Dopo Donald Rumsfeld, Karl Rove, John Bolton e Scooter Libby, Paul Wolfowitz è il quinto "pezzo grosso" dell'armata neocons - che sette anni fa si era letteralmente impadronita del potere a Washington - a cadere nel dimenticatoio. E la settimana prossima tocca ad Alberto Gonzales, che con la sua ostinazione a non voler lasciare il Ministero di Giustizia ha costretto la commissione senatoriale a convocare un voto di sfiducia nei suoi confronti. Dopo che molti fra gli stessi repubblicani hanno richiesto le sue dimissioni, è rimasto solo Bush a difendere l'uomo da lui scelto per sostituire John Ashcroft, all'inizio del secondo mandato. (Ricordiamo che Gonzales è l'autore dei famigerati "Patriot Acts I e II", oltre che grande promotore della "dottrina della tortura" che contraddistingue nel mondo questa amministrazione). Negli Stati Uniti è infatti il Presidente che nomina i suoi ministri, ed è solo lui che può cacciarli, se questi non se ne vogliono andare di propria iniziativa. Ma Gonzales, che finora è sopravvissuto grazie alla notoria incapacità di Bush di riconoscere i propri errori, ormai ha le ore contate.
Sempre di Bush (si scrive Bush ma si legge Cheney, ovviamente) è stata l'infelice scelta di imporre Paul Wolfowitz alla guida della Banca Mondiale, circa un anno fa. Come è noto, fra europei e americani esiste un tacito accordo secondo il quale i primi scelgono il presidente del Fondo Monetario Internazionale, ...
di Claudio Negrioli
La guerra globale al terrorismo intrapresa dalla coalizione dei volonterosi, Usa e Gb in testa, è palesemente e irrimediabilmente persa sui campi di battaglia Irakeni e Afghani... checchè ne dica la propaganda.
La questione vera che ora si pongono i vertici politico-militari della Coalizione, è trovare una "exit strategy" dignitosa che permetta di salvare la faccia e quel che resta della macchina bellica, uomini compresi.
Orecchie che sanno intendere odono però un tam-tam sempre più insistente che corre sulle basse vibrazioni effuse dai tamburi di guerra che solcano l'etere e non fanno presagire nulla di buono per l'immediato futuro.
Notizie come le esercitazioni appena terminate (Noble Resolve, 23-27 aprile 2007) dove si simulava uno scenario che prevedeva l'uso di un ordigno atomico fatto deflagrare da fantomatici terroristi addestrati da Al-Qaeda (La Base) nel porto di una grande città della Virginia, sono già state rincalzate da fresche nuove dove si parla di un ordigno sempre atomico, …
"Nel Giorno della Mamma, tre donne americane pregano per i loro figli sequestrati in Iraq". Con questa frase stucchevole ha aperto ieri sera il TG principale della CNN, aggiungendo che ben "4.000 soldati sono impegnati nella strenua ricerca dei tre militari fatti prigionieri da Al-Queda". Sullo sfondo passano nel frattempo delle immagini, girate con la macchina a spalla, di Marines che si addentrano in una boscaglia. Sono immagini che hanno tutta l'aria di essere state riprese in Viet-Nam piuttosto che durante un addestramento negli Stati Uniti (di boscaglie, in Iraq, finora ne abbiamo visto poche), ma la loro origine ha ben poca importanza: quello che conta è che lo spettatore veda sempre il campo di battaglia dal punto di vista del mirino, e mai da quello di chi è destinato a esserne inquadrato. Dal punto di vista dell'invasore, e non dell'invaso.
"Cosa ne faranno" si chiede preoccupato il conduttore della CNN "non lo sappiamo, ma possiamo sempre chiederlo all'esperto (compare in video la faccia del solito "scrittore", la cui unica ragione di esistere è di aver intervistato una volta bin Laden, circa vent'anni fa) che Al-Quaeda l'ha studiata da vicino, e la conosce molto bene".
Ombroso al punto giusto, l'esperto scuote la testa e ci annuncia che visto i personaggi, abbiamo ben poco da sperare. Il resto del teatrino mediatico lo potete immaginare.
Il capovolgimento dei parametri, all'interno del messaggio, è talmente profondo da dare a volte le vertigini. Ti vengono a mancare i punti di riferimento, ...
di Giorgio Mattiuzzo
di Salvatore Quartullo
Io non li ho cavalcati, quegli “anni di piombo”, anche perché nel 1977 avevo dieci anni, e non ero ancora in grado di salire nemmeno su una bici. I miei piccoli passi a malapena reggevano l’andatura disinvolta di mio nonno, al quale i miei genitori mi “mollavano” spesso e volentieri, perchè mi portasse a spasso per le vie e i giardini di Roma.
L’unica, importante raccomandazione da parte dei miei era quella di evitare le piazze e soprattutto le zone del Centro Storico, perché “è pericoloso girare di questi tempi”. Già, era il 1977, l’anno durante il quale le P38 nelle strade tuonavano insieme alla contestazione generale.
Non ricordo se quel maledetto 12 maggio fossi a casa convalescente o su di un prato a divorare il solito cartoccio di lupini, quando Giorgiana Masi fu “raggiunta” alle spalle da un proiettile nei pressi di Trastevere, a Ponte Garibaldi, dove io passavo sempre con il nonno per andare a Villa Pamphili.
Ricordo però il viso di Giorgiana, catturato in una foto-documento, e mi domandavo cosa fosse successo, perché tutto quel fumo e la gente che correva, narrati dal bianco e nero dei telegiornali, ...
di Marco Cedolin
Mentre la febbre del Family Day sta catalizzando l’attenzione dell’opinione pubblica, che si divide fra fautori e detrattori del penoso siparietto in programma nelle piazze romane, il governo si muove nell’ombra al di fuori della legge, ma anche di quell’attenzione mediatica che preferisce occuparsi di “teatro” anziché della drammatica realtà del nostro paese.
A Serre, nel salernitano, in quella Campania che la camorra di governo ed il governo di camorra hanno ridotto ad un immenso immondezzaio straripante di veleni e sostanze tossiche, dove le patologie tumorali hanno un’incidenza così alta fra la popolazione da suscitare l’attenzione dei ricercatori scientifici internazionali ma non quella di chi sarebbe deputato ad amministrare il territorio, si sta consumando l’ennesimo atto di una lunga saga di prevaricazioni.
Proprio nei pressi di Serre, un paese di 4000 anime in provincia di Salerno, il Commissario straordinario Bertolaso aveva deciso di costruire una delle 4 discariche che dovrebbero liberare il napoletano dal marasma maleodorante di spazzatura ...
Il caso Rignano Flaminio accende gli animi, fa riecheggiare corde antiche ed emotivamente forti. Tocca tutti noi che fummo bambini e molti che hanno bambini. Le accuse sono gravissime, violenza sessuale su minori, associazione a delinquere, pedopornografia. Gli accusati sono persone con un lavoro, svariati anni di servizio, famiglia, amici, sono cittadini qualunque . Almeno lo erano, fino a pochi giorni fa. In qualche mese l’escalation delle notizie porta ad un riverbero sociale pesantissimo per gli indagati. Già perché sono ancora tali, pur nella dimenticanza collettiva.
Leggi tutto: E fanno cinque. Anzi, sei.