I jihadisti che hanno preso il potere in Siria hanno iniziato a massacrare alawiti e cristiani. Per il quinto giorno consecutivo, una brutale repressione è in corso nei loro insediamenti lungo la costa orientale del Mediterraneo, in quello che viene descritto come un genocidio. La rivolta è iniziata spontaneamente a Latakia e in diverse altre città in risposta all'arresto di 2.000 persone, principalmente appartenenti alle minoranze alawite e cristiane, all'inizio di marzo, e alla violenta “ liquidazione” dei loro villaggi.
Le “forze di sicurezza” governative, composte da miliziani di Hay'at Tahrir al-Sham (HTS), starebbero eseguendo esecuzioni di massa di civili in modo brutale, senza risparmiare donne e bambini, secondo numerosi video che circolano sui social media. Si stima che circa 7.000 alawiti e cristiani si siano rifugiati nella base aerea russa di Hmeimim, dove è stata allestita una tendopoli per fornire cibo e riparo.
Dopo essersi visto annullare un primo turno elettorale nel quale aveva riportato circa il 28% dei voti, nei giorni scorsi Calin Georgescu è stato definitivamente escluso dalla ripetizione della votazione, prevista per il 4 di maggio.
Le motivazioni del primo annullamento erano state “perché il risultato era stato falsato da influenze della Russia tramite tik-tok” e per presunte “irregolarità nel finanziamento della sua campagna elettorale”.
Ora invece è stato definitivamente escluso dal voto, secondo la corte rumena, “per tentativo di rovesciamento dell’ordine costituzionale”, e per “appartenenza ad una organizzazione neofascista”.
Insomma, qualcuno ha deciso che Calin Georgescu non debba diventare il presidente della Romania.
di Fabrizio Verde
La retorica della paura, il culto del riarmo, la corsa agli investimenti militari: ecco il volto dell’Europa di oggi, un’Europa che ha smesso di nascondere la sua deriva guerrafondaia dietro il paravento dei valori democratici e della pace. Il piano “Rearm Europe” presentato da Ursula von der Leyen, con il suo sfrontato budget di 800 miliardi di euro, non è solo un atto di irresponsabilità politica, ma un chiaro segnale di come l’establishment europeo abbia ormai gettato la maschera, rivelando il suo vero volto: quello di un’élite neoliberista e militarista, pronta a sacrificare il benessere dei cittadini sull’altare della guerra e del profitto.
La follia del riarmo: 800 miliardi per la guerra, zero per i popoli
Il primo punto del piano, quello che prevede 650 miliardi di euro di spesa militare grazie a deroghe al Patto di Stabilità, è un pugno nello stomaco per chi si ostina ancora a credere in un’Europa sociale. Per anni, l’Unione Europea ha imposto ai suoi Stati membri politiche di austerity draconiane, tagliando servizi pubblici, sanità, istruzione e welfare, tutto in nome del sacro equilibrio dei bilanci. Il caso della Grecia è paradigmatico in tal senso.
Questo video generato dalla IA è stato condiviso da Donald Trump sui suoi account social.
da B17tv
Vuoi sapere cosa è successo a Ryad fra russi e americani, che accordi hanno fatto, che fine farà Zelensky. Allora vai sulla CNN e sul New York Times, leggi tutto ma ci capisci poco. Le testate americane riportano tutto a spizzichi e bocconi, senza un senso compiuto. Allora vai sulle testate italiane, e dal Corriere alla Stampa a Repubblica ci capisci ancora meno. Ti risputano semplicemente i bocconi già masticati dagli americani, senza aggiungere niente di nuovo. Poi ascolti Lavrov, e improvvisamente in 15 minuti di intervista capisci tutto.
Fonte video: Riyadh, 18 Febbraio 2025: Conferenza Stampa di Sergej Lavrov
Dal canale Telegram di Maria Zhakharova
Il nostro commento di ieri durante la conferenza stampa sull'impensabile discorso del Presidente italiano Sergio Mattarella, che ha paragonato la Russia al Terzo Reich, ha centrato il bersaglio: i russofobi italiani sono rimasti “spiazzati”.
Il “Corriere della Sera” è andato sul personale.
“Dal febbraio 2022 Maria Zakharova è in una lista meno glamour: quella delle personalità russe sottoposte a sanzioni, a cui è vietato l'ingresso nei Paesi occidentali e i cui conti all'estero sono congelati. Da allora indossa sempre supermarche, ma va a Dubai a fare shopping!” scrive l'editorialista Paolo Valentino, che ci è familiare e ha già dichiarato di essere analitico. Ora, in difesa del suo presidente, sulle cui dichiarazioni blasfeme ho già detto tutto ieri, si abbassa ad attacchi personali e si permette espressioni poco lusinghiere nei miei confronti.
di Brenda Baletti
Quando l'amministrazione Trump ha iniziato la riorganizzazione e il taglio di importanti finanziamenti all'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (USAID), sono emerse rivelazioni sul fatto che l'organizzazione finanziasse gruppi, tra cui alcuni media, impegnati in campagne diffamatorie e di censura contro le voci dissidenti.
L'agenzia, notoriamente una copertura per le operazioni di intelligence degli Stati Uniti, ha finanziato cambiamenti di regime e altri interessi americani in tutto il mondo. Finanzia anche organizzazioni giornalistiche allineate con gli obiettivi di politica estera degli Stati Uniti.
Questo include grandi organizzazioni internazionali che, a loro volta, finanziano organizzazioni mediatiche più piccole, come BBC Media Action e il Fondo Internazionale per i Media di Interesse Pubblico, presieduto dall'ex direttore del New York Times.
Sono due giorni che ci giro intorno, ma non riesco a trovare l’angolazione giusta per scrivere un articolo sulle recenti dichiarazioni di Trump rispetto alla Palestina. Semplicemente non so cosa dire, sono senza parole. Di fronte ad un Trump che dice “basta mandare via i palestinesi, e la striscia di Gaza può diventare una specie di Costa Azzurra in Medio Oriente”, tu cosa rispondi? Vuoi metterti davvero a scrivere che “non è giusto mandare via la gente dalla terra su cui abita?”
Cioè, bisogna davvero scrivere fisicamente quelle parole, nero su bianco, per esprimere un concetto talmente ovvio che non andrebbe nemmeno evocato?
“Mr. President” ha avuto il suo primo impatto con la realtà: dopo che il Canada ha minacciato pesanti ritorsioni economiche sui dazi del 25% proposti da Trump, e dopo che le borse hanno iniziato a barcollare in previsione di queste ritorsioni, Trump ha deciso di “sospendere” l’imposizione dei dazi al Canada per un mese. In cambio, ha avuto una semplice assicurazione da parte di Trudeau che verrà rinforzato il controllo delle frontiere, per sgominare un inesistente “traffico di droga” dal Canada.
In altre parole, Trump ha abbassato la cresta.
A non più di un mese da una liberazione avvenuta sotto ricatto, quella dell’ingegnere iraniano scambiato per il ritorno in patria di Cecilia Sala, un trafficante di esseri umani, il capo della polizia giudiziaria libica Almasri, è stato arrestato a Torino su mandato della corte internazionale dell’Aja, ma subito rilasciato e riportato addirittura in patria con un volo di stato.
Secondo il tribunale dell’Aja, Almasri è “sospettato di crimini contro l'umanità e crimini di guerra, tra cui omicidi, torture, stupri e violenze sessuali", ma noi lo abbiamo immediatamente rilasciato, perchè evidentemente fa parte di quel patto segreto con la Libia di cui nessuno vuole ammettere l’esistenza: noi paghiamo fior di quattrini ai libici perchè trattengano nel loro paese il maggior numero possibile di migranti, mentre chiudiamo un occhio - in questo caso anche due – sui metodi assolutamente disumani con cui vengono trattati i migranti in quel paese.
Leggi tutto: La Russia potrebbe collaborare con USA e Israele per costruire uno Stato alawita in Siria