È passato esattamente un anno dal “glorioso” V-Day, il giorno in cui sono iniziate le vaccinazioni di massa in Italia. Quelle famose vaccinazioni che “entro l’estate ci permetteranno di sconfiggere il covid e di tornare alla normalità”.
Invece siamo a dicembre, il covid non è affatto stato sconfitto, e la normalità ormai non ci ricordiamo nemmeno che cosa sia.
Durante questi 12 mesi abbiamo visto cambiare la narrazione ufficiale sul vaccino in maniera imbarazzante: Il vaccino immunizza al 94% ed è per sempre. No anzi, immunizza al 70%, ma ci vogliono due dosi. No scusate, immunizza poco più del 50%. In realtà solo il 39%, quindi ci vuole la terza dose; e poi la quarta e la quinta. In verità il vaccino non immunizza, ma riduce il contagio. Non riduce il contagio, ma almeno non ti ammali. Ti ammali, ma non finisci intubato. Finisci intubato, ma non muori. OK, puoi anche morire, ma molto meno di prima.
Il prolungamento dello stato di emergenza al 31 marzo non ha provocato nessuna polemica particolare, né a livello politico né a livello popolare.
È come se il popolo italiano si fosse ormai rassegnato a subire sistematicamente i diktat che arrivano dal nostro commissario europeo travestito da primo ministro. Gli indignati - la minoranza - continueranno ad essere sempre più indignati, mentre la maggioranza di pecore belanti ormai inghiotte qualunque boccone senza fiatare. E tutto in nome di quella libertà conquistata che in realtà non è altro che libertà sottratta ad altri.
Chiacchierata a ruota libera con Corrado Malanga su cosmogenesi e antropogenesi, coscienza e libero arbitrio, con riferimenti all’attuale momento storico e sociale.
Dal Telegraph di Londra riprendiamo questo articolo
di Jonathan Sumption
L’assenza di scrupoli morali nel perseguire ciò che viene ritenuto “il bene comune”, è il primo sintomo del totalitarismo.
Ovunque in Europa, le norme più elementari della società civile stanno venendo rimpiazzate dal panico, con i non vaccinati che vengono esclusi da una gamma sempre più ampia di diritti fondamentali. L’Austria li ha criminalizzati. L’Italia gli impedisce di andare a lavorare. La polizia olandese ha sparato sui dimostranti, ferendone seriamente alcuni. Stiamo assistendo all’impazzimento di politici terrorizzati, che non riescono ad accettare il fatto di essere impotenti di fronte ad un fenomeno naturale.
Se il lockdown, le chiusure forzate e altre drastiche contromisure funzionano, perché mai questi paesi si trovano già alla quinta ondata della pandemia e al terzo o quarto lockdown? Quanto ci vorrà ancora prima che riconosciamo che queste misure non fanno altro che posticipare la durata dell’infezione al periodo successivo?
di Zory Petzova
“Ci troviamo all’interno di un doppio esperimento. Il primo è un esperimento farmacologico. Su questo ci sono pochi dubbi, se persino un dirigente della Bayer qualche giorno fa ha candidamente ammesso che senza la Pandemia sarebbe stato impossibile fare accettare alla popolazione l’inoculazione di terapie geniche di nuova generazione. Il secondo esperimento è di ingegneria sociale e consiste nel valutare la soglia massima di sopportazione della popolazione rispetto alla compressione della libertà (necessaria per avvicinarci al modello di società cinese che risulta più competitivo economicamente). Dunque, quando finirà l’esperimento? Quando si raggiungerà la soglia massima, il punto di rottura. Ne consegue che tanto più la popolazione sopporterà, tanto più l’esperimento verrà prolungato.” (Marco Pelizza, giornalista)
E’ difficile stabilire quante siano le idee sbagliate che stanno dietro alla disgustosa “campagna” mediatica comparsa oggi sulla pagina facebook di Parent Project aps (“L'organizzazione di pazienti e genitori di figli con distrofia muscolare di Duchenne e Becker”).
La pagina infatti utilizza dei veri testimonial portatori di handicap, i quali si dichiarano relativamente contenti della propria condizione, perchè “poteva andarmi peggio, potevo nascere no-vax [o ‘complottista’, oppure ’negazionista’]”.
Come dicevo, l’orrore mentale di fronte a questa campagna è tale che risulta difficile iniziare a ragionarci sopra.
Siamo tutti ammutoliti, in questo momento. Siamo come uomini raccolti in una caverna, abbracciati l'uno all'altro, che attendono sconcertati e impotenti l’evolversi della tempesta là fuori. Cosa succederà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane? Ci sarà finalmente un pò di sereno, o si scateneranno le furie del cielo, con tonnellate di acqua e di vento che si riverseranno su di noi?
Il nostro sconcerto dipende da un fatto molto semplice: l’impossibilità di controllare gli eventi.
Esattamente come l’uomo è impotente di fronte alle forze della natura, così noi siamo impotenti di fronte alla perdita di raziocinio della maggioranza dei nostri concittadini. L’uragano mentale del covid ha spazzato dalle menti dei più deboli ogni residua capacità di ragionare. La paura ha preso il sopravvento sulla logica, e come tutte le greggi impaurite, la popolazione si è andata a rifugiare proprio nella tana che il padrone le aveva preparato: quella della sottomissione incondizionata.
di Claudio Martinotti Doria
Oggi ho avuto una visione.
Era l’autunno dell’anno 2023, l’ho rilevato dall’immagine di un calendario segnato dentro un’abitazione. Nel Monferrato Casalese dove vivo, in aperta campagna e nei villaggi alcune famiglie vivevano trincerate in casa, con i confini perimetrali rinforzati da alte recinzioni, palizzate e filo spinato, le sbarre alle finestre. La maggioranza delle case apparivano vuote, abbandonate e depredate, come fossero passati dei vandali o degli sciacalli. Il degrado e il senso di morte aleggiavano ovunque mi spostassi nel mio viaggio eterico o sciamanico che dir si voglia.
Orde di zombies si aggiravano per le strade cittadine e in piccoli gruppi anche nei villaggi. Potevo percepire i pensieri dei sopravvissuti ancora vivi e vegeti, rifugiati nelle loro case, intimiditi e in molti senza possibilità di difesa, essendo privi di armi adeguate. Temevano per la loro vita e quella dei loro cari, perché era sempre più difficile reperire del cibo, se non tramite sortite, le quali divenivano sempre più pericolose, soprattutto essendo privi di armi da fuoco e capacità difensive.
Riccardo Muti ha pubblicato questa sua lettera sul Corriere della Sera.
Ottant'anni a breve e mi sono stancato della vita. È un mondo in cui non mi riconosco più. E siccome non posso pretendere che il mondo si adatti a me, preferisco togliermi di mezzo... come nel Falstaff, 'tutto declina'.
Ho avuto la fortuna di crescere negli anni 50, di frequentare il liceo di Molfetta dove aveva studiato Salvemini, con professori non severi, severissimi... Rimpiango la serietà.
Rimpiango lo spirito con cui Federico II fece scolpire sulla porta di Capua, sotto il busto di Pier delle Vigne e di Taddeo da Sessa, il motto: 'Intrent securi qui quaerunt vivere puri' (Entrino sicuri coloro che intendono vivere onestamente). Questa è la politica dell’immigrazione e dell’integrazione che servirebbe...
Un amico mi ha mandato questa bella citazione di Satyananda Saraswati, uno yogi vissuto nel secolo scorso. Mi sembra che si adatti perfettamente alla situazione attuale, nella quale una buona parte dell’umanità sta scegliendo volontariamente di rinunciare a tutto ciò di bello che aveva, per entrare in una buia fase di sofferenza della propria esistenza.
AIUTA SOLTANTO CHI TE LO CHIEDE
Non ti intromettere mai nella sofferenza altrui.
L’uomo deve stancarsi di se stesso e bere fino in fondo la coppa di veleno che gli spetta.
Non essere presuntuoso e non sperare di poter aiutare tutti, è possibile aiutare soltanto chi è pronto ad accettare l’aiuto.
Leggi tutto: Un anno di bugie