Se c'è un'ombra oscura che si muove silenziosa dietro le quinte dell'improvvisa destituzione di Porter Goss dalla direzione della CIA, è sicuramente quella di John Negroponte.
Decisamente inattese, le dimissioni di Porter Goss, rassegnate "senza motivazioni particolari", hanno scatenato a Washington una ridda di interrogativi che ha in qualche modo rimesso in moto la macchina arrugginita del giornalismo investigativo americano.
E dopo sole 48 ore, comincia a delinearsi un'immagine molto meno "casuale" della improvvisa dipartita del nuovo capo della CIA. Pare infatti che l'"uomo tutto d'un pezzo" voluto da Bush solo un anno fa, Porter Goss, sia invece implicato - direttamente o indirettamente, non si riesce a capirlo - in alcuni festini della classica serie droga-prostitute-champagne, che si terrebbero regolarmente in due grossi alberghi di Washington. Uno di questi, curiosamente, è proprio il Watergate Hotel.
Ma naturalmente, la cosa non può essere così semplice e banale: questa è solo la facciata, la "leva" effettiva … …con cui si sarebbe scelto di scalzare Goss da una delle scrivanie più importanti del mondo. Non accade certo per caso, infatti, che l'FBI "si accorga" da un giorno all'altro di quanto accade sotto gli occhi di tutti, regolarmente, in alberghi non certo isolati e fuori mano della capitale americana.
Come è noto tutti i politici americani (e non soltanto loro, se è solo per quello) sono corrotti fino al midollo, mentre si spalleggiano a vicenda per apparire - così vuole la regola - dei perfetti esemplari di integrità morale e mentale agli occhi del pubblico fiducioso. Ma se poi per caso ci si vuole liberare di uno di loro, basta una telefonatina alla persona giusta dell'FBI, ed ecco saltar fuori quintali di dossier perfettamente in grado di seppellire chiunque nell'arco di pochi minuti.
Basta che Goss si sia fatto vedere una volta, per sbaglio, nella Hall del Watergate Hotel, magari proprio in un giorno in cui di sopra "si festeggiava" più del solito, e l'uomo è condannato all'oblìo senza possibilità di appello.
Ma chi, è perchè, ha deciso di tirare, proprio oggi, la catenella di Porter Goss?
Se guardiamo a chi è stato scelto per sostituirlo, nonostante le vive proteste giunte da diverse parti politiche, la risposta dovrebbe essere una soltanto: Michael Hayden non solo è un generale, ma attualmente è anche il braccio destro di John Negroponte, che nel frattempo è stato incaricato del riordino collettivo del complesso sistema di agenzie americane. Fra l'altro, Hayden viene proprio dalla NSA, la National Security Agency che da sempre si contende con CIA ed FBI il ruolo di prima della classe.
D'altro canto, è noto a tutti, a Washington, il prolungato braccio di ferro fra Negroponte e Rumsfeld, su "chi comanda davvero in Iraq", e quindi nel mondo. Teoricamente, secondo la tradizione, all'estero comanda la CIA e non si discute. Tanto poco se ne fa mistero, che a George Tenet era stato addirittura riconosciuto pubblicamente il merito per il successo strategico/militare (anche se poi si è rivelato parziale) della campagna in Afghanistan.
Ma quando Tenet se n'è andato, Goss era stato messo alla CIA con il chiaro compito di ridimensionarne i poteri, e questo evidentemente a Negroponte - che invece è abituato a muoversi molto "disinvoltamente" all'interno dei suoi oscuri percorsi - la cosa non deve essere piaciuta troppo.
E' quindi chiaro che con questa mossa Negroponte cerca di riprendersi la "sua" CIA, condannata dal "disastro" di Tenet sulle ADM - e quindi dall'opinione pubblica - ad essere riportata a dimensioni più ragionevoli.
Da una parte, abbiamo quindi l'alleanza Bush/Goss/Rumsfeld - che sono i capi ufficiali rispettivamente di Casa Bianca, CIA, e Pentagono, dall'altra quella di una specie di "governo ombra" che gli contende il potere, e cioè Cheney, Negroponte, e ora il generale Hayden, che evidentemente intende "fare le scarpe" al suo capo Rumsfeld agendo direttamente dagli uffici della CIA.
Non che a noi, andando ogni giorno a lavorare, cambi davvero qualcosa, questo è chiaro. Ma forse è utile cercare di capire in qualche modo queste dinamiche, che ci parlano chiaramente delle persone che si contendono oggi il potere nel mondo,e che vedono al confronto due scuole di pensiero assolutamente inconciliabili l'una con l'altra. Una - e vengono i brividi a doverlo dire - è quella bene o male "legalista", che ritiene comunque di dover rispondere in qualche modo delle proprie azioni a chi ti ha demandato il potere, l'altra invece che ritiene assolutamente superfluo rispondere a chiunque di qualunque gesto o decisione, poichè si ritiene per natura al di sopra della legge e di ogni giudizio umano.
Vengono davvero i brividi, in momenti come questi, a dover pensare quanto sia auspicabile che prevalga la "meno peggio" delle due, pur sapendo in che mani andrebbe riposto il potere globale per cui si battono i due contendenti. Ma il fatto stesso che la squadra di Bush fatichi non poco ad imporsi contro la propria nemesi interiore, la dice lunga sulla vitalità che anima le forze oscure della fazione opposta.
Massimo Mazzucco
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