Uno degli argomenti più affascinanti che Internet permette di conoscere e di approfondire sono i cosiddetti Crop Circles, o “cerchi nel grano”. Complesse figure geometriche, che appaiono nei campi di cereali dalla sera alla mattina, le cui origini sono finora sconosciute.
Io stesso, quando mi imbattei per la prima volta in questo fenomeno, rimasi folgorato. Affascinato dalla meraviglia delle forme geometriche, ma fermamente devoto al metodo analitico, non mi feci prendere da facili entusiasmi, e cercai di arrivare a capirne l’origine utilizzando l’unico strumento che si ha a disposizione in mancanza di dati certi: il processo di eliminazione.
La prima conclusione a cui arrivai, più che evidente anche a uno sguardo superficiale, è che di sicuro i Crop Circles non possono essere opera di umani. Non solo le dimensioni, la precisione e l’intricatezza del disegno, ma la quantità sempre crescente dei cerchi stessi (quante squadre di burloni ci possono essere, in giro per il mondo?), e soprattutto la rapidità con cui venivano a formarsi - al massimo nell’arco di una notte, e in Inghilterra, d’estate, le notti durano poche ore – rendevano assolutamente impossibile pensare ad una mano umana. E furono proprio i patetici tentativi di replicarli (i cosiddetti “hoax” dei due vecchietti inglesi), fatti per cercare di “smontare” il crescente entusiasmo dei New Agers, a permettermi di scartare definitivamente l’ipotesi umana del fenomeno. (Non parliamo quindi delle attuali posizioni del CICAP, che dopo aver sostenuto per anni che si trattasse di semplici burloni, ha dovuto fare una imbarazzante retromarcia, assestandosi però su una tesi ancora più ridicola: si tratterebbe ora, secondo loro, di “Land Art”, ovvero non più burloni qualunque, ... ... ma veri e propri artisti, che si esprimono in questa forma meravigliosa e rivoluzionaria, ma per qualche strano motivo preferiscono restare anonimi, rinunciando così a diventare ricchi e famosi).
Una volta eliminata l’ipotesi umana, fui anche in grado di scartare con grande facilità l’ipotesi del “fenomeno naturale” (vortici magnetici, tempeste di vento, porcospini in calore*, ecc. ), nonostante questa sia stata sostenuta, nel tempo, da studiosi di comprovata serietà e reputazione: se ci pensiamo solo un attimo, quelli non sono affatto dei “cerchi” nel grano, e le figure che compaiono nei campi non sono affatto dei “mandala”: nel mondo fisico, oggettivo, quello è semplicemente del grano piegato. E’ il nostro occhio che “vede” un mandala, una spirale, o qualunque altra forma geometrica conosciuta, solo nel momento in cui osserva il campo dall’alto. Ma se già scendiamo fra le spighe stesse, il “mandala” non c’è più. La figura geometrica quindi non “esiste” di per sè, nel campo di grano, esiste solo nei nostri cervelli, che una volta recepitane l’immagine dall’alto la trasformano in un simbolo conosciuto.
Ben diverso sarebbe se, ad esempio, ogni spiga stessa di grano fosse “piegata a mandala”, fisicamente, oppure se un certo numero di spighe venisse intrecciato fisicamente in una qualunque forma geometrica riconoscibile. Allora sì che il campo avrebbe “creato” in qualche modo uno (o più) mandala.
Ma quelle spighe, per quel che ne sanno loro, sono solamente piegate, e finchè non le guardi dall’alto non “diventano” un mandala per nessuno.
Se quindi è necessario guardarli – ragionai - per farli diventare un mandala, è evidente la natura intenzionale del messaggio, poichè presuppone da parte del mittente la conoscenza del meccanismo di ricezione del destinatario (l’occhio umano appunto).
Le parole che voi state leggendo sul vostro schermo non sono “parole”. Se vi avvicinate a guardare, sono solo una serie di puntini scuri, circondati da un mare di puntini più chiari. E’ solo guardandoli tutti insieme, da una certa distanza, che noi “vediamo” delle parole, ed è quindi evidente che “chi ha messo lì quei puntini” abbia sia il chiaro intento di comunicare che la precisa conoscenza del nostro meccanismo di percezione visiva.
Mentre i fenomeni naturali, per definizione, non possono essere intenzionali. (Il vostro monitor, in altre parole, non può creare queste parole “per caso”).
A questo punto non restava che l’ipotesi extra-naturale, o metafisica, con una matrice in qualche modo ”intelligente” del fenomeno.
Non avendo problemi particolari ad accettare una dimensione spirituale nella quale ci sia spazio per molte “entità” diverse, mi risultò abbastanza facile collocare il fenomeno nella casella dei “messaggi da fuori” (non parlo di alieni, ma piuttosto, ad esempio, dei nostri “angeli custodi”, che ci vorrebbero salvare dal disastro), e mi misi tranquillamente in attesa di conoscerne il significato effettivo.
Ultimamente però mi è sorto un dubbio che ha rimesso in discussione l’intero ragionamento. Siamo proprio sicuri che l’uomo non sia in grado di realizzare quel tipo di figure nel grano? Perchè d’accordo che due vecchietti qualunque non riuscirebbero mai a fare dei simili capolavori, ma che ne sappiamo noi, ad esempio, delle tecnologie militari più recenti?
Quando vedi ”ballare” nel cielo quei maledettissimi
“orbs” (e conosco anche bene chi li ha visti di persona), come fa a non venirti in mente, ad esempio, il racconto di un presunto testimone della nascita di un crop circle, che raccontava di aver visto (credo esista anche un filmato) una specie di palla luminosa, chi si muoveva veloce e silenziosa sopra il campo, mentre si sentiva dal terreno un rumore “come di friggitura”? (Non potevano essere, ad esempio, dei raggi di una qualche natura, emessi dalla palla in movimento, che “cuocevano” le spighe a una certa altezza dal terreno?)
Se a tutto questo aggiungi la nota passione che i nostri amici militari hanno sempre avuto per il simbolismo esoterico, bisogna dire che l’ipotesi ci sta tutta. Giocano con i nostri soldi e con le noste menti (e con i simboli altrui), mentre magari pensano di sviluppare chissà quale diavoleria che gli servirà a difendersi da un nemico che non esiste nemmeno. I militari sono fatti così, non c’è molto da discuterne, e c’è da farci ancora meno. Possiamo solo aspettare che si estinguano, proprio come categoria zoologica.
Fra l’altro, questa ipotesi confermerebbe l’applicazione della raffinatissima tecnica del “falso debunking”, o del “doppio falso intenzionale”, che nei loro ambienti è molto conosciuta: sostenere (attraverso i media mainstream) che fossero stati i due vecchietti in vena di scherzi, in realtà sarebbe servito – grazie alla sua prevedibile insostenibilità - a rendere implausibile proprio l’ipotesi umana. A tutto vantaggio quindi della copertura dell’autore reale dei Crops, che avrebbe agito tranquillo per molti anni a venire.
In quel caso, infatti, io ci sarei cascato in pieno, quando dico che “furono proprio i patetici tentativi di replicare i Crops a permettermi di scartare definitivamente l’ipotesi umana del fenomeno”. Bel pirla, che sarei stato, in quel caso. Magna cum laude.
A sua volta però, teniamolo presente, l’ipotesi dei militari non esclude in alcun modo quella della cosiddetta Geometria Spirituale, con tutto quello che ne consegue. Al di là infatti della loro origine, rimane lo stupefacente livello di raffinatezza matematica - e quindi estetica, e quindi spirituale - rappresentato dai Crop Circles.
In conclusione: il fenomeno è reale, e l’unica matrice che sembra di poter escludere con certezza, a questo punto, è quella naturale (passiva). L’intento di comunicare è evidente, e quindi la natura intelligente (attiva) del fenomeno diventa obbligatoria.
Per il resto, che ciascuno si faccia la sia idea. E’ in questo senso che presentiamo la interessante scheda sui Crop Circles, realizzata da un nostro utente, che sintetizza al meglio le casistiche più importanti, con i riferimenti a tutte le principali “scuole di pensiero” sui Crop Circles, dalle più serie e documentate fino a quella del tristissimo e purtroppo onnipresente CICAP.
Massimo Mazzucco
VAI ALLA
SCHEDA SUI CROP CIRCLES
(Potete poi tornare qui a commentare)
NOTA AGGIUNTIVA SUL CICAP:
* Quella dei porcospini in calore purtroppo non è una battuta, ma una delle tante “ipotesi minori” che il CICAP oggi disconosce con sdegno, ma che al tempo ha pensato bene di introdurre nel calderone, tanto per confondere un pò meglio le acque (
QUI, a circa un terzo della pagina. Poco più sopra, trovate anche la spiegazione della “Land Art”):
Esistono, oltre a quelle considerate, anche ipotesi minori. Una per esempio è quella che imputa i cerchi all'azione di animali in fregola: daini, porcospini o volpi che nei loro giochi di corteggiamento girerebbero in tondo nei campi di cereali.
Naturalmente c’era anche la variabile del capriolo (forse perchè si saranno accorti che il porcospino non ce la fa a “saltare” da un cerchio all’altro della figura geometrica senza lasciare tracce):
Secondo alcuni cacciatori della zona si tratterebbe dei segni lasciati dai caprioli durante il corteggiamento, nel quale il maschio rincorre la femmina girando in tondo e calpestando con gli zoccoli l'erba, che resterebbe schiacciata per alcuni giorni e poi a poco a poco si rialzerebbe. In assenza di dati di prima mano sulle caratteristiche delle piante all'interno di queste tracce, non siamo in grado di confermare o smentire tale ipotesi.
Va notata la scelta, da parte di una pubblicazione che pretende di avere “basi scientifiche”, di attribuire questa ipotesi ad “alcuni cacciatori della zona”. Se ne vergognano cioè al punto da nascondersi dietro al messaggero, ma pubblicano comunque il messaggio perchè il loro vero interesse è di inquinare le acque in tutti i modi possibili. Altro che “fare chiarezza”.
(Fra l’altro, visto che i Crops sono apparsi solo negli anni ’80, l’ipotesi degli animali in calore significherebbe che caprioli e porcospini non si sono mai accoppiati prima nella storia di questo pianeta.)
DEGLI ESPERTI DOBBIAMO SEMPRE FIDARCI:
Segnaliamo che l’autore dell’articolo del CICAP in cui compaiono queste dichiarazioni,
Luigi Garlaschelli, è “Laureato in Chimica presso l'Istituto di Chimica Organica dell'Università di Pavia. [...] si è occupato di sostanze organiche naturali, e in particolare dell'estrazione, identificazione e sintesi di composti di tipo terpenico estratti da funghi della fam. dei Basidiomiceti. Si è successivamente occupato di sintesi di derivati fullerenici e di chimica supramolecolare in collaborazione col Dipartimento di Chimica Organica dell'università di Padova, [...] Attualmente lavora su polimeri a base polibenzimidazolica per membrane di celle a combustibile. È autore o coautore di circa 50 lavori, (pubblicazioni su riviste internazionali e brevetti), oltre a varie comunicazioni a Congressi."
Volete mettere? Con una preparazione del genere, come possiamo non fidarci di lui?
Popular Mechanics docet.
M.M.