I video del Pentagono mostrano un Boeing 757?
Due modelli a confronto
Due modelli a confronto
Mentre dei due aerei che hanno colpito le torri gemelle vi sono innumerevoli filmati, per quanto riguarda il Pentagono le cose stanno diversamente. Gli unici filmati messi a disposizione del pubblico, che mostrano il punto di impatto, sono infatti quelli rilasciati ufficialmente circa un anno fa dal Dipartimento della Difesa e che, secondo i commentatori, avrebbero dovuto "mettere a tacere le teorie della cospirazione su quanto era successo al Pentagono".
In un certo senso è stato così: i video, benché ufficiali, non vengono infatti utilizzati dai "teorici della cospirazione ufficiale" nelle loro "ipotesi di ricostruzione" dell'accaduto e sebbene le televisioni li avessero trasmessi con la didascalia "Ecco il volo 77 che colpisce il Pentagono", di un Boeing 757, nei filmati, non c'è nemmeno l'ombra.
Nelle settimane e nei mesi seguenti sono spuntati come funghi numerosi studi amatoriali sui due filmati ma in particolare concentreremo l'attenzione su due analisi effettuate da esperti nel campo dell'audio/video e della computer grafica, ovvero gli studi di Mike Wilson e di Pier Paolo Murru.
Due approcci differenti Mike Wilson presenta la sua animazione dando una definizione di "forensic engineering", ovvero l'utilizzo dell'ingegneria nella risoluzione di dispute legali, e poi definisce lo scopo della sua animazione:
In poche parole Wilson ci dice che a prima vista sembrerebbe impossibile che un Boeing 757 si sia schiantato contro il Pentagono, ma ricostruendo la situazione al computer ed applicando la Fisica Newtoniana all'evento allora otteniamo invece proprio il risultato osservato. Ma dove andrebbe applicata la "Fisica Newtoniana" nella situazione in esame? In tre cose: il modello di volo radente, l'urto con i pali della luce ed infine l'urto finale con la parete del Pentagono
Ecco che Wilson, pur dichiarando di voler mostrare "la fisica coinvolta" nell'incidente del Pentagono, in realtà si limita a mostrare la versione ufficiale riprodotta in video, senza inserirla all'interno di un modello fisico appropriato. Lo studio di Pier Paolo Murru, invece, ha un approccio completamente diverso, che ci viene proposto sin dalla prefazione:
Nessuna volontà di scomodare la Fisica Newtoniana per dimostrare alcunché ma una semplice analisi dei due filmati ed una verifica della loro coerenza/compatibilità/veridicità Due modelli differenti Nelle immagini che seguono si possono apprezzare le differenze, significative, tra i modelli dei dintorni del Pentagono realizzati da Murru e da Wilson:
Le differenze, dal punto di vista grafico, sono molte ma la più significativa riguarda l'altimetria. Il modello di Wilson, infatti, è completamente piatto, con l'autostrada allo stesso livello del prato antistante il Pentagono, mentre nella realtà vi sono significative differenze altimetriche, ricavabili dai dati GIS/NED USGS, utilizzati dallo stesso Murru nella sua ricostruzione. Siamo in grado, unendo i dati altimetrici a quelli sui pali abbattuti, di ricostruire la traiettoria d'approccio del presunto Boeing 757 che non sarebbe, quindi, parallela al suolo, con l'aereo a pochi centimetri da terra, ma bensì in leggera discesa. Due metodologie differenti Abbiamo già visto come l'animazione di Wilson abbia come obiettivo annunciato il "fornire spiegazioni per un risultato controintuitivo". Nell'analizzare i video rilasciati dal Dipartimento della Difesa, la non correttezza della metodologia utilizzata da Wilson per raggiungere il suo scopo, diventa ancora più evidente. Innanzitutto, sebbene l'animazione sia stata pubblicata ad un mese di distanza dal rilascio dei video, non vi è nessun riferimento al secondo video ed in particolare a questo fotogramma, nel quale non vi è traccia di alcun Boeing 757: In secondo luogo, il "Metodo Wilson" si rivela nel modo in cui vengono affrontate le aberrazioni introdotte dalle lenti delle videocamere di sicurezza, come la "distorsione barrel", così descritta da Murru:
Nelle immagini realizzate tramite il modello 3D queste aberrazioni sono assenti ed è così necessario rendere "confrontabili" i fotogrammi reali e le loro controparti virtuali. Per farlo sono percorribili solo due strade: - eliminare le aberrazioni - simularle in qualche modo Pier Paolo ha scelto la prima strada mentre Wilson la seconda, giungendo a conclusioni opposte. Ma le due metodologie sono equivalenti? Pier Paolo Murru spiega che cercare di simulare la distorsione barrel introdotta dalla lente è "semplicemente folle". Per ottenere una simulazione attendibile, infatti, sarebbe necessario conoscere "l'intera composizione della lente, la sua fattura, il suo grado di purezza e tutto il suo iter di costruzione". Insomma, una grande quantità di dati. Risulta invece molto più semplice risolvere il problema alla fonte, eliminando direttamente le aberrazioni dall'immagine, con un procedimento che è valido indipendentemente dalle caratteristiche della lente: Wilson, come abbiamo visto, ha preferito invece cercare di simulare le aberrazioni, manipolando l'output del suo modello in modo da mostrarci, all'interno di una "lente virtuale", un'immagine che combacia quasi perfettamente con il fotogramma della prima video camera. |