Le manovre geo-politiche e l'avvicendamento fra USA e Russia, a cui la costante violazione dei diritti della popolazione fa soltanto da sfondo, pongono l'Uzbekistan come il primo consistente segnale di un odioso revival di Guerra Fredda.
di Andrea Franzoni
Convenzionalmente siamo abituati a dividere la storia in epoche staccate, spesso, da violente cesure. Se con il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell'URRS mettiamo infatti la parola fine alla guerra fredda, con l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 designiamo l'inizio dell'era della lotta al terrore. Tuttavia, nella realtà, le vicende politiche del mondo tendono spesso a fondersi rendendo l'interpretazione della realtà tremendamente complicata.
E' questo il caso dell'Uzbekistan, stato dell'Asia Centrale dove si sta giocando una partita d'enorme importanza strategica nella quale si intrecciano le vecchie rivalità tra USA e Russia, le minacce del terrorismo islamico e la guerra al terrore, l'esportazione di diritti umani e la tortura. Un giorno, forse, si parlerà dell'Uzbekistan …
La vera guerra, oggi, è quella che non vediamo. Non è quella dei marines, che battono sudati le strade dell'Iraq, sotto l'occhio asservito della CNN, ma quella strisciante e silenziosa delle grandi corporations, che investono miliardi di dollari per la conquista ed il controllo delle risorse del pianeta, e che conducono una loro guerra indipendente, fatta con "eserciti privati", per conquistare i vari nodi di controllo delle diverse regioni nei diversi continenti.
Parliamo ad esempio della collocazione strategica di basi americane come quella di Mariscal Estigarribia, in Paraguay, o di Elòy Alfaro a Manta, in Ecuador. Se non sono del tutto segrete, è solo a causa della dimensione e del traffico che ormai registrano, ma di certo gli Stati Uniti non ne hanno mai parlato volentieri.
Mariscal Estigarrabia fu costruita nel 1982, sotto il dittatore locale Alfredo Stroessner. Alcuni giornalisti argentini, che sono riusciti a vederla da lontano,...
di Beppe Bravi
Ore 7.15, cucina, nebbia fuori e nebbia dentro. Ancora in stato catatonico, da brutale «alzata da sveglia», sorseggio meccanicamente il caffe', e ascolto in sottofondo la televisione.
Quell’oggetto dotato di tubo catodico, che una volta era perennemente sintonizzato su Canale5, da quando ho scoperto Internet si accende ormai magicamente, da solo, sempre su Rai3.
Premetto che non credo affatto che Rai3 faccia l' «informazione» per eccellenza, ma almeno lo ritengo un canale che ha ancora qualche punto di contatto con la realta' (vedi trasmissioni come Report).
Ad ogni buon conto, proprio all'ultimo sorso di caffe', il mio cervello in semi-catalessi percepisce la presenza della replica di una trasmissione serale di Pierluigi Diaco, con un' ospite particolare: ...
Sarà sbruffone, sarà doppiogiochista, sarà tutto quello che volete, ma come fa a non starti simpatico, specialmente in un periodo in come questo, uno che si permette di prendere in giro davanti a tutti l'amministrazione di petrolieri USA, con le loro stesse armi?
L'ultima di Chavez ha qualcosa di perverso, nei molteplici livelli di lettura che il suo nuovo gesto di sfida ti offre: migliaia di residenti fra le fasce più povere del Massachussets riceveranno quest'inverno il combustibile da riscaldamento direttamene dal Venezuela, al 60% del costo di mercato.
Lo ha comnunicato Joseph P. Kennedy II, presidente della Citizens Corp. Energy di Boston, e figlio del senatore Robert Kennedy, assassinato a Los Angeles nel 1968. L'accordo firmato dalla Citizens Corp. permette infatti ...
Che esistessero prigioni "sporche", fuori dal controllo di qualunque entità internazionale, di cui gli USA si servivano per interrogare la gente come piace a loro - ovvero torturandoli - lo si sapeva già da un pò.
Ora però la cosa diventa ufficiale, e viene anche ad assumere un certo peso internazionale, visto che l'Unione Europea ha deciso che vuole chiarezza sull'argomento dagli amici americani.
Che di questi tempi sarebbe un pò come chiedere ad un ladro dove ama nascondere il suo bottino, ma facciamo finta per un attimo di vivere ancora in un mondo dove esista un minimo di rispetto per le convenzioni internazionali.
Girano voci di strani aerei privati, che la CIA affitterebbe in giro per il mondo, e che si sarebbero fermati …
In questo giorni Internet è inondato di proteste "sdegnate" per la nota condanna dello storico Irving, avvenuta in Austria, per aver "negato" (o meglio, cercato di ridimensionare) l'Olocausto.
Massimo Fini scrive: "Una democrazia, se vuol essere tale, deve accettare la diffusione anche delle idee più aberranti e che le paiono più aberranti. Il discrimine assoluto è che non siano fatte valere con la violenza. È il prezzo che la democrazia paga a se stessa."
Sembrerebbe per luogocomune un treno già lanciato a cento all'ora, sul quale saltare ad occhi chiusi, per aggiungere la nostra goccia di sdegno alla marea già montante.
Come "prima vox inter pares" di questo sito, invece, mi permetto di lasciarlo passare per intero, perchè a mio avviso quel treno porta alla destinazione sbagliata. Altri potranno naturalmente assumere una posizione diversa, nei commenti a seguire. Il problema qui, come spesso accade, è di principio, e non contingente. Esiste in Germania/Austria una legge ben precisa,…
Leggi tutto: Uzbekistan: un ritorno alla Guerra Fredda?