con manodopera sempre meno pagata oppure sostituita dai robot, e poi lamentarsi che nessuno compra i prodotti. Fra pochi anni il lavoro con esseri umani sarà residuale e quindi? parliamo anche che la "crescita infinita" ha come risultato la crescita infinita di rifiuti volutamente non riciclabili, realtà che vivo lavorando in un'azienda che si occupa di raccolta e smaltimento di rifiuti;
come per la crescita infinita ci sono poi governi "bocconiani" che pensano che la soluzione di tutte le crisi è "aumentare le tasse", per poi lamentarsi che le persone comprano solo il minimo vitale e non tre televisori, quattro automobili e cinque frigoriferi a famiglia.
non sto dicendo che non c'è un limite, che tra l'altro ne io ne te conosciamo
sto dicendo che se l'umanità continuerà cosi si autodistruggerà in un modo o in un altro
per sovrappopolazione? per guerre? per inquinamento? per scarsità di risorse? per tutte queste cose?
ha veramente importanza determinarlo?
il vero problema è quello che ho indicato.
un' umanità che si comporta con collaborazione e cooperazione (almeno nella sua maggioranza) troverà soluzioni perche le vorrà trovare.
cosi non troveremo mai soluzioni
probabilmente non sono riuscito a spiegarmi fino in fondo
intendevo dire che in qualche modo siamo già coordinati e organizzati.
senza questo grado coordinazione e cooperazione una città come Roma si disintegrerebbe in pochi giorni.
se non ci fosse qualcuno che porta da mangiare, che porta il carburante per le auto, che manda avanti le centrali termoelettriche, che si cura dell'approvigionamento dell'acqua e della manutenzione delle fogne moriremmo nell'arco di poco tempo
questa organizzazione è attuata nel regime neoliberista, ognuno lo fa per guadagnare soldi , nell'ottica di del ritorno individuale.
è chiaro che in questo sistema chiudono i rubinetti del contante (tanto per fare un esempio di come ci pilotano) e tutto cade improvvisamente.
ma il contante in realtà è solo un idea, un concetto , nemmeno piu un pezzo di carta.
stiamo morendo per questa idea, adottiamo altre idee, quelle vere, insegnate dalla natura.
non sto dicendo che di colpo ognuno pensa all'altro, sto dicendo che se impariamo a muoverci insieme, compatti e consapevoli si risolvono e si fanno cose immense.
nel momento che tratteremo il nostro vicino di casa con equità , giustizia e collaborazione ci vorrà poco a esportare questo modello.
in realtà la ferocia piu grande la mostriamo proprio per il vicino di casa e empatizziamo con quello lontana perche almeno non ci rompe i coglioni. e lo facciamo perche è naturale farlo per l'uomo . l'uomo ha bisogno di empatia ma siamo talmente neoliberisti che ce lo impediamo da soli.
vedrai poi che ci vorrà poco a capire che il "bambino yemenita" è come tutti gli altri bambini del pianeta e vuole solo giocare ed essere felice.
perdonami ma qui dobbiamo definire alcune cose in maniera molto netta
la libertà da sola porta solo disastri
la libertà è il concetto attraverso il quale il neoliberismo ci comanda e ci seduce
se invece parliamo di una libertà nata dalla responsabilità personale (del nostro essere e delle nostre azioni) allora le cose cambiano
nell'intestino si chiama "disbiosi" ed è una condizione patologica che porta nel tempo a quasi ogni forma di malattia.
prendine atto e fattene una ragione
è come dire è "normale" essere malati, per cortesia....
non ho detto questo però
intendevo dire che elementi come aria e acqua (che sono le cose piu evidenti) non chiedono il permesso per sconfinare i tuoi (nostri) confini.
la radioattività di chernobyl ha fatto non so quante volte il giro del mondo, come mai?
non mi sembra di aver detto questo
ho solo detto che nel momento in cui ci comporteremo in armonia non ci sarà nessun bisogno di porci il problema della sovrappopolazione, perche non ci sarà
Forse queste risorse sono distribuite male. Così, è un'idea....
-per i plaudenti
grazie dei complimenti ma non basta, comportiamoci tutti meglio (me compreso) e cominciamo a farlo da qui sul sito in poi
-per i dissenzienti
l'ego le troverà tutte pur di non farvi cambiare le vostre convinzioni anche di fronte all'evidenza,
"si hai ragione, però...." "è vero ma..."
quindi almeno per ora smetto di ribattere perche non serve a niente così
-per i soli lettori
forse è arrivato il momento di applicare il proprio sapere
Di Maio: Con decreto clima primi nel Green New Deal
ansa.it/.../...
Questo è essenzialmente vero.
Tuttavia ci sono alcuni aspetti evidentissimi che non possiamo assolutamente ignorare:
- la Natura tende sempre a ristabilire gli equilibri alterati, indipendentemente dal tempo necessario per farlo;
- la Natura per ristabilire gli equilibri effettua dei sacrifici dolorosi ma necessari ed indispensabili;
- le scelte della Natura, per quanto possano apparire crudeli, hanno sempre come fine la sopravvivenza.
... ma il più importante di tutti è:
- l'uomo è un essere "alieno" rispetto a tutte le altre forme di vita di questo pianeta ("alieno" nel senso di "straniero, diverso", non di ometti verdi con le antenne).
Mi rendo conto che l'ultima mia affermazione farà rizzare i capelli in testa a molti, ma bisogna farsene una ragione: l'uomo è un disadattato sulla Terra, e deve costantemente manipolare il suo ambiente circostante per sopravvivere.
Non esiste un'altro animale sulla Terra che debba fare altrettanto e così pesantemente per sopravvivere nel proprio ambiente naturale.
Questa frase dell'articolo ne è una chiara dimostrazione:
(cit.) "Occorre, il prima possibile, cambiare rotta ed invertire i processi che stanno rendendo il mondo sempre meno a misura d’uomo e sempre più un incubo generato da noi stessi."
... ovvero l'uomo per sopravvivere deve necessariamente modificare l'ambiente in cui vive adattandolo alle sue esigenze.
Come chiaramente descritto nell'articolo, tutti gli organismi della Terra, da quelli microscopici a quelli enormi, devono costantemente cooperare per sopravvivere, per vivere in simbiosi gli uni con gli altri, e spesso alcuni sono il mezzo naturale per la sopravvivenza degli altri.
La teoria dell'evoluzionismo di Darwin può fare storcere il naso a molti.
L'idea che la Natura sia una Madre crudele e sanguinaria è in realtà sbagliata, in quanto preserva gli elementi più forti e resistenti a discapito di quelli più deboli che, dal punto di vista della sopravvivenza di una specie, possono essere un intralcio.
E' quello che facciamo normalmente anche noi quando acquistiamo un prodotto: scartiamo quello difettoso per scegliere il migliore.
Ovviamente c'è una enorme differenza fra un cucciolo di leone e un frigorifero, ma è solo apparenza: in entrambi i casi scartiamo il debole e difettoso a vantaggio del più resistente.
Quello che sposta l'ago della bilancia è il fatto che il frigorifero non si riprodurrà in altri frigoriferi, mentre il leoncino probabilmente trasmetterà il patrimonio genetico che gli ha permesso di sopravvivere ai propri eredi che potranno fare altrettanto.
Noi, in quanto razza umana, parliamo sempre da un punto di vista egoistico antropocentrico.
Siamo fermamente convinti di fare parte di questo ecosistema per partito preso, ma non vogliamo renderci conto di essere una razza anomala, una razza che, lasciata a se stessa, si sarebbe estinta milioni di anni fa.
Ognuno di noi può fare questo semplice esperimento:
spogliatevi nudi e mettetevi davanti a uno specchio. Poi cercate di pensare a un qualunque luogo selvaggio sulla Terra dove pensate di riuscire a sopravvivere così come siete, senza vestiti ne attrezzi.
Quanto credete di riuscire a resistere? Un giorno? Due? Una settimana? Un mese?
I migliori cominceranno a darsi d'attorno e a procurarsi i mezzi per coprirsi, cacciare, procurarsi un riparo, ma la maggior parte soccomberà sistematicamente, o a causa delle intemperie o perchè attaccata da altri animali.
La teoria dell'evoluzione di Darwin stranamente, all'uomo e solo all'uomo, non si applica.
L'uomo ha avuto (e ha tutt'ora) una evoluzione velocissima e completamente differente (pilotata, dico io) dal resto degli animali, talmente veloce per cui la Natura non riesce a stare al passo e ciò ha comportato una diffusione dell'uomo a macchia d'olio.
L'uomo è riuscito (???) in brevissimo tempo ad adattare il suo habitat alle proprie necessità, a realizzare delle protesi per coprirsi e cacciare, al punto da non avere più problemi di sopravvivenza ne di nemici naturali.
In questo modo la presenza dell'uomo sulla Terra è diventata, passatemi il termine senza che nessuno si inc***zi, un cancro/i].
Come una cellula tumorale che impazzisce e si riproduce a dismisura senza controllo nel corpo, così l'uomo ha fatto sulla faccia della Terra nel corso della sua esistenza.
E così come una cellula tumorale prima o poi uccide il suo ospite, lo stesso sta facendo l'uomo riproducendosi indiscriminatamente, eliminando sistematicamente tutto ciò che gli può essere di intralcio e modificando pesantemente l'ambiente adattandolo alle sue esigenze.
Ma lo stesso ambiente che l'uomo "adatta" è anche la fonte primaria della sua sopravvivenza, e modificandolo rischia di distruggere conseguentemente la propria esistenza.
E' il meccanismo che la Natura applica sistematicamente a TUTTI per mantenere l'equilibrio e consentire a chiunque di vivere.
E' corretto quindi, come scrive Fefo nell'articolo, che l'uomo si dia una regolata e agisca in simbiosi e non contro l'ambiente naturale in cui vive, ma altresì non bisogna vedere la Natura come quell'elemento sanguinario e crudele come apparentemente sembra, in quanto il suo fine ultimo è la sopravvivenza di TUTTE le specie viventi.
per chi come te è arrivato a questo punto è utile farsi la domanda successiva:
perchè?
la risposta a mio avviso (sintetizzo parecchio) non è da ricercarsi nè nell'errata convinzione darwiniana ne in riletture bibliche bigliniane
sono vicoli ciechi che non ci portano da nessuna parte
la risposta è nell'articolo stesso.
l'uomo si è convinto che è meglio per lui agire in competizione e antagonismo con i suoi simili e quindi necessariamente con il suo ambiente.
se ci convicessimo del contrario agiremmo di conseguenza e l'uomo cesserebbe di essere un alieno e si integrerebbe perfettamente nell'ecosistema terrestre.
in poche battute l'uomo con il suo libero arbitrio sta facendo quello che ha fatto lucifero : ha scelto l'ego
Considerazioni:
- Sicuri che sia in atto un (presunto) risveglio dell'umanità? A me pare esattamente il contrario.
- Mentre noi pianifichiamo una lenta evoluzione interiore, dall'altra parte della barricata, realizzano in tempi strettissimi una rivoluzione transumanista coatta.
Capisco e condivido la necessità di marciare compatti, quello che mi sfugge è per fare cosa?
Con la spiritualità si fanno molte cose, ma non si vincono le guerre.
La vicenda del Tibet e dei monaci tibetani dovrebbe essere esemplare.
Credo si stia confondendo il percorso individuale con le dinamiche comportamentali delle masse.
Non è vero che riunendo cento brave persone, si ottiene un gruppo di persone che si comportano bene.
Nella realtà quotidiana vedo gente pianificare grandi battaglie, ma poi non riescono a gestire la propria famiglia, o le dinamiche del proprio condominio.
Non voglio rompere il giocattolo di nessuno, ho solo condiviso alcune riflessioni, che solitamente tengo per me.
Il tuo "perché?" lo interpreto come "A quale scopo?"
La mia risposta è: Non ne ho la più pallida idea. Posso solo fare delle ipotesi.
Come ho scritto l'uomo non è un "alieno" nel senso dell'omino verde con le antenne, ma un qualcosa di diverso da tutte le altre specie viventi sulla Terra.
Probabilmente, ma è solo un ipotesi, è frutto di una modifica genetica avvenuta milioni di anni fa su una razza di ominidi preesistenti.
Quello che ne è risultato è un essere "costruito" per un determinato scopo, diverso dal vivere nella savana o nella foresta, privo di tutti quegli attributi necessari alla sopravvivenza in questi ambienti, in quanto, come un normale animale domestico, non erano più necessari ma d'intralcio.
L'uomo non può integrarsi nell'ecosistema terrestre. Non lo ha mai fatto e mai lo farà.
Ha sempre modificato l'ambiente per adattarlo a se stesso.
Noi viviamo in case, non in grotte o sugli alberi.
Abbiamo il riscaldamento e l'acqua corrente, non ci riscaldiamo al Sole come le lucertole o ci abbeveriamo al fiume.
E presto o tardi (se non lo facciamo già) modificheremo anche il clima per adattarlo alle nostre necessità.
Molti animali vivono in competizione e non in collaborazione, ma questo fa si che vinca il migliore, e non deve essere necessariamente considerato un fattore negativo, in quanto favorisce la diffusione delle caratteristiche migliori della specie e quindi la sua stessa sopravvivenza.
L'uomo non (cit.) "si è convinto che è meglio per lui agire in competizione e antagonismo con i suoi simili e quindi necessariamente con il suo ambiente", ma è la bramosia di potere, che gli animali non hanno, a fargli da sprone.
Ne è la prova il fatto che lentamente sta distruggendo il pianeta spremendolo come un limone di tutte le sue risorse, infischiandosene dei possibili danni ambientali che questo provoca.
Sono ben poche associazioni che si stanno rendendo conto che cooperare, per salvare il pianeta, è sicuramente meglio che osteggiarsi e non fare nulla.
Ma purtroppo chi tiene in mano i fili del potere non vi appartiene ed è, e sarà sempre, in competizione per mantenerlo, e questi, meno sono e più potere possono spartirsi.
Questa, come ho già detto e ripeto, è una caratteristica espressamente e tipicamente UMANA.
Ho una visione molto simile alla tua.
La Natura persegue l'equilibrio come istinto di conservazione.
Se saremo d'intralcio ci spazzerà via o con gli esseri più piccoli, o con i fenomeni più distruttivi.
Sarà mica che l'intelligenza, che tanto ci distingue dagli altri esseri viventi, è invece il nostro limite, che ci porterà all'estinzione?
Lo stesso DARWIN era un MASSONE: la massoneria inglese trovò in Darwin l'occasione tanto attesa per portare nella società e alle generazioni future una teoria della conoscenza che spiegasse il mondo e tutti gli esseri viventi a prescindere da Dio.
In realtà il mondo non può essere nato per caso o per evoluzione propria, ma è stato chiamato all'essere da una causa esterna ed intelligente, una mente sovrannaturale (chiamiamola DIO) e l'essere umano non proviene dalla specie inferiore ma è frutto di un deliberato disegno del creatore.
Ci sono leggi della fisica complicatissime che l'uomo ha capito dopo 100 anni di studi approfonditi: come si può pensare che sia tutto frutto del caso?
Il Professor Zichichi qui lo spiega chiaramente...
www.youtube.com/watch?v=ZlWg9GF4Em0
A livello sociale il sistema sta andando a rotoli perché il mondo è totalmente vuoto di DIO e ognuno pensa solo ai propri (miserabili) interessi materiali.
Gli uomini vagano in una tenebra spessa e non sanno dove andare, con l’angoscia che stringe la loro anima producendo un totale senso di vuoto nella loro vita.
DIO non ha generato SUO FIGLIO per liberare i deboli, i poveri o i MIGRANTI, come sostengono i rappresentanti di questa Nuova CHIESA BERGOGLIANA, perché i deboli, i poveri, i migranti, le malattie, le guerre, la fame, c’erano prima di CRISTO e ci sono stati sempre dopo CRISTO.
La pace che porta CRISTO è una pace che non riguarda questo mondo, perché è SOPRANNATURALE: quei pochi privilegiati che l’accolgono, si emendano dal peccato originale, che ha separato DIO dall’uomo.
La cosa più drammatica che sta avvenendo oggi non è tanto l’eliminazione dell’INFERNO e quindi dell’IMMORTALITA' dell'ANIMA, quanto l’eliminazione del PECCATO ORIGINALE, da cui tutto ha origine.
E se è scomparso il timore del GIUDIZIO di DIO, tutto è consentito esattamente come vuole SATANA, il cui primo fine è quello di far credere alle masse che non esiste né lui né DIO.
I desideri materiali dell’uomo (soldi, sesso, potere, ovvero il proprio EGO) vengono prima di ogni altra cosa, concedendo a DIO e alla sua misericordia un posto subalterno e marginale.
Non è un caso che viviamo il CRISTIANESIMO come se ce ne vergognassimo e su questo i Musulmani hanno molto da insegnarci, essendo sicuramente più credenti di noi.
Il CAPITALISMO non ha nulla a che vedere con il CRISTIANESIMO e la parola di DIO ed è la causa principale del disastro ambientale che stiamo vivendo.
Qualcuno va alla manifestazione a Roma domani?
Io ci vado, siamo in 2.
Sono stata alla riunione preparatoria del coordinamento, mi sento in linea, sembra che ci possa essere una buona partecipazione, ma l'importante è quello che nascerà DOPO domani........
Ho inserito questi due commenti:
1 - www.altrogiornale.org/.../ – qualche riflessione
2 - Il giorno 16/9/2019 ho inviato al dr. Giuseppe Di Bella e alla redazione di Bordernights la seguente lettera: accademiadellaliberta.blogspot.com/.../...
Nella trasmissione Border Nigts n. 321 del 8 /10/2019 – a 1.39’ca – il dr. Giuseppe Di Bella, alla domanda del conduttore Fabio Fabretti circa l’importanza del pensiero, del cervello, sulla malattia, come ricordato in appendice del suo libro “La scelta antitumore” da don Paolo Spoladore, risponde: “hanno un’influenza reale e molto sottovalutata …. il pensiero diventa chimica …. non è raro vedere un tumore al seno dopo un evento traumatico che ha colpito nel profondo la psicologia della donna … “
Sembra una sciocchezza ma il punto è proprio questo. Mi fa venire in mente ciò che i grandi maestri del nostro tempo, dal supremo Nisargadatta all'amorevole Ramana, dal giocoso Osho al logico J. Krishnamurti, dal severo Gurdjieff all'inafferrabile U.G. Krishnamurti, rispondevano alle puntuali domande su come aiutare, come arrivare alla pace tra gli Uomini e portare amore nel mondo: se non sei in grado di amare te stesso così come sei come pensi di poter amare il tuo prossimo? Se cadi preda delle tue emozioni e dei tuoi pensieri ad ogni piè sospinto, come puoi immaginare di portare la pace nel mondo? Se non conosci gli effetti delle tue azioni su tutto ciò che ti circonda e nel tempo a venire, come puoi sperare di sapere cosa è bene e cosa è male? Al che, il postulante di turno spesso girava sui tacchi dicendo più o meno la frase citata all'indirizzo del maestro.
Fino a quando non sei libero interiormente non potrai essere di alcun aiuto per gli altri. E per essere spiritualmente libero devi passare un sacco di tempo con il tuo Ego, senza giudicarlo, senza cercare di cambiarlo. Allora, forse, con una spintarella della Grazia, inizierai con naturalezza a comprendere gli altri "come se fossi nei loro panni", a vedere la segreta ricerca di appagamento anche nelle tue azioni apparentemente più altruistiche e umanitarie, a riconoscere la pochezza di ogni tuo pensiero. Di conseguenza, smetterai di voler cambiare il mondo e persino te stesso. Ma a quel punto, come un bambino che senza ragionarci sopra ad un certo punto smette di dare la mano al genitore per strada, inizierai ad essere di aiuto al mondo perchè sarai "vuoto di te" e farai spazio al mondo.
Del resto, qualcuno molto famoso che faceva appello all'amore per il prossimo e all'aiuto fraterno c'è già stato e non mi sembra che abbia ottenuto grandi risultati... Io credo che sia proprio per via di quanto detto sopra.
Non fraintendermi. Come te sono convinto che senza spirito fraterno non andiamo da nessuna parte ma sono altresì convinto che il motivo fondamentale per cui l'Uomo non sta bene nella propria pelle è che da sempre c'è qualcuno che vuole cambiarlo, che non lo accetta per ciò che è, nel bene e nel male.
#12 peonia
Peo, il problema mi sembra un po' più complicato di come la metti tu... Come ho detto, se fosse solo questione di spazio saremmo quasi a cavallo. E l'evoluzione collettiva... mah, ho dei seri dubbi. Se anche fosse, non avverrebbe certo per merito nostro o di alcuni paladini dell'amore ma semmai per influenze esterne (sul ns DNA?).
#20 soloincompagnia
ti ringrazio per il gentile apprezzamento. il tuo nick è la sintesi perfetta della mia tesi, la condizione ineludibile di ognuno di noi: capirlo, sentirlo, e vederne la bellezza e l'orrore ad un tempo, aiuta a collaborare certamente più dei propositi filosofici.
Penso che Darwin, avesse compreso molto bene, che la natura è spietata, e che sopravvive a se stessa
selezionando l'utile, e scartando l'inutile.
E' stupido pensare che non sia cosi', basta osservare il mondo che ci circonda per capirlo.
Lo fanno le piante, gli animali, tutto quello che è vivo e che soppravvive.
Persino i batteri tanto cari a Fefo, lo fanno. Non a caso, proprio negli ospedali, sottoposti allo sterminio
sistematico da antibiotici e sterilizzazioni, si stanno generando forme di superbatteri resistenti a queste pratiche.
Penso che, la cooperazione di cui si è parlato, in realtà sia più definibile come equilibrio, tra specie diverse che convivono.
Equilibrio che a volte, fattori esterni vanno a spezzare, con la scomparsa di specie a favore di altre.
Nel giurassico gli enormi rettili che popolavano la terra, non avrebbero mai permesso la proliferazione dei mammiferi evoluti,
e quindi nemmeno la comparsa dell'uomo, però qualcosa ha rotto quell'equilibrio, e questo ha permesso la nostra evoluzione.
Stiamo sempre parlando di trecento milioni di anni fa, noi ci siamo da due o tre, ci stiamo raccontando storielle che durano da diecimila, siamo una specie di cacatina di mosca, nella storia del nostro pianeta.
Direi quindi, per toccare se mi permetto un tema tanto caro a Fefo, nel nostro intestino non c'è cooperazione, ma equilibrio,
sono d'accordo con lui che questo mix di batteri lavori per la nostra salute, e che nostre scelte sbagliate portino a rompere questo equilibrio, con le conseguenze che vediamo.
Temo che in ogni caso, i nostri problemi derivino proprio dal fatto che, per caratteristiche intrinseche della nostra specie, abbiamo dimenticato che per sopravvivere dobbiamo selezionare. In realtà selezioniamo, ma non più seguendo la logica della conservazione della specie, ma piuttosto dell'interesse e del potere, che non ne sono propedeutici.
Abbiamo perso di vista l'obiettivo, come ha detto qualcuno ci piace la vita comoda, avere qualcuno che lavora per noi, diamo importanza a tutta una serie di cose che in questo senso non ne hanno, anzi sono solo deleterie.
Come ho già detto, il problema è la civiltà, e come in tutte le malattie, se non troveremo gli anticorpi per difenderci, finirà che la patologia ci ucciderà, in un modo o nell'altro.
Non mi preoccupo in ogni caso, a meno di qualche evento catstrofico imminente, non vivrò cosi' a lungo per vedere questa cosa,
e di quello che succederà ai posteri non ho grande interesse.
Darwin avrebbe detto che non sono propedeutico alla conservazione della specie, e infatti mi sono ben guardato dal prolificare.
si potrà parlarne finché si vorrà, ma in ogni caso nessuno e mai potrà far alcunché di utile al riguardo (neppure Bill e Melinda (sempre che sia vero ciò che alcuni sospettano))
secondo il mio parere, qualsiasi governo globalista è (e sarà sempre) mera illusione; anche poiché ogni questione economica divide e stupidifica (e sempre dividerà e stupidificherà)
in particolare, nessuna velleitaria volontà di attuare alcuna ‘valida’ soluzione potrà mai intervenire fattivamente
(poi da vedere rimarrebbe comunque il quanto effettivamente valida risulterebbe essere stata, a consuntivo, la soluzione globale di volta in volta prevista e auspicata)
certamente vero è che a livello locale la condizione umana è molto differente da quella di ogni altro animale; ciò ancora non è però affatto vero al livello planetario ed al livello storico
a tutt’oggi l’umano continua a sopravvivere alla mercé di Madre (per alcuni Matrigna) Natura (nel mondo greco ionico si sarebbe detto: alla mercé di Dike)
probabilmente sarà sufficiente una molto prossima mini glaciazione (entro un secolo o due?)
nel volgere di un millennio è però comunque prevedibile (a mio parere, con probabilità > 0.5) una vera e propria glaciazione
(non che le glaciazioni siano poi cose veramente terribili: terribili lo sono soltanto le transizioni)
la questione a me pare dipendere soprattutto da 2 fattori:
1) quanto si protrarrà ancora, l’anomalo intervallo di alte temperature in cui stiamo tuttora vivendo?
2) quanto potrà ulteriormente progredire la teoria della fisica?
circa il ‘progresso’, quello tecnologico è palesemente in fase di esaurimento (quello intervenuto negli ultimi 50 anni fu più che altro una diretta conseguenza della teoria QED; la quale a sua volta fu una residuale conseguenza della straordinaria ondata innovativa che, nella teoria della fisica, si ebbe nel corso di tutto il XIX° secolo)
è da quasi un secolo che la teoria della fisica sta miserabilmente languendo
e con prospettive future a mio parere ancor più squallide
secondo il mio parere, anche (soprattutto) l’eventuale futuro progresso della teoria biologica dipenderà soprattutto da ulteriore ed eventuale (e molto auspicabile) progresso nella teoria della fisica
ma affinché ciò possa avvenire, almeno necessario sarebbe
« mettere da parte le nozioni fino [ad oggi] date per scontate »
Nessun salto evolutivo?
Addirittura siamo arrivati alla natura utilitaristica, che odia l'uomo e lo spazza via perché peccatore.
Dal punto di vista dell'uomo un omicidio suicidio eco sostenibile.
Cioè come trasferire nella natura le proprie paranoie nichiliste.
Non a caso, il grande progresso che ha trasformato la società umana coincide con le scoperte della fisica applicate alla meccanica e alla tecnologia in generale.
Tutte le cose che ci hanno migliorato la vita in senso pratico nascono in quel periodo.
Il guaio è che con l'informatica e le moderne tecnologie ci siamo illusi di poter migliorare, di avere qualcosa di
miracoloso tra le mani, mentre tranne qualche raro caso, queste tecnologie hanno prodotto solo oggetti inutili,
se non addirittura dannosi.
La cui apoteosi è nella ridicola corsa alla conquista dello spazio, dove dopo 50 anni dagli "sbarchi sulla luna" ancora non sappiamo come fare per andare fuori dall'atmosfera terrestre.
La natura non è utilitaristica, nè tantomeno odia o sceglie le proprie vittime in base a dei concetti morali che sicuramente nemmeno conosce.
Semplicemente ha le sue regole, casomai siamo noi che siamo restii nel rispettarle.
Non si tratta di essere nichilisti, ma di rendersi conto della realtà.
Basterebbe una tempesta magnetica che azzerasse qualunque congegno elettrico per i prossimi due mesi
per tornare all'era della pietra, sempre se qualcuno riuscirà a sopravvivere.
Senza morali o peccatori vari.
si potrebbe sottolineare "la sopravvivenza del piu adatto".
Adatto all'ambiente in cui vive del resto significa appunto
osservare l'ambiente in cui viviamo, che come ossatura ha il tempo
dell'omo industriale.
Che in effetti dopo l'imbrigiamento dell'energia elettrica
e un conseguente aiuto alle braccia stanche, ha seconndato una
deriva consumistica senza cervello.
In pratica dopo aver convissuto a stretto legame con la terra
per centomila e piu anni la nostra specie ferita nel narcisismo
piu volte e' diventata essa stessa l'artefice del suo
ambiente.
Un po per comodita'? Si! E vero!
Ma sono contento di leggere che c'e ne' tanti che non si
lasciano fregare dall'induzione mediatica.
Viva i pomodori (veri)! viva i fichi d india )) !
Mangiare sano. Mangiare meno.
(droga sesso e alcol con moderazione)
certo che ci riconosciamo! Ti ho vista alla proiezione di Massimo all'Eliseo!
Ti trovo
Non vestitevi di nero, altrimenti poi i TG diranno che era pieno di black blocs.
Ho trovato Peonia!!!!!
Abbiamo camminato insieme per le vie di Roma...
L'atmosfera era molto bella, l'affluenza non come mi sarei aspettata (o come avrei auspicato)
E' stata una bella manifestazione: le persone che hanno partecipato mi sembravano avere tutte molto chiara la situazione in cui versa il nostro Paese. Belli gli interventi di Galloni, Giulietto Chiesa , Mohammed Konaré, Enzo Pennetta ed il mitico Mauro Scardovelli.
Grazie Peonia!
Dona mi dispiace ho letto tardi il tuo messaggio mi ero già disconnessa!
grazie a te, che mi hai fatto compagnia! quando PANDORA TV e anche BYOBLU metteranno in rete il video, condividiamoli a manetta!
Grazie
Potrò dire "Io c'ero!"
Qui sono con Chiesa, sempre in gamba! (non ho resistito! )
grazie a Uhura che mi ha scattato la foto! però mi hai tagliato troppo hahah
la foto postata da peonia (che ho anche messo nel video della manifestazione) è molto bella
tutti e due sorridono con un sorriso bello, aperto che appare sincero e va oltre il fatto di sorridere per una semplice foto
so perchè , perche stavo facendo il buffone li davanti a loro sparando qualche battuta proprio per facilitare la foto e creare un atmosfera
socievole
uhura riesce a immortalare quell'attimo
tutto questo dietro a una foto , dietro alle apparenze , dietro alla realtà che appare c'è una storia non solo davanti , ma anche dietro...
pensate al potere di una immagine usata per fini diversi
salute a tutti
Ti ringrazio: da oggi posso associare al tuo nick anche il tuo volto sorridente.
hai tradito giulietto per sarlo .... e lui te sorride pure!
tsè tsè ....
Davvero bella la foto.
Bello anche il video.
Gli esseri più piccoli ci insegnano che ciò che vince non è il combattimento (anche mortale, magari per entrambi i contendenti) ma il processo simbiotico, cioè la collaborazione e la cooperazione verso obiettivi comuni.
Ma da quest’orecchio molti baroni accademici (io direi tromboni del pensiero unico glEbalista) non ci vogliono sentire...
Son proprio le persone che studiano che, da tempo, hanno cominciato a criticare Darwin e la sua visione dei processi evolutivi.
Sei libero di appoggiare le tesi che vuoi, ma non di far passare quelli che non la pensano come te per ignoranti
Dobbiamo credere a dei coglioni alieni che ci hanno creati forse? O fa troppo rodere il fatto che si venga dall'Africa e che siamo una specie animale? Né di più, né di meno.
Molte di quelle che vengono prese come "prove" da creazionisti e complottisti, sono spesso frammenti estrapolati e video manipolati, di discorsi di scienziati.
Il punto è che la teoria di Darwin si applica perfettamente a tutte le specie animali, ma non all'uomo.
E questo crea pareri discordanti perché si tende a pensare che il fatto che non si applichi all'uomo la teoria non sia valida oppure, come scrivi, negando una probabile influenza "esterna".
(Che sia stata un influenza di alieni, terrestri ritornati dal futuro, una antica civiltà tecnologicamente avanzata, o altro non cambia di una virgola il ragionamento).
Cioè tutto-o-niente.
Ci sono moltissimi indizi, sia archeologici che nei testi antichi, che portano alla conclusione che la specie umana sia stata "aiutata" nella propria evoluzione, e questo fa si che la teoria darwiniana non possa più trovare riscontro nell'uomo.
Sul fatto degli alieni e testi storici ci passo su, non credendo ai primi. So che per i testi molti vogliono vedere cose che in realtà i testi non dicono, e non si tiene conto del contesto storico e culturale e religiono nei quali questi testi vennero scritti.
La "teoria" darwiniana, ovvero il "fatto" evoluzione, trova riscontro in tutti gli scienziati e nella scienza evolutiva tutta. Nel 2019 non si può credere ad un "aiuto" degli alieni solo perchè si rifiuta di essere di chiara ed evidente origine africana, ed animali. Niente di più, niente di meno.
Naturalmente ognuno creda ciò che vuole credere. Ma la scienza una cosa seria.
PS,come si "cita" la frase di un utente? Non mi da forse il permesso giacchè non vedo la voce "cita"
Guardi (visto che mi dà del "lei" contraccambio), per tanti affermati studiosi a favore si possono trovare altrettanti affermati studiosi contro.
Come già detto: scelga dove stare ma non tratti chi la pensa diversamente da ignorante.
OT
Non c'è il pulsante per citare.
Devi fare copia/incolla del paragrafo che vuoi citare, poi lo selezioni e premi il pulsante con il simbolo del fumetto, il settimo da sinistra.
Fine OT
Mi sa quindi gentilmente indicare dove posso visionare i reperti fossili delle giraffe che allungano il collo mano a mano che passano i millenni?
Grazie.
La teoria darwiniana trova riscontro in tutte le specie animali, tranne l'uomo.
Lo scimpanzé, l'animale più vicino a noi dal punto di vista biologico, è fermo dal punto di vista evolutivo a milioni di anni fa, mentre noi abbiamo avuto una accelerazione incredibile nell'arco di solo qualche millennio, e questo dovrebbe dare da pensare.
Non deve essere necessariamente una influenza aliena, ma di certo l'uomo non può avere fatto tutto da se.
Ne è prova il fatto che sono stati rinvenuti manufatti impossibili da realizzare con le tecnologie attuali a nostra disposizione.
parli della mentalità scientifica alla Wikipedia? di quella enciclopedica? di quella che dice: la scienza è UNA e la gestisco io? … di quella che dice “la SCIENZA c’est moi!”? oppure è ancor più scientifica la teoria dell’evoluzione gestita dal CICAP? può essere scientifica una qualsiasi farsa trasformata in religione, ad uso e consumo dei suoi sacerdoti?
oppure ad essere scientifica è la mentalità del dubbio metodologico, quel dubbio con cui ogni giorno il pensiero veramente scientifico (quello critico), perplessamente, dovrebbe confrontarsi?
È scientifica quella mentalità ‘scientifica’ che pervicacemente ostacolò l’indagine sul DNA ‘spazzatura’?
quella mentalità ‘scientifica’ che pervicacemente volle (e vorrebbe) disconoscere l’evidenza che anche la più primitiva teoria evoluzionistica centrò il bersaglio molto meglio di quella dell’ ‘immenso’ Darwin (vedi epigenetica (vedi così detto “DNA spazzatura”))
quella mentalità scientifica che quotidianamente utilizza professionisti della disinformazione, dell’inganno, della diffamazione, del depistamento, dell’omissione (del tipo dell’angela e dell’angelino, del tipo pievani, del tipo CICAP, e chi più ne ha più ne metta)?
È forse scientifica la mentalità di chi tuttora è pervicacemente dedito alla denigrazione di Montagnier, a causa di sua TREMENDA COLPA: avere scientificamente definitivamente ridicolizzato (definitiva confutazione, mediante evidenza sperimentale, clamorosa e facilmente riproducibile (con poca ed economicissima attrezzatura), della riproducibilità perfino del nostro DNA, mediante acqua pura, se opportunamente magnetizzata) la denigrazione sistematica dell’omeopatia (mediante appello alla nozione scientifica del XVIII secolo (il grande Lavoisier, ma grande soprattutto poiché ebbe il grande merito d’innescare la rivoluzione, essendo egli stato il principale responsabile dell’affamamento del popolo parigino, per cui infine venne (giustamente) ghigliottinato)?
questa è infatti la mia tesi (a mio parere molto più scientifica della pretesa scientificità della moderna religione della SCIENZA, poiché molto più di essa è basata sull’evidenza):
stanno palesemente puntando sulla unificazione, sulla standardizzazione, sulla omologazione, sul conformismo, …
la principale e forse più nefasta conseguenza di ciò, è di avere (con ciò) implicitamente soprattutto impedito ulteriore progresso delle teorie scientifiche (ovvero, nella visione, nella descrizione e nell’interpretazione del mondo materiale)
affinché il propulsore che, anche (non solamente), consentì l’oramai già intervenuto progresso tecnologico (ma anche quello ancora attuale, seppure residuale), potesse almeno ritornare a borbottare (sommessamente), necessarie sarebbero: 1) la stessa divisione che si ebbe in passato (e con ciò anche, implicitamente, 1.1) la stessa competizione, 1,2) la stessa originalità e 1.3) la stessa diversificazione); ma, soprattutto, 2) la stessa volontà e capacità di ribellione (che un tempo fu cosa comune)
(confessandolo, lo sussurro “sì, hanno vinto: siamo stati castrati”)
Si informi.
a mio parere l’intervallo temporale molto breve è irrilevante
ad esempio, le cavallette possono trasformarsi straordinariamente (sia nell’aspetto che nel comportamento) in locuste nel volgere di soltanto uno o due giorni (fenomeni dell’epigenetica … )
per contro, per quanto mi riguarda, (se soltanto fosse possibile; ovvero, se fosse esperimento realizzabile e se il tempo, per poter infine arrivare a poter eventualmente incassare la scommessa, fosse confrontabile con l’intervallo temporale della mia vita rimanente) sarei contento di poter scommettere almeno la metà di ogni mio bene a favore dell’ipotesi che pressoché qualsiasi altro mammifero ‘evolverebbe’ (culturalmente) altrettanto velocemente di come evolsero (e stanno continuando ad evolvere) i mammiferi umani, purché anche ad essi medesimi la Natura improvvisamente regalasse una trasformazione del cervello paragonabile alla trasformazione che intervenne nel caso della nostra specie (area di Wernike + area di Broca: ibridazione dei Neanderthal con gli UAM? (i Neanderthal stavano prevalendo sugli UAM, ma ai maschi dei Neanderthal molto piacevano le femmine UAM … )), sicché infine apparve un genere Homo dotato di straordinarie capacità linguistiche, innate (si sviluppano ‘automaticamente’, purché l’ambiente fornisca stimoli sufficienti, durante la fase di lateralizzazione dei lobi cerebrali (nei primi tre anni di vita), per poi continuare fintantoché perdura la fase di plasticità tipica del cervello umano (successivo intervallo di circa 15÷18 anni))
(hai presente il detto “gli manca solo la parola”?)
Legga lo studio di Melinda Donowitz sull'evoluzione delle giraffe; con che altri scienziati ha analizzato 71 fossili appartenenti ad 11 specie affini della giraffa, in un arco di tempo dai 16 milioni di anni ad oggi: dal Prodremotherium e Canthumeryx, passando per il Sivatherium e Bramatherium, che ebbero la loro evoluzione circa tre milioni di anni fa.
La informo che la maggior parte degli utenti di LC si chiudono a riccio quando la loro impressione è che il sito sia stato visitato da un troll provocatore
Si informi.Chissà come mai si pongono sempre ad esempio determinate personaggi di una determinata "cerchia", mettiamola così. Che Darwin fosse scarsamente scientifico...bene, si informi lei; visto che non penso abbia una laurea e specializzazione in merito, come penso non ne abbia alcuna in generale. Diffida,a quanto pare, anche dell'evoluzione animale e della storia tutta ahaha. Carini i suoi commenti di archeologia e storia, senza neppure una specializzazione: Fomenko è il suo preferito vedo. I libri pseudoscientifici sono il degrado della cultura. Chissà perché non vi entrano nelle Università determinati e ridicoli libri. Ma che dico: all'Università si insegna solo quello che il Nuovo Ordine Mondiale vuole, vero? Ahahah mi fate ridere ! Complotti ovunque
Noto che Freud e Marx vi stanno sulle palle. Come potete giudicare il padre della psicanalisi? Ah sì certo: era ebreo e massone,ergo un cattivone, come Marx, no? Chissà come mai. Non che io ami Marx...
di coplottisti così purtroppo la rete ne è piena. E quì torna a mente il grande Umberto Eco.
Sul web ci si da del tu, quindi procedo cosi.
Il Potere si ottiene, si mantiene e si sottrae con il complotto. Mi sbaglio?
Basta fare quattro chiacchiere con un aristocratico, per capire quanto siano sensibili a tale argomento.
E' chiaro che nell'era della iper-informazione, tanta gente sia in overdose e finisca per vedere complotti ed alieni ovunque.
Se le fonti autorevoli (i ricercatori) sono i primi a barare (vendendosi o contaminandosi con la politica) come si fa a criticare chi critica o mette in dubbio l'autorevolezza delle fonti?
Risanate il vostro settore (la ricerca), cacciate i mercanti dal tempio, e poi la gente tornerà a venerarvi come fonte privilegiata.
Non sto parlando di rinunciare agli stipendi od ai fondi per la ricerca, sia ben chiaro.
Parlo degli extra, dei viaggi pagati dall'oste per poi decantare le proprietà del suo vino, nei simposi, nei congressi, o peggio ancora nelle università.
giammai, perchè la loro conoscenza è monca.... voluta proprio a monte.... eh sì sono una complottista!
Zorg non hai torto (va bene per il TU), ma non vi è il marcio in tutta la ricerca. Te lo posso garantire. Ho visto del marcio in settori come la medicina, ed anche a mie spese purtroppo, come a spese di un mio amico. Però non tutti i medici sono corrotti e idioti. Così vale in ogni ambito della ricerca, come in ogni cosa penso.
Non credo io ai complotti mondiali e duraturi; sì a quelli di tutti i giorni: siano essi complotti di palazzo (condomini, amministratore), sia quelli fra amici e politici locali; ma duraturi no.
Il mio disappunto è verso chi giudica un determinato settore della ricerca ("è tutto falso !") non essendo specializzato nella stessa. Si può ovviamente parlare ma non giudicare se non appartieni (essendo parte) a quel settore.
Ti auguro buon proseguimento di serata
Esprima ovviamente il suo astio ma non giudichi chi ha passati anni a studiare, e sui libri e sul campo. Continui pure a leggere Fomenko e compagnia bella.
Purtroppo, vedendo in rete, quando si parla di complotti si fanno spesso i nomi di famiglie di una certa "origine", e questo è un altro disappunto che provo.
Ho imparato negli anni a non essere mai categorico, essendo fallace come metodo analitico.
Il dubbio si insinua proprio negli spiragli e nelle crepe.
La laurea la ritengo formativa, ma non quanto l'esperienza diretta, sul campo.
Chiaro che quando le due cose si sommano danno un bel vantaggio.
Nella ricerca la qualità necessaria veramente, credo sia l'intuizione, quindi la capacità di guardare oltre.
Ovviamente per poter avere un'intuizione serve prima una buona conoscenza di base.
Come dire .. se voglio guardare oltre la siepe, prima devo individuare (conoscere) la siepe.
Ho conosciuto molti ricercatori, e confermo che ce ne siano ancora di duri e puri.
La percentuale è un po scesa negli anni.
Come dire, alla fine ci si allinea, un po perché i finanziamenti sono sempre più privati, un po perché tengo famiglia.
Ricambio.
Avendo lauree (e non una) e specializzazioni so che vi è anche del marcio, ma so oltre a ciò che vi è di molto buono e non solo del marcio. Ed il marcio è riconoscibile.
Buona serata
Io parto dalla convinzione, che chiunque abbia almeno una cosa interessante da trasmettermi, poi sta a me individuarla.
Non ho mai incontrato qualcuno che avesse una teoria che mi convincesse integralmente.
Quindi alla fine ascolto tutti ma non tifo per nessuno.
Sul popolo non mi esprimo dato che è esso stesso molto eterogeneo, insomma già tra di loro ho notato molte differenze e posizioni diametralmente opposte.
Sulle linee di sangue (dinastie), qualche problemino di strategia a lungo termine l'ho trovato.
Come dici tu, se vuoi conoscere un settore (ambiente), devi entrarci.
Sulle linee di sangue (dinastie), qualche problemino di strategia a lungo termine l'ho trovato.
Come dici tu, se vuoi conoscere un settore (ambiente), devi entrarci.Gentilissimo Jean-Baptiste Emanuel ZORG, mi scuso se rispondo ora ma non ho semplice accesso alla rete dove mi trovo. Cerco di scrivere appena posso e quindi non dilungarmi oltre, poiché il computer serve anche ad altri.
Mi ero, sicuramente, spiegato male nei precedenti messaggi per il significato di "popolo" per un ebreo.
La vita di un ebreo (praticante) è scandita da pratiche religiose, e questo è comune a qualsiasi ebreo del mondo. Anche chi non è praticante però, è sempre ebreo se nato da madre ebrea. Gli ebrei sparsi per il mondo sono uniti da una unica fede e da pratiche religiose rimaste immutate; sia che si prenda un Falascià od un ebreo Yemenità, entrambi di pelle scura. L'ebreo nel mondo ha contribuito spesso al fiorire di una cultura ed all'aumento della prosperità economica (Stato Pontificio, ad esempio) e scientifica (Einstein - Pontecorvo - Segré ecc). Per quel che concerne l'inquadramento in una etnia specifica, è cosa difficile in quanto nel corso dei secoli diversi ebrei si sono anche "mischiati" con altre popolazioni: esempio i Safarditi. Come prima detto, esistono diversi gruppi di ebrei (quindi praticanti tradizioni e religione propria dell'ebraismo): Yemeniti e Falascià sopra citati, i Safarditi, originari della Spagna, che con gli arabi nel Medioevo crearono una scuola di traduttori (XIII secolo); che sono ben diversi dagli Aschenaziti, presenti in gran parte nell'Europa dell'Est. Questi fra tutti sono i più dediti allo studio dei testi sacri. E' da sottolineare come questi derivino dai Khazari, convertitisi all'ebraismo (non tutti ovviamente), visto che si ritenevano discendenti da una delle dodici tribù d'Israele. Invece gli ebrei italiani, appartenenti a quegli ebrei di "rito italiano", quindi i più vicini a quel rito originario essendo giunti da Gerusalemme. Naturalmente non tutti, visto che diversi ebrei, specialmente toscani, sono Safarditi, essendo venuti alla fine del XV secolo in Italia, dove fecero poi prosperare l'economia del Granducato di Toscana (che mai li ghettizzò. Esempio degli ebrei di Livorno).
Quando nell'ebraismo si parla di popolo, si fa riferimento, per gli ebrei stessi, di coloro che discendono dalle famiglie patriarcali che continuano a vivere seguento le regole che il medesimo popolo si è dato seguendo le leggi della Torah (Pentateuco).
Quindi il significato di "popolo" assume un termine differente per gli ebrei, anche se vogliamo inserirlo nella genetica. Ovviamente nel corso dei secoli l'ebreo, come molti popoli, semiti e non semiti, si è mischiato con altre genti. La stessa cosa per gli italiani, che ne corso dei secoli si sono mischiati. Chi può dire oggi di essere un italiano discendente dalle popolazioni medievali che calcavano queste lande? Per di più, usi e costumi sono differenti da allora, nonché tradizioni. Diverso per gli ebrei, che conservano tradizioni immutate. Difatti nell'ebraismo la storia si traduce con la parola "toledot" , che poi il vero significato è "generazione". Quindi si è parte integrante di una unione generazionale che va a ritroso nel tempo, rispettando le medesime usanze religiose e tradizionali dell'ebraismo.
Ti auguro buona giornata.
Noto con piacere che hai assistito alla mia splendida recitazione.
Qui si scrive nei ritagli di tempo, con comodo, quindi non hai niente di cui scusarti.
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Intanto mi complimento per la sintesi, sei riuscito in poche righe a mettere ordine in argomento per me sempre molto complesso.
Mi fa sempre sorridere quando qualcuno accusa gli italiani di razzismo.
Siamo forse il popolo più mischiato in assoluto; sicuramente favoriti dalla nostra posizione geografica.
Basta guardare la varietà delle nostre ricette tradizionali, c'è di tutto, asia, africa, medio oriente, etc.
Forse perchè tendo a non prendere niente troppo sul serio, o forse perchè sono ateo (mi sono voluto semplificare la vita?!) ma quando sento concetti come i figli prediletti di Dio, spero di non offendere nessuno, ma un po mi vien da sorridere.
Ho discusso spesso con i diretti interessati, e mi ha rincuorato il fatto che pochissimi di loro si sentano tali.
Io capisco la necessità di compattare un popolo sotto un unico Dio, la necessità e/o volontà di sopravvivere al tempo, e quindi di non disperdersi, ma credo anche che sia fallimentare sul lungo termine, come lo è stato per altri popoli.
Sentendomi io un'anima libera, non riesco a parteggiare per niente e per nessuno, mi limito a svolazzare al di sopra delle parti.
Osservo, commento, ma mai troppo convinto.
Buona giornata a te ed a chi ci legge.
Sì, ho notato la tua recitazione, anche se sono passati anni :)
Il rapporto del popolo ebraico con la religione, quindi con le tradizioni e con Dio è estremamente complesso. Però voglio puntualizzare che non tutti gli ebrei si sentono "figli prediletti di Dio". Vi sono stati e vi sono anche ebrei che rispettano le tradizioni, ma solo riguardanti il popolo e non per questo credono ciecamente. Posso prendere ad esempio gli scienziati ebrei come Einstein, che comunque era sì appartenente all'ebraismo come origine ma non era osservante. In quel caso non serve appartenere ad un popolo, una fazione, una cerchia, per credere fermamente in una cosa; ma penso sia ad appannaggio della persona stessa il credere poco, tanto, essere ortodosso nel credo od essere ateo.
Non ho parlato prima di razzismo del popolo italiano, anche se in questo caso , come in altri, ogni persona è a sé: vi sono italiani razzisti e italiani che non sono razzisti; ma questo vale per ogni persona nel mondo. Io personalmente non sono e non posso essere razzista: uno perché le razze non esistono, due perché oggetto di razzismo e di occhi storti e sorrisini non propriamente simpatici, di qua e di là nel corso della mia vita. Quindi va da sé che il razzismo mi infastidisce; oltre ad averlo provato in prima persona, anche perché quasi cento anni fa lo provarono in modo più ferale i componenti della mia famiglia. Questo vale anche per gli Armeni più di cento anni fa ovviamente.
Buon proseguimento di giornata.
Io sono un tradizionalista.
Ho viaggiato molto, e mi son reso conto che la varietà dei popoli è legata alle diverse tradizioni, quindi l'identità di un popolo è nelle sue tradizioni, non nel colore della pelle o nei tratti somatici.
Le religioni sono servite ad imporre comportamenti sociali utili alle comunità.
I dettami ebraici (Casherut) hanno una logica, idem per quelli dei musulmani, etc.
L'umorismo mi ha sempre salvato dal razzismo, attivo o passivo che fosse.
Vai fiero della tua identità, ed ogni tanto ridici su.
Nessuno può ridere di me, se sono il primo a farlo; agli altri non resterà che prendermi sul serio, o ridere con me.
Poi , dopo i comandamenti (che conosci), vi sono i Precetti, ovvero i "mitzvòth", che sono 613, divisi in: 248 azioni da compiere e 365 divieti.
Sì, sull'umorismo dici bene. Però quando si entra seriamente nel voler per forza offendere, allora lì mi da fastidio. Esempio: chi paragona tutti gli ebrei ai Rothshild, a Soros e compagnia bella, si vede che non comprende nulla e non sa degli ebrei.
Vabbè quelli li lascerei perdere, se non ci arrivano da soli .. è tempo perso.
Credo che molti confondano ebraismo e sionismo.
Se è vero che i sionisti sono ebrei, è anche vero che non tutti gli ebrei sono sionisti.
Il sionismo è un vespaio già all'interno della comunità ebraica, figuriamoci al di fuori di essa.
Un personaggio tempo fa mi disse: se domani scomparissero i politici, dopodomani ebrei e palestinesi vivrebbero felici e contenti.