di Giorgio Mattiuzzo
Si è concluso ieri l'ultimo (forse) stralcio di una delle vicende giudiziarie più lunghe e tormentate d'Italia, che ha coinvolto l'uomo politico più in vista, nel bene e nel male, del panorama istituzionale nazionale. Nel processo a carico di Silvio Berlusconi per la vicenda della compravendita della Sme, l'onorevole ex-Presidente del Consiglio è stato alla fine assolto dall'accusa di falso in bilancio mossagli dalla Procura di Milano.
Ma se il Pubblico Ministero Ilda Bocassini aveva chiesto una sentenza di prescrizione (che - lo ricordiamo perché in Italia a volte lo si dimentica - significa "colpevole ma non punibile") e la difesa aveva invece chiesto un'assoluzione piena, i giudici hanno optato per la terza via, quella secondo cui "i fatti non sono più previsti dalla legge come reato".
Ora, non si interroghi il lettore se questa sia una implicita forma di condanna o una salomonica sanzione di innocenza, perché dipende dai punti di vista. Certo, si potrebbe pensare che quell'avverbio "più" stia a significare "lo erano quando li ha commessi e oggi invece no"; ma bisogna anche considerare che quel "più" abbia una valenza elevata, cioè a dire "finalmente non si viene condannati senza motivo solo a causa di alcuni giudici comunisti".
Più interessante invece chiedersi perché quei fatti non siano più previsti come reato dalla legge. La risposta è ovvia: perché la legge è cambiata. Ma poiché la legge non muta da sola nel tempo, bensì viene mutata dagli uomini, sarà utile ricordare che quella legge ...
Il Vietnam rappresenta per gli Stati Uniti una nera voragine dalla quale continuano a uscire spettri di ogni genere e dimensione, che una volta materializzati iniziano ad aggirarsi fra i sopravvissuti di ieri, seminando panico e devastazione almeno quanto lo fecero i bombardamenti americani sui villaggi vietnamiti.
E ogni volta che questo accade, scopriamo immancabilmente l’oscuro rovescio di una delle tante gloriose “medaglie al valor militare”.
La più nota vicenda è forse quella di Colin Powell, il generale a quattro stelle dalla reputazione impeccabile, che è risultato aver costruito la sua carriera sul fatto di essersi prestato a cercare di sopprimere in tutti i modi l’emergente verità sul massacro di My Lai.
Anche John Kerry, l’ex-candidato presidenziale che andava ai comizi dei veterani di guerra con il giubbotto da aviatore - pur essendo diventato, al suo ritorno dal Vietnam, un focoso attivista del movimento pacifista - è stato accusato da molti suoi ex-colleghi di aver gonfiato in maniera particolare le azioni che gli sono valse tre Purple Hearts (la prestigiosa medaglia al valor militare dell’esercito americano).
Ma lo scheletro più ingombrante di tutti, a questo punto, sembra riposare nell’armadio di John McCain, l’attuale favorito alla nomination repubblicana per le presidenziali del prossimo autunno.
Figlio di un importante ammiraglio della Marina, John McCain II, che era a sua volta figlio di un eroe della II Guerra Mondiale, il futuro senatore americano si trovava in Vietnam come pilota della US Air Force, quando gli fu affidata una classica “mission impossible”: bombardare in pieno giorno il centro di Hanoi, sfidando una delle più sofisticate e micidiali batterie antiaeree ...
E’ durata 24 ore la candidatura di Rudy Giuliani alla presidenza degli Stati Uniti d’America.
Come avevamo scritto pochi giorni fa, a meno di una sua sonante vittoria su John McCain, nella consultazione tenutasi ieri in Florida, l’ex-sindaco di New York avrebbe potuto tranquillamente fare le valigie e tornare a godersi la dorata pensione dalle parti di casa sua.
E ieri Giuliani non solo non ha vinto su McCain, ma ha anche preso un tale distacco dal secondo arrivato, Mitt Romney, che la sua mancata vittoria si trasforma in una delle più brucianti sconfitte di tutta la sua carriera.
Talmente bruciante che l’astuto Rudy ha cercato di evitare l’umiliante momento della “concession” (il tradizionale discorso in cui si riconosce pubblicamente la vittoria dell’avversario), per passare direttamente all’“endorsement”, cioè il generoso trasferimento dei propri voti futuri ...
Uno degli argomenti più affascinanti che Internet permette di conoscere e di approfondire sono i cosiddetti Crop Circles, o “cerchi nel grano”. Complesse figure geometriche, che appaiono nei campi di cereali dalla sera alla mattina, le cui origini sono finora sconosciute.
Io stesso, quando mi imbattei per la prima volta in questo fenomeno, rimasi folgorato. Affascinato dalla meraviglia delle forme geometriche, ma fermamente devoto al metodo analitico, non mi feci prendere da facili entusiasmi, e cercai di arrivare a capirne l’origine utilizzando l’unico strumento che si ha a disposizione in mancanza di dati certi: il processo di eliminazione.
La prima conclusione a cui arrivai, più che evidente anche a uno sguardo superficiale, è che di sicuro i Crop Circles non possono essere opera di umani. Non solo le dimensioni, la precisione e l’intricatezza del disegno, ma la quantità sempre crescente dei cerchi stessi (quante squadre di burloni ci possono essere, in giro per il mondo?), e soprattutto la rapidità con cui venivano a formarsi - al massimo nell’arco di una notte, e in Inghilterra, d’estate, le notti durano poche ore – rendevano assolutamente impossibile pensare ad una mano umana. E furono proprio i patetici tentativi di replicarli (i cosiddetti “hoax” dei due vecchietti inglesi), fatti per cercare di “smontare” il crescente entusiasmo dei New Agers, a permettermi di scartare definitivamente l’ipotesi umana del fenomeno. (Non parliamo quindi delle attuali posizioni del CICAP, che dopo aver sostenuto per anni che si trattasse di semplici burloni, ha dovuto fare una imbarazzante retromarcia, assestandosi però su una tesi ancora più ridicola: si tratterebbe ora, secondo loro, di “Land Art”, ovvero non più burloni qualunque, ...
di Beppe Grillo
Il V-day dell’otto settembre duemilasette fu organizzato per cambiare la legge elettorale. Tre punti: condannati fuori, due mandati e la preferenza diretta che nessuno cita: è diventata come il terzo segreto di Fatima.
Per la prima volta nella storia della Repubblica sono state raccolte 350.000 firme in un giorno. Il V-day fu seppellito dall’ignoranza politica e dagli insulti. Il centro sinistra lo criminalizzò. Il centro destra lo sbeffeggiò.
La settimana prima del V-day organizzai una conferenza stampa a Firenze. Invitai 500 giornalisti, solo 7 diedero la loro adesione. La annullai. Telefonai all’Espresso per proporgli un servizio sul V-day.
Mi risposero che avevano “altre priorità”. Le uniche testate interessate furono straniere: americane, inglesi, francesi, tedesche, australiane, argentine…
Schiacciante vittoria di Barak Obama (55%), che ha superato ogni previsione in South Carolina, riportando più del doppio dei consensi di Hillary Clinton (27%). Il primo degli stati a maggioranza nera ha così seppellito definitivamente le speranze di John Edwards (18%) - nativo del South Carolina e vincitore in questo stato contro John Kerry, nel 2004 - che sperava in un risultato positivo che lo rimettesse in qualche modo in carreggiata.
Mentre il 55% di Obama significa che il senatore dell’Illinois è riuscito ad aggregare attorno a sè anche la base più liberal degli elettori democratici, inizialmente più incline a votare per Edwards. A sua volta Hillary Clinton, che si era forse collocata troppo presto su posizioni centriste (prevedendo uno scontro finale con Giuliani), ora si ritrova ad abitare uno spazio molto più angusto: scopertasi troppo a sinistra, ritrova ora il centro già occupato dall’ombra lunga di John McCain, il moderato repubblicano che ha fatto la stessa identica mossa in senso inverso.
La probabile uscita di scena di Edwards inoltre non farebbe che aggravare la posizione della Clinton, poichè sarebbe Obama a raccogliere buona parte dei voti democratici destinati al collega sconfitto.
E con degli scarti come quello odierno non si può nemmeno pensare di “ritoccare” in qualche modo i risultati delle votazioni, che verrebbero platealmente smentiti dagli exit-polls, unica vera salvaguardia contro le frodi elettorali di una certa dimensione.
D’altronde, se è vero che contro Giuliani la Cinton avrebbe avuto buon gioco, contro McCain le sua chances si riducono di parecchio (troppo vicine le loro posizioni, con l’evidente vantaggio a quel punto per il ”maschio” McCain, più affidabile e navigato), al punto che ai democratici conviene forse iniziare a pensare ...
Immaginate di rinchiudere qualche centinaio di topi in un campo di bocce, che avete provveduto a recintare con alte pareti di legno, per tre lati su quattro. Il quarto lato – uno di quelli lunghi – non ha bisogno di pareti, poichè subito accanto alla sabbia c’è l’acqua di uno stagno: in quella direzione i topi non potranno andare.
Gettate nel campo un pò di cibo, che sia sufficiente a tenerli in vita, ma non a sfamarli tutti. Quando il nervosismo per la fame cresce, e la ricerca di cibo diventa più spasmodica, infilate un dito in uno dei tanti forellini che avete praticato sulle pareti di legno, e aspettate che i topi ve lo morsichino. A quel punto urlate di dolore, prendete lo schioppo e ne fate fuori una decina.
I topi per un momento si calmano.
Tornate a gettare del cibo, poi riducetene la dose, lasciate che la fame cresca, tornate a infilare il dito in un forellino, e impallinate nuovamente quelli che ve lo morsicano.
Se qualcuno protesta per il continuo massacro dei topi, mostrategli il dito ferito, e spiegategli che i topi devono imparare a rispettare chi li nutre.
Dopo aver ripetuto il ciclo per un pò di tempo, riducete drasticamente le quantità di cibo, obbligando i topi ad ammazzarsi fra di loro pur di riuscire a sopravvivere. Vedrete così che i più forti riusciranno comunque a nutrirsi, ...
Ho appena ricevuto la visita di un vecchio amico che non vedevo da molti anni. Era di passaggio nella mia città, per motivi di lavoro, ed è stato un grande piacere incontrarlo.
Si tratta di un persona abbastanza particolare: profondamente innamorato del suo lavoro, al quale ha dedicato la vita intera, è sempre stato poco interessato alle faccende del mondo esterno. Persona pratica, di poche parole, non vota, guarda raramente la TV, e l’ultima volta che è stato al cinema deve aver avuto diciott’anni. Tutt’altro che un sempliciotto, però, è semplicemente un individuo che si fa gli affari suoi: vive intensamente la sua sfera personale, e chiede solo in cambio di non essere disturbato.
Dopo aver esaurito i bei ricordi, e dopo aver stabilito una volta per tutte chi dei due fosse ingrassato di più (lui ha continuato a fare sport, io no), ho provato a nominare l’undici settembre. Con mia sorpresa ho scoperto così che esiste qualcuno che non solo non ha mai sentito parlare del dibattito in corso (fin qui, purtroppo, ben poche sorprese), ma che non conosceva nemmeno la versione ufficiale dei fatti. Ricordava cioè il fatto puro e semplice – le Torri colpite e crollate – ma chi fosse stato, perchè lo avesse fatto, e quali fossero state le conseguenze, non lo aveva mai nemmeno sfiorato.
Se gli avessi raccontato che erano stati i marziani, forse mi avrebbe pure creduto.
Mi sono così ritrovato, curiosamente, a “raccontare” prima di tutto la versione ufficiale. “Pare che siano stati degli arabi – gli ho detto – che hanno dirottato questi aerei, e li hanno guidati contro le Torri Gemelle e contro il Pentagono.” Nuovamente, il mio amico non ha fatto una piega: a lui stava bene così.
“C’è però anche chi sostiene – ho aggiunto - che siano stati gli stessi americani a organizzare l’attentato, perchè gli serviva una scusa per andare in guerra contro gli arabi”. A quel punto ho visto comparire un sorrisetto malizioso, e il mio amico mi ha detto: “Non so perchè, ma sento che tu sia uno di quelli”.
Mezz’ora dopo eravamo seduti davanti a Inganno Globale.
Ho potuto così assistere da vicino al percorso completo di nascita-morte e resurrezione - che molti di noi hanno compiuto nel corso di lunghi mesi, ...
Una soluzione al problema politico italiano esiste, ma la sua applicazione richiede un impegno profondo e continuato da parte di ciascun individuo, e una certa capacità di vedere le cose proiettate nel tempo. Nessuno si illude di risolvere il problema entro le prossime 24 ore, ovviamente, ma se non si ha la capacità di vedere le soluzioni proiettate nel tempo, si finisce per diventare addirittura un ostacolo alla soluzione stessa.
Il primo nemico da combattere infatti non sono i politici, ma tutti coloro che pensano che ”tanto non cambia niente”, che “la democrazia è un’illusione”, e che “comunque chi ha il potere troverà sempre il modo di fregarci”.
Sono loro i veri alleati – inconsapevoli, ovviamente - di chi sta al potere, poichè con il loro nichilismo impediscono agli altri (e a se stessi) di vedere come stanno veramente le cose.
La democrazia non è affatto un’illusione nè una fregatura, come non è certo la panacea per tutti i mali: di per sè la democrazia non è nulla se non una scatola vuota, un concetto primordiale, un principio astratto che non assume nè colore nè forma finchè non si prova a metterla in atto. Dire che “governa la volontà del popolo” non significa nulla finchè non si prova a tradurre questa idea in una esperienza reale di vita in comune.
Come tutte le cose complesse, però, la democrazia porta con sè sia i semi del bene che quelli del male, e sta quindi a chi la coltiva determinare l’esito finale della sua applicazione.
Se il cittadino che ha eletto un suo rappresentante gli permette poi di comportarsi in maniera diversa – o addirittura opposta - rispetto al mandato iniziale, è chiaro che la democrazia diventa una “fregatura”. Ma rimane una fregatura del tutto autoinflitta, scelta e voluta dal cittadino stesso che ne è vittima.
E’ qui che sta la genialità maligna del sistema democratico: ti permette in qualunque momento di sbattere in faccia al cittadino la frase “in fondo ci avete votato voi”. Esattamente come ha fatto Prodi, poco tempo fa.
La democrazia cioè offre al cittadino un’arma poderosa, ma è pronta ad approfittarsi del fatto che non sappia usarla a dovere, per ritorcerla immediatamente contro di lui. E siccome non c’è forma di potere più legittima di quella ottenuta con un voto di maggioranza, ...
Se davvero volessimo fare il processo alla tragicomica situazione italiana di oggi, dovremmo uscire a raccogliere quei trenta milioni circa di italiani che hanno votato alle ultime elezioni politiche, e domandare loro, uno per uno, perchè hanno votato coloro che hanno votato.
A quel punto avremmo una serie di risposte, che potrà andare dal “perchè credo fermamente in loro” fino al “tanto non votare non serve a nulla”, con una buona percentuale di persone che probabilmente risponderebbe “perchè speravo che comunque cambiasse qualcosa”.
Avremmo quindi, dal più fanatico assertore del sistema vigente, al più disilluso dei derelitti, un ventaglio a 180 gradi di persone che, per un motivo per l’altro, votano comunque.
Queste persone rappresentano una buona maggioranza degli italiani “aventi diritto” al voto, ed è quindi giusto, in una “repubblica democratica” come la nostra, che siano andati al governo coloro che ci sono andati.
Ci sono però anche molte persone che rifiutano a priori il cosiddetto sistema democratico, e che quindi non votano per principio. Purtroppo per loro si ritrovano a dover accettare comunque tutte quelle scelte della maggioranza ...
di Marco Cedolin
Il governo Prodi sembra ormai giunto al capolinea. Dopo la fuoriuscita di Mastella e l’allontanamento di Dini per il Premier non sarà probabilmente possibile costruire nuovi scampoli di sopravvivenza fra le pieghe di un dodecalogo, come accaduto lo scorso anno.
Non si tratta di una buona notizia e neppure di una notizia cattiva, non si tratta di un colpo di scena ma semplicemente del concretarsi di tante decisioni prese a tavolino nella penombra dei bugigattoli del potere.
Una sola domanda si appresta a rimbalzare nell’universo mediatico, destinata a tradursi in tirature di giornali e audience TV, cosa accadrà adesso? Si andrà alle elezioni anticipate con la vecchia legge? Verrà creato un governo di larghe intese che realizzi una nuova legge elettorale prima di andare al voto? Nascerà un governo di larghe intese che con l’alibi di riformare le riforme tenterà di sopravvivere fino alla fine della legislatura?
Sicuramente nei salotti chic e fra la rosa intellettuale del giornalismo che conta, ipotesi e nomi inizieranno ad invorticarsi preconizzando tutto ed il contrario di tutto, ...
Leggi tutto: San Silvio Immacolato