Quel Ferragosto di quarant’anni fa, quando Nixon mise fine alla convertibilità del dollaro in oro
Il 15 agosto del 1971 finì il regime dei cambi fissi di Bretton Woods con la decisione del presidente Usa Nixon di sganciare il dollaro dall’oro. Da allora sono cominciate le turbolenze dei mercati finanziari. (...) Dal 1944, cioè da quando in piena guerra, una Conferenza internazionale di esperti di economia e finanza riuniti a Bretton Woods, aveva fissato le regole per dare impulso ad una ordinata espansione degli scambi internazionali, il dollaro era la moneta di riferimento a cui erano legate con cambi fissi tutte le altre monete, mentre il dollaro stesso era agganciato all’oro al prezzo anch’esso fisso, di 35 dollari all’oncia.
Questo sistema aveva certo favorito una grande espansione degli scambi internazionali e quindi incentivato lo sviluppo di tutti i paesi,per lo più occidentali, che ne facevano parte. Però un simile sistema aveva dato al dollaro il potere enorme di non essere sottoposto ad alcun vincolo di bilancia dei pagamenti (come invece erano gli altri paesi) perché era usato come moneta di riserva da tutti gli altri Stati. Ciò permetteva al Tesoro degli Stati Uniti di stampare tutti i dollari di cui aveva bisogno e collocarli poi nel resto del mondo.
Il presidente francese, il Generale De Gaulle, già all’inizio degli anni ’60 cominciò a dire che i dollari in circolazione erano troppi e a chiedere la conversione in oro delle riserve detenute dalla Banca di Francia. Con il passare del tempo i dubbi sulla effettiva capacità degli Usa di far fronte a tutte le richieste di conversione in oro dei dollari in circolazione,aumentarono notevolmente e tanti Stati, magari senza fare polemiche, cominciarono a chiedere la conversione delle proprie riserve di dollari. La situazione si fece esplosiva quando le esigenze della guerra del Vietnam,imposero agli Stati Uniti la necessità di stampare sempre più dollari che furono immessi sui mercati mondiali per comprare da ogni angolo del globo le merci necessarie a soddisfare l’immenso fabbisogno dell’esercito americano. www.firstonline.info/.../
E' un discorso che in un altro thread facevo a Sertes, ma che con disappunto non colse. Nonostante fatti epocali come quello del 15 agosto del 1971, quando il dollaro perse la convertibilità in oro; oppure crisi finanziarie come quella della Germania di Weimar, quando le banconote servivano a questo
4.bp.blogspot.com/.../weimar_iperinflazione_1.jpg una certa coscienza di classe continua imperterrita a ignorare che l'espressione "ha valore" riferita ad una merce o al denaro è una metafora. Per essere precisi una catacresi, una metafora lessicalizzata, una metafora che ha perduto il suo carattere arbitrario o non appare più come tale. La metafora a cui mi sto riferendo produce un inversione: quella fra soggetto e oggetto. Lo fa ponendo nel campo semantico del genere "Cosa" un attributo che fa parte tipicamente del campo semantico della "Persona", intesa come soggetto che agisce. Tale attributo è il possesso, la facoltà di possedere un oggetto. Il soggetto si distingue concettualmente dall'oggetto perché il primo ha la facoltà di possedere il secondo e mai viceversa. Con questa metafora, invece, è come se l'oggetto (in questo caso la merce o il denaro) assumesse la facoltà di possedere un qualche cosa di misterioso chiamato "valore". Si prenda come dimostrazione una merce, e si faccia l'inventario di tutti i suoi attributi e delle sue funzioni. Si scoprirebbe allora che da tale procedimento non verrebbe mai fuori il "valore". Ad esempio una bicicletta ha due ruote, un manubrio, ecc. Serve per muoversi velocemente sulle strade, ecc. Ma quella cosa chiamata "valore", che l'accomuna alle altre merci, non comparirà mai nella nostra lista. Prendiamo l'oro, il denaro per eccellenza. E' un metallo con delle caratteristiche fisiche proprie rispetto a quelle degli altri metalli. Viene usato per costruire circuiti elettrici, per produrre bigiotteria, come merce, ecc. Anche qui: dove sta il valore? Il valore è stato descritto, usando una metafora, come un fantasma che sovrasta l'oggetto. Qualcosa di sfuggente che fa capolino nella coscienza solo quando una merce viene contrapposta ad un altra; come se il rapporto di scambio fosse a tutti gli effetti un fenomeno di evocazione medianica. Ma come fa l'oggetto a possedere un fantasma? Non può farlo. In realtà sembrerebbe succeda l'opposto: che il fantasma possieda l'oggetto. Venne sviluppata ulteriormente la metafora, e portò chi lo fece dritto dritto nel campo nebuloso della religione, dove i fenomeni medianici della possessione e dei simulacri sono di casa.
Per questo rimango stupito quando la consapevolezza di una certa classe sociale raggiunge questa vetta, aiutata anche da eventi clamorosi come la decisione di Nixon di cinquanta anni fa, non conduca poi all'unica vera soluzione.
Ho seguito con attenzione l'intervista a Fabio Conditi riportata in questo video sino al minuto 58:48 ( poi ho smesso) quando fa una affermazione spiazzante e non necessaria: "Ma possiamo concepire nel 2019 -siamo stati sulla luna- una economia che ha bisogno di una crescita esponenziale di valori finanziari, per poi scoppiare e dover ricominciare da quelle macerie? E' assurdo!".
@ BELLINI Vuoi che scenda (o salga) a livello tecnico? Certo, il punto di vista della critica all'economia come critica alla religione è clamoroso perché "taglia la testa al toro", però alla fine risulterebbe sterile e ozioso, perché apparentemente poco pragmatico. La semantica, con lo sviluppo delle metafore, serve soltanto a riconoscere una ideologia quando questa non appare come tale perché ammantata da tanto buon senso. Io dico che c'è poco di sensato, quando si tenta di mettere in piedi una narrativa priva di qualsiasi riferimento al concetto di antagonismo di classe, e il video ne è un esempio. Certamente, dal novecento abbiamo imparato che l'eccesso di questo concetto nei termini di lotta di classe ha contribuito a produrre effetti drammatici. Oggi, però, sembra di vivere la situazione opposta, e non mi sembra che consenta alle forze politiche che ne beneficiano ampi margini di manovra.
Noam Chomsky sono decenni che ha avvertito del pericolo della finanziarizzazione dell'economia, della finanza che vuole i disoccupati per tenere bassa o inesistente l'inflazione per garantire la rendita finanziaria (ricorda l'UE), ed un manipolo di profittatori che governa il mondo grazie alle fortune accumulate con la speculazione (Soros), intervista di 20 e oltre anni fa:
30anni fa il platinum valeca più dell'oro mah... Processi alchemici a parte il valore è assai relativo...neppure i bisogni umani son certezza per stabilire un prezzo alle cose. Fin quando i flussi economici son drogati da oscure manovre...tutto è marketing... Pure la criptovaluta di Facebook...
#5 baciccio si, devi pensare che quell'evento ha condizionato tutti gente anche come scardovelli usa le stesse parole
prima o poi anche queste persone non daranno per scontato quell'evento .... (ho personalmente dato a scardovelli il dvd di american moon in mano....vedremo)
ritengo che l'inganno della moneta può avere termine nel momento in cui tutte le persone realizzeranno che la moneta è una CONVENZIONE.
questo è il dato di fatto , il nocciolo ultimo di ogni dibattito, che sia finanziario, economico, giuridico/costituzionale o politico
dopo la morte del gold standard l'uomo si è dimostrato da solo che la moneta è una convenzione.
il mio martello continua a essere utile anche se l'altro non gli da valore. poi ci sono beni via via piu "inutili" se qualcun altro non gli da valore la moneta è l'ultima cosa di questa catena dove da una parte cala continuamente il "valore in se" e aumenta sempre di piu il valore attribuito
purtroppo le persone ancora lo trattano come un bene, come qualcosa che ha valore in se mentre moneta e valore sono in relazione esclusivamente tramite gli accordi reciproci tra le persone
una volta che avremo spazzato via le vecchie convinzioni potremmo ricominciare una nuova vita
@fefochip Non c'è niente da fare. Vengono attribuite alle cose proprietà che sono tipiche dei soggetti senzienti. Anche qui: "inganno della moneta". Evidentemente questo è un modo dire. Più precisamente una catacresi. library.weschool.com/.../... Come fa un oggetto ad ingannare un soggetto? Non è tanto la moneta a costiruire una convenzione, bensì tutto il campo semantico occupato dall'economia politica ad esserlo. Questo risulta alla fine una sorta di rete di metafore che hanno subito un processo di lessicalizzazione. Per esempio: La moneta (o la valuta) dotata di intelligenza che inganna le persone. La merce o il denaro che posseggono del valore. La moneta come "mezzo di scambio". (Mezzi di scambio a tutti gli effetti lo sono, ad esempio, il banco del pescivendolo al mercato, oppure gli scaffali della Feltrinelli). La moneta come "riserva di valore". (Similmente ad una cantina o ad un frigorifero che conservano il valore d'uso di un prosciutto.) La moneta che funge da unità di misura. (Cosa misuri, se il valore è inquantificabile?) Secondo me si può sconfiggere la falsa coscienza degli economisti solo con una grassa risata, alla luce di questi fatti incontestabili.
Però, c'è un però. Mica è solo un problema di linguaggio e neppure un problema di ego degli economisti sia di professione che dilettanti. La questione è pure questa:
Il consumo della forza lavoro si compie, come per qualunque altra merce, fuori del mercato e quindi della sfera di circolazione. Noi perciò abbandoniamo questa sfera chiassosa, superficiale e accessibile agli occhi di tutti, insieme al possessore di denaro e al possessore di forza lavoro, per seguirli entrambi nella sede nascosta della produzione, sulla cui soglia sta scritto: no admittance except on business [vietato l’ingresso se non per motivi d’affari].
Se ci troviamo di fronte ad un illusione ottica, quella del valore, allora tutto questo dipende naturalmente anche da tutta una serie di barriere percettive che ci impediscono di conoscere i particolari processi produttivi delle varie merci. Altrimenti come fai a dire che è normale l'equiparazione di una merce con un'altra, se queste due sono incommesurabili? Ad esempio, una scatoletta di tonno che vale un euro? Astraendo non solo concettulmente, anche materialmente, dal processo che le ha generate. Togli la genesi che caratterizza gli oggetti e questi diventano fra loro commensurabili. In questo caso, da una parte il peschereccio che cala una rete chilometrica nel Pacifico, la tira sù, prende il pesce e lo manda in lavorazione e poi lo inscatola, e la tipografia della banca che stapiglia della carta dotata di ologrammi, dall'altra. Quindi le barriere di cui dicevo sono fisiche e naturali. Ma sono anche ostacoli molto più triviali, costituiti dalla volontà di persone in carne ed ossa, ma dotate di una certa coscienza, che ti dicono: "vietato l’ingresso se non per motivi d’affari!"
mi pare ovvio e scontato che è la narrazione ufficiale (propaganda) che descrive la moneta al grande pubblico quindi è altrettanto ovvio che non è l'oggetto che inganna ma il sistema fatto di banchieri/finanzieri che corrompono politici , economisti e giornalisti per far parte del sistema stesso ovvero detto con le tue parole io preferisco chiamarlo "truffa" rende meglio l'idea
Il 15 agosto del 1971 finì il regime dei cambi fissi di Bretton Woods con la decisione del presidente Usa Nixon di sganciare il dollaro dall’oro. Da allora sono cominciate le turbolenze dei mercati finanziari.
(...)
Dal 1944, cioè da quando in piena guerra, una Conferenza internazionale di esperti di economia e finanza riuniti a Bretton Woods, aveva fissato le regole per dare impulso ad una ordinata espansione degli scambi internazionali, il dollaro era la moneta di riferimento a cui erano legate con cambi fissi tutte le altre monete, mentre il dollaro stesso era agganciato all’oro al prezzo anch’esso fisso, di 35 dollari all’oncia.
Questo sistema aveva certo favorito una grande espansione degli scambi internazionali e quindi incentivato lo sviluppo di tutti i paesi,per lo più occidentali, che ne facevano parte. Però un simile sistema aveva dato al dollaro il potere enorme di non essere sottoposto ad alcun vincolo di bilancia dei pagamenti (come invece erano gli altri paesi) perché era usato come moneta di riserva da tutti gli altri Stati. Ciò permetteva al Tesoro degli Stati Uniti di stampare tutti i dollari di cui aveva bisogno e collocarli poi nel resto del mondo.
Il presidente francese, il Generale De Gaulle, già all’inizio degli anni ’60 cominciò a dire che i dollari in circolazione erano troppi e a chiedere la conversione in oro delle riserve detenute dalla Banca di Francia. Con il passare del tempo i dubbi sulla effettiva capacità degli Usa di far fronte a tutte le richieste di conversione in oro dei dollari in circolazione,aumentarono notevolmente e tanti Stati, magari senza fare polemiche, cominciarono a chiedere la conversione delle proprie riserve di dollari. La situazione si fece esplosiva quando le esigenze della guerra del Vietnam,imposero agli Stati Uniti la necessità di stampare sempre più dollari che furono immessi sui mercati mondiali per comprare da ogni angolo del globo le merci necessarie a soddisfare l’immenso fabbisogno dell’esercito americano.
www.firstonline.info/.../
E' un discorso che in un altro thread facevo a Sertes, ma che con disappunto non colse.
Nonostante fatti epocali come quello del 15 agosto del 1971, quando il dollaro perse la convertibilità in oro; oppure crisi finanziarie come quella della Germania di Weimar, quando le banconote servivano a questo
4.bp.blogspot.com/.../weimar_iperinflazione_1.jpg
una certa coscienza di classe continua imperterrita a ignorare che l'espressione "ha valore" riferita ad una merce o al denaro è una metafora.
Per essere precisi una catacresi, una metafora lessicalizzata, una metafora che ha perduto il suo carattere arbitrario o non appare più come tale.
La metafora a cui mi sto riferendo produce un inversione: quella fra soggetto e oggetto. Lo fa ponendo nel campo semantico del genere "Cosa" un attributo che fa parte tipicamente del campo semantico della "Persona", intesa come soggetto che agisce.
Tale attributo è il possesso, la facoltà di possedere un oggetto.
Il soggetto si distingue concettualmente dall'oggetto perché il primo ha la facoltà di possedere il secondo e mai viceversa.
Con questa metafora, invece, è come se l'oggetto (in questo caso la merce o il denaro) assumesse la facoltà di possedere un qualche cosa di misterioso chiamato "valore".
Si prenda come dimostrazione una merce, e si faccia l'inventario di tutti i suoi attributi e delle sue funzioni. Si scoprirebbe allora che da tale procedimento non verrebbe mai fuori il "valore".
Ad esempio una bicicletta ha due ruote, un manubrio, ecc. Serve per muoversi velocemente sulle strade, ecc. Ma quella cosa chiamata "valore", che l'accomuna alle altre merci, non comparirà mai nella nostra lista.
Prendiamo l'oro, il denaro per eccellenza. E' un metallo con delle caratteristiche fisiche proprie rispetto a quelle degli altri metalli. Viene usato per costruire circuiti elettrici, per produrre bigiotteria, come merce, ecc. Anche qui: dove sta il valore?
Il valore è stato descritto, usando una metafora, come un fantasma che sovrasta l'oggetto. Qualcosa di sfuggente che fa capolino nella coscienza solo quando una merce viene contrapposta ad un altra; come se il rapporto di scambio fosse a tutti gli effetti un fenomeno di evocazione medianica.
Ma come fa l'oggetto a possedere un fantasma? Non può farlo. In realtà sembrerebbe succeda l'opposto: che il fantasma possieda l'oggetto.
Venne sviluppata ulteriormente la metafora, e portò chi lo fece dritto dritto nel campo nebuloso della religione, dove i fenomeni medianici della possessione e dei simulacri sono di casa.
Per questo rimango stupito quando la consapevolezza di una certa classe sociale raggiunge questa vetta, aiutata anche da eventi clamorosi come la decisione di Nixon di cinquanta anni fa, non conduca poi all'unica vera soluzione.
Leggi qua poi mi fai sapere
m.facebook.com/.../
Video orrendo di Messora
Dopo aver intervistato questo, può intervistare anche i terrapiattisti.
Vuoi che scenda (o salga) a livello tecnico? Certo, il punto di vista della critica all'economia come critica alla religione è clamoroso perché "taglia la testa al toro", però alla fine risulterebbe sterile e ozioso, perché apparentemente poco pragmatico.
La semantica, con lo sviluppo delle metafore, serve soltanto a riconoscere una ideologia quando questa non appare come tale perché ammantata da tanto buon senso.
Io dico che c'è poco di sensato, quando si tenta di mettere in piedi una narrativa priva di qualsiasi riferimento al concetto di antagonismo di classe, e il video ne è un esempio.
Certamente, dal novecento abbiamo imparato che l'eccesso di questo concetto nei termini di lotta di classe ha contribuito a produrre effetti drammatici. Oggi, però, sembra di vivere la situazione opposta, e non mi sembra che consenta alle forze politiche che ne beneficiano ampi margini di manovra.
intervista di 20 e oltre anni fa:
lombradelleparole.wordpress.com/.../...
Slobbysta Anteater OrtVonAllen
si, devi pensare che quell'evento ha condizionato tutti
gente anche come scardovelli usa le stesse parole
prima o poi anche queste persone non daranno per scontato quell'evento ....
(ho personalmente dato a scardovelli il dvd di american moon in mano....vedremo)
questo è il dato di fatto , il nocciolo ultimo di ogni dibattito, che sia finanziario, economico, giuridico/costituzionale o politico
dopo la morte del gold standard l'uomo si è dimostrato da solo che la moneta è una convenzione.
il mio martello continua a essere utile anche se l'altro non gli da valore.
poi ci sono beni via via piu "inutili" se qualcun altro non gli da valore
la moneta è l'ultima cosa di questa catena dove da una parte cala continuamente il "valore in se" e aumenta sempre di piu il valore attribuito
purtroppo le persone ancora lo trattano come un bene, come qualcosa che ha valore in se mentre moneta e valore sono in relazione esclusivamente
tramite gli accordi reciproci tra le persone
una volta che avremo spazzato via le vecchie convinzioni potremmo ricominciare una nuova vita
Non c'è niente da fare.
Vengono attribuite alle cose proprietà che sono tipiche dei soggetti senzienti.
Anche qui: "inganno della moneta". Evidentemente questo è un modo dire. Più precisamente una catacresi.
library.weschool.com/.../...
Come fa un oggetto ad ingannare un soggetto?
Non è tanto la moneta a costiruire una convenzione, bensì tutto il campo semantico occupato dall'economia politica ad esserlo. Questo risulta alla fine una sorta di rete di metafore che hanno subito un processo di lessicalizzazione.
Per esempio:
La moneta (o la valuta) dotata di intelligenza che inganna le persone.
La merce o il denaro che posseggono del valore.
La moneta come "mezzo di scambio". (Mezzi di scambio a tutti gli effetti lo sono, ad esempio, il banco del pescivendolo al mercato, oppure gli scaffali della Feltrinelli).
La moneta come "riserva di valore". (Similmente ad una cantina o ad un frigorifero che conservano il valore d'uso di un prosciutto.)
La moneta che funge da unità di misura. (Cosa misuri, se il valore è inquantificabile?)
Secondo me si può sconfiggere la falsa coscienza degli economisti solo con una grassa risata, alla luce di questi fatti incontestabili.
Però, c'è un però.
Mica è solo un problema di linguaggio e neppure un problema di ego degli economisti sia di professione che dilettanti.
La questione è pure questa:
Il consumo della forza lavoro si compie, come per qualunque altra merce, fuori del mercato e quindi della sfera di circolazione. Noi perciò abbandoniamo questa sfera chiassosa, superficiale e accessibile agli occhi di tutti, insieme al possessore di denaro e al possessore di forza lavoro, per seguirli entrambi nella sede nascosta della produzione, sulla cui soglia sta scritto: no admittance except on business [vietato l’ingresso se non per motivi d’affari].
Se ci troviamo di fronte ad un illusione ottica, quella del valore, allora tutto questo dipende naturalmente anche da tutta una serie di barriere percettive che ci impediscono di conoscere i particolari processi produttivi delle varie merci.
Altrimenti come fai a dire che è normale l'equiparazione di una merce con un'altra, se queste due sono incommesurabili? Ad esempio, una scatoletta di tonno che vale un euro?
Astraendo non solo concettulmente, anche materialmente, dal processo che le ha generate.
Togli la genesi che caratterizza gli oggetti e questi diventano fra loro commensurabili. In questo caso, da una parte il peschereccio che cala una rete chilometrica nel Pacifico, la tira sù, prende il pesce e lo manda in lavorazione e poi lo inscatola, e la tipografia della banca che stapiglia della carta dotata di ologrammi, dall'altra.
Quindi le barriere di cui dicevo sono fisiche e naturali. Ma sono anche ostacoli molto più triviali, costituiti dalla volontà di persone in carne ed ossa, ma dotate di una certa coscienza, che ti dicono: "vietato l’ingresso se non per motivi d’affari!"
si affronta piu dal punto di vista giuridico il problema
mi pare una domanda posta male
mi pare ovvio e scontato che è la narrazione ufficiale (propaganda) che descrive la moneta al grande pubblico
quindi è altrettanto ovvio che non è l'oggetto che inganna ma il sistema fatto di banchieri/finanzieri che corrompono politici , economisti e giornalisti
per far parte del sistema stesso
ovvero detto con le tue parole
io preferisco chiamarlo "truffa" rende meglio l'idea