Se non si fosse abituati a sospettare doppi giochi e intenzioni recondite dappertutto, ci si potrebbe anche rilassare un attimo, e godere della ventata di aria fresca che arriva dall'Europarlamento di Bruxelles, sotto forma di "codice linguistico" riveduto e corretto.
Il termine "terrorismo islamico" è qualcosa che da oggi l'Unione Europea rifiuta ufficialmente.
Lo ha detto il portravoce dell'Unione, Friso Roscam-Abbing, sottolineando che "There is no justification at all for including all law-abiding Muslim citizens in our messages about terrorism", "non c'è nessun motivo per includere tutti i cittadini musulmani che vivono nel rispetto delle leggi, quando parliamo di terrorismo. Casomai - ha proseguito Roscam-Abbing - bisognerebbe parlare di terrorismo che abusivamente si richiama all'Islam."
Non può sfuggire a qusto punto la coincidenza con il fatto che, ... ... proprio un paio di settimane fa, Scotland Yard abbia riconosciuto che con Al-Queda i presunti bombaroli del 7 di Luglio non c'entravano nulla.
Naturalmente, basterebbe seguire la logica del discorso, per doversi subito domandare "ma allora chi sono questi 'terroristi', e perchè lo fanno?", ma questo sarebbe chiedere troppo. Accontentiamoci per ora del fatto che anche i termini "islamico", "fondamentalista" e "jihad" andranno rimessi nel loro giusto contesto. Mentre infatti Al-Queda usa il termine
jihad riferito ad una generica lotta contro gli infedeli, molti studiosi e credenti musulmani lo interpretano come la battaglia personale che il musulmano combatte contro il male in genere.
La "riforma", sostiene Roscam-Abbing, non sarà naturalmente "obbligatoria", ma nelle sue intenzioni vuole comunicare allo stesso mondo islamico una accresciuta sensibilità degli europei verso la loro cultura e la loro religione.
Nel discorso di Roscam-Abbing, infatti, non manca il riferimento ai fumetti che ritraevano Maometto, pubblicati qualche mese fa da un quotiodiano danese, quando a tutti è noto che l'Islam proibisca categoricamente l'uso di qualunque immagine del suo Profeta.
Certo, è solo uno spiraglio, ma forse è anche un segnale - per quanto debole e lontano - che l'Europa intende finalmente dissociarsi in qualche modo dalla più grande bugia della storia umana: sapendo che le bugie sono fatte prima di tutto di parole, sa anche che è proprio dalla parole che bisogna cominciare, per rimettere un pò di ordine nelle nostre vite disastrate.
Massimo Mazzucco
Fonte
Vedi anche:
ISLAM, CHE COS'È? Scheda informativa.
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LA GUERRA DELLE PAROLE - I "deportati" di Lampedusa
Ormai la politica si fa con il vocabolario in mano. E' da poco passata la "tempesta" - verbale, s'intende - sul significato preciso della parola "terrorista", che non va confusa con guerrigliero, partigiano o nemico combattente. Oggi tocca al termine "deportare". Siamo accusati semplicemente da Nazioni Unite, Unione Europea, Amnesty International - per citare solo i più grossi - di deportare illegalmente i clandestini che approdano a Lampedusa, […]
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ATTENTI AL DIZIONARIO, PUO' COSTARVI LA LIBERTA'
Fino a ieri si poteva piangere per l'uso distorto dei termini del nostro dizionario comune, dove guerra d'invasione si dice "missione di pace", dove terrorista si dice "arabo", dove espandere i propri mercati si dice "portare la democrazia", ma da oggi si rischia letteramente in prima persona ad usare accuratamente anche quel poco che resta di questo sfacelo linguistico e morale. Ne ha avuto la misura il gip di Bari, Giuseppe De Benedictis, che l'altro ieri aveva osato definire "mercenari" e "fiancheggiatori delle forze di coalizione" i signori Cupertino Umberto, Stefio Salvatore, Agliana Maurizio e Quattrocchi Fabrizio, nel corso della sua indagine preliminare sul noto caso dei quattro sopraindicati. […]