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La Centesima Scimmia

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
29 Gennaio 2017
Visite: 14449

"La centesima scimmia" è il nuovo film documentario del filmmaker Marco Carlucci. E’ il contro-racconto dell’attuale crisi finanziaria e sociale, vista in un’ottica opposta a quella istituzionale, un punto di vista che mette in guardia la gente comune nei confronti della propaganda che da anni ripete il mantra di un prossimo miglioramento delle economie. Partecipano: Monia Benini, Solange Manfredi, Claudio Borghi, Nigel Farage, Lidia Undiemi, Fernando Rossi, Paolo Barnard, Riccardo Bellofiore, Vandana Shiva, Karen Hudes, Serge Latouche.

Principali temi trattati: La vera storia del trattato di Lisbona - Amato, Draghi e la Goldman Sachs - La disperazione della Grecia - Il MES come fondo salvabanche - La politica interna diventa oggetto di contrattazione monetaria - I problemi della Spagna (simili a quelli dell'Italia): anche in Spagna le banche rubano i soldi dei cittadini - Il ruolo della Germania - I debiti delle banche tedesche - Ipotesi: uscire dall'euro - Il potere occulto: chi possiede il denaro - La politica italiana - Le multinazionali e il sistema di controllo incrociato - La crisi come opportunità.

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24 comments

Otto miliardari ricchi quanto mezzo pianeta.

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
18 Gennaio 2017
Visite: 12240

di Diego Fusaro

Il noto non è conosciuto
. Così diceva Hegel. E non è conosciuto perché lo diamo per scontato o rinunciamo a ragionarvi serenamente, complice la distrazione di massa che regna a ogni latitudine. Lo sappiamo da anni. Anche da prima che ce lo ricordasse Thomas Piketty nel suo studio sul capitalismo nel ventunesimo secolo.

Il mondo post-1989 non è il mondo della libertà, come ripetono i suoi ditirambici cantori: a meno che per libertà non si intenda quella del capitale e dei suoi agenti. Per il 99% della popolazione mondiale il post-1989 è e resta un incubo: un incubo di disuguaglianza e miseria.

Ce l’ha ancora recentemente ricordato Forbes, la Bibbia dei sacerdoti del monoteismo del mercato deregolamentato. Otto super-miliardari – meticolosamente censiti da Forbes – detengono la stessa ricchezza che è riuscita ad accumulare la metà della popolazione più povera del pianeta: 3,6 miliardi di persone. L’1% ha accumulato nel 2016 l’equivalente di quanto sta nelle tasche del restante 99%.

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60 comments

"Non si può unire un continente tramite i soldi"

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
17 Gennaio 2017
Visite: 12123

Gregor Gysi è l'attuale presidente del partito tedesco Die Linke (La Sinistra), nato dalla trasformazione dell'ex partito socialista tedesco (PDS). Nel 1998 Gysi fece questo discorso al parlamento tedesco, mettendo in guardia contro l'introduzione dell'Euro. Viene quasi un dolore allo stomaco nel sentire queste lucide profezie, espresse quasi 20 anni fa.

Quello che segue è il transcript dei sottotitoli. [In ogni caso, io suggerisco di guardare il video: è più efficace - M.M.]

Si è parlato molto d’integrazione europea e, senza dubbio, l’unificazione dell’Europa è un grande obiettivo politico. Ricordo i giorni in cui venne giú il muro, all’inizio della discussione della riunificazione della Germania e alla domanda angosciante che ci si pose: ‘Cosa succederà adesso? Diventerà una Europa tedesca o una Germania europea?

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India: la "manina" USA dietro la guerra al contante

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
15 Gennaio 2017
Visite: 11728

di Maurizio Blondet

Esiste un segretariato dell’ONU, United Nations Capital Development Fund  (UNCPD) di  cui pochissimi conoscono l’esistenza. Ma lo conoscono bene Master Card Foundation e  la Bill and Belinda Gates Foundation,  perché ne sono divenuti i più generosi donatori. Il motivo: l’UNCPD è la centrale ideologica occulta del progetto di abolizione mondiale  del contante. E’ l’ente – con Bill Gates e  le finanziarie che emettono carte di credito, come Master Card –  del crudele esperimento sociale  che ha luogo in India, la  prima cashless society a spese di un miliardo di poveri, che  non hanno, ne possono avere, un conto in banca.  Ricostruire  chi  e come ha indotto quell’esperimento in corpore vili, è un istruttivo compendio dei metodi con cui gli   interessi americani  si impongono dietro le quinte.

Presso la sede a  New York dell’ UNCPD (“Fondo per lo Sviluppo del Capitale”: piuttosto esplicito) ha sede il segretariato della   Better Than Cash Alliance  (Alleanza Meglio-del-contante:  molto  esplicito) ,   nata nel 2012, un’associazione di puri idealisti che promuovono la scomparsa del liquido. Mastercard, Visa, Dell Foundaton, Omidyar Network (eBay), Citi,  insomma le IT, e-commerce e finanziarie che si aspettano di fare miliardi dal passaggio totalitario ai  pagamenti elettronici.  Ma non si deve tralasciare che della Better than Cash Alliance sono soci anche  il noto fondo filantropico e umanitario  che è la Gates Foundation (Microsoft) e l’USAID,  l’ente americano volto a   fare il bene   dei popoli sottosviluppati – come dice il nome: Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo   Internazionale” –  che l’agenzia del Dipartimento  di Stato e  una delle principali  coperture della CIA nelle operazioni estere.

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Claudio Borghi – La verità su Monte dei Paschi di Siena

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
29 Dicembre 2016
Visite: 17413

Ho guardato i 50 minuti di questo video a bocca aperta. Non vi dico altro.


Qui (fonte Byoblu) la lista dei bonifici effettuati da MPS di cui parla Borghi nell'intervista.

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121 comments

Claudio Messora spiega cos'è il MES

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
22 Dicembre 2016
Visite: 9227

Claudio Messora spiega che cos'è il MES (il "fondo salva stati") e quale pericolo rappresenti per l'Italia.


Fonte: Byoblu

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18 comments

Referendum: Le parole messe in bocca (ad arte) al Financial Times

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
22 Novembre 2016
Visite: 13403

Ieri tutti i media hanno dato grande risalto all'articolo del Financial Times che prevedeva conseguenze disastrose per l'Euro se al nostro referendum dovesse prevalere il "no". Con questo articolo, Paolo Annoni suggerisce una lettura più attenta dell'articolo stesso.

di Paolo Annoni

I commenti all’articolo pubblicato ieri dal Financial Times sul referendum costituzionale del 4 dicembre sembrano fatti e scritti da chi si è fermato al titolo. Ammettiamo che il titolo, “Il referendum italiano ha le chiavi del futuro dell’euro”, sia difficile da ignorare in questi tempi volatili e imprevedibili, ma nell’articolo c’è scritto molto di più. C’è scritto che le cause sottostanti a una possibile uscita dell’Italia dall’euro non hanno “niente a che fare con il referendum stesso”, che la causa principale di questa possibile uscita è che la produttività in Italia dall’introduzione dell’euro è scesa del 5% ed è salita del 10% in Francia e Germania. E cioè che non c’è spazio strutturale per l’Italia in questa Europa. C’è scritto che la seconda causa è il fallimento dell’Europa nel costruire un’adeguata unione economica e bancaria dopo la crisi del 2010-2012 e invece la scelta di imporre l’austerity. Queste sono le due cause dell’aumento dei populismi in Europa per l’FT.

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La grande divergenza scandinava

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
07 Giugno 2016
Visite: 20530

In sintesi: Finlandia e Danimarca (nell'Euro la prima, legata all'Euro la seconda) stanno soffrendo economicamente. Svezia e Norvegia (che invece sono fuori dall'Euro) stanno molto meglio.

di Frances Coppola

Da @MineforNothing su Twitter riprendo questo grafico:


Ora, sappiamo che la Finlandia è nei guai. Una serie di forti shock dal lato dell’offerta ha devastato l’economia. Quando Nokia è crollata sulla scia della crisi finanziaria del  2007-2008, lacerando un buco enorme nel PIL del paese, il governo ha risposto con un sostanziale sostegno fiscale. Questo ha rovinato la sua già virtuosa posizione fiscale: in un anno è passata da un surplus del 6% a un deficit del 4%, e anche se il suo deficit da allora è leggermente migliorato, è ancora al di fuori dei parametri di Maastricht. A causa di questo, l’attuale governo – sotto la pressione degli eurocrati folli – sta attuando l’austerità fiscale, per portare il deficit al di sotto del 3% del PIL. Per un’economia che ha subito una grave diminuzione della sua capacità produttiva, questo è disastroso. Le misure di austerità non saranno in grado né di ridurre il deficit né di far ripartire l’economia. Al contrario, provocheranno un’ulteriore riduzione dell’economia e, di conseguenza – è una questione di semplice aritmetica – provocheranno un aumento del deficit in percentuale sul PIL. La Finlandia è stata in recessione per quasi tutti gli ultimi quattro anni: quello di cui ha bisogno è una politica fiscale espansiva, non di salassi. L’austerità è una strategia del tutto controproducente per un’economia che ha avuto danni sul fronte dell’offerta a causa di shock esogeni.

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96 comments

Ci pagheranno tutti in Bit, che ci piaccia o no

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
09 Maggio 2016
Visite: 12630

di Maurizio Blondet

Un lunedì dello scorso aprile un centinaio di altissimi capi di  banche d’affari e “delle più grandi istituzioni finanziarie del mondo” si sono riuniti in un ufficio del Nasdaq a Times Square. In gran segreto. Lo scopo: una esercitazione, una simulazione riguardante trasferimenti finanziari con un nuovo metodo. Che ha avuto successo. Come ha notificato giuliva Bloomberg:

“Alla fine della giornata, tutti loro avevano visto qualcosa di straordinario:  dollari americani trasformati in veri attivi digitali, utilizzabili istantaneamente fin dall’apertura di una transazione commerciale.  Il sistema attuale (di trasferimenti  e bonifici, ndr.) complesso, pesante, soggetto ad errori, ci mette dei giorni per trasferire denaro nella città o nel  mondo, è sostituito  istantaneamente da un nuovo sistema quasi sicuro e che risponde in tempo reale”. Un software  “che trasformerà la finanza”,  era quello che i massimi capintesta del totalitarismo finanziario.

E’ un incontro che ricorda molto da vicino quello di Jekyll Island, in cui nel 1910 i banchieri d’affari cospirarono per creare la Federal Reserve come loro banca privata di emissione (1).

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Moneta: come fu che ci rubarono tutti i soldi

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
09 Marzo 2016
Visite: 19271

di Valerio Lo Monaco

“Menomale che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario perché, se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione“. Non è una mia frase, ma è uno degli aforismi celebri di Henry Ford ed è uno degli aforismi che nasconde una grandissima realtà. Possiamo partire da una semplice domanda: se una cosa è tua, hai bisogno di chiederla in prestito? Evidentemente no: se sei obbligato a chiederla in prestito, vuol dire che quella cosa tua non è, a maggior ragione se paghi un interesse per questa cosa che chiedi in prestito. E allora, se la cosa che chiedi in prestito, in questo caso la moneta, tua non è, evidentemente è di qualcun altro.

Come nasce la moneta?

Occorre qualche cenno storico per capire il tutto. Originariamente la moneta non esisteva. Per scambiare delle merci tra cittadini privati si utilizzava il baratto, che funzionava bene, era un accordo tra gentiluomini, merce contro merce, senonché aveva evidentemente delle limitazioni. In seguito si prese a scambiare della merce attraverso metalli pregiati. La cosa era leggermente più utile rispetto al baratto. Il vero passaggio chiave avvenne quando poi si decise di coniare delle vere e proprie monete. Chi è che poteva coniare delle monete? Prima di tutto furono gli imperi, per esempio l’Impero romano coniava monete: letteralmente batteva moneta. Poi venne il Signore. Il Signore del Feudo.

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L'economia non è una scienza

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Scritto da Redazione
Categoria: Economia
12 Gennaio 2016
Visite: 17201

di Guido Salvador

L'importanza sempre maggiore dei temi economici, la difficoltà di comprensione dei vari aspetti (causata anche dalle visioni contrastanti degli stessi esperti), l'attuale degenerazione verso una deleteria finanziarizzazione staccata completamente dalla sua ragion d'essere, suggeriscono una breve riflessione in merito alla pretesa scientificità dell'Economia.

Si vuole accennare in modo critico ad alcuni concetti basilari di questa disciplina esponendoli in ordine sparso.

Innanzi tutto ci si trova di fronte ad una difficoltà di definizione dell'Economia, che in modo semplice può intendersi come una attività volta al soddisfacimento di bisogni mediante l'utilizzo di beni, limitati nella loro disponibilità e da ottenersi attraverso uno scambio.

Anche il termine “bisogno” non è ben definibile né quantificabile da un punto di vista scientifico (tranne i casi dei valori minimi in relazione alla sopravvivenza fisica) come pure il “soddisfacimento” trattandosi di una valutazione puramente personale di tipo psicologico.

Beni economici

La limitatezza soggettiva della disponibilità dei beni (nel luogo e/o nel tempo) è necessaria per poterli considerare di tipo economico poiché in caso contrario non sussisterebbe lo scambio potendo chiunque utilizzarli direttamente.

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91 comments
  1. Per i nostri figli, dobbiamo uscirne
  2. “Austeriani” e “appellisti”: le due favole sull’austerità
  3. Banche: tante domande, nessuna risposta

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