di Federico Giovannini
Molto spesso alle conferenze di coloro che cercano di darci una visione (aimè sovente sconfortante) del mondo, nei luoghi anche virtuali dove si dibatte dei problemi del nostro sociale, rivolgiamo sempre la solita domanda: Cosa fare? (in questo scenario, in questa situazione, ecc.).
Attualmente una delle risposte più sensate è quella della difesa del proprio territorio. Giulietto Chiesa prendeva come emblematica la difesa dei valsusini del loro territorio contro quell’opera devastante per loro terra che è la TAV. Man mano, grazie anche ai contribuiti di altri autori, si è capito che “il territorio” deve essere considerato in senso allargato e quindi il territorio diventa un concetto più esteso rispetto alla semplice idea di luogo fisico e si parla quindi della difesa della salute, la difesa dei propri pensieri (e quindi dell’istruzione) e della difesa anche di quella che è la nostra esistenza in uno spazio tutto nuovo e privo ancora di regole minimamente eque e democratiche che è il cyberspazio.
Solo per definire quello che è un concetto ancora poco messo a fuoco: il fatto che passiamo buona parte del nostro tempo a scrivere, mandare foto, relazionarci, lavorare sulla rete internet automaticamente rende tale “luogo” un posto da difendere dagli attacchi ormai sempre meno sottili e sempre più brutali del “sistema” (spesso viene definito così questa dittatura dell’élite dominanti che ormai domina incontrastata il mondo).
La difesa del territorio tuttavia, anche in senso lato, non è sufficiente a delineare con chiarezza la linea di condotta necessaria, occorre approfondire il “perché” e il “come”, in quanto non sono affatto cose scontate.
Cosa significa esattamente “difendere” il proprio territorio reale o virtuale che sia? Difendere la propria salute? Difendere i propri pensieri?
Difendere questi luoghi consiste nel esercitare la propria sovranità e non quella dell’autorità oggi rappresentata da un sistema neoliberista con a capo i così detti (per brevità) “padroni universali” (o più ironicamente “padroni del vapore”). Il libero arbitrio, di biblica memoria, altro non è che l’esercizio della sovranità che può anche essere chiamato “autodeterminazione”.
Quindi si comincia a delineare con più chiarezza che questa “difesa del territorio” in realtà si potrebbe più chiaramente intendere come l’esercizio della propria sovranità, ovvero anche come l’esercizio del libero arbitrio. Se si rinuncia a tale esercizio e si lascia che anche il proprio mondo vada come dice qualcun altro tanto vale mettersi comodi, prendere la pillola blu e godersi da spettatori passivi questa vita che guarda caso somiglia sempre di più a un programma televisivo. È una scelta anche questa, e nessuno può compierla per nessun altro. Il problema che ci si pone oggi è che molti hanno scelto invece la pillola rossa ma non sanno cosa fare, né tantomeno come farlo e alternano stati depressivi e atteggiamenti rinunciatari.
Siamo quindi giunti al compimento di una prima scelta che non può che essere individuale: chi decide per la nostra salute? Chi decide per la nostra casa? Chi decide per il nostro spazio virtuale? Chi decide per la nostra nazione? Se la risposta a queste domande è che lo decidiamo noi stessi, abbiamo già risposto alla prima di queste domande, da questo momento in poi occorre prendersi la responsabilità di quello che significa l’esercizio del nostro libero arbitrio che applicato a un territorio diventa l’esercizio della nostra sovranità.
Una volta scelta la strada della sovranità occorre capire che tale via non si può percorrere senza la “responsabilità” e qui cominciano ad arrivare i dolori. Se si vuole essere responsabili per la propria salute facilmente si capisce che bisogna informarsi prima di affidarsi (quello che fanno tutti i genitori freevax) ed essere disposti a far valere le proprie scelte a ogni costo. Ma per tutte le altre forme di sovranità come fare? Sono praticamente tutti argomenti più grandi del singolo di fronte ai quali da soli non possiamo fare nulla. Come difendere il proprio spazio web che è in mano a giganti privati? Come difendere i propri pensieri, inteso nel senso dell’istruzione, quando la scuola e le università sono in mano ai padroni del vapore che ne dispongono a loro piacimento? Come difendere la propria nazione (parlo in particolare dell’Italia visto che è la mia patria ma il discorso vale per qualunque altra) quando è all’interno di un territorio ancora più grande controllato dai soli noti?
Siamo di fronte a un secondo dilemma, una seconda scelta che arrivati a questo punto è una scelta praticamente obbligata come suggerisce Mauro Scardovelli.
Fino ad oggi l’uomo ha vissuto nel paradigma della competizione e dell’antagonismo. Il neoliberismo è la massima espressione dell’ideologia portante di questo modo di vivere. “Mors tua vita mea” è un concetto che risale alla notte dei tempi ma altrettanto da sempre gli uomini sanno che per realizzare grandi progetti si sono dovuti unire, hanno dovuto cooperare. Tuttavia, Intriso di competizione e antagonismo fino al midollo l’umanità ha sempre inteso questa cooperazione “contro” qualcuno, si è unito in pratica per fare fuori un nemico comune. Anche le rivoluzioni più “giuste” si sono unite sotto la bandiera del “contro”. Tra una guerra e un'altra l’uomo ha costruito grandi cose e portato a compimento grandi imprese tutte sempre frutto della cooperazione e collaborazione tra le persone. Di questa cosa l’uomo non è molto consapevole e usa questo strumento potentissimo sovente, potremmo dire, solo per far danni a qualcun altro.
Nel momento in cui siamo tutti su un territorio, per difenderlo, viene da sé che dobbiamo collaborare e cooperare e non combatterci a vicenda competendo gli uni con gli altri nel paradigma neoliberista del “libero mercato”. Se c’è una cosa senza senso che fa l’uomo (praticamente da malato psichiatrico) è quella di competere per dei pezzi di carta che vengono stampati dall’uomo stesso. Una volta compreso che la competizione e l’antagonismo sono le strutture portanti di questo sistema sociale non vi è che solo una e una sola risposta al “come” esercitare la nostra sovranità: collaborare e cooperare sono i modelli pensiero che dobbiamo adottare al posto di quelli di competizione ed antagonismo.
Quindi domandiamoci ancora una volta: “cosa fare”?
In forza di tutto il ragionamento fin qui esposto la risposta sintetica è guarda caso da ricercare nell’articolo 1 della costituzione italiana che recita:” La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Occorre quindi scegliere di esercitare il libero arbitrio (sovranità) per le scelte di territorio personale (il proprio corpo) e non lasciarlo ad altri. Occorre cooperare con gli altri di noi per esercitare insieme questa sovranità per i territori in comune, sovvertendo il paradigma della “competizione” sostituendolo una volta per tutte con quello della “collaborazione” che non sia “contro” qualcuno ma che sia “a favore” di un comune obbiettivo. La parte più difficile di questo processo inizia da noi stessi, ovvero dal sostituire dalla nostra mente, e forse ancora di più dal nostro cuore, quei modelli perniciosi di antagonismo e competizione che contraddistinguono il modello attuale di comportamento sociale detto “neoliberista” con quelli di collaborazione e cooperazione necessari per un mondo nuovo. Occorre farsi portatori in prima persona di questo esempio nel mondo, perché di gente che parla bene e razzola male ne è pieno il mondo visto che è una tecnica molto diffusa per infinocchiare il prossimo.
Occorre un nuovo umanesimo per dirla come la mette Marco Guzzi.
Claudio Messora con Byoblu, Mauro Scardovelli con Unialeph e tanti altri stanno remando della direzione dell’aggregazione e della cooperazione tra individui. Diversi altri autori insieme a loro si prodigano per un’informazione alternativa che si sta facendo carico dell’immane sforzo di denunciare le menzogne del mainstream, che quotidianamente si preoccupa solo di fare propaganda neoliberista invece di fare il lavoro per cui era stato concepito, per difendere così la possibilità di noi tutti ad avere un pensiero critico e non appiattito e stereotipato.
È imperativo comprendere che non siamo soli, occorre riallacciare i rapporti umani diretti, ricostituire quel tessuto sociale dal basso indispensabile per coordinare gli sforzi comuni, per compattarci e coordinarci. Solo in questo modo potremmo attuare tutti quei pensieri, quelle decisioni e quei rimedi che serviranno a realizzare il nostro libero arbitrio e la nostra sovranità attraverso un nuovo modello di comportamento che sarà non solo un inizio, ma anche l’esempio da trasmettere agli altri così da far diventare la cooperazione e la solidarietà, prima dei valori, e poi dei concreti strumenti realmente rivoluzionari.
Un sistema formativo che spinge alla competizione fin da piccoli.
Il modello collaborativo potrà essere messo in atto solo quando si cambierà la scala dei valori nel modello economico e cioè quando il mio prossimo sarà, come di fatto è, considerato una risorsa preziosa e indispensabile, il valore che oggi noi diamo invece a dei pezzi di carta, e non un'ostacolo alla realizzazione personale.
Attualmente si crede, per miopia prospettica, il contrario, anche perchè si pensa di vivere in un mondo in cui non ci sono sufficienti risorse per tutti, e quando dico risorse intendo nel senso più generale possibile. Nella scarsità, che sia reale o percepita, non c'è altro modello possibile che quello competitivo del mors tua vita mea. E poichè il mercato prospera con il concetto di scarsità...non se ne esce.
La percezione di modelli win-win è pressochè inesistente.
L'unica soluzione, realisticamente parlando è la crisi pesante di questo sistema, e per crisi pesante intendo che si ferma tutto.
Nel frattempo non succederà nulla a parte scontri civili più o meno importanti sparsi un pò qui un pò là, oltre alle numerose, interminabili discussioni sulla rete, anche quelle ormai diventate un business sempre meglio integrato nel sistema e ormai parte del quadretto complessivo.
Purtroppo sono arrivato alla stessa conclusione.
Gli italiani, in particolare, danno il meglio solo dopo una catastrofe.
Riconosco all'autore dell'articolo, un impegno lodevole.
Io stesso non mi arrendo all'evidenza, nell'illusione di sbagliarmi.
eccolo qua di seguito lo schema dell’attuale modello collaborativo:
smettila di pensare per tuo conto; adeguati, rilassati, chi pensa per te già c'è
la verità è una → evviva il pensiero, il pensiero è bello, il pensiero è unico → pensare in proprio è uno spreco; bisogna collaborare!
viceversa, se ciascuno pensasse in proprio, poi ciascuno troverebbe proprie verità …
poi vi dividereste, sprecando il bene comune, per ottenere solamente divisione ed inutili ciance
pertanto,
non dividiamoci … rimaniamo uniti … lasciate fate a noi, espertissimi padroni del vapore
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non esistono formulette risolutive; non ne esistono di semplici e probabilmente neppure di molto complicate
nel campo del pensiero servono sia la competizione che la collaborazione
in fin dei conti, sappiamo solamente di non sapere
tutto il resto è scommessa, e validazione a consuntivo
ciò che a mio parere è importante è sapere scommettere in proprio:
non dover necessariamente accettare di giocare scommesse imposteci da altri
ad esempio, un caso concreto:
quale scommessa 'giocare' sulla questione CO2?
a mio parere trattasi di clamorosa fuffa; il cui principale scopo è imporre ulteriore e ancor più devastante obsolescenza programmata
ovviamente, però, non posso esserne certo
ciò che mi induce a ritenerla fuffa (e truffa) è l’inconsistenza delle argomentazioni, a fronte dell’evidentissima consistenza di un enorme apparato di propaganda
(ogni occasione è buona, per infilarci dentro la tesi della certezza del ‘cambiamento climatico’; mai però la presentazione di almeno qualche dato a corredo della tesi (della fuffa propagandata); l’inconsistenza della tesi CO2 è più che clamorosa!)
eppure anche nel caso della CO2 tutto infine si riduce ad una scelta personale, sulla scommessa su cui poter/dover puntare:
1) la scommessa del pensiero unico?
2) oppure la scommessa di chi di queste ricorrenti fregature fin troppo oramai ne ha le palle piene?
insomma, a mio parere, la principale questione non starebbe nel contrapporsi al pensiero unico imperante, proponendo un qualche tipo di pensiero unico alternativo e sostitutivo
ritornando all’esempio della questione CO2
opporsi al pensiero unico sulla CO2 per ottenere soltanto di scatenare futile liti sulla questione di quale sarebbe la soluzione alternativa su cui dovremmo tutti convergere, sarebbe come darsi la zappa sui piedi
già una conquista a mio parere sarebbe ottenere il minimo sindacale:
libero pensiero per tutti e un ambiente di confronto civile
Non si può però aspettare che si compia interamente la Rivoluzione Interiore per procedere poi a modificare il mondo esterno, i due cammini devono procedere necessariamente di conserva. Commentavamo a cosa servano le manifestazioni di piazza. A cementare quest’unione che deve però precedere e seguire il movimento di Piazza.
Se non si rimane uniti e determinati, tutti i tentativi (inclusi quelli della Piazza) rimarranno rivolte e non rivoluzioni. E c'è una bella differenza fra le due.
Ricordandosi che, metaforicamente parlando, tutti abbiamo una corona in testa , forse si potrebbe iniziare da piccole cose . Provare a dismettere gli abiti della competizione e dell’ l’antagonismo che sono diventati una seconda natura, per indossare quelli della cooperazione e della condivisione. Frequentare persone che abbiano gli stessi desideri di condivisione può indubbiamente favorire e rafforzare la determinazione a proseguire. Concordo. Sento di voler e dover accogliere questo appello all’unione che bisognerebbe iniziare a praticare dal basso. Dal molto basso.
Essere in qualche modo cooperativi nel quotidiano. In famiglia, nel proprio condominio, oppure sul luogo di lavoro, con le persone con le quali pensiamo di andare meno d’accordo. Perché ho scoperto che con un po’ di umiltà e buona volontà una chiave di accesso alle persone si trova quasi sempre. Ed anche noi, se ci sentiamo accolti, diventiamo subito più disponibili. Siamo competitivi perché “cattivi” nel senso etimologico della parola, prigionieri. Soprattutto prigionieri della falsa credenza che non abbiamo il potere di cambiare nulla. Questa è una seducente menzogna che favorisce la nostra ignavia. Ci sgrava ognuno da un lavoro che non è né facile né leggero. Ma che nel proseguire può diventare anche molto piacevole e portare risultati inattesi.
Possiamo accettare un fallimento ma non dovremmo accettare di non provarci nemmeno (non è mia ma di Michael Jordan). e dopo un eventuale fallimento ricominciare.
Mi rendo conto che sembro un’idealista (suono invasata alle mie stesse orecchie) ma posso solo argomentare che la collaborazione e la cooperazione mi sembrano l’unica strada percorribile. I modelli adottati finora non mi pare abbiano funzionato granché. Ci vuole una nuova paideia che ci rieduchi concretamente a valori che abbiamo dimenticato o trascurato per troppo tempo.
questa è la propaganda che racconta queste scemenze
se non si distingui tra cooperazione e lasciar fare o tra collaborazione e obbedienza hai qualcosa da rivedere tra l'attribuzione delle parole e il loro significato
chi lo ha detto di smetterla di pensare per proprio conto? tu e il modello del neoliberismo, nel quale, siccome c'è competizione e antagonismo
chiunque la pensi diversamente diventa un nemico/ostacolo
nel modello della cooperazione e collaborazione se pensi diversamente sei una ricchezza/risorsa in più
vero, ci sarebbe da chiedersi come mai
l'annoso problema della gente di sinistra-quella vera- in italia
io la risposta ormai l'ho capita
vero, infatti tocca fare un sforzo notevole per cambiare
a mio avviso nella costituzione c'è già traccia del vero valore che dovremmo avere : il lavoro.
non i soldi ma proprio il la lavoro.
e tocca svegliare le persone perché il denaro non sono altro che pezzi di carta o ancora meno ( bit in dei computer)
non è vero in realtà
non è la scaristà in se stessa a far adottare il mors tua vita mea
in molte comunità marinare povere spesso si è molto solidali, perché?
perché si ha un "nemico" comune (il mare) che è anche contemporaneamente l'unica fonte di sostentamento.
in questo caso ci si unisce "a favore" (del bene comune della pesca) e non "contro"
per il resto ci si unisce contro e si fanno le guerre
c'è il rischio che arrivati a questo punto la crisi che paventi si trasformi in un estinzione di massa
francamente se si potesse evitare....
con il proporre come soluzione, quello che è a tutti gli effetti il fulcro del problema.
Lui vorrebbe una società armoniosa e collaborativa, composta da bravi guaglioni che collaborano
e si vogliono bene, difendono i propri diritti, rispettosi delle regole, laboriosi, consci del proprio ruolo,
pronti a difendersi per mantenere la propria sovranità e le cose che possiede.
Praticamente questi sono i fondamenti che ci hanno fatti diventare quello che siamo.
Più che un nuovo inizio, a me pare l'inizio di prima 2.0.
Qualcosa non ha funzionato?
Mi pare evidente, e allo steso tempo mi chiedo per quale motivo questo nuovo inizio 2.0 dovrebbe funzionare.
Come qualche volta mi sembra di ricordare già aver detto, il vero problema qui è la civiltà.
Tutto quello che è frutto di questa civiltà, non potrà mai essere la soluzione al problema, e se non si spezzerà
qualcosa, temo che l'estinzione paventata poco sopra, sarà purtroppo(o per fortuna) inevitabile.
Penso anche che, se qualche speranza di salvarci c'è, la troveremo con qualche nuova scoperta scientifica o tecnologica e con l'evoluzione del pensiero umano.
Non di certo con l'utilizzo di strumenti e concezioni del secolo scorso.
Informarsi
Mantenere la calma
Ragionare e far ragionare gli altri (se è possibile)
L'élite è costretta a sostenere il sistema. Un sistema marcio sempre più vicino al collasso.
Il signor Mentana è passato da essere un leccaculo ad essere un complice, non può cambiare la sua posizione.
La sua sorte sarà la stessa dell'élite.
Finché l'élite continuerà ad arricchirsi, anche lui continuerà ad arricchirsi.
Finché l'élite avrà consenso, anche lui avrà consenso.
Quando l'élite non avrà più consenso, ma userà la forza sul popolo, anche lui sarà tra gli oppressori.
Fino a quando?
Boh. Non ne ho la più pallida idea però è certo che questi signori si meritano tutto quello che rubano perché anche se non se ne accorgono, stanno rischiando che la loro testa rotoli nelle piazze.
Dopodiché non arriverà il Paradiso, ma arriverà l'inferno.
Cosa ci sarà dopo l'inferno non mi è chiaro, ma non so neanche se ci arrivo.
Chi vuole la rivolta, un giorno vorrà la pace e non è detto che i nuovi leader siano migliori degli attuali.
L'élite fa paura, ma anche la massa impazzita non scherza
Putin ha preso il potere promettendo ad Eltsin un passaggio morbido.
Vediamo se Putin e Xi Jinping saranno in grado di lasciare i propri Paesi nella stabilità sociale e se l'elite occidentale riuscirà ad accettare il cambiamento o se muoverà il culo solo tramite una rivoluzione
E stilare la lista dei collaborazionisti e dei complici, perchè poi cercheranno di mischiarsi alla folla inferocita.
Non solo in Italia, l'Italia non conta niente.
Al momento non vedo assolutamente niente del genere, secondo me non perché non ce lo permettono, ma perché "i ribelli" hanno una massa critica troppo piccola.
Bisognerebbe costituire un LC europeo.
Finchè le sommosse saranno nazionali, saranno poco penetranti.
Ho visto i tedeschi che protestavano contro l'obbligo vaccinale ed alcuni di Comilva erano là.
Sicuramente riuscire a concentrarsi tutti in un punto avrebbe un impatto notevole.
Però siamo sempre troppo pochi.
Anche un'eventuale shock economico negativo (molto probabile) non so se farebbe aumentare notevolmente i ragionevoli, probabilmente farebbe solo esplodere il numero di incazzati.
Ma con la rabbia si può solo distruggere
sono giorni in cui io la vedo sempre più nera;
la sostanza del mio intervento era per dire che, dati i tempi grami, già il minimo sindacale io lo considererei una importante conquista
la parte introduttiva voleva essere paradossale; il fatto è che, oggigiorno, in questo sistema così detto liberale/liberista, proprio la libertà di pensiero e di critica è ciò di cui io maggiormente sento la mancanza
a quanto pare, tu ed altri preferite invece volare alto
se i vostri sogni possano aiutarvi a distrarvi, fate pure (certamente non sarò io ad ostacolarvi)
credo che la principale divergenza fra te e me stia nel fatto che io sto diventando estremamente pessimista
in particolare, non credo nella possibilità di poter in qualche modo contribuire concretamente contro l’andazzo generale (vedi gilet jaune); al massimo potremmo forse essere d’aiuto al nostro prossimo contribuendo a mantenere viva una tenue fiammella, alimentata da libero pensiero e sano atteggiamento critico (anche contribuire ad un tale risultato minimale è però impresa ardua)
ps:
oramai le fanno talmente grosse che (quasi come se fosse per definizione) le nostre 'normali' denunce la gente 'normale' le considera cose del tutto inverosimili
(talvolta io stesso sto a chiedermi se non sono io, magari, ad essere oramai totalmente uscito di senno)
Concordo sulla inutilità della distruzione, senza avere prima un modello alternativo, largamente condiviso.
E' proprio la divisione (frammentazione) il nostro limite.
l'informazione, secondo me, è un problema secondario. se io sono un cacasotto molto bene informato, quando ci sarà da affrontare un pericolo me la squaglierò alla faccia di tutti i discorsi sulla collaborazione.
per cambiare bisogna cominciare a fare azienda cogli altri, solo così, condividendo le responsabilità si impara a collaborare e non a competere. a scuola era nato negli anni 70 un forte movimento insegnanti che ripudiava l'arrivismo per cercare cogli studenti un rapporto costruttivo e lo sviluppo di una vera cultura (partire dagli interessi dello studente) e non l'indottrinamento.
l'autore dice che la stampa mainstream era stata concepita per informare: niente di più falso; la stampa è sempre stata il trombone del potere.
si parla tanto di sovranismo senza vedere che il sovrano è armato, mentre il popolo bue è aggiogato.
l'unica cosa buona della finta democrazia americana è la libertà di avere le armi: o le hanno tutti o non le deve avere nessuno.
tutti i sovranisti peninsulari ignorano aimè il problema della violenza e si nascondono dietro il dito del pacifintismo.
Ottima riflessione.
E' impossibile vincere una partita, dove ogni squadra gioca su un campo diverso.
Le rivoluzioni di peluche, non si sono mai viste.
stiamo apposto ..!!
al mondo stanno 99% di morti di fame
e l'1% di ricchi possidenti..
dovrebbero essere questi ultimi assediati e sulla difensiva..
e il 99% viceversa dovrebbe stare all'attacco,
no??
ma in 99% vinceremmo anche a pelushate
Una volta che l'allevatore capisce che le mucche temono il cagnolino, basterà dare il biscottino al cagnolino per spostare le mucche a proprio piacimento.
Il problema è nelle mucche, non nell'allevatore o nel cagnolino.
Anni di attacco alla maschilità, ha magicamente creato un'impressionante mandria di mucche.
E l'allevatore ingrassa sulla poltrona.
Adesso sì che siamo felici.
@Tianos hai un p.m.
Esattamente.
Cosi si garantiscono che nessuno disturbi il manovratore.
E' una strategia banale, ma con un po di ideologia, e tanto marketing, il gioco è fatto.
Ma secondo te, cosa significava lo slogan: fate l'amore non fate la guerra?
Ingroppatevi come meglio credete (voi plebe), basta che non rompete i coglioni.
Se potessi scegliere il tuo avversario, lo preferiresti pacifista o guerriero?
Gli slogan sono gli aforismi dei poveracci (in senso non spregiativo)
L'attacco alla maschilità ed alla femminilità, è servito a disgregare l'attrazione reciproca.
Ci vogliono un po monadi ed un po gonadi.
Un guerriero pacifico. magari sta incazzato ma é innocuo..
MI DISSOCIO DA TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO CAMBIARE VIOLENTEMENTE LA SOCIETA'!!!
PS: PS2:
non avevo colto
non è che "volo alto" è che non intendo farmi prendere per il culo, mi sono rotto i coglioni e dico le cose per come sono o per come dovrebbero essere senza vie di mezzo frocesche
so benissimo che siamo nella merda più totale ma non è che dicendo che tuttosommato una piccola conquista può pure andare bene con la tecnica del votare il meno peggio
che arriviamo da qualche parte, anzi come detto ormai fino allo sfinimento così è il modo perfetto per fare la fine della rana bollita.
non credere, faccio una fatica enorme a non cadere nel pessimismo anche io e spesso non ci riesco.
il punto è che ormai non abbiamo alternative allo scenario che ho prospettato ...se non la morte, più o meno lenta.
per favore, non sottilizziamo
sappiamo tutti che la funzione della stampa è quella dell'informazione, poi che siano i trombettieri del potere è un altra cosa
ma sappiamo tutti benissimo che non dovrebbe essere così anche se siamo "abituati" al contrario
ed infatti la rivoluzione deve essere PRIMA cultura e dopo al limite materiale
altrimenti si riproporranno le solite dinamiche
Ci sono 2 visioni del mondo:
1) C'è chi pensa che così va tutto bene o che va male ma se si cambia può solo andare peggio
2) C'è chi pensa che così non va bene e che se si cambia può andare meglio
Devo essere sincero, delle volte penso che chi ha ammazzato 3000 americani nelle Torri Gemelle + altri 3000 per le polveri, in fondo lo ha fatto per il bene degli altri americani, poi mi riprendo e ricomincio a pensare che non esiste nessuno nel mondo che sia peggio di queste persone e che se non vengono punite loro, lo Stato è fallito ed ogni legge è solo una barzelletta.
Aristotele dice a proposito dei nemici : quelli fuori sono molto più facili di quelli dentro.
C'è un bel video di Scardovelli dedicato alla spiegazione di cosa voglia dire amare i propri nemici.
www.youtube.com/watch?v=gY7X__dKlJg
Colgo soltanto l'occasione di questo thread per chiudere un cerchio e per mettere una pietra sopra ad una polemica che porto avanti da parecchio tempo. Questa polemica riguarda il sovranismo all'italiana.
Lo so, tu mi risponderai che hai scritto di sovranità. E la domanda del thread è che fare.
Però leggi quello che segue, perché non saranno parole mie: così non scatenerò polemiche.
Mi limiterò infatti a citare prima delle voci autorevoli interne al dibattito sul sovranismo e poi solo alla fine lascerò dei link ad alcuni miei vecchi interventi su questo sito.
Dal blog di un noto sovranista:
goofynomics.blogspot.com/2019/11/sovranismo.html
Do quindi alla buona volontà e alla buona fede di chi ha introdotto e propugnato nel dibattito la categoria di "sovranismo" il giusto peso, cioè zero, e mi limito a fare due brevi considerazioni.
La prima è che in termini comunicativi è sempre un errore fornire agli avversari un bersaglio polemico, ed è un errore ancora più grande accettare di condurre il dibattito all'interno del recinto in cui l'avversario ti costringe. Con l'invenzione della categoria di sovranismo sono stati fatti entrambi gli errori. Pochi mesi di esperienza politica mi consentono di affermare con assoluta certezza che solo la stupidità, mai la perfidia, consente di centrare con tanta precisione un simile bersaglio!
[...]
Insistendo sulla categoria di sovranismo si è fornito ai media del grande capitale, quello finanziario, e alla pletora dei suoi utili idioti, un'unica etichetta da applicare come bersaglio sulla schiena di chi, da fronti diversi, con percorsi culturali e argomentativi differenziati, con obiettivi politici non sempre coincidenti, ha "messo a tema" (come dicono quelli fichi) un problema evidente: la crisi del sistema di integrazione europeo.
[...]
Il genio che ci ha regalato il sovranismo ha anche compiuto un'altra operazione perversa e deleteria: quella di creare un recinto al cui interno vengono ricondotte, per assoggettarle a un biasimo acritico e preconcetto, una quantità di fattispecie che col dibattito sull'integrazione europea, e, per altri versi, col dibattito sulla sovranità, nulla hanno a che fare
[...]
Questo per quanto riguarda la prima considerazione, che potremmo riassumere così: la promozione della categoria di sovranismo all'interno del dibattito è stato un gigantesco autogol comunicativo
[...]
La seconda considerazione ve la riassumo prima di svilupparla: la promozione della categoria di sovranismo all'interno del dibattito è stato un gigantesco errore in termini sostanziali, tematici, concettuali.
Mi spiego.
Altro è la sovranità, e altro il sovranismo.
[...]
Lo dico ancora in un altro modo: la categoria di sovranismo ha oggettivamente ribaltato i corretti termini del problema, costringendo sulla difensiva chi semplicemente afferma i principi fondamentali della democrazia costituzionale italiana e la necessità di difenderli da nemici interni ed esterni.
[...]
Casualmente nessuno di questi pensatori, né Streek, né Majone (autore di Rethinking the Union of Europe), né Galli, né Canfora, né Zielonka (e la lista potrebbe continuare) ha mai usato la categoria di sovranismo (se sbaglio mi correggerete), limitandosi ad usare quella di sovranità. Ci sarà pure un motivo!
Ma veniamo a Carlo Galli:
"Il Pci, oggi, verrebbe definito sovranista". Intervista al prof. Carlo Galli: "Condanna a Orban è controproducente"
huffingtonpost.it/.../...
"La sovranità è un concetto talmente democratico che è richiamato nel primo articolo della nostra Costituzione. Oggi, invece, chiunque contesti la mondializzazione viene considerato una fascista. Storicamente, però, la sinistra ha sempre avversato il trasferimento del potere fuori dai confini dello Stato, basti pensare alla critica che i comunisti italiani opposero alla Nato e, per molti anni, al Mercato comune europeo".
[...]
La destra è più capace di comprendere la realtà?
No, ma non ne ha bisogno, perché le basta essere spregiudicata. La destra politica riconosce e dà un nome alle inquietudini del nostro tempo, ma fornisce dei capri espiatori: gli immigrati, i complotti internazionali, il politicamente corretto. E se, a volte, la destra si spinge ad accusare il capitalismo finanziario, non giunge mai a una critica del capitalismo in quanto tale.
[...]
la costruzione della sovranità è uno dei processi più distruttivi della storia umana. Le sovranità degli stati si sono formate nel sangue della guerra civile o nel furore delle rivoluzioni. Mai una sovranità è nata perché qualcuno intorno a un tavolo ha trasferito pacificamente a un soggetto terzo il diritto di tassare, di formare un esercito, detenere il monopolio della violenza, individuare gli interessi strategici di una comunità.
(per approfondire youtu.be/r2R9eI7lEXY?t=661)
Ora le opinioni che citerò non sono interne al movimento sovranista:
Cremaschi: l’euro è stato creato per demolire la sinistra
libreidee.org/.../...
A trenta anni dalla scomparsa di Enrico Berlinguer vorrei ricordare, tra le sue scelte scomode allora come oggi, la decisione del 1979 di rompere con i governi di unità nazionale dicendo no all’adesione dell’Italia allo Sme. Il trattato che definiva allora il cosiddetto serpente monetario era il primo passo verso la moneta unica. Il Pci decise di opporsi a quel trattato anche per uscire dalla disastrosa politica di unità nazionale con la Dc, ma le motivazioni usate contro la rigidità della moneta (e allora il liberismo veniva chiamato non a caso monetarismo) valgono ancora oggi.
Dalle enciclopedie:
Nell’ambito del costituzionalismo moderno, la teoria della sovranità popolare è strettamente collegata al suffragio universale e alla sua progressiva affermazione (Democrazia; Diritto di voto). Questo forte collegamento emerge, in particolare, nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino francese del 1793, in cui viene affermato che la sovranità risiede nel popolo (art. 25) e che il popolo sovrano è costituito dall’universalità dei cittadini (art. 7 Cost. Francia 1793). Non è un caso, invece, che la Costituzione francese del 1791, che prevedeva un suffragio di tipo censitario (esplicitato nella distinzione tra cittadini c.d. attivi e cittadini c.d. passivi; Cittadinanza. Diritto costituzionale) parlasse piuttosto, secondo l’impostazione di J.-E. Sieyès di sovranità della nazione, anziché di sovranità popolare.
www.treccani.it/enciclopedia/sovranita-popolare/
Intesa come qualità giuridica esclusivamente pertinente all’imperium dello Stato, la s. è concetto moderno e che solo allo Stato moderno, inteso come persona giuridica, può applicarsi. Ma questo è il punto d’arrivo di un’evoluzione complessa, che ha le sue radici nel Medioevo. Fu allora, e precisamente tra il 12° e il 13° sec., mentre si andava affermando in Europa la realtà nuova degli Stati nazionali e l’idea dell’Impero universale cominciava ad avvicinarsi alla sua crisi, che il principio si affacciò alle coscienze, espresso con una formula ch’era destinata a divenire celebre nei secoli e a concentrare sopra di sé il pensiero della scienza giuridica intorno a questo problema: rex in regno suo est imperator. Il vero passaggio obbligato, che contribuirà a consolidare, staccandoli dal paradigma medievale, gli elementi intrinseci al concetto di s., vale a dire la pienezza dei poteri e l’indipendenza da ogni altro potere, sarà l’epoca del principe assoluto, la cui maiestas è definita per la prima volta da J. Bodin, come «summa in cives, legibusque soluta, potestas/">potestas» (De republica I, 8).
www.treccani.it/enciclopedia/sovranita/
Questi sono i miei interventi (non tutti).
Sul sovranismo:
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Sulla sovranità:
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Articolo ricchissimo di spunti. Non so da dove cominciare.
Sono d'accordo sulla necessità di un ritorno alla cooperazione, sulle responsabilità per questo disastro sociale che possiamo imputare all'eccessiva competitività, al protagonismo smodato.
La mia domanda è:
Quanti si pongono queste domande? Quanti hanno capito che dobbiamo partire dalla cooperazione?
Ho il timore che siano in pochi. Troppo pochi.
Questa scarsità è determinata da un nemico enorme, un Leviatano che tutto tritura.
La propaganda incessante di tutti i media e social media che aizza le masse all'esibizionismo, all'edonismo, alla competitività, al protagonismo a tutti i costi. Già dalla più tenera età vediamo bambini esposti alla mercé del mercato, bambini ballerini, cantanti, modelli, transgender, bambini oggetto. I discorsi tipo di un genitore di oggi sono "mio figlio farà il modello, l'attore, mio figlio conosce dieci lingue, fa l'ingegnere nucleare, andrà su Marte". Si vive nel continuo eccesso, nel continuo voler dimostrare di avere cose, di essere importanti. I ragazzini oggi sognano di essere "influencer". Giovani che vengono influenzati a voler influenzare il prossimo.
La competitività nel mercato del lavoro oggi e poi una necessità vista la scarsità di impiego. Si perde di vista il contatto umano. Non conta la persona.
Qualche settimana fa ho fatto un colloquio di lavoro con un cellulare. Nel senso che ho parlato con il video registrato di un tizio che faceva domande sulla mia vita a cui dovevo rispondere in trenta secondi!
Da dove ripartiamo? Ma soprattutto, possiamo farcela a ripartire o siamo scesi troppo in basso?
..e se i morti delle rivoluzioni del 900 non hanno insegnato niente è giusto che finisca tutto.
ma anche volendo seguire le tue fantasie, così per gioco, l'unica maniera per riunire le masse in Italia sarebbe combattere il bau bau islamico. l'unica rivoluzione verosimile che potrebbe accadere qui da noi.
Io invece userei gli islamici per assaltare lo stato nella capitale.
Se consideriamo che una parte di italiani sono analfabeti funzionali si capisce subito che manca la formazione di base per comprendere il mondo intorno,
quindi serve la scuola.
Se poi consideriamo che la gente deve desiderare un certo sistema, diciamo virtuoso, piuttosto che un altro, servono persone che hanno dentro quella tensione per un modello virtuoso,
quindi servono persone con valori,
perché si può capire perfettamente il mondo ma se poi fotte sega di cambiarlo e la gente preferisce starsene a giocare o a guardare le partite,
e questo quando va bene perché può andare molto peggio, come quei ritardati che vanno a formare le bande (le famose gangs), o chi cade in qualche tunnel di dipendenza (droga, alcool, gioco d'azzardo),
non potrà mai cambiare niente, e i pochi saranno in balia della maggioranza diseducata e tediata dal potere.
Il fascismo aveva costituito l'Opera Balilla, che comprendeva i Figli Della Lupa, per l'educazione dei giovani...
Offro questo passo come spunto di riflessione...ora sappiamo tutti che siamo bem lontani dall avere un'elite umanizzata..ma non é forse vero che il popolo, svegliandosi sempre troppo tardi , abbia partorito piú mostri che miglioramenti?
"Dipende tutto dall'educazione"
Scusa non riesco ad inserire la citazione sono ostaggio del mio pc.
Sono d'accordo. Un'educazione completa direi. Che riguardi quindi anche la sfera emotiva, spirituale, troppo a lungo trascurata. Trovo aberrante che ai ragazzi in età formativa si insegnino solo ( o quasi) nozioni. Un'educazione degna di questo nome. Una civiltà organizzata e che aspiri al bene comune non può prescindere da questo.
"dipende tutto dall'educazione....quindi serve la scuola"
il federico giovannini dice che la stampa dovrebbe informare...redribbon dice che la scuola educa.
secondo me siete dentro ai luoghi comuni fino al collo; la scuola è stata inventata ai tempi di napoleone III perchè servivano figli del popolo da mandare nelle colonie e la stampa ha sostituito i banditori medievali per comunicare al popolo i desiderata del sovrano.
fino a quando non si cambia il punto di vista è impossibile rendersi conto della realtà.
consiglio caldamente la lettura di ivan illich che ho avuto la fortuna di conoscere nel 1973 a cuernavaca; sosteneva che la scuola è da ABOLIRE.
Immagino nessuno sostenga la validità e la bontà di un'educazione come quella che descrivi… ma una formazione (se ti piace di più) in sintonia con i principi nobilissimi espressi nell'articolo.
Secondo te educando i bambini fin da piccoli alla cooperazione e alla collaborazione, che ti tipo adulti diventeranno?
Il punto di vista si cambia (soprattutto in società in crisi come le nostre) nel tempo e l'educazione é una cosa graduale. Certo che la Buona Scuola sarebbe da abolire. Credo ci si riferisca a tutto un altro impianto educativo che tra l'altro non dovrebbe mai cessare. Solone verso gli 80 anni disse "Invecchio, sempre molte cose imparando" . Hai capito il vegliardo? Anticipava di secoli il moderno "life long learning" che dovrebbe caratterizzare una società evoluta. Siamo quello che conosciamo, che incontriamo.
Direi che se c'è uno scopo nell'educazione, è quello di far scoprire (magari divertendo) in che modo si può essere più utili al mondo.
Basta, per oggi in saggezza ho dato
Secondo me la scuola ha la sua importanza. Non tanto per la questione culturale, perché poi chi vuole la cultura se la fa anche da sé, quanto per un discorso di esperienza sociale di vita. La scuola implica tanti aspetti. L'amicizia, il bullismo, la competizione, lo stare in gruppo. Esperienze che ti formano come essere umano
@Sartori
Immagino nessuno sostenga la validità e la bontà di un'educazione come quella che descrivi… ma una formazione (se ti piace di più) in sintonia con i principi nobilissimi espressi nell'articolo.
Il punto di vista si cambia (soprattutto in società in crisi come le nostre) nel tempo e l'educazione é una cosa graduale.
Solone verso gli 80 anni disse "Invecchio, sempre molte cose imparando" . Hai capito il vegliardo? Anticipava di secoli il moderno "life long learning" che dovrebbe caratterizzare una società evoluta. Siamo quello che conosciamo, che incontriamo.
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STRAQUOTO
Incontri: ricordo, credo, immagino di saperne qualcosina.
PS: Homo sum, humani nihil a me alienum puto.
Non avrò espresso sufficientemente bene il mio pensiero.
Comunque cade a proposito la menzione della famosissima battuta dell'altrettanto famosa commedia di Terenzio ai fini di quello che volevo trasmettere e del discorso che stiamo facendo. A pronunciare la battuta è Cremete che ha un vicino di fondo di nome Menedemo del cui stato d'animo prostrato Cremete si rende conto. Questo é il dialogo nel quale si trova la celeberrima frase:
Cr. È vero che noi ci conosciamo da poco, cioè da quando hai comprato un fondo qui vicino, e che tra noi non c’è mai stato dell’altro, però tu sei un galantuomo e noi siamo vicini, e per me la vicinanza è prossima all’amicizia. Tutto questo m’induce a darti francamente e familiarmente dei consigli. Perché, vedi, mi pare proprio che tu lavori troppo per la tua età per quel che richiede il tuo stato [...].
Me. O Cremete, i tuoi affari ti lasciano bel tempo, eh? e così puoi impicciarti negli affari altrui e in ciò che non ti riguarda.
E Cremete gli risponde:
Cr. Sono un uomo. Nulla di ciò che è umano mi è estraneo, io dico. Fa’ conto che io ti dia un consiglio ovvero che ti ponga una domanda. Sei nel giusto? Seguirò il tuo esempio. Non lo sei? Lascia che ti metta in guardia.
L'ho riportato perché credo che Terenzio abbia messo abilissimamente in risalto ciò che forse ci manca di più, soprattutto oggi. Interessarci all'altro. Ma non con curiosità morbosa o indiscreta. Dando attenzione.E accettandola quando la si riceve. Mi pare che potrebbe spingere verso la collaborazione e la cooperazione.
La vicinanza é prossima all'amicizia. Molto bello. Ma le persone che ci circondano sono lì per caso? O c'è un senso più profondo?
Oggi si direbbe restiamo umani.
No spoiler ma tanto per far notare: Menedemo prima é molto infastidito, tratta rudemente Cremete e poi, dopo che questi ne ha conquistato la fiducia, gli rivela tutte le sue pene e si abbandona alla sua "protezione"accettando la profferta di amicizia e di aiuto.
...è per questo che ho evidenziato l''utilità', concetto elitario, del tuo pensiero, oh Menedma
PS: ...se ne avremo occasione, approfondiremo il concetto di utilità...
PS2: ...intanto studia di meno e osserva di più.
ecco speriamo che sia tale perche di tutto il tuo discorso circolare nulla viene fuori se non una inutile e paludante polemica sul sovranismo.
la sovranità è un concetto che esiste semplice come il denaro.
oggi sono riusciti tramite la propaganda a far intendere alle persone che la neve è nera, ovvero che la sovranità è cosa buona e giusta che non venga data al popolo , ignorante e indisciplinato (e per certi versi questo punto di vista ha un suo fondamento) cosi come il denaro non deve essere sotto il controllo del popolo con degli strumenti democratici ma deve essere in mano a poche persone che decidono per loro , i "sapienti" , i "tecnici".
perdonami se delle parole di altri "autorevoli" mi ci pulisco il culo perche se mi vogliono far credere con la laurea in tasca che la neve è nera possono andare serenamente affanculo.
non ho descritto un processo semplice, anzi talmente difficile che è un impresa che non è stata mai compiuta a memoria di uomo.
il popolo in un modo o in un altro è sempre stato governato da pochi, il punto che sottolineo in poche battute è che se il popolo non si autodetermina e quindi si autogoverna (con qualunque strumento adatto possibile) sarà sempre vittima di decisioni di altri , di singoli.
sicuramente siamo pochi.
ieri sera ero a una riunione di una costola del comitato della manifestazione del 12 ottobre. saremo stati una ventina di persone.
il punto è che piu le persone ragionano in maniera rinuciataria e mai potremo fare nulla.
il percorso non sarà affatto facile come ripeto. ma vedi alternative ? a mio modo di vedere non ce ne sono
e quando non ci sono alternative invece che piangere e lamentarsi tanto vale mettersi in cammino
poi fai tu, io certo non posso ne per te ne per altri fare questo cammino.
Ma sei stato tu (anzi IO) ad aver citato Terenzio! Se lo citi tu va bene e se proseguo io é studio ? Io, vieni tra noi!!!!
Io l'ho usato in un'accezione generica, senza incrostazioni. Essere utili al mondo. Fare qualcosa di buono. Non c'era nessun retropensiero.
Pax et bonum
è esattamente quello che stiamo ripetendo da 4 anni con il Progetto Mondo Migliore, se la gente pensa che sia utopia, che non ce la faremo mai, che sono troppo più forti, etc. etc. ovvio che non cambieremo mai nulla!
"poi fai tu, io certo non posso ne per te ne per altri fare questo cammino"
Sono qua apposta. Mi piacerebbe partecipare anche di persona a qualche iniziativa ma nella mia città non ce ne sono e Roma non mi è facilmente raggiungibile al momento
#Shavo
Ti metto questo video. Vediamo se riesci a capire quello che voglio risponderti
youtu.be/-LPs0lzuFek
La vera sfida e' trovare chi e' rimasto umano a quei livelli
Quando evidenzi il valore della socializzazione per i bambini facendone un merito alla scuola stai eclissando sul fatto che tali esperienze formative si possano fare anche al di fuori della scuola; sicchè farne un merito alla scuola significa accettare il presupposto che senza di essa tali esperienza formative si perdano.
La stessa fallacia si commetterebbe difendendo l'opera balilla, citata in primo luogo da redribbon, sostenendo che essa promuoverebbe valori come "stare in gruppo" e"educazione fisica" (non che redribbon ci abbia provato, lui ha solo lanciato il sasso)
Spero di aver reso evidente la fallacia che hai commesso e le ragioni di quella foto che non è saltata fuori dal nulla.
repubblica.it/.../?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
Violenza sulle donne, un reato ogni 15 minuti. Vittime e carnefici italiani nell'80 per cento dei casi
I tentativi di separarci continuano.
Badate che non sto dicendo che non esistano questi fenomeni da reprimere senza se e senza ma.
Guarda il video che ho messo sopra. Mi sembra che dica tutto... purtroppo
Geniale.
quest'altro, comparso aprendo Google e digitando luogocomune,
*Ecco un altro pensiero 'utile' all'asservimento elitario... PS: Homo sum, humani nihil a ... Leggi tutto... Cosa fare? Pavillion 21.11.2019 22:36).
* come ha fatto a impaginarsi in questo modo?
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Grazie Algoritmo, Valuterò. Libertà, una statua che predica bene e razzola ancor meglio, se fosse bendata potrei anche comprenderla. Mica è nudo solo il re.
Non so come ringraziarti per questo bellissimo video...
non si capisce il presente senza avere approfondito ciò che realmente è accaduto nel passato.
Il dittatore Lukashenko deve essere "buttato giu'" e si potrebbe replicare l' ucraina.
Non c'e' solo giulietto che parla di catastrofe imminente
5 date previste dalle merde yankees:
2019: repubbliche baltiche
2019: ritiro improvviso di tutti i civili dalla corea del sud
(per fortuna queste 2 date stanno "per finire")
In questo senso, la Bielorussia appare in controtendenza: le elezioni parlamentari che si sono svolte il 17 novembre scorso hanno confermato un panorama politico univoco, illiberale e ancora fortemente dominato da Alexander Lukashenko, il presidente al potere da 25 anni e spesso definito come "l'ultimo dittatore europeo". I risultati ufficiali annunciati il giorno dopo confermano che non un singolo candidato all'opposizione è stato eletto al parlamento di Minsk; contemporaneamente, Lukashenko ha confermato la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali del 2020.
2020: Proteste di massa in BIELORUSSIA
ispionline.it/.../...
L'attivista Evgeny Afnagel, coordinatore della campagna "Bielorussia europea", ribadisce: "Ovviamente non riconosciamo il risultato elettorale. Era chiaro sin dall'inizio che all'opposizione non sarebbe stato concesso l'ingresso in parlamento per una semplice ragione: la maggior parte dei bielorussi odiano Lukashenko e sono contro di lui. Abbiamo fatto presidi per due mesi, campagne in molte città, abbiamo tastato l'umore della gente, abbiamo visto le critiche alle autorità, e constatato che chi non accetta questo dittatore rappresenta la maggioranza. Vogliono che si dimetta".
it.euronews.com/.../...
2022: Mare del sud della cina (1000 miliardi di €/anno di commercio cinese)
2024: Taiwan , indipendenza dalla cina
mentre voi vi preoccupate del 5g, di conte, dei 5 stelle, di salvini, delle sardine e di tante altre CAZZATE i bastardi si preoccupano di difendere i paesi baltici da putin
Ciao Roberto.
Interessarsi della politica di casa nostra e ossevarne gli sviluppi è un dovere civico.
Un saluto.
Lavorare su se stessi è un lavoro grandissimo di una difficoltà estrema e nel quale personalmente ho notato che le battaglie più dure da affrontare sono combattere la pigrizia e coltivare l'umiltà
La pigrizia è un enorme male del nostro tempo, abbiamo tutti il cervello rattrapito non sappiamo più scrivere con un biro o fare una moltiplicazione senza la calcolatrice per citare alcune cose e tutte le strumentazioni che abbiamo hanno lo scopo di essere a prova di "deficiente".
Io, che purtroppo, attualmente disegno macchine per l'industria alimentare, la frase che sento girare più spesso è "Le donne che lavorano accanto a questi impianti non capiscono un cazzo quindi dobbiamo ragionare di conseguenza!" Per quanto terribile questa affermazione ha il grosso difetto di essere tremendamente vera, ma non scalfisce minimamente chi la pronuncia che anzi si sente superiore e ritiene giusto tutto quello che fa senza mai chiedersi PERCHÉ!
Ma anche "Noi menti" che ci crediamo superiori non siamo più capaci di scrivere in italiano corrente nelle email, di calcolare la velocità di un nastro senza utilizzare Excel o di fare dei banali conti di giacenza a magazzino senza utilizzare un gestionale. Non siamo più capaci di fare un cazzo insomma siamo Pigri (magnifica la canzono di Ivan Graziani "Pigro" 50 anni fa aveva capito tutto).
Ma allo stesso tempo tutti questi comportamenti centrano in pieno la grande assente di questo nostro tempo (cosa che noto soprattutto nella mia terra l'Emilia Romagna): l'Umiltà!
Non mettiamo mai in dubbio la nostra posizione, giudichiamo sempre e solo in modo emotivo(basato sul momento) il lavoro e il pensiero altrui ponendoci sempre in una condizione di superiorità intellettuale e di inferiorità materiale per giustificare ogni nostra azione buttando la colpa sugli altri per qualsiasi stupidata! Cerchiamo sempre di fare il minimo indispensabile senza fare mai niente di più, utilizzando poi la solita patetica frase "si ma gli altri cosa fanno?"!
Recentemente una bellissima intervista rilasciata da Nadal mi ha fatto anche capire come spesso anche l'autocolpevolizzazione sia causata da una profonda assenza di Umiltà; "Ai Giovani dico non siate così presuntuosi da non saper accettare i vostri errori non è la rimonta (contro Medvedev) la lezione, per i giovani la lezione è non rompere la racchetta a terra quando sei sotto 5-1"
Una persona che combatte la pigrizia e coltiva l'umiltà può davvero cambiare qualcosa anche al di fuori di lui senza fare altro, perchè si pone come esempio e non si presta a degli stupidi paragoni e a della sterile competizione.
Per questo, in questo, intervento voglio parlare solo di un mio pensiero e di 2 Virtù, perchè non voglio creare un eventuale dibattito sulle mie azioni
Posso dire che a lavorare su se stessi si fa fatica tanta fatica ma per chiudere con una citazione di Montanelli "Combattete per quello in cui credete. Perderete, come ho perso io, quasi tutte le battaglie. Ma una potrete vincerla. Quella che s’ingaggia ogni mattina davanti allo specchio"
Intendevo dire che sono CAZZATE davanti a problemi MOLTO piu' grandi, NON che sono cazzate in generale.
Il mainstream occidentale non dice niente, ma quello orientale (non in cina ma in GIAPPONE) si
How Russia could force a nuclear war in the Baltics
by Hal Brands (Nov 12, 2019)
WASHINGTON – Would the United States fight a nuclear war to save Estonia? The question would probably strike most Americans as absurd. Certainly, almost no one was thinking about such a prospect when NATO expanded to include the Baltic states in 2004.
Yet a series of reports by the nonpartisan Rand Corporation shows that the possibility of nuclear escalation in a conflict between the North Atlantic Treaty Organization and Russia over the Baltic region is higher than one might imagine. The best way of averting it? Invest more in the alliance’s conventional defense.
www.japantimes.co.jp/.../#.XdkFWNW1uUk
Fu fondato a Tokyo nel 1897 da Motosada Zumoto, per dare ai giapponesi la possibilità di leggere e discutere in inglese le notizie, allo scopo di favorire una maggior coinvolgimento del paese nella comunità internazionale.[2] Il giornale rimase al di fuori del controllo governativo fino al 1933, quando il Ministero degli Esteri del Giappone riuscì a far nominare caporedattore Hitoshi Ashida, un suo ex funzionario.[3] Durante la seconda guerra mondiale, la testata divenne oggetto della propaganda governativa
it.wikipedia.org/wiki/The_Japan_Times
per come la vedo io sono tutti e due fattori che hanno a che vedere con l'ego
mentre per l'umiltà è quasi superfluo spiegarlo per la pigrizia occorre spendere un paio di parole
premetto che a mio avviso non usare la calcolatrice per fare conti complessi è semplicemente risparmiare tempo, cosi come altre attività umane che sono cambiate con l'uso della tecnologia
fuori da questi esempi, la pigrizia cela una dose proporzionale di ego
è la paura di fallire e non la prospettiva della fatica a scoraggiare e inibire l'azione
il che si ricollega ovviamente al fallimento e all'umiltà
l'ego in fin dei conti è una componente umana stupida perche una delle cose che insegnano di più sono i nostri fallimenti e quindi la pigrizia impedendoci di fallire ci impedisce di ferire il nostro ego.
la pratica dell'umiltà ci permette di sbagliare e soprattutto di imparare dai nostri errori
Certo, sono 2 fattori dell'ego per questo sono 2 cose che se modificate in riduzione di esso possono migliorare l'eco
La pigrizia viene spesso messa con la paura di fallire e senza dubbio una parte di essa deriva spesso da questo, però mi permetto di dissentire sulla pigrizia di molte attività base di tutti i giorni dal farsi da mangiare a fare compere per esempio; Amazon, Glovo, Just eat la stessa Esselunga Online sono sistemi che celano in loro quasi esclusivamente lo "Smart" e non il rischio di fallimento e il risparmio tempo molto raramente poi viene investito in attività utili a te o alla collettività
Anche per quanto riguarda la calcolatrice è vero quello che dici quando si tratta appunto di calcoli complessi, ma io parlo non di integrali e logaritmi, parlo di tabelline e semplici impostazioni delle proporzioni, c'è pieno di ingegneri che non sanno risolvere i problemi aritmetici di 4° elementare... e so quello che sto dicendo!
Perdonami ma a me piacciono molto le citazioni; Massimo Fini dice "non è quello che noi possiamo fare con la tecnologia il punto, ma quello che la tecnologia può fare a noi"
mi spieghi meglio cosa intendi ?
sai cosa? che si sta perdendo la capacità di ragionare, di far funzionare il cervello ...anche perchè c'è qualcuno che pensa al posto tuo e tu ti affidi e continui a perdere capacità....
pensa al navigatore.
io sono "nato" come guidatore all'epoca del tutto città delle mappe
ti dovevi districare leggendo una cartina e comunque per forza dovevi acquisire un po di orientamento.
oggi chi "nasce" con il navigatore in auto è condannato a essere completamente dipendente, ma non è pigrizia è un sistema impostato in un certo modo.
ma se la libertà si risolve in sbandamento se non abbandono e scomparsa dei valori,
in un tempo in cui anche la Chiesa non mi pare svolga più il compito che svolgeva in passato, poi se gli insegnanti sono come Bergoglio meglio scappare a gambe levate, cosa possiamo aspettarci dalle nuove generazioni?
Meglio qualcosa tipo i Figli della Lupa, senza dubbio, per trasmettere ai bambini i valori fondamentali, per insegnarli a stare insieme, alla solidarietà verso l'altro, a dargli anche un poco di disciplina e quindi senso del dovere verso se stessi, verso gli altri, e verso la patria, nella vita che dovranno affrontare.
Il problema, se mai a qualcuno di buona volontà fosse consentito farlo, sarebbe trovare gli insegnanti idonei, non lo so mica se ci sono ancora nella nostra società
Poi davanti a notizie come queste su cosa vuoi avere dubbi?
voxnews.info/.../...
in 10 anni sono 85.000 in più i giovani che hanno assunto eroina, sono in drastico aumento nella nostra società *libera* che evidentemente ha qualche problema riguardo all'educazione dei giovani.
Interessante molto quello che mi dici sulle mappe digitali, io non ci avevo pensato perchè purtroppo il mio mestiere (di merda) mi fa uscire molto poco; dico che so quello che dico perchè lavorando in una piccola azienda metalmeccanica ho a che fare con diversi ingegneri e alcuni di essi (non solo giovani ma anche gente di più di 40 anni) balbettano sulle tabelline, sulle proporzioni e non sanno il significato della trigonometria
Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto però che più è bassa l'età meno la gente è capace di riflettere... ma la differenza la trovo meno marcata di quello che può sensare.
La prigrizia centra eccome secondo me... appunto Amazon, Glovo, Zalando hanno tutti la comodità alla base del proprio successo, ovvero riesci ad avere tutto senza muovere un dito e senza fare nessun tipo di ricerca o di dover gestire un contatto umano, ma questo non solo per i giovani; i miei coetanei (quasi 40) prendono su Amazon qualsiasi cosa pur di non toglier il deretano dal divano.
Dopo possiamo dibattere sul nome da attribuire a un concetto.
Se alcuni fanno una cosa e altri sbadigliando dicono "ma che sbatti... io non lo farei mai, io faccio così come tutti cazzo me ne frega" questi altri io li chiamo Pigri