di Uhura
Non posso crederci. Leggo la notizia che mi lascia senza parole. E’ accaduto ancora. Catania, una giornata di fine estate ancora molto calda: un papà ha dimenticato il suo bambino nel parcheggio del posto di lavoro e solo all’ora di pranzo, allertato da una telefonata della moglie, si rende conto di ciò che è accaduto. Si precipita verso il parcheggio per constatare che il suo bambino è lì, privo di conoscenza : guida come un forsennato fino all’ospedale ma per il suo piccolo non c’è più nulla da fare. Muore così l’ennesimo bambino dimenticato per ore, in macchina , sotto il sole ed inizia così una ennesima tragedia per due genitori che nulla di male hanno fatto se non vivere in un’ epoca folle che ci sta annientando tutti. Questo bambino ha pagato con la vita una disattenzione che non mi sento – in tutta franchezza – di attribuire esclusivamente ad una “imperdonabile distrazione” (come vorrebbero certuni) di un povero padre distrutto dalla tragedia e da un inevitabile senso di colpa.
Sono fatti che accadono sempre più spesso e credo sia venuto il momento di provare a dargli un’interpretazione altra da quella comunemente offerta. Gli psicologi ( che non sono sociologi) hanno il compito di fornire una spiegazione che rimane confinata sul piano individuale e che si fa interprete di meccanismi nei quali può incorrere una persona stressata; il compito dello psicologo si esaurisce quindi nell’analisi del fenomeno sul fronte individuale. Tuttavia, il singolo individuo è inserito in un contesto sociale che sovente detta regole anche impietose.
Soccorre una locuzione per addetti ai lavori che spiega il fenomeno preso singolarmente: amnesia dissociativa, per curare la quale si propone – ovviamente - una psicoterapia. Nessuno spiega se la cura possa essere anche preventiva e chi scrive ha l’impressione che sia un rimedio adottato quando i proverbiali buoi sono ormai fuggiti dalla stalla.
L’ amnesia dissociativa è un disturbo solitamente dovuto a stress o a situazioni di particolare tensione e stanchezza fisica e mentale, oppure può essere legata a traumi, come abusi o altre esperienze negative dell'infanzia e del passato. I segnali di questo disturbo sono svariati: stress e stanchezza sono spesso accompagnati a difficoltà a dormire, a concentrarsi e a ricordare le cose, irritabilità e tendenza ad "agire in automatico". Se si ravvisano questi sintomi, secondo gli esperti, è bene consultare un medico.
E’ questa una spiegazione decontestualizzata dall’ambiente sociale in cui viviamo e che indugia sul come ma non sul perché si verificherebbe quest’amnesia. Fermarsi all’analisi del singolo fenomeno, avulso dal contesto sociale nel quale si verifica, rischia di precipitarci in una lettura miope, parziale e fuorviante che non permette per ciò stesso nemmeno di comprenderlo nella sua portata per impedire così che tragedie del genere possano verificarsi con tale frequenza. Detto altrimenti, la reductio di questo fenomeno ad un cortocircuito della memoria a breve termine mentre ci si sta dedicando a compiti ripetitivi e routinari e si è particolarmente stressati descrive la conseguenza, non la causa del fenomeno.
Ho sentito troppe volte persone, con uno scarsissimo grado di empatia, scagliarsi contro questi poveri cristi, già martoriati dai sensi di colpa dai quali probabilmente mai più riprenderanno, sorvolare sugli aspetti sociali di questa amnesia dissociativa.
Mi corre l’obbligo di far preliminarmente osservare che fino a circa trent’anni fa questo genere di accadimenti non si verificavano, per lo meno a mia memoria.
Che sia una moda giornalistica, quella di raccontare eventi che prima accadevano egualmente ma non trovavano uno spazio adeguato in cronaca? Non ritengo sia questo il caso.
Chiamo in causa, senza tanti giri di parole, quel fenomeno abominevole che va sotto il nome di neoliberismo e che da corrente economico-politica si è trasformato in uno stile di vita che permea di sé ogni aspetto della nostra esistenza (anche , insospettabilmente, nel privato) spingendo la nostra società verso uno stato patologico. Perché evidentemente sì, un’intera società può essere malata, con buona pace della signora Margareth Thatcher che ebbe l’ardire di sostenere che “La Società non esiste”.
Uno studio recente suggerisce che l’aspettativa di vita è scesa ovunque tra i paesi ad alto reddito e che gli ansiolitici sono tra i farmaci più acquistati in Italia. Viviamo in uno stato di ansia perenne ( pur con diversi gradi di sfumature) alla quale è difficile che sfugga la più equilibrata delle persone.
Ci hanno persuasi che per essere felici dobbiamo essere produttivi: produttività e competizione sono la cifra del nostro tempo, le divinità alle quali dobbiamo votarci rinunciando ad una vita fatta a misura d’uomo. Quindi, rinuncia alla calma, alla pacatezza ,ai ritmi naturali, alle cose giuste fatte nei modi giusti e con i giusti tempi, ad una voce modulata (avete fatto caso che oggi gridano tutti?), alla collaborazione soppiantata ormai dalla sopraffazione ( se non ti frego io mi fregherai tu) a quel “festina lente” che era la saggezza dei nostri padri e che non siamo più in grado di recuperare. Velocità, tempo riempito ovunque e comunque (tanto che un tempo non riempito ci angoscia )competizione, finta socialità (o insocievole socievolezza, che dir si voglia), arrivismo.
Un tale aberrante stravolgimento di valori, una tale inversione dell’ordine naturale (con il carico di implicazioni che questo aggettivo porta con sé) delle cose, l’instillazione di falsi bisogni, portano con sé, inevitabilmente, mutamenti radicali nel nostro modo di vivere i cui effetti sono ben evidenti: siamo talmente pressati, distratti, stressati , ansiosi,rabbiosi, angosciati che alcuni di noi arrivano persino a dimenticarsi il bene più grande che hanno.
I dis- valori propugnati dal Neoliberismo - che permeano oramai non solo i mercati ma hanno invaso il quotidiano delle persone - sono quelli che ci stanno conducendo sull’orlo del baratro. E’ un’ ideologia che si è radicata a livello profondo e le cui conseguenze (che abbiamo sommariamente descritto) sono sotto gli occhi di tutti. Ce l’ha imposta la classe dominante ma l’abbiamo supinamente accettata ed ora ne stiamo pagando – consapevolmente o meno - le conseguenze.
Chi legge potrà legittimamente domandarsi dove ravvisare il collegamento tra il libero mercato, la competizione, lo stile di vita che abbiamo adottato ed il prodursi di tragedie come quella descritta.
Ebbene, ritengo che sia proprio a causa dell’interiorizzazione di questi dis- valori che ci siamo dimenticati cosa significhi essere umani. Per inseguire una chimera, un’illusione, peggio, una follia, stiamo sacrificando il nostro ben – essere (scritto staccato di proposito, per contrapposizione a “benessere” inteso come agiatezza e prosperità o peggio crescita illimitata) e la nostra felicità.
Siamo una società malata: prima ce ne rendiamo conto , meglio sarà per tutti. Abbiamo confuso i mezzi con i fini, l’esistere con il vivere, l’essere con l’avere (per dirla con Fromm).
Altro che psicoterapia, qui ci vuole una brusca inversione di rotta che ci riconduca tutti a vivere come uomini e donne e non come automi di una produzione in serie.
Non fosse ancora abbastanza chiaro, ci stiamo facendo portare via tutto, anche i figli. Quando si dimentica un bambino in macchina perché il cervello ha fatto tilt, è venuto il momento di fermarci tutti, riflettere, recuperare il senso vero della vita, i valori eterni ed immutabili ai quali dovremmo conformarci e di pretendere da noi stessi e dalla collettività (alias Lo Stato) un’ inversione di rotta non più rimandabile.
Smettiamola di farci sedurre dal mito della produttività , della competitività e della laboriosità, e recuperiamo il senso della collettività, della solidarietà, della misura, del lavoro che ci serve per vivere e non della vita che va consumata lavorando.
E’ un’epoca, la nostra, che non conosce più la misura. E come i Greci ci hanno insegnato, la perdita della misura annuncia la tragedia.
Riappropriarci di un sistema valoriale autentico è l’unica via che ci permetterà di vivere bene e di scongiurare il verificarsi di tragedie evitabili come quella occorsa.
Solo un mutamento culturale forte e compatto contro il neoliberismo potrà tirarci fuori da questa situazione aberrante.
E quando mi si obbietterà che rinunciando avremo di meno, risponderò che a volte di meno significa di più.
Cosa potremmo dimenticarci di più importante di un figlio che ci costringa finalmente a riflettere?
Purtroppo andiamo proprio nella direzione opposta...e la tecnologia di certo non aiuta a rallentare il ritmo del vivere umano ma anzi lo accellera sempre di più.
Infinitamente GRAZIE.
Che dire Massimo, Grazie
Hai talento, che sia una passione o una professione.
Hai riassunto e condensato quelle che per qualcuno potrebbero essere le riflessioni di una vita intera trascorsa, male.
Credo che la strada sia quella di tornare alle piccole comunità ed al borgo.
Ma credo anche che sarà la scelta dei pochi saggi, mentre la massa cederà alle lusinghe velleitarie della modernità.
Solo una fatalità potrà omogeneizzare la massa.
La massa gelatinosa si adatta alle imposizioni dall'alto, che siano le elite o il Fato.
Società fondata solo sull’avere che ignora totalmente l’essere …
Per condividere con te il ricordo di un buon libro letto tanti anni fa
Opportuna e convincente invece la parte riguardante la critica all'insensato stile di vita che pare sovrastarci e che ci troviamo ad inseguire:
"...Siamo una società malata: prima ce ne rendiamo conto , meglio sarà per tutti. Abbiamo confuso i mezzi con i fini, l’esistere con il vivere, l’essere con l’avere (per dirla con Fromm). ..."
Un'ultima cosa, a me sembra pretestuoso distinguere liberismo da neoliberismo; dov'é, se esiste, il confine tra i due sistemi? Si tratterebbe di una differenza di quantità o di qualità? O la presunta differenza é forse determinata da una diversa umanità che sembra essere apparsa sulla scena?
27esimaora.corriere.it/.../...
Ognuno di noi, almeno io mi sono prefisso dei limiti invalicabili, mai usare violenza, ma non ho pieta' per chi uccide o usa violenza su bambini ed animali e se devono esserci dei legittimi dubbi su chi si "dimentica" i figli in auto, ,dico anche che non tutte le storie sono conseguenza di crisi esistenziali, (la maggior parte dei casi accadono in estate e con temperature torride), sta' a chi indaga appurare i fatti.
Il neoliberismo a mio modesto parere non e' solo un modello socio/economico, ma anche un ideologia terrorista che mina in profondita' la vita di ognuno di noi e come il terrorismo rende questa vita non solo precaria ma instilla nelle persone l'individualismo piu' sfrenato e il si salvi chi puo' che isola e impaurisce.
Purtroppo non ho la soluzione e non ne vedo la fine nel breve periodo,ma l'aver inquadrato il nemico e' gia' qualcosa.
Dipinsi l'anima su tela anonima
aggiungo, se non l'avessi visto, di ascoltare, Scardovelli soprattutto," La Luce in fondo al tunnel"..
www.youtube.com/.../
Verità sacrosanta, non è un affatto un esagerazione,
e prima ancora ci hanno tolto le condizioni perché le coppie possano fare figli senza diventare matti per sopravvivere con un bimbo.
Intanto continua la destrutturazione della sanità italiana, perché i privati mirano al grande mercato degli ammalati per farci soldi, con i politici italiani compiacenti:
ilprimatonazionale.it/.../...
La soluzione che propongono per questo recente fenomeno é mettere un allarme obbligatorio sui seggiolino. Cioè si trova il modo di monetizzare anche su questo, cercando di evitare l'effetto, senza che ciò incida minimamente sulle cause.
Quindi un altro complemento tecnologico per evitare gli effetti causati da un eccesso di tecnologia. Telefonini con promemoria che ti ricordano anche quando devi andare al cesso, assistenti virtuali che pianificano le giornate. Tutto per darci l'illusione di lenire l'ansia da controllo sulle nostre vite, ma in realtà creando un circolo vizioso che autolimenta quella stessa ansia, che é funzionale al tipo di vita che sono arrivati ad imporci negli ultimi 20 anni a velocità vertiginosa, senza che ce ne rendessimo neanche conto.
La soluzione per me non é necessariamente estrema come l'abbandonare tutto e darsi all'eremitaggio (anche se comprendo chi opta per tale scelta), ma lottare per riappropriarsi del proprio tempo, fermarsi ogni tanto ad ascoltarsi per non rischiare il burnout e perdere davvero il controllo, con i tragici risultati visti. Non é certo facile, ma é sicuramente indispensabile.
Grazie ancora
Non avrei mai potuto descrivere la tua visione in modo così chiaro,
un immagine della società drammaticamente reale e che percepisco
esattamente in questo modo da oramai troppo tempo.
(Zorg) I piccoli borghi?
forse gli anziani potrebbero rinverdire i tempi in cui si andava tutti
insieme nei campi, raccolta grano, uva, potatura e raccolta olive.
Una nonna di 90 anni (e non la sola) mi diceva: avevamo poco, ma
eravamo felici.
il neoliberismo con la distruzione della scuola, del lavoro, della sanità ci sta privando del futuro
sta lentamente e inesorabilmente uccidendo la speranza
sta disgregando il tessuto sociale attraverso la competizione selvaggia
per questo mantenerla è una forma di resistenza
rimanere umani, sposarsi, formare una famiglia in questo contesto è una forma di resistenza
un classico..
si prende un fatto,
per quanto brutto..
e si tirano in ballo i massimi sistemi,
l'economia, il mondo, il destino, ecc. ecc.
il 90% delle cose il cervello le fa in automatico,
guidare, camminare, ecc.
altrimenti andrebbe in ebollizione..
fai una cosa diversa
e la procedura standard va in tilt..
il padre era sovente portare in giro
in macchina e a quell'ora il bambino
o è stata una tantum?
mi piacerebbe saperlo,
forse la causa è stata in quello..
può essere che la variazione
è stata sopraffatta dalla routine..
è normale..
invece no,
l'economia, la società, ecc.
si tirano in ballo disagi personali e collettivi..
tutto giusto,
x carità di dio,
ma che c'azzecca?
c rivediamo al prossimo articolo
con la vecchietta di turno stesa sulle strisce pedonali,
o il giovane schiantato x un semaforo guasto..
salta fuori uno che
la società, il mondo brutto e cattivo,
ecc.
"eh la società, l'economia, il liberismo!"
luoghi comuni appunto..
è il sito giusto..
il marcio sta in ben altro,
nel fatto che l'1% detiene (fraudolentemente)
il 99% delle ricchezze,
ecc.
non sul singolo caso di cronaca spiegabile per altri motivi..
così è ridicolizzare..
Credo che normale sia porsi delle domande, dopo tragedie del genere.
Altro che luoghi comuni.
Quasi tutti vogliono lavorare meno quindi la soluzione a tutti i problemi è lavorare meno.
Articolo imbarazzante.
Faccio notare che non mi risulta che vi sia la schiavitù. Quindi chi vuole può anche fare il disoccupato. Un pezzo di pane, un bicchiere di acqua e un letto in cui dormire, gli verrà regalato da chi si fa il culo tutti i giorni.
Se fossimo tutti maschilisti la soluzione sarebbe (è una provocazione ovviamente) che le donne non devono lavorare e devono stare a casa a curare i bambini.
Oppure che lo stress di quell'uomo non proviene dal lavoro ma dalla moglie che gli tritura i coglioni. Mentre una volta bastava uno sberlone per farle tacere, adesso o obbedisci o ti buttano fuori casa.
Molto più probabile che questo sfortunato papà abbia avuto una dimenticanza, e che qualcuno abbia provato ad avanzare questa ipotesi per alleviare il senso di colpa dell'uomo fornendogli quasi una "spiegazione" per l'accaduto.
Anche perché, se fosse stata amnesia dissociativa, verosimilmente il padre non avrebbe ricordi della sua dimenticanza.
L'articolo nel complesso mi piace, tutta la parte sul deragliamento dei valori la condivido al 100%, ma quei paragrafi iniziali così deresponsabilizzatori non aiutano nessuno.
No, non è colpa del "neoliberismo" se un papà ha dimenticato il proprio figlio in macchina.
non c arrivi..
i meccanismi della routine,
del cervello in automatico..
l'ombrello, il figlio,
è lo stesso..
per il cervello col pilota automatico
è lo stesso..
se succede un fatto anomalo,
è facile che lo schema predefinito e consolidato
prende il sopravvento..
sul fatto non previsto,
tutto qua..
ma siccome c'è di mezzo l'infante,
ti viene difficile realizzare..
e da accettare.
scommetto che il bambino quel giorno
si trovava in via accidentale sulla macchina del padre..
se la routine prevedeva colazione->asilo->lavoro..
oppure colazione->nonna->lavoro,
puoi star tranquillo che il bambino all'asilo
(o dalla nonna) c arrivava vivo..
le elitè finanziarie che giovano di questo mondo disumano ringraziano
stai implicitamente dicendo che o ti adegui a questo sistema oppure un pezzo di pane e un bicchiere di acqua
E questo sarebbe normale.
Infatti, come no?
No, non non ci arrivo, ma meglio così.
Qualcun altro forse vorrà divertirsi con le tue provocazioni
Esiste anche la via di mezzo.
Puoi fare un lavoro stagionale mettere da parte due soldi e poi riprendere fiato.
Non è tutto bianco o nero.
Non è che il neoliberismo è la causa della debolezza degli individui.
Tempi duri creano uomini forti.
Tempi miti creano uomini deboli.
Vedo un mondo pieno di persone totalmente deconcentrate che sono cresciute nel benessere e vogliono solo tempo libero e divertimento.
Cazzo, c'è chi è andato in Russia a fare guerra. Oggi fanno gli impiegati dal lunedì al venerdì e sono stressati.
Mai capitato di essere sovrappensiero?
Succedono le peggio cose,
Anche finire sotto al treno..
Nel caso specifico onde evitare che la routine
Prenda il sopravvento,
Come prassi x legge
In caso di solo guidatore
Io Obbligherei il posizionamento del seggiolino dell'infante sul sedile passeggero, a fianco del guidatore,
Anziché imboscato dietro,
Nascosto alla vista..
Così sarebbe impossibile dimenticare il pargolo in vettura..
Basterebbe quello..
Così non dobbiamo sorbirci
Pippotti sul liberismo, la società cattiva, ecc.
Tutto giusto, x carità, ma fuori luogo..
Troppo difficile?
Il precario che schiatta sul lavoro perché sfruttato e mandato allo sbaraglio senza dispositivi di sicurezza,
Lì si può attaccare il liberismo,
Non il soggetto che dimentica il figlio in auto sopraffatto dalla routine
Perché quella mattina, diversamente dalle altre centinaia di volte, la moglie non ha voglia di portarlo all'asilo..
prima l'iperbole per avere ragione
poi che ti fa comodo al tuo discorso esiste la via di mezzo.... ok
bhe certo, chi non desidera essere un precario?
proprio non ci arrivi?
il neoliberismo non è che è nato cosi all'improvvisono , è la conseguenza delle nostre azioni collettive(quindi sempre nostra responsabilità)
il punto è che se questo mondo che abbiamo costruito ci fa arrivare a dimenticarci del bene piu grande che abbiamo (i figli)
quindi forse è arrivato il momento di fare una riflessione e cambiare rotta
o proseguiamo felici e rincoglioniti verso l'abisso?
questo era il senso dell'articolo
e dopo questo concentrato di saggezza ti do ragione e mi ritiro in buon ordine
Video molto interessante e propositivo, spero che sia veramente possibile arrivare ad una piattaforma televisiva gestita dai principali attori della contro-informazione.
L'unione fa la forza, è noto a tutti.
Condivido anche la distinzione tra Europa e Unione Europea espressa da Micalizzi al minuto 1:13:46.
L'Europa è fatta da popoli che come il nostro subiscono lo strapotere delle multinazionali, che solo una unione trai popoli europei può scalfire.
Spero che presto nasca anche uno scambio tra i popoli e che insieme si possa vincere la lotta per una informazione internazionale libera dal giogo degli interessi delle multinazionali.
Se proponi una soluzione come questa é già diverso dal sostenere che é "normale" che un figlio possa crepare sul sedile dell'auto, dimenticato come un ombrello. Quindi condivido.
Ma non cambia il discorso di fondo.
Questo "automatismo" del cervello di cui parli, che arriva al punto da farti rovinare il resto dell'esistenza tua e altrui, per me non può considerarsi normale.
Una macchina va in tilt se le dai informazioni non routinarie.
Il cervello sarà pure una macchina, ma noi siamo altro. Abbiamo empatia, vincoli verso i nostri simili, specialmente i figli, che costituiscono forse il vincolo più forte.
Samo veramente ridotti a degli automi?
Se é così, continuo a sostenere che non ci vedo niente di normale, quanto un fenomeno indotto dall'esterno, sul quale é giusto interrogarsi, cone ha fatto l'autrice dell'articolo.
Ognuno ha ovviamente il diritto di porsi delle domande.
Buon proseguimento
Si può dimostrare con un linguaggio semplice.
L'amnesia dissociativa...
apparentemente ci si può chiedere come fa l'amnesia a essere dissociativa. Il primo termine è non ricordarsi di qualcosa, il secondo significherebbe mancanza di associazione logica tra idee e concetti, ma viene invece usato come se fosse una condizione patologica della distrazione.
La distrazione è causata dall'amnesia, ma la dissociazione no.
Perché si sono uniti i due termini?
Secondo me perché c'è una relazione con la vera dissociazione, che è quella tra la realtà e il mondo in cui viviamo indotta in modo semplice dal baraccone informativo di cui i media sono la parte preponderante.
La dissociazione è provocata dall'ipnosi, che fa compiere all'essere umano azioni non razionali.
Più ci si distacca dalla realtà, più si è dissociati.
Più si è dissociati, più si rischia di abbandonare un bambino in macchina o di votare movimento cinque stelle.
In forma più materiale, la dissociazione avviene tra l'essere umano e il luogo dove si vive. A questo serva spostare la gente da una parte all'altra. Nomadi si può scrivere anche domani.
Poiché l'ipnosi è praticata da tempo dagli stregoni dell'elite, difficile pensare che si tratti solo di neoliberismo.
Quello di considerare la teoria economica come analisi per la soluzione dei problemi è un altro esempio di applicazione della dissociazione cognitiva.
Non ho detto che è giusto,
Ma che può succedere..
Quando il cervello è in automatico
Possono succedere tante brutte cose ,
Finire sotto a un treno, dimenticare il figlio in macchina, passare col rosso e travolgere il ciclista di turno..
Tutto qua..
Se poi c sono delle pratiche che quando il cervello è in automatico,
In caso di fatti non previsti che esulano dalla routine,
Possono evitare guai
Ben vengano..
Basterebbe obbligare gli automobilisti
A posizionare il seggiolino
Sul sedile anteriore
Anziché imboscato dietro
Per azzerare il fenomeno..
Grazie a dio
Che l'uomo può diventare un automa
Altrimenti c scoppierebbe il cervellocervello
O saremmo troppo impegnati a badare alle gambe, alle braccia, alla deglutizione, ai battiti del cuore, ecc
Per poter formulare pensieri e idee
È fisiologia umana
probabilmente hai analizzato ancora piu affondo il fenomeno
l'ipnosi mi sta bene
ma chi è che fa largo uso dell'ipnosi ?
proprio la propaganda (sia essa politica di merci -pubblicità- o di altro)
e la propaganda è usata proprio da questo sistema marcio fino al midollo
se vuoi lo puoi chiamare neoliberismo altrimenti vedi tu come chiamarlo
in ogni caso perche 30 anni fa non succedeva?
la frequenza di queste tragedie è sempre piu fitta , perchè?
Purtroppo prendo atto che il mondo sta andando nella direzione diametralmente opposta.
E' curioso notare come i progressi tecnologici anzichè sgravare le persone dal giogo del lavoro abbiano raggiunto l'effetto contrario. 30 - 40 anni fa non c'erano i robot, i computer iniziavano a muovere i primi passi, internet non esisteva, eppure si lavorava meno. Bastava uno stipendio per mantenere una famiglia dignitosamente e a volte si riusciva anche a mettere da parte qualche risparmio. Chi aveva buona volontà e capacità poteva aprire una microimpresa e campare di essa. Oggi tutto questo è impossibile, si lavora sempre di più per guadagnare sempre di meno, aprire un' attività in proprio è come mettersi la corda al collo pressati da tasse, divieti complicazioni di ogni genere (è evidente la volontà di disincentivare la nascita di piccole aziende) e tutto è diventato estremamente precario. In passato esistevano delle sicurezze, il posto di lavoro, il valore della propria azienda, i risparmi. Questo consentiva di fare progetti a lungo termine come ad esempio fare dei figli e poterli crescere. Oggi con l'ansia di perdere il lavoro e di non riuscire a trovarne un altro, il rischio di perdere la casa, i risparmi sempre in pericolo a causa di possibili fallimenti delle banche, bail in etc. a cui si va ad aggiungere la sempre crescente precarietà delle stesse relazioni diventa estremamente difficile pianificarsi la vita. Ci hanno abituato a non coltivare più l'amore ma a trasformare i rapporti sentimentali in qualcosa di consumistico come tutto il resto. Se ci sono problemi non si tenta più di superarli, è più facile buttare via la relazione e iniziarne una nuova. Insomma per decidere di fare figli in questa situazione è necessario essere un po' eroi e un po' incoscenti.
Fra l'altro anche coltivare una relazione sentimentale in condizioni di stress continuo, anche avendone l'intenzione, diventa difficile. Quanto tempo ha oggi a disposizione una coppia per potersi sedere in relax a discutere di come risolvere i propri problemi?
Fra l'altro la precarizzazione del lavoro rende sempre più difficile anche solamente iniziarla una relazione, costretti come sono soprattutto i giovani a spostarsi come pacchi postali da un luogo all'altro (e nel caso di una coppia non negli stessi luoghi ovviamente), e vengono emanate leggi atte a favorire questa "mobilità" permanente (vedi ad es: il RdC).
Così i rapporti interpersonali diventano sempre più "usa e getta", e la nostra stessa esistenza è ormai usa e getta. Farci spremere come limoni fino a farci ammalare per poi usarci come cavie per esperimenti medici e infine lasciarci crepare magari prima dei 50 anni, così si risparmiano le pensioni. C'è stato un nipponico (non mi ricordo ne il nome nella qualifica) che sosteneva la necessità di offrire l'eutanasia gratuita per gli anziani e gli inabili al lavoro.
Queste non sono anomalie del sistema bensì proprio il suo intrinseco funzionamento.
Con la scusa del riscaldamento globale in futuro non potremo possedere nulla, sarà tutto a noleggio. La casa in primis, ma anche l'automobile, il frigo, la lavatrice la tv (mi sono imbattuto in sondaggi che testavano la disponibilità a questo genere di sistema), di modo che tutti siano obbligati ad avere un reddito continuo e non possano permettersi periodi di pausa, pena la perdita delle cose indispensabili per vivere.
Io sono convinto che anche l'allevamento dei figli diventerà qualcosa da sfruttare commercialmente, già oggi esso avviene, ma prevedo un futuro in cui la gente si limiterà al ruolo biologico di scopare e partorire per poi affidare il figlio ad aziende che provvederanno ad allevarlo ed educarlo (secondo i crismi del neoliberismo) ovviamente a pagamento.
Così noi saremo "liberi" di poterci trasferire alla ricerca di un lavoro, liberi di lavorare 14 ore al giorno, liberi di cambiare partner come si cambia vestito etc. Ad allevare i nostri figli ci penserà l'azienda preposta.
Così non correremo il rischio di dimenticarlo in macchina...
forse non ci parlava perchè il bimbo aveva pochi mesi e si era addormentato...
Magari quel padre pur svolgendo un lavoro "decente" era stressato ugualmente (e che fosse stressato mi sembra evidente).
Posso pensare solamente a una cosa...in un recente passato nel quale si viveva molto meglio di oggi, dove non esistevano continue distrazioni (vedi telefonini e simili), non mi risulta siano mai accadute cose simili.
è questo il dato di fatto su cui riflettere
e di certo, parallelamente, la nostra società ha preso una certa piega
è una riflessione, poi per carità ce ne possono essere altre
ma ritengo vale la pena soffermarsi un attimo...o no?
parlando di neoliberismoo meglio del commercio capitalistico che ormai ci ingabbia tutti.
Io ho detto il contrario. E' proprio perché esiste da quando esistono i media che la denominazione di neoliberismo non si può accettare.
Quando io parlo di media parlo anche di tutto ciò che ha a che fare con la conoscenza: giornali, scuole, radio, televisione, internet, agenzie pubblicitarie, influencer.
Poi mi dici chi è che la fa...
la facciamo noi... nel momento in cui tu accetti l'idea che un bambino muore perché lasciato solo in macchina o che gli alberi sono quelli che ci procurano il ciodue o che c'è il global warming perché le balene inghiottono le bottiglie, contribuisci in maniera determinante a costruire una realtà alternativa che non esiste.
È colpa del neoliberismo?
Penso di sì, in fondo il neoliberismo è la causa del cambiamento climatico. Se non ci fosse stato, quella rondine non sarebbe stata lì.
Più o meno ragionate così.
PS Sapere perché lo chiamano cambiamento climatico e non surriscaldamento globale? Perché in Usa c'è stato l'inverno più rigido da 50 anni e suonava male dare la colpa al surriscaldamento globale, così per dare la colpa comunque a questo fenomeno, hanno deciso di passare da surriscaldamento globale a cambiamento climatico. Se arriva la glaciazione, tranquilli è colpa del surriscaldamento globale, ops.... del cambiamento climatico causato dall'uomo ovviamente. Il sole non c'entra un cazzo. Per loro il sole è una lampadina che brilla sempre uguale
A quando verrà commercializzato un dispositivo tecnologico iperconnesso che ci ricorderà di respirare qualora ci scordassimo di farlo? O ci rammenti le necessità fisiologiche per impedirci di farcela addosso?
Stiamo arrivando al paradosso...
Temo che questi dispositivi finiranno per ottenere l'effetto contrario, abituandoci a non dover più pensare a nulla (se non al lavoro si intende). Ho il bambino sul sedile dietro ma non ci penso, tanto ho il dispositivo...ma se il dispositivo si guasta?
Stiamo diventando sempre più dipendenti dalle tecnologie...quindi da chi le produce.
Troppo comodo dare sempre la colpa agli altri ed alla società (che ha le sue colpe, indubbiamente) ma quando ce le assumiamo le nostre, di responsabilità?
Un imbecille si dimentica il figlio in auto e la colpa è della società? del sistema economico? e del buco nell'ozono no?
La verità è che quel padre è un imbecille totale e per questo non c'è rimedio.
Passerà la vita con i sensi di colpa? embè? mi pare il minimo.
Poi, che la società "ti porta a..." è un'altra gran cazzata: la società ti indica una strada, al più ti incoraggia a seguirla, ma nessuno ti obbliga a farlo, ci sono sempre le alternative, solo che la maggior parte delle volte non piacciono e si segue la corrente.
Poi ci lamentiamo quando la corrente diventa troppo forte e non ce la facciamo a nuotarci per rimanere a galla, allora la colpa è del fiume, non mia che mi ci sono buttato dentro.
Ma basta con sto buonismo da quattro soldi, assumiamoci le nostre responsabilità, altrimenti non si va da nessuna parte.
Non ci piove.
A me è capitato una volta una dissociazione del genere. Parlavo tranquillamente con una persona che conoscevo bene, però la scambiavo (senza rendermi minimamente conto) per un'altra che conoscevo altrettando bene. Costoro avevano lo stesso cognome ed erano parenti. Alla fine ho salutato questa persona chiamandola con il nome dell'altra. Non passo nemmeno un minuto che mi resi pienamente conto di questa defaillance psichica. E tutti i tasselli ritornarono al loro posto. Evidentemente la persona con cui parlavo aveva capito che qualcosa non andava e avrà detto fra sé "poveretto!", senza però intervenire dicendomi: guarda che io sono Tizio, non Caio. Se lo avesse fatto cosa sarebbe successo? Probabilmente sarebbe stato come svegliare un sonnambulo. Se non ho l'Alzheimer, sicuramente si tratta di dissociazione cognitiva dovuta ad ipnosi...
Credo che, giacché a volte è difficile raggiungere il risultato che ci si è prefissi utilizzando l'ipnosi, e l'individuo del resto non è controllabile comunque al 100%, spesso si verificano effetti collaterali, a volte disastrosi...
Infatti, è un neoliberismo dove l'élite ha mezzi e risorse per condizionare praticando l'ipnosi di massa.
E se Rovazzi raggiungesse le masse inconsapevoli più di Scardovelli??
SENZA PENSIERI
Nella testa ho un buco nero
Spendo soldi per sentirmi più leggero
Nuovo show spettacolare
Su un'isola di plastica in mezzo al mare
Faccio mille foto mai vestito uguale
In 15 secondi ci si può annoiare
Non mi ricordo più che cosa devo fare
Ci sto prendendo gusto col dimenticare
Senza problemi
Senza pensieri
L'insalatina per restare leggeri
Senza problemi
Senza pensieri
La posto oggi ma è una foto di ieri
Travolti dallo stress
Delirio universale
Basta solo non pensare
Il mondo finirà
Non ti devi preoccupare
Pronti con la prova costume
Per il riscaldamento globale
Senza pensieri nessuno vuole problemi
Solo fake new e clickbaiting, baby
Laureata con 110, brava
Ma mandami foto dei piedi e sorrido
Sotto sedativo
Acquisto compulsivo
Roba che non serve ma voglio per primo
Per fare il figo dovrò chiedere un fido
Mi sa che tocca fare un altro pezzo estivo
Senza problemi
Senza pensieri
Come i vecchietti a esaminare i cantieri
Senza problemi
Senza pensieri
Abbiamo terra piatta e cieli sereni
Travolti dallo stress
Delirio universale
Basta solo non pensare
Il mondo finirà
Non ti devi preoccupare
Pronti con la prova costume
Per il riscaldamento globale Non pensare
Non pensare
Non pensare lascia stare
Ti fa male
Ti fa male
Ti fa male
Dico sì, ma non so più chi sono
La gente mi parla ma capisco solo
Compositori: Loredana Berté / Alessandro Aleotti / Fabio Rovazzi
Ok, ho citato Rovazzi su un tema così complesso...
Dopo la Lorenzin nel PD, e nella maggioranza al governo coi 5 stelle...tana libera tutti!
P.s. In realtà, dopo un'iniziale scetticismo sul personaggio, e considerando il target giovanissimo di pubblico di riferimento a cui si rivolge, devo dire che forse sotto sotto...
Propongo l'abolizione del ban su LC, e il rutto libero!
"E' più facile ingannare la gente che convincerla che è stata ingannata" (Mark Twain)
Mi pare che tu, Massimo, ne sappia qualcosa...
Mmmhh, dai a certa gente un po' di agio in libertà, e poi lo confonde subito col libertinaggio.
Pericolosa crasi che conduce a pericolosa crisi (del sito).
Il confine tra "Faccio quello che voglio" e faccio quel cazzo che mi pare, già sottilissimo, è spesso pure invisibile per certi soggetti : BAN(G)!, una bella musata col naso rotto sulla vetrata infrangibile ricavata da un cristallo di Mazzucchite purissima, così poi la prossima volta che ci riprova, se lo ricorderà molto bene che c'è, anche se dovesse continuare, imperterrito, a non vederla.
Vada per il rutto, ma libero per davvero, non libertino : sono per il rutto libero che 'libera", se serve, da un peso interno che opprime , ma non parteggio affatto per il neo-libertinismo che rutta senza motivo se non per il solo piacere di farlo e di farmelo pure sentire
P.s. Ma di che diavolo mi metto a parlare pure io appresso a te, pure di rutti molesti, figli di un neo-liberuttismo sfrenato e senza regole...
E' meglio che io mi fermi subito, prima di sfrangermi sulla vetrata, parlando del neo-meteorismo, visto più come virtuosismo prima che miasmo imbarazzante, volendo anche infiammabile, indispensabile all'intrattenimento spensierato degli amici, almeno finché rimane sostanzialmente vuoto, privo cioè di contenuti di un certo peso o consistenza, elogio proverbiale della sanità di corpo, promosso nel periodo Pieriniano, assoluta "ventata" di fresca novità nella stantìa aria viziata post perbenista dell'intellighenzia social-popolare degli anni '80 del secolo scorso.
Pero’ vedo il rischio di una confusione terminologica (e in parte anche logica) che appare spesso quando si dibatte di questi temi.
Distinguiamo il contenitore dal contenuto.
Il contenitore e’ il sistema di regole (che possono essere imposte anche con la forza, con sanzioni ecc)
Il contenuto e’ la modalita’ con la quale si riempie la liberta’ che le regole lasciano.
Il contenuito puo’ prendere forme sgradite, e allora si puo’ cercare di influenzare, informare, sensibilizzare I comportamenti, senza pero’ toccare il contenitore.
Ma se per cambiare il contenuto tu tocchi le regole, allora ti ritrovi ad usare l’autorita’ per forzare comportamenti.
E come si organizza l’autorita’ ? Con istituzioni poggiate sul “consenso deocratico” (voto). Sappiamo bene quanti difetti abbia questo strumento. Non credo che si abbia voglia di allargarene la sfera, se mai il contrario.
Allora, sulla terminologia:
Se per liberismo si fa riferimento al contenitore, non di dovrebbe dare accezione negativa.
Se si fa invece riferimento all’aspetto culturale (competizione, ambizione, avidita’…) io la vedo come Uhura, pero’ a mio aviso il termine e’ usato impropriamente e si rischia di mirare al falso nemico.
Ma perdonami, qui mi sembra fuori contesto.
L'articolo non è affatto un panegirico del povero padre che ha solo dimenticato (!) il bimbo nel carro.
A me sembra un'analisi delle aberrazioni di una società in cui il disastro involontario in oggetto (bimbo ucciso dal padre per errore) è sempre più frequente. (E molti altri simili, non presi qui in considerazione).
Se queste cose non accadevano, 30 o 40 anni fa, se ti tengono nascoste le statistiche dei suicidi, forse vale la pena di chiedersi il perché, non trovi?
Secondo questa tabella dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il tasso di suicidi in Italia sarebbe rimasto invariato negli ultimi 100+ anni.
Ma nessun tribunale potrà mai infliggergli una pena peggiore di quella a cui si é condannato da solo.
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno apprezzato l’articolo. Grazie per le belle parole e per i complimenti. Non potete immaginare quanto mi conforti sapere che siete in molti a porvi le stesse domande che mi pongo io . Ci unisce forse un comune sentire a cui ho cercato di dar voce senza pretendere di esaurire l’argomento né di aver dato l'unica interpretazione possibile di questa terribile tragedia. Vale la pena parlarne, secondo me, al di là delle soluzioni tecnologiche proposte come i seggiolini con il sensore (ben vengano, naturalmente).
Ringrazio senza alcuna ironia anche tutti coloro che hanno criticato la visione proposta. Ho trovato alcune osservazioni interessanti e meritevoli di approfondimento. Sto riflettendo e risponderò. Altre sono state meno argomentative ma grazie lo stesso.
@Peonia Il problema è la densità per chilometro quadrato.
@Zorg Grazie infinite.
E' una passione, ma intesa in senso cristico. Soffro come una bestia.
Spero nella Resurrezione dell’Umanità.
Ti straquoto. Un contesto troppo ampio favorisce la dispersione e la solidarietà ne è fortemente impedita. Le piccole comunità probabilmente potrebbero salvarci.
@Zina
Zina, veramente non hai detto nulla. Siamo oltre il sistema fordista della produzione, stiamo perdendo l'anima e la può perdere il milionario con cento servitori, il burocrate infognato nel suo lavoro routinario e per carità, il facchino che lavora in un magazzino di Amazon.
@El-Shadday
Nel 2014 successe la stessa cosa a Piacenza ed il padre di quel bambino venne assolto credo proprio per amnesia dissociativa temporanea.
Non si è ravvisato né il dolo né la colpa. Il nostro sistema giuridico si è rivelato più clemente di te e questo mi preoccupa.
Quoto Finzi78
@ El Shadday,
Se metti un momento da parte il desiderio di giudicare questo pover'uomo (che pagherà tutta la vita una distrazione) forse possiamo iniziare a parlare di cos'è che potremmo fare tutti per evitare che queste tragedie si ripetano.
C'è qualcosa che potremmo fare a livello individuale e collettivo, o ognun per sé e Dio per tutti e chi s'é visto s'è visto?
Chiediamoci il perché la gente si ammazza per fare i selfie www.repubblica.it/.../selfie_killer-226730154 e diamo la colpa alla società malata e senza valori, vedrai che le cose cambieranno parecchio.
Se vogliamo cambiare la società, bisogna cominciare a cambiare noi stessi ed accettare il nostro ruolo in essa e come esseri umani in primis, con i relativi diritti e doveri.
Finché la colpa sarà sempre degli altri, niente cambierà.
Siamo smombies? www.ilfoglio.it/.../gli-smombie-93028 la colpa è della società, certo, e quindi?
Finisci sotto un bus perché attraversavi senza guardare, con il pocosmart-phone davanti e le cuffiette sulle orecchie? La colpa è della società.
Dal mio punto di vista, si tratta di selezione naturale della specie.
Ai genitori in questione, dovrebbe essere impedito di avere altri figli e dovrebbero andare in galera per omicidio colposo, senza passare dal via.
Piramis, è chiaro che c'è una responsabilità nell'accettare questo sistema di dis- valori.
Ho scritto che lo stiamo condividendo, questa sistema, ed è questa la nostra responsabilità.
Mi fai paura. Non mostri pietà, non mostri alcuna empatia. Scusami, ma quello che scrivi mi fa orrore. Spero vivamente che tu sia solo di cattivo umore.
la minchiata della teoria darwinista è stata usata a piene mani dal liberismo prima e dal neoliberismo poi per giustificare
la bontà della sopraffazione del piu piu forte sul piu debole
i protestanti in pratica hanno sposato questa ideologia che se qualcuno diventa ricco piu di un altro e lo schiaccia è dio (la natura)che lo vuole
i miei complimenti con questa tua uscita in pratica riveli quello che in fondo vuoi essere
con tutta questa rabbia e mancanza di empatia povere le persone che ti stanno intorno
sintesi perfetta
www.controinformazione.info/.../
Poi sono restato in Piemonte, sposato, fino ai 40 anni.
Entrato in IBM a 22 anni a 24 cominciai a girare l'Europa, dove assaggiai finalmente carne gustosa.
Tornato a casa cercai dal macellaio, carne di bestia adulta, ma quasi schifato mi rispose che non la teneva.
Il Piemonte è famoso per i "sanati" che sono bestie più grandi dei vitelli, ma allevati a latte, la cui carne è tenera, chiara, ma con pochissimo sapore, ma essendo la bestia più grande, rende, alla macellazione di più del vitello, pur restando chiara e tenerissima.
Alla mia richiesta della ragione per cui non tenesse carne di bestia adulta, la risposta fu "perchè nessuno me la chiede".
Ovvio che se non c'è non la si può chiedere, ma è il tipico esempio di condizionamento del mercato.
Al supermercato dell'S lunga vedo delle belle pesche gialle.
Rosse, grandi, un po' dure, ne prendo un paio.
A casa ne taglio una fetta di una, mordo e sputo.
Sembrava polistirolo, nemmeno una traccia del sapore di pesca.
Buttate entrambe.
Oggi, per cambiare, vedo dei pomodori "insalatari" rossi, sembrano maturi, ma ne prendo uno, tanto per provare ... una rapa era 10 volte più gustosa.
Ovvio che dopo averlo assaggiato l'ho buttato.
Eppure vedo sta gente che compera, frutta, pomodori, di tutto, ed evidentemente qualcosa di raccolto maturo non l'ha mai assaggiato.
Frutta e verdure maturate chimicamente i cosi-detti "maturatori" che poi, penetrati nella buccia ce li mangiamo.
Ecco, se tutti facessero come me, una volta assaggiato uno di questi bellissimi e insapori ( e non sappiamo nemmeno quanto dannosi alla salute) li lasceremmo marcire nei supermercati.
Ci sono verdure come zucchine, carote, uva, che matura e vengono raccolte e rese disponibili senza alterare il loro ciclo di maturazione ... perchè comperiamo e mangiamo merda ?
Ecco, quando pensiamo di cambiare "sitema" queste sono le piccole cose che potremmo fare subito, condizionando il mercato , la produzione, il trasporto e il commercio.
Provate a riflettere un attimo, ma siamo sicuri di VOLER cambiare ?
Di nuovo aggiungo, per gli scettici stavolta, che per fare scattare il fenomeno dell'amnesia dissociativa a volte basta attraversa una porta, anche aperta: non vi è mai capitato di dover fare qualcosa, dirigervi verso la stanza dove dovevate fare quel qualcosa e d'un tratto dimenticarvi perché eravate andati in quella stanza?
Assolutamente d'accordo, anche se vorrei chiederti una cosa, quando parli di carne mangiata all'estero, a quale paese in particolare ti riferisci?
Perche' vedi io vivo in Olanda, e ti posso garantire che la carne peggiore e piu' schifosa in assoluto la producono proprio qui, certo se vai dal macellaio e ordini una ossenhaas che qui sarebbe il filetto di prima scelta diciamo che e' buono, sempre che tu sia disposto a pagare 49 euro per 500 grammi.
Mentre invece se la compri presso supermercati tipo Albert Heijn, o Dirk van den Broek, ti mangi il cartone, senza sapore, e quando la cuoci la metti in padella e poi una volta cotta entra in una tazzina da caffe, e soprattutto puzza.
L'Italia rappresenta un caso particolare: per via di una radicatissima tradizione culturale-gastronomica c'è per fortuna un'ostinata resistenza al cambiamento ma noto una tendenza - e in questo concordo con a-mensa - a lasciarsi sedurre dalla scarsa qualità, dal piatto pronto, dall'insalata in busta (alla quale a volte ho colpevolmente ceduto anch'io) e dalla frutta e dalla verdura di plastica.
Ci sono sacche nobilissime di resistenza attiva ( nella mia famiglia cuciniamo tutti e facciamo ancora il pane in casa e la mia torta di mele provoca visioni mistiche e conosco moltissime persone che fanno altrettanto) ma la tendenza è quella ad arrendersi alla grande distribuzione e ai vari Foodora, Deliveroo, Just Eat e ready meals vari e tutto ciò che può farci dimenticare come si mangia, come si cucina, come si vive.
La cucina è una forma di sapere ed un atto d'amore e meno sappiamo fare più siamo manipolabili. Di questo passo non cucineremo più nemmeno un uovo.
Cucinate, gente, cucinate. Fa bene a mente, corpo e spirito.
occhio che io sono del 45, e parlo di inizio anni '70 ... comunque parlo di Londra ... anche gli hamburger erano molto gustosi.
Il mio post ha solo lo scopo di far riflettere alle implicazioni del "voler cambiare", che credo in pochi se la sentano di accettare ... ormai accettiamo tutto acriticamente ... siamo rane bollite, ormai.
Sì avevo colto.
Stavo meditando la mia risposta perché la tua domanda è legittima e rispondere di fretta vuol dire solo volersi mettere la coscienza a posto. Sii Siii voglio cambiare.. però magari da Lunedì.
Hai ragione. Vogliamo veramente cambiare?
Alla prima affermazione non posso porre rimedio, è un tuo sentire ma per la seconda ti chiedo: prova ad immedesimarti nella madre di quel bambino/a morto cotto dal sole e poi vienimi a dire che al padre mostreresti pietà e lo capiresti, essendo empatica.
Facile fare il buonista, spesso rasenta l'ipocrisìa.
Per la terza affermazione non posso fare nulla, come per la prima ma, quanto alla quarta ti assicuro di no, sono di umore ottimo, ma non mi sento ipocrita.
Comunque in questo scambio qualcosa di positivo c'è: adesso avete una cosa in più da biasimare, oltre alla societàcolpevoledituttimali, adesso c'è anche il mostro impietoso
L'importante è che il colpevole sia sempre qualcun altro
Oggi se vai a Londra e vuoi mangiare senza spendere 200 euro minimo a persona ti rimangono soltanto i
fish and chips......LOL
I tempi sono cambiati SOB!!
Io non ti ho descritto come mostro impietoso ma le tue parole denotano scarsa propensione a tollerare gli errori del prossimo anche quando li paga sulla propria viva carne chi li ha commessi.
Sulla responsabilità ti faccio notare che il nostro codice distingue tra colpa e dolo e il Giudice nel caso analogo di Piacenza non ha ravvisato nessuna delle due: arrivi tu, però, a portare conforto e a sostenere a che dovrebbe andare in galera e non avere più figli.
Non è BUONISMO il mio, c'è una parola precisa a descrivere quello che intendo ed é COMPASSIONE che significa soffrire con.Ma ho l'impressione di star perdendo tempo.Quel pover'uomo non ha venduto il figlio ad una banda di pedofili, ha subito una tragedia assurda. Sai quanti genitori si distraggono mettendo in pericolo i figli e per fortuna non succede niente? Rifletti su questo. A volte ci riteniamo tanto più bravi ma siamo solo fortunati.
A me premeva soprattutto far notare che esistono storture della società che si abbattono impietosamente sul singolo che poi viene lasciato solo a pagarne le conseguenze. Chiaro che nessuno di noi conosce la storia in tutti i dettagli ma stupisco di fronte all'accanimento di chi si scaglia contro questo povero padre che ha subito un burn out (e che pagherà ogni santo giorno quei maledetti minuti di buio) senza nemmeno provare ad considerare che viviamo in maniera folle.
Il patto sociale serve ad aiutarci gli uni gli altri.
Faccio notare che questo patto sta venendo drammaticamente meno.
Tu cosa ti aspetti dal vivere in una collettività? O vivi come un eremita? Se dovessi sbagliare tu un giorno in qualsiasi ambito come vorresti essere trattato?
Perchè scrivi come se fossi sicuro che non farai mai cavolate nella vita. Io te lo auguro, ma almeno mostra un po' di pietà.
Ho scritto una sciocchezza. A cosa serve mostrarla se non la si prova?
potrebbe sembrare una questione secondaria se non fosse che il concetto sta nel titolo stesso dell'articolo...per cui direi che la cosa una qualche importanza ce l'ha.
Di per sé capisco che liberismo o neoliberismo (la sua versione raffinata, 2.0) possano sembrare termini astratti.
Il punto è che sono diventati da teoria economico-politica una filosofia abbracciata anche da chi se ne dovrebbe difendere (parafrasando Hegel, il servo che prende le parti del padrone)
Fa ammalare la società perchè non contempla la solidarietà, la collaborazione, l'esistenza di regole che tutelino i più deboli, esalta il capitalismo sfrenato ed il libero mercato deregolato,l'illimitata propensione all’accumulazione che penalizza la distribuzione del reddito,promuove la speculazione, non contempla la difesa sociale della proprietà e del lavoro socialmente utile,esalta il mito del self made man che per me è una rigorosa c.....ta (l'uomo è un animale sociale e senza gli altri non siamo nessuno) sradica i popoli (oramai si usa il participio presente "migrante" al posto di immigrato, evviva la neolingua!)) e potrei andare avanti ancora. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti ma c'è chi pensa che il neoliberismo nemmeno esista.Oppure ne è convinto fautore perché confonde liberismo e libertà (parola quantomai abusata). Sono punti di vista, per carità, ma a me sembra di scorgere una deriva pericolosa. E' una sindrome di Stoccolma in versione economica, ci identifichiamo nell'imprenditore di successo piuttosto che nel morto di fame che ne viene sfruttato. Contenti noi. Anzi contenti loro, i detentori delle ricchezze mondiali che sono l1% dell'intera popolazione.
L'accumulo è qualcosa di disfunzionale: un obeso non sta meglio perché mangia molto, anzi, e c'è uno che muore di fame mentre lui si ingozza fino ad ammalarsi.
Non credo di aver esaurito con il mio elenco tutte le meravigliose qualità di quest'aberrazione.
Adesso scatenerò un flame che la metà basta....
io non la vedo diversa sul fatto che quelle robe sono negative. Ma ancora una volta, se quello e' il modo in cui l'uomo usa la sua liberta', il problema e' l'uomo. il problema poi non e' solo di terminologia, ma anche di soluzione implicita.
le alternative sono liberta' o autorita'. ce ne sono altre ?
Se si conviene che non si vuole reprimere la liberta', allora tutte le battaglie per contrastare quelle derive vanno fatte solo sul piano culturale, come dicevo sopra. se non si vede bene il nemico si perde di sicuro.
E tutti avrete un altro motivo per compatire e sentirvi più buoni, non vi preoccupate.
si, esiste. e la potresti svelare anche tu.
Se uno degli istinti primordiali dell'uomo è la socialità (infatti non può riprodursi da solo, ma devono unirsi almeno due di sesso diverso ), quello meno conosciuto è la tendenza al comportamento ciclico, non uniforme, discontinuo.
Passiamo un certo numero di ore in attività, poi abbiamo bisogno di dormire, ad esempio.
Anche mentalmente parlando la nostra attività è discontinua, e questo è il fattore che tendiamo a ignorare.
Dappertutto dovremmo avere cartelli con scritto "ricordati che la tua attenzione è discontinua", proprio per ricordarci di tale caratteristica.
Quando la mente funziona, i comportamenti sono coerenti ai principi, quando riposa ci si abbandona all'abitudine, al "come fanno gli altri", ecc ...
Ecco quindi che chi ha cicli più lunghi, si trova a guidare, dirigere, orientare chi li ha più brevi, uniformando i comportamenti di un certo numero di persone ai propri, o meglio, alla propria utilità.
Di qui la formazione di leaders, e di seguaci, tenendo ben presente che fare il seguace è più comodo, riposante, irresponsabile.
E così si formano i gruppi organizzati in modo piramidale, guidati dai leaders.
Insegnare già nelle prime scuole, questa tendenza, rendere gli individui consapevoli di questa formazione di "greggi", ostacolare e additare negativamente i comportamenti "rilassati" (meglio nessun comportamento che abitudini e azioni "meccaniche" ), abituare ogni individuo ad accettare i propri cicli di attenzione, porterebbe a comportamenti più "umani " e meno robotici. senza doverli imporre per legge.
Come fai ad essere così sicuro che costui sia "un imbecille"? Lo conosci? Escludi forse la possibilità che la sua mente possa essere indenne da amnesia dissociata o altro tipo di disturbi mentali?...
#66 Piramis 2019-09-22 19:33
Facile anche fare il cattivista, spesso rasenta l'ipercrisia.
#72 Piramis
Oggi, se qualcuno osasse ciò che un folle in Galilea diversi secoli addietro impunemente decretava, onde placare la massa inferocita, dicendole «chi è senza peccato scagli la prima pietra», verrebbe ricoverato d'urgenza alla neuro.
Comunque, per peccare bisogna essere consapevoli, onde poterne avere colpa condannabile. Anche a voler ridurre tutto a una mera questione di responsabilità, si tratterebbe alla fin fine di una quota percentuale; diciamo il 5% imputabile all'individuo e il 95% al sistema di sfruttamento economico?...
Al di là della diatriba tra buonismo e cattivismo, con i suoi interventi però non fa altro che scagionare il sistema, a priori, quando in realtà questo è la causa di tutto, anche della redistribuzione delle responsabilità e competenze.
L'articolo di Uhura è una lucida e coerente analisi (compassionevole, certo) di uno dei tanti inquietanti eventi che si verificano purtroppo sempre più spesso.
Se è successo, come sopra descritto, che il padre di questa disgraziata famiglia ha avuto in effetti una vera e propria grave amnesia dissociativa (sempre più in aumento nella popolazione, ahinoi!) vuol dire che la responsabilità (se vogliamo proprio individuarla) è di chi o cosa quell'amnesia l'ha provocata. A meno che non sia stata auto-provocata, magari con sostanze psicotrope (e non mi pare questo il caso), chi può averla prodotta? Questa credo sia la domanda fondamentale che sta alla base della questione, e non se la responsabilità sia o meno del padre.
Volendo additarla al padre, in questo caso, non si fa altro che lo scaricabarile, mestiere certamente molto più pratico e sbrigativo per sdoganare questa brutta bestia. Non si può certo additarla a un'entità astratta, come il neoliberismo, o a questa società di merda (chiamiamola pure come ci pare), che agisce però (e chi ha antenne lo può rilevare tutti i giorni) in modo piuttosto efficace sul piano pratico. E noi, persi nel flusso delle sue cullanti giaculatorie, ci addormentiamo, e la realtà perde consistenza fino a svanire del tutto. "Quante volte te lo devo dire che quando c'è nebbia non si vede", diceva stizzito Totò a Peppino. Meglio una colpa imputabile a qualcuno o a qualcosa di tangibile che a un'entità astratta, sfuggevole, invisibile eppur tragicamente presente e operante ovunque a tutti i livelli.
Può piacere o non piacere, ma si dà il caso che siamo fin troppo facilmente manipolabili; e questo tende a renderci fragili, ir-responsabili nelle nostre scelte, nelle nostre azioni e non-azioni (amnesia dissociativa), senza che ne abbiamo contezza.
In questo caso, dando la colpa al padre (sicario inconsapevole), non si fa altro che lasciare latitante il mandante.
Un caproespiatorio a cui scagliare la prima pietra (e magari anche la seconda e la terza e la quarta e così via), nascondendo la propria mano, è opportuno, a dispetto di quel che andava blaterando Rabbi per le aride terre di Galilea, assetate del suo verbo divino.
Per esprimere un giudizio, e ancor più per comminare una condanna, bisogna conoscere bene come sono andate le cose. E le cose spesso vanno per i fatti loro senza essere conosciute o sono a bella posta ignorate. Quello che viene meno al suo increscioso giudizio, unilaterale e apparentemente salomonico, è che manca della capacità di capire la fragilità e la condizionabilità della mente umana, la cui memoria può essere cancellata in un sol colpo da traumi o mediante ipnosi, cancellando di fatto la responsabilità individuale. La domanda conclusiva che mi viene spontanea è: ma lei si sente veramente al di sopra di questa umana inconsistenza da reputarsi così imparziale nel suo giudizio?
Legalmente vale la prima salvo le eccezioni in cui si riesca a dimostrare la NON intenzionalità del fatto mentre moralmente vale molto più la seconda.
Peccato che per conoscere l'intenzione (salvo rare eccezioni) occorrerebbe poter leggere a posteriori la mente di chi compie l'atto.
Ecco che per tale considerazione si possono considerare un mucchio di componenti esterne, come l'educazione, l'abitudine, l'ambiente, ecc ...
Ecco quindi che una responsabilità legalmente soggettiva, può essere diluita, come responsabilità, in quasi infinite cause che hanno condizionato la mente del soggetto a compiere l'atto.
Se si parte quindi dal presupposto che ogni individuo nasce con dentro di se solo gli istinti primordiali, ecco che ogni aberrazione rispetto ad essi non può che derivare in momenti successivi dall'ambiente che lo circonda nella sua crescita e vita.
Un semplice e generalmente valido metodo per separare i due tipi di responsabilità è misurare quante volte accadono fatti analoghi.
Se diffuso ma soprattutto in crescita, ricercare al di fuori del singolo individuo le cause che inducono a tale aberrazione, mentre singoli casi isolati, si possono tranquillamente imputare a modifiche statistiche del pensiero primordiale per cause esterne ma imprevedibili.
La conoscenza che ne ho io è pari alla vostra, ma la differenza è che io deduco dalle conseguenze, voi giudicate a prescindere, in questo caso assolvete, ma sempre giudizio è.
Se il gesto di abbandonare il proprio figlio in un'auto sotto il sole, non è considerabile come il gesto di un imbecille, cosa lo è?
Una volta c'era, anche in diritto, la "diligenza del buon padre di famiglia", il comportamento, cioè, normale, razionale, umano, per cui una persona comune tiene un atteggiamento di buon senso rispetto alle vicissitudini della vita, il quale può sbagliare, in buona fede, ma dopo aver tenuto il normale comportamento che una persona appunto "normale" e dotata di buon senso terrebbe.
Ora, il padre in questione, probabilmente distratto da pensieri di lavoro, probabilmente distratto da una telefonata che gli è arrivata in quel momento, probabilmente distratto dal culo di una passante, probabilmente distratto da qualsiasi cosa vogliate, si è dimenticato della cosa che avrebbe dovuto essere la più importante nella sua vita, dato che aveva contribuito a metterla al mondo in maniera unilaterale e, di conseguenza, ne era responsabile in toto.
In sostanza, il pensiero del figlio è passato in ultimo piano rispetto a quelle che voi giustificate come pressioni della società.
Questo modo di scusare tutto e tutti per l'influenza che la società ha in ognuno di noi, deresponsabilizzando l'individuo del proprio comportamento, indotto ma non coartato, è il motivo per cui in Svezia applicano il chip sotto pelle ed aboliscono il contante, in Grecia chiudono i rubinetti dei soldi schiavizzando la popolazione, in Italia inoculano coercitivamente veleni alle classi deboli della popolazione, ovvero: così va il mondo, la società è questa, cosa ci vuoi fare?
E nessuno muove un dito, a meno che non lo tocchino direttamente, nel qual caso si mette a starnazzare come un gallinaccio spennato.
Ma finché tocca gli altri, ci possiamo permettere di essere buoni, indulgenti, comprensivi, compassionevoli. Che fa tanto bene al cuore.
La depersonificazione della responsabilità individuale, è la chiave per la schiavizzazione dell'umanità.
Ma voi sentitevi più buoni, vi si apriranno le porte del paradiso di quel tizio che, 2000 anni fa...
Mi pare veramente che per alcuni sia proprio il contrario: quando accade agli altri sono imbecilli,distratti, egoisti, irresponsabili; se accade a noi siamo sopraffatti da questa vita che va troppo veloce per sostenerne i ritmi.
Utilizzare due pesi e due misure è un atteggiamento tanto comune quanto disonesto.
Un po' di compassione per sé stessi e per gli altri. Non è una lotta, non bisogna stare sempre in opposizione.
Scusate ma e' ridicolo dimenticarsi un figlio in macchina, non succede, e tantomeno a causa del neoliberalismo, che fara' si' i suoi danni ma non a sti livelli!
Altro che amnesia dissociativa, qui siamo a livelli di cervello che fa le valigie e scappa. Leggo da diversi anni ogni estate fatti di cronaca simili, e non nascondo che mi hanno dato da pensare molto, non riuscendo a trovare un motivo, una scusante, come mai, come e' possibile. Tempo fa in usa una mamma il primo giorno di lavoro dopo la maternita' si dimentica il figlio/a in macchina e succede la tragedia.
Ora dico, torni dalla maternita', ma quando le colleghe ti salutano e ti dicono "eh, bentornata, come sta tuo figlio/a?" "com'e' essere mamma?" diciamo non ti sovviene alla mente (per quanto tu sia dissociato) "cazzo, mio figlio/a, dov'e'? A si' in macchina!"
Dai, roba che non sta in piedi! Io mi posso dimenticare le chiavi di casa, il bancomat, il latte, le scarpe, perfino di mettermi le mutande sotto i jeans! Ma cristo, non un figlio, per ore poi....
Io ho un'altra teoria. Credo che questi poveri malcapitati genitori (perche' non do' loro la colpa, se non quella di essere soggetti suscettibili a manipolazioni) siano vittime di sperimenti sociali, come non saprei dirlo, posso solo immaginarlo, forse microccippati, o ipnotizzati, o con armi ad energia diretta, in tal caso la amnesia dissociativa o come volete chiamarla, sarebbe mirata e indotta ad alcuni soggetti piuttosto che altri, e la colpa non e' da imputare al neoliberalismo o alla societa' malata, ma ai soliti noti, che hanno interessi a creare questo tipo di paura chissa perche', ma se viene cosi' spinto dai media un motivo ci sara'.
Forse per introdurre i seggiolini salva bebe', che la prima volta che ho sentito di sta roba, mi sono venuti i brividi. Sarebbe interessante sapere a che servono davvero questi seggiolini, aldila' di quello che ci fanno sapere...
Scusami Uhura ma, finché ti limiti a giustificare un comportamento in base al tuo pietismo mi sta benissimo, ma se ti metti a giudicare in base a delle premesse che tu stessa arbitrariamente crei, ti dico: se la pensi così è perché sei tu che usi due pesi e due misure, per cui ritieni che sia un comportamento normale.
Personalmente, io non lo faccio, quindi, dato che non mi conosci, cerca di evitare illazioni autoconfezionate e conseguenti insulti di disonestà.
Per te sembra la normalità, da come scrivi, essere distratti e disinteressarsi della cura dei figli e solo l'essere "fortunati" li salva da questo tipo di mentalità e comportamento. Di più, la giustifichi.
Per me, prendersi cura del proprio figlio, dovrebbe essere la priorità assoluta, evidentemente tu hai altre priorità.
Ho parlato di atteggiamento disonesto e non di persona disonesta e come puoi notare ho messo la citazione senza rivolgermi direttamente a te perché rilevavo che è esteso e generalizzato un atteggiamento che indulge sui propri errori condannando quelli - per giunta presunti - degli altri. Dove sarebbe l'insulto nel rilevare un atteggiamento diffuso e generalizzato?Se poi ti riconosci in questo atteggiamento è un altro paio di maniche.
Non posso più discutere con te. Sei incastrato nel giudizio e scambi compassione per pietismo, buonismo (termine di cui abusi) per empatia, comprensione per estrema indulgenza.
Ma quando mai l'ho scritto? Sei evidentemente tu che
Qui sei tu a rivolgerti direttamente a me con un bell'"evidentemente".
E con sicumera oltraggiosa affermi di conoscere le mie priorità.
Si commenta da sé.
Dare dell'imbecille ad un uomo che ha perso tutto ,fosse anche a causa di un errore involontario-e per me non è questo il caso -anche questo si commenta da sé.
L'imbecillità però, nonostante tutto, presuppone una volontà, una consapevolezza del gesto scriteriato che si compie e in questo caso non potrei che essere pienamente d'accordo con lei sul giudizio negativo che dà di questa persona. Ma né io, né lei conosciamo 'sto tizio; come facciamo a formulare un giudizio certo? Io parto, o meglio si è partiti dall'ipotesi che costui abbia avuto una defaillance psichica, cosa possibilissima. Lei la esclude categoricamente. E questo categoricamente che mi preoccupa non poco...
Francamente, da come la descrive sembra che la conosca piuttosto bene questa persona, oppure ha la sfera di cristallo; in un modo o nell'altro siamo a cavallo.
Se si continua su questo binario finiremo per deragliare nel più tremendo delirio, nel senso etimologico del termine "uscire dal solco". Io mi fermo alla sola ipotesi che tale persona abbia subito un'amnesia dissociativa. Mi limito a questo...
Pace e bene, fratello.
A mio avviso, avviene proprio quello che suggerisci tra le righe.
Inoltre, cosa più comune e che ci coinvolge tutti, se al momento di incarnarci abbiamo deciso di fare una certa esperienza, da soli o con altri (con il padre e la madre in questione), non c'è niente che lo potrà evitare se nel frattempo non interviene una deviazione dal processo decisionale.
Non mi stupirei se scoprissi che in una vita passata fosse accaduto qualcosa di simile, ma a ruoli invertiti.
Non mi stupirei se il bimbo fosse stato convinto, a causa di inesistenti debiti karmici - in quanto sia i debiti che il karma sono inesistenti, essendo solo strumenti di controllo dell'umanità - a dover vivere così poco o morire in questo modo, per poter "evolvere" e purificarsi secondo i dettami del pseudo-maestro luminoso che lo segue dall'inizio.
Non mi stupirei di sapere che chi aspettava l'arrivo di questo bimbo da qualche parte (asilo, nonni, amici, ecc.) non abbia pensato di cominciare a fare qualche telefonata di controllo, una volta trascorso il normale intervallo di tolleranza dovuto a normali ritardi, che non si sia domandato dopo un'ora, un'ora e mezza, che fine avessero fatto i due.
La lista potrebbe continuare a lungo, ma non mi stupirei di sapere che, nonostante altri episodi avvenuti in passato, questa famiglia non abbia adottato dei semplici stratagemmi come lasciare il proprio cellulare accanto al bimbo, ché sicuro il cellulare non te lo scordi, e se te lo scordi non te ne accorgi dopo 5 ore.
Non mi stupirei di tutto ciò ed altro, perché l'ho già sentito molte volte, forse troppe perché qualcuno possa continuare ad avere dei dubbi.
Anche augurare un "pace all'anima sua" so che non servirebbe, sarebbero parole vuote seppur apparentemente compassionevoli.
Trasmettere a queste persone tutto ciò che so per evitare future, contaminate decisioni, è quello che posso fare per loro, e l'ho già fatto, e sarà compito loro poi saperne sempre di più, superando i miei limiti.
Accettarle o meno, fa parte del loro percorso, ma almeno non potranno più dire che non lo sapevano, e se decideranno di continuare a seguire certe strade ingannevoli che promettono l'evoluzione, ma solo attraverso la sofferenza, sarà frutto di una scelta e non di un ricatto.
Un sistema sociale o economico non credo faccia molta differenza, da questo punto di vista.
C'è chi avrà lasciato un'arma carica incustodita, chi ha lasciato il pozzo aperto di notte, chi la finestra aperta sopra il divano o il molosso a giocare senza controllo, chi le chiavi in auto o il medicinale a portata di mano, chi più ne ha più ne metta quando si parla di bimbi e genitori di tutte le epoche e luoghi.
Ci si può scervellare quanto si vuole alla ricerca di cause, metodi e soluzioni, mentre è altrove che avviene ciò che veramente fa la differenza nelle nostre vite ed in quelle degli altri.
Hai divagato molto e mi sono persa , c'entrava con quello che ho detto io?!
No va beh, sono seria ora, condivido in parte quello che dici, pero'
Sono episodi diversi, possono essere annoverati piu' sotto la categoria "disattenzioni". Lasciare un figlio in macchina a 40 gradi all'ombra per tutto l'orario dell'ufficio e' impensabile, e c'e' qualcosa sotto, anche perche' che come dici tu
Puo' darsi, ma questo va oltre il nostro scibile, ipotesi romantica e affascinante, ma io opto piu' per gli artigli del cattivone di turno che manovrano gli schiavi ignari, poi questo non toglie nulla alla tua tesi karmica, possono coesistere entrambi
triste ma vero, c'e' gente che si dimentica i figli, ma non il cellulare
No che non ti sei persa : i due aspetti sono intimamente intrecciati.
Per ottenere una certa esperienza si possono usare diversi strumenti.
Ce l'avrai un'amica disperata che si lamenta di incontrare sempre lo stesso tipo di uomini, o che le sue storie si ripetono nelle dinamiche seppur con persone diverse?
Bisogna essere in due : lei che ha voluto fare questa scelta (ma per quanto ne sa, inconsapevolmente), e "loro" che fanno in modo di mandargli quelli che poi incontra affinché lei faccia l'esperienza che ha voluto, e contemporaneamente trarne svariati profitti su altri aspetti.
Il pollo è soddisfatto del becchime che gli lancio, mentre in cucina riscaldo il forno e taglio le patate
Assolutamente NO! Lascia che il pensiero crei il tuo recinto, e ci rimarrai per sempre dentro.
Bella, hai ragione questa me la rivendo
Intendevo lo scibile col bollino approvato dalla $ceenzah, il mio di scibile va al di la' del bene e del male l'ho sparata grossa
Creiamo una nuova categoria: i perdonatori.
Il perdonatore è quello che trova giustificazioni e scusanti per ogni comportamento altrui, nell'ottica di un buonismo sociale condiviso e sotto l'egida di un amore universale permeante.
Sarebbe anche una cosa molto cristiana, veramente meritevole.
Se non fosse viziata da un bug di fondo, che traspare anche dai commenti: io perdono, perché anch'io posso sbagliare e, se sbagliassi, vorrei essere perdonato/a.
Allora, il perdonatore perde un tantino dell'elevato fascino francescano, per livellarsi al ribasso con quello, più prosaico, dell'opportunismo.
Da questo all'ipocrisìa ostentata, il passo è breve.
dimentichi gli etichettatori, cioè quelli che fanno di un erba un fascio, proprio come te.
Non è detto che un buonista*, o un perdonatore, sia per forza come lo definisci tu.
In primis credo che un *suo ipotetico motto sia " se faccio qualcosa non mi devo aspettare che
l'altro contraccambi o faccia lo stesso".
Ma questo lo penso io che mi son sentito tirato in causa
Quoto in pieno il tuo articolo Uhura, grazie di questa ennesima perla
Namaste
Grazie infinite!
Namaste