Donald Trump aveva rassicurato tutti dicendo che avrebbe fatto finire la guerra in Ucraina e anche Putin e Zelensky sembravano pronti a trattare per questa soluzione. Ma ieri è arrivata una mossa di Biden che ha stravolto tutti i piani e che rischia di provocare una nuova pericolosa escalation nel conflitto. Arriva l'autorizzazione agli ucraini a usare i missili a lungo raggio americani Atacms (Army Tactical Missile Systems) all’interno del territorio russo, chiesta insistentemente da Zelensky. Biden - riporta Il Corriere della Sera - si sarebbe convinto a prendere questa decisione dopo la minaccia di assalto russo — con l’appoggio di almeno 10.000 soldati nordcoreani e per un totale di 50.000 truppe — contro gli ucraini trincerati nella regione russa di Kursk nelle posizioni conquistate ad agosto.
Gli Stati Uniti stanno insistendo con Kiev perché abbassi l’età della leva, dagli attuali 25 anni ai 18 anni. A rivelare le indebite pressioni Usa, la deputata ucraina di Eurosolidarity Maria Ionova, alla quale ha fatto eco Sergei Leshchenko, consigliere dell’Ufficio presidenziale, il quale ha aggiunto che la sollecitazione godrebbe del “supporto di politici americani di entrambi i partiti”.
La notizia riportata da Strana segnala sia la disperazione dell’Occidente, che vede infrangersi il suo sogno di infliggere una sconfitta strategica alla Russia, sia la sua feroce determinazione nell’alimentare a tutti i costi questo conflitto contro la Russia “fino all’ultimo ucraino”, espressione che appare sempre più precipua.
Dopo averci passato personalmente diversi anni, durante la guerra, Filippo Rossi racconta la vera storia della NATO in Afghanistan.
Dopo l’attacco di Israele alla base UNIFIL in Libano, il ministro Crosetto ha tenuto una conferenza stampa, nella quale ha detto che le azioni di Israele “potrebbero costituire crimini di guerra, e sicuramente rappresentano delle gravissime violazioni alle norme del diritto internazionale umanitario.”
Crosetto ha poi aggiunto che il comportamento di Israele è “inaccettabile”, e ha detto che noi “non prendiamo ordini da Israele”. Infine, riguardo all’attacco, Crosetto ha detto che “Non si tratta di un errore nè di un incidente, quindi vogliamo da Israele della spigazioni formali”.
di B17tv
Il 24 settembre scorso, il ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergej Lavrov, ha preso la parola durante la 79ª sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Quest'assemblea rappresenta l'organo politico principale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, comprendente tutti gli Stati membri, e funge da forum esclusivo per il dibattito multilaterale su una vasta gamma di questioni internazionali, come delineato nella Carta delle Nazioni Unite.
Nel suo intervento, Lavrov ha formulato una critica incisiva nei confronti dell'operato e della composizione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU negli ultimi trent'anni.
Il 25 settembre si è svolta a Mosca una significativa riunione ai vertici della federazione russa riguardo al rischio di escalation nucleare nella guerra in corso. Il Cremlino ha poi pubblicato una dichiarazione ufficiale del presidente Putin, che riguarda la dottrina militare della federazione russa rispetto all’uso di armi nucleari.
di Fabrizio Poggi
Al punto in cui le jene sanguinarie USA-NATO hanno portato il mondo, alla soglia di una guerra per la distruzione (come minimo) del continente europeo, la situazione demografica della popolazione ucraina riveste un puro valore statistico.
Ciononostante, si tratta di un significativo indicatore delle “cure” prodigate dai padrini occidentali alla creatura cui tanta attenzione hanno prestato dopo il 1991 (qui non consideriamo i piani antisovietici post-1945 che prevedevano interventi bellicisti proprio a partire dalla RSS ucraina) e ancora nel 2004-2005 e, ca va sans dire, dopo il 2013-2014.
Una situazione demografica che negli ultimissimi mesi ha ricevuto un ulteriore e grave impulso negativo, che si manifesta in atti cui forse la junta nazigolpista non era del tutto preparata. Nikolaj Knjažitskij, deputato della Rada per “Solidarietà europea” (frazione parlamentare dell'ex presidente Petro Porošenko) afferma che le ambasciate ucraine in vari paesi hanno ricevuto centinaia di migliaia di dichiarazioni di rinuncia alla cittadinanza, da parte di emigrati ucraini.
Questa è la traduzione dell’articolo di Rogel Alpher “Netanyahu Wants a World War” uscito sul giornale israeliano Haaretz il 12 agosto 2024.
Il primo ministro di Israele è una minaccia per la sicurezza mondiale. Nel suo discorso davanti al Congresso il mese scorso, Benjamin Netanyahu ha chiarito che considera Israele l’avanguardia nella guerra condotta dall’Occidente contro l’Islam radicale globale o, come lui stesso l’ha definita, uno scontro tra barbarie e civiltà. Netanyahu ha chiarito agli americani che li protegge, che sta combattendo la loro guerra per loro. Dai suoi commenti è emerso chiaramente che l’America dovrebbe ringraziarlo per gli sforzi a suo favore, piuttosto che il contrario. Per quanto lo riguarda, l’enorme aiuto che Israele riceve dagli Stati Uniti serve un interesse americano esistenziale, e più gli Stati Uniti aumentano tale aiuto, meglio saranno preservati gli interessi americani. E ciò che è nell’interesse americano, secondo Netanyahu, è una guerra mondiale.
di Bet17
Il 14 giugno 2024, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, si è rivolto ai membri del Ministero degli Esteri russo per definire la politica futura della Russia e del continente euroasiatico. Durante il suo intervento, Putin ha aperto le porte a tutti i paesi, compresi quelli della NATO, affinché facessero parte del nuovo ordine multipolare che sta emergendo ad est e nel sud del mondo.
Tuttavia, i media occidentali hanno riassunto l'intervento come "l'ultimatum di un aggressore", ignorando completamente le aperture della Russia verso il mondo occidentale, così come le reali intenzioni espresse dal presidente russo.
L'intervento di Putin è durato oltre un'ora e in questa registrazione, B17tv offre solo la parte iniziale, con audio in italiano, che si riferisce alla visione di Putin per sviluppare un nuovo paradigma alternativo a quello unipolare imposto dagli Stati Uniti al resto del mondo, in cui il continente euroasiatico svolgerebbe un ruolo centrale.
Quello che pensa Putin della NATO lo sappiamo ormai a memoria. Sentiamo invece quello che ne pensa la Cina, attaverso questo suo articolo pubblicato oggi sul Global Times, intitolato "L'uscente Stoltemberg continua a seminare mine nel mondo".
Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg sta per lasciare il suo incarico, e il prossimo vertice della NATO che si terrà negli Stati Uniti il mese prossimo sarà il suo tour d'addio. Negli ultimi due giorni, Stoltenberg si è recato a Washington per riscaldarsi in vista del prossimo vertice, ventando nel contempo alcuni dei suoi "risultati" come eredità politica degli ultimi nove anni di incarico come Segretario della NATO.
Ha vantato il fatto che 23 dei 32 membri del blocco abbiano raggiunto l’obiettivo di spendere il 2% del PIL per la difesa, rivelando allo stesso tempo che la NATO sta discutendo lo spiegamento di altre armi nucleari.
Le frasi di Stoltenberg, che provocano nel mondo grandi preoccupazioni, sono pronunciate con disinvoltura e persino con entusiasmo. Il capo della NATO ha inoltre continuato a minacciare la Cina, affermando che la Cina non può “tenere il piede in due scarpe”, tra Occidente e Russia, e che se non cambia rotta “dovrebbero esserci delle conseguenze”.
di Clara Statello
"Il possibile ingresso di truppe occidentali in Ucraina è un'escalation e un altro passo verso il conflitto in Europa e il conflitto globale", ha avvertito oggi Putin. La questione non sembra più essere “se” ma “quando” ci sarà lo scontro diretto con la Russia e se avverrà con armi convenzionali o dovremo affrontare l’incubo di una guerra atomica.
Secondo alcuni analisti, potremmo già essere alla prima fase un attacco nucleare.
Il servizio di frontiera dell’FSB, l’intelligence russa, martedì mattina ha dichiarato a Ria Novosti che la NATO si sta addestrando vicino ai confini della Federazione Russa, per colpire il territorio russo con armi nucleari.
“Vicino al confine russo, le attività di ricognizione della NATO stanno aumentando, cresce l'intensità dell'addestramento operativo al combattimento delle truppe dell'alleanza, durante il quale vengono elaborati scenari per condurre operazioni di combattimento contro la Federazione Russa, compreso il lancio di attacchi nucleari sul nostro territorio fuori", ha affermato il capo del servizio di frontiera del Servizio di sicurezza federale russo (FSB), Vladimir Kulishov.
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