Perché una moneta internazionale dovrebbe arrivarci, offerta in un bel packaging tecnologico, da un’associazione privata basata in Svizzera? Libra è la prova della fragilità del nostro sistema monetario. O la piattaforma è di tutti o si creano seri problemi su come vigilare questo sistema in futuro.
Libra è la nuova moneta che Facebook promette di rendere operativa entro un anno, in una prima versione controllata da lei stessa assieme ad altre imprese, piattaforme, intermediari finanziari e organizzazioni nonprofit riuniti in un’associazione. E poi, in cinque anni, completamente priva di ogni forma di controllo quanto meno sul piano strettamente tecnico. L’annuncio è stato dato lunedì, ma è di martedì la pubblicazione del white paper che dovrebbe illustrare i tratti fondamentali del progetto.
Che dire dopo una prima riemersione dalla lettura del white paper di Libra? Che questo paper non è affatto white, anzi è molto grey. Al di là dello stile sicuro di sé, le informazioni date sulla struttura, sui fini e sul modus operandi della nuova moneta globale offerta alla community globale lasciano ancora molte, troppe zone grigie.
Se volessimo prestare al progetto una linea univoca, dovremmo dire che Libra è una versione privata, su blockchain, di uno strumento che già esiste: i diritti speciali di prelievo del fondo monetario internazionale.
La faccenda dei Minibot sta rivelando quanto sia ferreo il giogo monetario a cui siamo assoggettati in Italia. Basti pensare che l'intero PD aveva votato la mozione iniziale sui Minibot (trovandola - si presume - sensata) solo per fare una clamorosa marcia indietro, una volta che gli è arrivata la tirata di orecchie da Bruxelles.
Ma non basta: ora siamo arrivati al punto in cui un ministro del tesoro si mette di traverso ad una decisione che è stata presa da ambedue i partiti di governo, e che si trova addirittura scritta nello stesso patto di governo fra Lega e 5Stelle. Pensate al paradosso: un governo che ha tutt'ora il sostegno della maggioranza della nazione prende una decisione, ma questa decisione viene bloccata dagli gnomi di Bruxelles grazie all'ostruzionismo di uno gnomo di casa nostra. E noi siamo ancora qui a domandarci se dobbiamo restare nell'Euro?
In questo video Gigi Moncalvo descrive la situazione dell'oro italiano nel mondo. Quanto è, dove si trova, come è ripartito... e quanto ne manca. Nella prossima puntata affronterà l'altra questione cruciale: "di chi è" l'oro degli italiani.
(da Russia Today) - Secondo alcuni funzionari russi, i paesi del BRICS stanno prendendo in considerazione una piattaforma interna per lo scambio dell'oro. Secondo un esperto di metalli preziosi, quando questo accadrà l'economia globale sarà fortemente ristrutturata, e l'Occidente perderà il suo predominio.
Secondo Claudio Grass, della Precious Metal Advisory Svizzera, nel 2016 sono state scambiate 24,338 tonnellate di oro fisico, e cioè il 43% in più del 2015.
L'oro si sta spostando dall'Occidente all'oriente.
"Bisogna guardare a questa iniziativa dei BRICS in un contesto più ampio - ha detto Grass a RT - Fa parte di uno slittamento tettonico che è iniziato alcuni decenni fa. Abbiamo osservato un costante flusso di oro fisico dall'Occidente all'oriente. Contemporaneamente, l'Occidente ha perso la sua guerra economica, e come conseguenza ora l'attenzione si è spostata sul sistema finanziario. La Cina domina l'economia mondiale, ed ha rimpiazzato gli Stati Uniti come maggiore potenza economica".
In questo video, Fabio Conditi (presidente di Moneta Positiva) e Francesco Carraro tornano a discutere gli elementari del sistema monetario. Con l'esempio dell' "isolotto" viene spiegata la creazione del debito permanente. Con argomenti altrettanto semplici vengono spiegati la moneta come "estrattore" di valore, il paradosso del debito complessivo mondiale, la creazione del denaro con il denaro, ed il mercato dei titoli come generatore di liquidità.
Fonte Byoblu
Storia dei Rothschild. Ovvero: come fottere il mondo in 7 generazioni.
Da ingenuo essere umano, poco esperto di faccende economiche, mi sono sempre posto la seguente domanda: ma se tutte le maggiori nazioni del mondo sono indebitate, chi è il creditore?
In questa illuminante intervista Marco Bersani descrive bene la mostruosa sproporzione che si è venuta a creare fra l'economia reale e quella virtuale (finanziaria), e la trappola del debito, attraverso la quale si spaventano le comunità. Bersani sottolinea anche un enorme paradosso, che contrappone l'idea dell'uomo colpevole del proprio debito, ma contemporaneamente innocente rispetto ai consumi superflui. Bersani racconta come sia avvenuta la separazione fra Banca d'Italia e Ministero del Tesoro, negli anni '80, e come abbia fatto il debito pubblico italiano ad innalzarsi così vertiginosamente negli ultimi 30 anni. In realtà -conclude Bersani - il debito italiano è già stato ampiamente ripagato. Bisogna superare la trappola ideologica della narrazione sul debito, per poter risolvere in modo concreto il problema del debito pubblico.
Fonte Byoblu
di Maurizio Blondet
“L’Establishment europeo ha appena dichiarato guerra all’Italia”: è il titolo con cui Zero Hedge (forse il più importante sito economico alternativo americano) commenta un’intervista alla CNBC di Jeroen Dijsselbloem, l’ex ministro delle finanze olandese che è stato presidente dell’Eurogruppo.
Nell’intervista, D. invita apertamente la speculazione (i mercati) a lanciare un attacco alle finanze italiane, spiegando loro (ai mercati) esattamente come devono fare.
La cosa gravissima è che questo individuo non compie questi inviti teppistici e criminali in veste di privato cittadino aggiotatore: lo fa essendo stato nominato “consigliere strategico (sic) del Meccanismo Europeo di Stabilità, EMS”, ossia all’istituzione europea che dovrebbe fornire assistenza ai paesi dell’area euro che sono in crisi economica, ed al quale l’Italia fra partecipa – fra l’altro pagando lo stipendio di D. – con un impegno di oltre 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi effettivamente già versati.
“Non abbiamo mai visto nemmeno lontanamente qualcosa di simile”, commenta Zero Hedge: “un uomo in questa posizione che mostra pubblicamente le debolezze negoziali dell’Italia e fa l’allarmista. Per noi, lo scopo di questa affermazione può essere solo di dare semaforo verde ai mercati finanziari per orchestrare un attacco ai titoli italiani e in tal modo far salire gli interessi sul debito all’Italia”.
Ho trovato questo spezzone di intervista a Nando Ioppolo del 2014. Ma l'inganno dello spread è davvero così semplice come lo spiega lui?
Leggi tutto: Il colpo del secolo