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Chiunque abbia seguito le vicende della Siria in questi giorni non può non essere rimasto stupito dalla velocità con cui i cosiddetti “ribelli salafiti” hanno preso il controllo del paese. Una possibile soluzione la propone Leonardo Sinigaglia in questo articolo su L’Antidiplomatico, intitolato "Il ruolo della guerra informativa e psicologica nella caduta della Siria”:
Se qualcuno è rimasto confuso dalle troppe sigle di “ribelli arabi” che agiscono in Siria in questi giorni, basta tornare a rivedere questa intervista del 2011 del Generale Wesley Clark. Dietro tutte queste sigle, dietro tutte queste guerre, ci sono sempre gli stessi mandanti.
"La partnership tra Italia e Stati Uniti non è mai stata così forte”. Il servilismo del maggiordomo più diligente e premuroso viene sempre premiato dal padrone. Soprattutto quando si avvicina il Natale.
di Alessandro Bianchi
"La partnership tra Italia e Stati Uniti non è mai stata così forte”. Con queste parole, il segretario di Stato Usa Blinken ha concluso il vertice di Fiuggi del G7 a presidenza italiana. E come se non fosse già abbastanza umiliante per un governo che aveva promesso una via "sovrana" e "indipendente" rispetto ad un governo PD qualunque, aggiunge: "E questo è un tributo alla leadership italiana, è un tributo alla forte leadership del primo ministro Meloni, del mio amico, il ministro degli Esteri, e lo vediamo, ovviamente, durante il G7 italiano. Non potrei essere più grato per la collaborazione". "La partnership tra Italia e Stati Uniti non è mai stata così forte”.
Donald Trump aveva rassicurato tutti dicendo che avrebbe fatto finire la guerra in Ucraina e anche Putin e Zelensky sembravano pronti a trattare per questa soluzione. Ma ieri è arrivata una mossa di Biden che ha stravolto tutti i piani e che rischia di provocare una nuova pericolosa escalation nel conflitto. Arriva l'autorizzazione agli ucraini a usare i missili a lungo raggio americani Atacms (Army Tactical Missile Systems) all’interno del territorio russo, chiesta insistentemente da Zelensky. Biden - riporta Il Corriere della Sera - si sarebbe convinto a prendere questa decisione dopo la minaccia di assalto russo — con l’appoggio di almeno 10.000 soldati nordcoreani e per un totale di 50.000 truppe — contro gli ucraini trincerati nella regione russa di Kursk nelle posizioni conquistate ad agosto.
Gli Stati Uniti stanno insistendo con Kiev perché abbassi l’età della leva, dagli attuali 25 anni ai 18 anni. A rivelare le indebite pressioni Usa, la deputata ucraina di Eurosolidarity Maria Ionova, alla quale ha fatto eco Sergei Leshchenko, consigliere dell’Ufficio presidenziale, il quale ha aggiunto che la sollecitazione godrebbe del “supporto di politici americani di entrambi i partiti”.
La notizia riportata da Strana segnala sia la disperazione dell’Occidente, che vede infrangersi il suo sogno di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, sia la sua feroce determinazione nell’alimentare a tutti i costi questo conflitto contro la Russia “fino all’ultimo ucraino”, espressione che appare sempre più precipua.
Dopo averci passato personalmente diversi anni, durante la guerra, Filippo Rossi racconta la vera storia della NATO in Afghanistan.
Dopo l’attacco di Israele alla base UNIFIL in Libano, il ministro Crosetto ha tenuto una conferenza stampa, nella quale ha detto che le azioni di Israele “potrebbero costituire crimini di guerra, e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario.”
Crosetto ha poi aggiunto che il comportamento di Israele è “inaccettabile”, e ha detto che noi “non prendiamo ordini da Israele”. Infine, riguardo all’attacco, Crosetto ha detto che “Non si tratta di un errore nè di un incidente, quindi vogliamo da Israele della spigazioni formali”.
di B17tv
Il 24 settembre scorso, il ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergej Lavrov, ha preso la parola durante la 79ª sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Quest'assemblea rappresenta l'organo politico principale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, comprendente tutti gli Stati membri, e funge da forum esclusivo per il dibattito multilaterale su una vasta gamma di questioni internazionali, come delineato nella Carta delle Nazioni Unite.
Nel suo intervento, Lavrov ha formulato una critica incisiva nei confronti dell'operato e della composizione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU negli ultimi trent'anni.
Il 25 settembre si è svolta a Mosca una significativa riunione ai vertici della federazione russa riguardo al rischio di escalation nucleare nella guerra in corso. Il Cremlino ha poi pubblicato una dichiarazione ufficiale del presidente Putin, che riguarda la dottrina militare della federazione russa rispetto all’uso di armi nucleari.
di Fabrizio Poggi
Al punto in cui le jene sanguinarie USA-NATO hanno portato il mondo, alla soglia di una guerra per la distruzione (come minimo) del continente europeo, la situazione demografica della popolazione ucraina riveste un puro valore statistico.
Ciononostante, si tratta di un significativo indicatore delle “cure” prodigate dai padrini occidentali alla creatura cui tanta attenzione hanno prestato dopo il 1991 (qui non consideriamo i piani antisovietici post-1945 che prevedevano interventi bellicisti proprio a partire dalla RSS ucraina) e ancora nel 2004-2005 e, ca va sans dire, dopo il 2013-2014.
Una situazione demografica che negli ultimissimi mesi ha ricevuto un ulteriore e grave impulso negativo, che si manifesta in atti cui forse la junta nazigolpista non era del tutto preparata. Nikolaj Knjažitskij, deputato della Rada per “Solidarietà europea” (frazione parlamentare dell'ex presidente Petro Porošenko) afferma che le ambasciate ucraine in vari paesi hanno ricevuto centinaia di migliaia di dichiarazioni di rinuncia alla cittadinanza, da parte di emigrati ucraini.
Questa è la traduzione dell’articolo di Rogel Alpher “Netanyahu Wants a World War” uscito sul giornale israeliano Haaretz il 12 agosto 2024.
Il primo ministro di Israele è una minaccia per la sicurezza mondiale. Nel suo discorso davanti al Congresso il mese scorso, Benjamin Netanyahu ha chiarito che considera Israele l’avanguardia nella guerra condotta dall’Occidente contro l’Islam radicale globale o, come lui stesso l’ha definita, uno scontro tra barbarie e civiltà. Netanyahu ha chiarito agli americani che li protegge, che sta combattendo la loro guerra per loro. Dai suoi commenti è emerso chiaramente che l’America dovrebbe ringraziarlo per gli sforzi a suo favore, piuttosto che il contrario. Per quanto lo riguarda, l’enorme aiuto che Israele riceve dagli Stati Uniti serve un interesse americano esistenziale, e più gli Stati Uniti aumentano tale aiuto, meglio saranno preservati gli interessi americani. E ciò che è nell’interesse americano, secondo Netanyahu, è una guerra mondiale.
Leggi tutto: Siria: qualcuno ha tradito?