A Washington la guerra dei vaccini è in pieno svolgimento. Da una parte Robert Kennedy cerca di mettere sotto controllo i criteri con cui i vaccini vengono messi sul mercato, dall’altra Big Pharma cerca addirittura di organizzarsi da sola, per vendere i vaccini direttamene al pubblico, bypassando interamente il sistema governativo.
Come ricorderete, un paio di settimane fa Robert Kennedy aveva licenziato in tronco i 17 membri del comitato consultivo del CDC (ACIP), accusati di lavorare in conflitto di interessi. Ora ne ha già sostituiti otto, e con questi otto ha fatto partire la nuova proposta, che prevede come prima cosa una ricerca approfondita sugli effetti cumulativi delle vaccinazioni infantili.
Li abbiamo sentiti tutti, in questi giorni, i vari commentatori televisivi che ci ripetevano fino alla nausea che “L’Iran lo ha scritto in costituzione che vuole cancellare Israele dalla faccia della terra”
E’ una balla colossale.
Basta andare a leggere la Costituzione dell’Iran, tradotta in italiano dall’istituto di Cultura iraniano, per rendersi conto che non soltanto quella frase non esiste, ma che la stessa parola “Israele” non compare mai, nemmeno una volta, nei 177 articoli da cui è composta la Costituzione.
Lo stretto di Hormuz è uno snodo cruciale nel mercato mondiale di petrolio. Largo circa 40 km, vede il passaggio quotidiano di 20 milioni di barili di petrolio, provenienti dai paesi del Golfo (Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Emirati, e lo stesso Iran), e diretti in ogni parte del mondo.
Chiudere lo stretto sarebbe come chiudere la stazione Termini di Roma: metà del traffico nazionale verrebbe bloccato.
La prima conseguenza immediata sarebbe un aumento del prezzo del petrolio. Oggi è di 75 dollari a barile, e potrebbe tranquillamente raddoppiare in poche settimane. Questo a sua volta porterebbe un aumento del costo dell’energia, con ricadute sul costo della vita, sull’inflazione, e sui ritmi di produzione industriale, soprattutto nei paesi occidentali.
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(La puntata di Bordernights è stata registrata venerdì sera).
Dopo il suo ultimissimatum di lunedì scorso (“L’Iran ha tre giorni di tempo per accettare la resa incondizionata”), Donald Trump ha fatto una vistosa marcia indietro, concendendo ora agli Ayatollah “due settimane di tempo” per prendere una posizione più ragionevole sul suo progetto nucleare. Anche di ammazzare Kamenei, per ora non se ne parla più.
Questo dietro-front palese dimostra alcune cose: 1) che Trump non sa distinguere una partita di poker con amici da una crisi geopolitica mondiale. Per lui la tecnica del bluff è identica, con la differenza che una volta scoperto il bluff sulle minacce all’Iran si rivela in pieno la sua debolezza come leader mondiale.
E' da 30 anni che gli iraniani sono ad un passo dal costruire la bomba atomica.
Questo articolo descrive con precisione l’effimero “lavaggio di coscienza” che abbiamo vissuto in Italia a favore di Gaza. E’ durato una settimana.
di Pasquale Liguori
Non pochi avevano creduto - ingenui - a un barlume di rinsavimento del sistema. Persino i media liberal padronali (Repubblica, Corsera, Mentana & co.), dopo mesi di complicità, sembravano accorgersi che a Gaza si stava consumando un genocidio. Addirittura, il PD balbettava qualcosa del genere e quelli del “né con… né con…”, del “7 ottobre condannato senza se e senza ma” in premessa, si erano messi in marcia. E via poi con Ong, Onlus, Pro Loco, scout, festival, tavoli per la pace, arcobaleni, gruppi facebook infervorati. Tutti in un nuovo coro, allineato. Con le loro grafiche emotional da “ultimo giorno”, i leggiadri hashtag solidali, le bianche lenzuola stese e quei cinque minuti di buio programmato per dar luce alle coscienze.
Ricorderemo questo vivace mese di redenzione.
Aleggiava perfino un’ebbrezza da “massa critica” - l’ho sentito dire da insospettabili. Il sistema vacillava! L’opinione pubblica si destava!
di Elena Alquati
La chiamano la scienza del “Bliss Point”, concetto coniato dallo scienziato alimentare Howard Moskowitz che riguarda il perfetto equilibrio tra dolce, salato e grasso al fine di creare sapori irresistibili che innescano reazioni chimiche creando dipendenza nel consumatore. Una scienza che ha rivoluzionato la nostra conoscenza del cibo, cancellando millenni di evoluzione, di tradizione, di storia e cultura alimentare.
Nel momento in cui l’industria alimentare ci ha convinto che potevano occuparsi loro della nostra alimentazione, la produzione di prodotti accattivanti ricchi di sapore, giusta consistenza e praticità, hanno preso piede in modo esponenziale.
Io l’ho definito il “Cavallo di Troia” dell’industria alimentare! Una metafora per niente fuori luogo, anzi. Un’espressione entrata a far parte, sia nell’uso letterario, sia nel lessico comune, e sta per indicare uno stratagemma con cui penetrare le difese. Proviamo a pensarlo pieno zeppo di cibi ultra processati, con un marketing spietato come arma di attacco (soprattutto se il prodotto è indirizzato ai bambini), le confezioni tutte colorate e le scritte di approvazione scientifica: altro che penetrare le difese del consumatore ignaro!
Com’era quella storiella che raccontava Mentana ogni sera riguardo all’Ucraina? “Possiamo andare indietro ad analizzare le cause finchè volete – diceva il Nostro – ma il fatto inequivocabile è che c’è un aggredito e un aggressore”. Lo avrà ripetuto centinaia di volte, a partire dal febbraio del ‘22.
E adesso, Mentana, come la mettiamo con l’attacco di Israele all’Iran? Non c’è anche qui un aggredito e un aggressore? O vorrai forse sostenere che Israele ha diritto di attaccare, "perchè deve proteggersi da un futuro attacco nucleare dell’Iran?”
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Per la guerra Israele-Iran utilizzate l'articolo precedente, grazie. (Qui tutte le ALTRE notizie/commenti sui fatti recenti).
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La strategia a lungo termine di Benjamin Netanyahu sta diventando evidente per tutti: approfittare della presidenza Trump per spingere il più avanti possibile l’agenda della Grande Israele.
Gli ostacoli che si presentavano solo due anni fa per Netanyahu erano enormi: Hezbollah ben attrezzato in Libano, apertamente supportato da Assad in Siria, il quale a sua volta aveva le spalle coperte da Tehran. E dietro tutti la Russia, con lo sguardo attento di un padre che non perde mai di vista i suoi figlioli prediletti.
Per scardinare questa situazione ci voleva “un evento catastrofico e catalizzatore, come una nuova Pearl Harbor.” Evento che è puntualmente arrivato il 7 ottobre del 2023.
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