di Costantino Rover
Come si crea un piano Marshall per salvare l’Europa da un lento e inesorabile declino? Un’idea potrebbe essere quella di sperimentare per trentacinque anni le ricette che servono a smantellare uno Stato e impoverire intere generazioni di cittadini, vedere l’effetto che fa e poi proporre di fare l’esatto contrario su scala maggiore. Dev’essere ciò che può aver pensato Mario Draghi quando la Commissione europea gli ha richiesto un piano dettagliato per portare fuori l’Europa dall’avvitamento verso un declino ormai certo.
L’economia europea è in una crisi spaventosa che ora coinvolge anche la sua locomotiva che è la Germania. L’esempio più eclatante è la sequela di notizie pubblicate da Volkswagen negli ultimi tempi. Dal rischio di chiusure di interi stabilimenti, fino alla lista di 15 mila licenziamenti sempre più imminenti e al taglio dei contratti a tempo indeterminato.
BlackRock è una delle organizzazioni più potenti al mondo e il suo ruolo nefasto nell’economia e nella politica globali sta diventando sempre più evidente.
Il gigante degli investimenti sta spingendo la politica risvegliata sotto forma di punteggi di credito sociale aziendale (ESG), che include il pericoloso “net zero” e l’agenda LGBT. BlackRock è anche responsabile della manipolazione dei sistemi finanziari e ha il controllo su una parte significativa della ricchezza mondiale.
Per reagire, dobbiamo sapere con cosa abbiamo a che fare. In questo articolo, facciamo un tuffo nella storia, nelle attuali pratiche commerciali e nei piani del colosso globalista noto come BlackRock.
All’inizio del 2022, BlackRock Inc. aveva circa $ 10 trilioni di asset in gestione, rendendolo il più grande asset manager al mondo. Blackrock detiene un numero significativo di azioni nella maggior parte delle più grandi società del mondo, tra cui Amazon, Apple, Microsoft, Google, Tesla, Coca-Cola, Moderna, Johnson & Johnson, Exxon Mobil, Visa, Chevron, JPMorgan Chase, Walmart, e molti altri.
di Costantino Rover
Lotta ai contanti, vita, morte e miracoli dei veri evasori, mentre noi diamo la caccia alle streghe.
Nonostante si tratti di appena il 2% del denaro al mondo, c’è una campagna denigratoria molto in voga da decenni che usa gli argomenti più disparati per denigrare la moneta “reale”; i contanti, rei secondo gli avversari, delle più immani nefandezze tra cui le più popolari sono: evasione fiscale, produzione di CO2, propagazione di germi e veicolo di virus, ignoranza e arretratezza culturale, analfabetismo digitale, eccetera.
Perché tutta questa attenzione su una percentuale irrisoria di denaro circolante nell'economia reale e ben lontano dalla speculazione finanziaria e dai grossi gruppi industriali?
Vediamole in sintesi e verifichiamone la fondatezza. Se ne hanno una.
Ieri abbiamo pubblicato un video favorevole a Bitcoin. Oggi pubblichiamo un articolo che critica (in parte) quel video.
di Andrea Cavalleri (Stolypin)
Il video pubblicato su Luogocomune il 14 marzo, volto ad esaltare le magnifiche sorti e progressive del Bitcoin, contiene errori e confusioni abbastanza gravi non sull'essenza del Bitcoin (che l'autore conosce sicuramente meglio di me) ma sul concetto di moneta in generale.
Per questa ragione sento il bisogno di intervenire, correggendo gli errori e spostando i ragionamenti dai "binari morti" suggeriti dal video, a quelli che conducono a conclusioni significative.
Cominciamo dal fatto che la moneta sia un bene fiduciario.
di Luigi Copertino
Il “Digital Wallet” – ossia il “portafoglio digitale – è lo strumento prossimo venturo mediante il quale interagiremo con il sistema di realtà virtuale che ha ormai sostituito la realtà fisica. Esso ci consentirà, come in una unica banca dati, di disporre sul nostro cellulare tutti i dati personali, anagrafici, curriculari, professionali, bancari, fiscali e via dicendo. Non avremmo più bisogno di documenti cartacei e neanche di quelli informatici più vetusti. Tramite il passaporto digitale, in un giorno non lontano, ci sarà consentito l’accesso facilitato ai servizi pubblici e privati che saranno offerti esclusivamente in rete. Anzi solo tramite detto passaporto potremo accedere ai servizi.
Massimo Mazzucco, in un video recente, lo ha definito un “trappolone gigante” paventandone, non a torto, il potenziale di strumento di manipolazione a fini di controllo e di speculazione. L’aspetto più ambiguo di questa imminente rivoluzione digitale è quello monetario. Il portafoglio digitale, infatti, sarà lo strumento attraverso il quale verrà implementato il “Central Banking Digital Currency” (CBDC), in sostanza il sistema operativo della moneta digitale creata dalle Banche Centrali per combattere quella, come i bitcoin, di matrice non bancaria (che, a giudizio dello scrivente, è altrettanto ambigua e pericolosa). Digital Wallet e Central Banking Digital Currency sono un primo passo verso l’“internet delle cose”, ovvero l’interazione cibernetica continua tra uomo e macchina attraverso l’automatismo digitale, esaltato da Klaus Schwab nel suo “La Quarta Rivoluzione Industriale”.
Avv. Francesco Paolo Cinquemani
Dal sito ufficiale del Comune di Roma, ci fanno sapere che PER I SERVIZI Sportelli ANAGRAFICI E DI STATO CIVILE PRESSO I MUNICIPI E IL DIPARTIMENTO DECENTRAMENTO, SERVIZI DELEGATI E CITTÀ IN 15 MINUTI E’ ACCETTATO SOLO IL PAGAMENTO ELETTRONICO – NON E’ PIÙ CONSENTITO IL PAGAMENTO IN CONTANTI, I versamenti possono avvenire tramite POS o PagoPA.
Facciamo un po’ di chiarezza sia per chi legge che per chi del comune di Roma fosse interessato a non dire inesattezze al pubblico.
La moneta tradizionale è emessa dalle banche centrali sotto forma di contanti e riserve detenute dalle banche commerciali, in questo modo è l’ancora del sistema monetario e preserva la sovranità monetaria, che può essere definita come la capacità dei governi di controllare l’unità di conto di base, almeno nella loro giurisdizione, al fine di gestire la macroeconomia. Prima questa sovranità era nazionale. Ora con l’euro per noi è diventata sovranazionale.
di Francesca de Villasmondo
In molte filiali in Australia, la Commonwealth Bank ha deciso di abolire prelievi e depositi in contante. Queste filiali di CommBank sono quindi diventate “senza contanti”. All'inizio di quest'anno, anche ANZ (Australia and New Zealand Banking Group) ha dichiarato di aver eliminato gradualmente il contante. Prelevare il proprio denaro sta diventando sempre più difficile in Australia
La Commonwealth Bank ha aperto una serie di filiali "senza contanti", con clienti che non possono più accedere al proprio denaro in contanti. Le transazioni in contanti allo sportello non sono disponibili presso queste filiali, incluso Commonwealth Bank Place, che si trova nel centro di Sydney. Stessa situazione a Brisbane e Melbourne. Queste filiali senza contanti sono chiamate “centri specializzati”.
Depositi e prelievi possono ancora essere effettuati tramite bancomat in loco, ma per coloro che non hanno la carta di credito a portata di mano, le cose si fanno molto più difficili. Sono disponibili prelievi "contanti senza carta" fino a $ 500 al giorno, utilizzando l'app CommBank, ma per coloro che hanno bisogno di più fondi o non hanno il telefono con sé, i loro contanti non sono accessibili.
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico
Come si sa John Meynard Keynes non era un estimatore dell'Oro che considerava “un residuo barbarico”. In particolare questo per l'economista britannico valeva qualora venisse usato questo particolare elemento chimico come “moneta”. A tale proposito basta leggere la Teoria Generale dell'Occupazione, dell'Interesse e della Moneta per trovare giudizi sferzanti come questo: «Non si è mai concepito nella storia un metodo tanto efficace per porre i vantaggi di ciascun paese in contrasto con quelli dei suoi vicini quanto il gold standard internazionale». Un ragionamento che credo sia da considerare molto importante anche oggi: agganciare una moneta all'oro significa rendere molto più difficile “svalutare” la moneta del paese “creditore” nei rapporti commerciali internazionali con il paese “debitore” che invece avrebbe il massimo interesse a svalutare la propria moneta per dare fiato alla propria economia grazie all'export e conseguentemente risollevare i propri conti con l'estero.
di Joel Samuele (Joel78)
Come tutto è cominciato.
Nel 2011 viene annunciato che Mario Monti entrerà a far parte del governo (quel famoso 11/11/11 che tanto piace ai cospirazionisti). Viene detto alla popolazione che sono necessarie delle misure di austerità, per sanare i bilanci pubblici.
Si accende un dibattito che porterà ad organizzare il primo summit sulla MMT in Italia.
Perché si chiama MMT.
MMT sta per Modern Money Theory, cioè teoria monetaria moderna. Perché moderna? La teoria supera il pensiero kenesiano, del poter spendere maggiormente in periodi di crisi, per poi poter ridurre la spesa in tempi migliori. Questa teoria sostiene semplicemente che lo Stato può creare la sua moneta, e usare la tassazione come regolatore macroeconomico. Per questo la teoria viene detta post kenesiana.
Tutto viene semplificato all’osso, e il dibattito serve solo a confrontarsi con quello che dicono i media riguardo al fatto che è necessario non sforare i parametri di spesa pubblica, o altre cose annesse. La teoria supera anche il famoso “aggancio con l’oro”. Argomentando come questo sia meno importante rispetto alla crescita economica, unico vero controvalore della moneta emessa in circolazione.
Costantino Rover (L’Economia Spiegata Facile) ha voluto replicare punto per punto all’intervista che ho fatto a Leonardo Facco il mese scorso. Gli contesta sia le tesi di fondo della scuola austriaca, sia la caratterizzazione di Bitcoin come “moneta solida”.
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