Ieri doveva essere il d-day, con la convergenza su Roma di decine di migliaia di italiani, che grazie alla loro presenza in piazza avrebbero dato la spallata finale alle restrizioni rappresentate dal greenpass.
Invece si sono viste si e no duecento persone che si guardavano intorno, infreddolite, domandandosi se per caso avessero sbagliato indirizzo. Oppure se avessero sbagliato giorno.
Invece l’indirizzo e il giorno erano giusti: hanno solo sbagliato nazione. Nel senso che evidentemente erano convinte di far parte di un popolo che sa riconoscere i problemi collettivi, e capisce quando è il momento di darsi una mossa tutti insieme, prima che questi problemi diventino permanenti. Faceva male vedere due pensionati del nord, che dicevano “abbiamo fatto mille chilometri per venire fin qui, ma non c’è nessuno”.
E' come se si avvertisse un sadico piacere nella decisione del Governo Draghi di rendere illimitata la durata del green pass, ma solo per chi ha fatto tre dosi di farmaco. Lo abbiamo detto, non vi è nulla di scientifico, nè sanitario che sottende a tale decisione. Lo dimostra in modo plastico che questa durata sine die del lasciapassare non viene concessa ai guariti che non si sono fatti inoculare il prodotto Pfizer o Moderna, J&J o Astrazeneca almeno due volte. A loro no, perchè il braccio non la hanno porto.
Ed è questo sadismo, questa ferocia accolta con giubilo da una fetta di popolazione che fa paura. Il concetto è chiaro: 'noi abbiamo rischiato' (perchè molti al di là della tanto sbandierata sicurezza del farmaco anti Covid ragionano così) e 'adesso devi rischiare anche tu, altrimenti non è giusto'.
Un ragionamento che rispecchia il Male di una società. La giustizia ora non sta nel fare scelte personali che si ritengono sagge, ma nell'imporre a tutti le stesse scelte, una sorta di 'mal comune mezzo gaudio' rispolverato in salsa sanitaria.
Un Paese così fa paura, sì.
Mettiamoci nei panni di chi gestisce dall’alto l’ “emergenza covid”, ovvero di coloro che vogliono sfruttare il covid per arrivare ad instaurare il greenpass permanente, come sistema universale di controllo della popolazione.
Ebbene, dal loro punto di vista, sta per presentarsi un problema non da poco: con la “pandemia” destinata inevitabilmente ad affievolirsi, diventerà sempre più difficile trovare delle scuse per mantenere attivo il greenpass.
Inoltre, il fatto che i greenpass stessi andranno man mano a scadere, significa che sempre più persone, con il passare del tempo, rifiuteranno di rinnovare l’ennesima vaccinazione, e quindi diventerà sempre più difficile mantenere il greenpass come misura permanente.
E senza quello strumento, come sappiamo, il Grande Reset va a farsi benedire.
I soldi delle tasse servono anche a finanziare i mezzi pubblici: autobus, tram, treni, traghetti. Perchè un cittadino a cui è impedito di usare i mezzi pubblici dovrebbe pagare quella porzione di tasse?
I soldi delle tasse servono anche a pagare lo stipendio dei parlamentari. Perchè un cittadino dovrebbe pagare lo stipendio a dei parlamentari che gli impediscono di andare a lavorare, violando l’articolo 4 della costituzione?
I soldi delle tasse servono anche a finanziare la RAI, che dovrebbe svolgere il compito di servizio pubblico pluralistico. Perchè un cittadino la cui voce non è rappresentata dal servizio pubblico dovrebbe continuare a pagare le tasse per finanziare la RAI?
I soldi delle tasse servono anche a finanziare lo spettacolo. Perchè il cittadino dovrebbe pagare le tasse, se non ha il diritto di andare al cinema o a teatro?
È passato esattamente un anno dal “glorioso” V-Day, il giorno in cui sono iniziate le vaccinazioni di massa in Italia. Quelle famose vaccinazioni che “entro l’estate ci permetteranno di sconfiggere il covid e di tornare alla normalità”.
Invece siamo a dicembre, il covid non è affatto stato sconfitto, e la normalità ormai non ci ricordiamo nemmeno che cosa sia.
Durante questi 12 mesi abbiamo visto cambiare la narrazione ufficiale sul vaccino in maniera imbarazzante: Il vaccino immunizza al 94% ed è per sempre. No anzi, immunizza al 70%, ma ci vogliono due dosi. No scusate, immunizza poco più del 50%. In realtà solo il 39%, quindi ci vuole la terza dose; e poi la quarta e la quinta. In verità il vaccino non immunizza, ma riduce il contagio. Non riduce il contagio, ma almeno non ti ammali. Ti ammali, ma non finisci intubato. Finisci intubato, ma non muori. OK, puoi anche morire, ma molto meno di prima.
Il prolungamento dello stato di emergenza al 31 marzo non ha provocato nessuna polemica particolare, né a livello politico né a livello popolare.
È come se il popolo italiano si fosse ormai rassegnato a subire sistematicamente i diktat che arrivano dal nostro commissario europeo travestito da primo ministro. Gli indignati - la minoranza - continueranno ad essere sempre più indignati, mentre la maggioranza di pecore belanti ormai inghiotte qualunque boccone senza fiatare. E tutto in nome di quella libertà conquistata che in realtà non è altro che libertà sottratta ad altri.
Chiacchierata a ruota libera con Corrado Malanga su cosmogenesi e antropogenesi, coscienza e libero arbitrio, con riferimenti all’attuale momento storico e sociale.
Dal Telegraph di Londra riprendiamo questo articolo
di Jonathan Sumption
L’assenza di scrupoli morali nel perseguire ciò che viene ritenuto “il bene comune”, è il primo sintomo del totalitarismo.
Ovunque in Europa, le norme più elementari della società civile stanno venendo rimpiazzate dal panico, con i non vaccinati che vengono esclusi da una gamma sempre più ampia di diritti fondamentali. L’Austria li ha criminalizzati. L’Italia gli impedisce di andare a lavorare. La polizia olandese ha sparato sui dimostranti, ferendone seriamente alcuni. Stiamo assistendo all’impazzimento di politici terrorizzati, che non riescono ad accettare il fatto di essere impotenti di fronte ad un fenomeno naturale.
Se il lockdown, le chiusure forzate e altre drastiche contromisure funzionano, perché mai questi paesi si trovano già alla quinta ondata della pandemia e al terzo o quarto lockdown? Quanto ci vorrà ancora prima che riconosciamo che queste misure non fanno altro che posticipare la durata dell’infezione al periodo successivo?
di Zory Petzova
“Ci troviamo all’interno di un doppio esperimento. Il primo è un esperimento farmacologico. Su questo ci sono pochi dubbi, se persino un dirigente della Bayer qualche giorno fa ha candidamente ammesso che senza la Pandemia sarebbe stato impossibile fare accettare alla popolazione l’inoculazione di terapie geniche di nuova generazione. Il secondo esperimento è di ingegneria sociale e consiste nel valutare la soglia massima di sopportazione della popolazione rispetto alla compressione della libertà (necessaria per avvicinarci al modello di società cinese che risulta più competitivo economicamente). Dunque, quando finirà l’esperimento? Quando si raggiungerà la soglia massima, il punto di rottura. Ne consegue che tanto più la popolazione sopporterà, tanto più l’esperimento verrà prolungato.” (Marco Pelizza, giornalista)
E’ difficile stabilire quante siano le idee sbagliate che stanno dietro alla disgustosa “campagna” mediatica comparsa oggi sulla pagina facebook di Parent Project aps (“L'organizzazione di pazienti e genitori di figli con distrofia muscolare di Duchenne e Becker”).
La pagina infatti utilizza dei veri testimonial portatori di handicap, i quali si dichiarano relativamente contenti della propria condizione, perchè “poteva andarmi peggio, potevo nascere no-vax [o ‘complottista’, oppure ’negazionista’]”.
Come dicevo, l’orrore mentale di fronte a questa campagna è tale che risulta difficile iniziare a ragionarci sopra.
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