Un utente ci ha mandato questa lettera, che in qualche modo fa il paio con il video sopra pubblicato. Segue commento.
Salve amici di Luogo Comune, sono molti mesi che seguo il vostro sito. Mi accorgo sempre più che mi interessa il modo in cui analizzate gli eventi, perchè vicino al mio modo di intendere ciò che mi viene detto dai media, vicini alla mia capacità critica e di osservazione di eventi quali ad esempio, scie chimiche, 11 settembre, ecc.
Mi chiedo a questo punto che valore ha pagare il canone rai, comprare i giornali, comprare prodotti di aziende che sponsorizzano emittenti televisive private e pubbliche che fanno "informazione" pilotata da oscure regie, se non quello di capire a cosa non dobbiamo credere.
Io sono indignato, in quanto i giornalisti, storici, antropologi, politici, magistrati e cosi via, sono affetti da un male che a questo punto, credo, sia inguaribile: il “morbo da reality show”. Infatti, più che svolgere il proprio compito, buona parte dei "professionisti" di cui sopra cercano solo il modo per affermarsi.
Affermarsi, si! Ma nel modo sbagliato in quanto si adoperano per portare a galla chissà quali grandi problemi per arrivare nei salotti televisivi, ... ... e ce li propinano per giorni, settimane, mesi, distraendoci dai reali problemi della vita e di un paese come l'Italia, che non ha più nè destra nè sinistra, ma è tutto un brodo in cui i vari elementi sono frullati e amalgamati.
Soldi, potere e visibilità. Queste sono le priorità.
Sfogo a parte, che in realtà vuole essere solo un complimento per voi e per chi come voi si batte per far si che l'informazione vera, o almeno alternativa a quella che ci viene data da MAMMA TV, passi e raggiunga le persone più sensibili.
A questo punto volevo lanciare una proposta.
Io in questi giorni farò una cosa e cioè: in vari angoli della mia città, lontano da mura antiche, da monumenti e cose di interesse storico-archeologico, scriverò il nome di questo sito e di altri per stuzzicare la curiosità della gente del mio paese, spero di riuscirci con i giovani, almeno con quelli.
Se la cosa dovesse risultare di interesse per gli iscritti e per i visitatori vi prego di fare la stessa cosa nella vostra città.
Vi saluto.
Vito Del Plato (Brigante)
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Delle conseguenze negative per la grande bugia, in una misura o nell’altra, soffriamo tutti, anche se molti possono non accorgersene. Di fronte a certe immagini dall’Iraq, viene naturale pensare che “i problemi siano altrove”, e l’impossibilità obiettiva di porvi immediato riparo spesso è sufficiente a tacitare la nostra coscienza, per rivolgere lo sguardo altrove.
Ma con l’11 settembre sono anche stati stravolti certi parametri fondamentali che ci hanno reso tutti più deboli di fronte all’autorità, più vulnerabili di fronte a una qualunque accusa gratuita, meno protetti di fronte alla legge in generale, e più vulnerabili anche economicamente.
La presunzione di reato è diventata ormai sinonimo di condanna, il “diritto dell’accusato" è stato sepolto, insieme all’habeas corpus, con le macerie delle Twin Towers, e oggi basta sospettare qualcuno di “essere amico di qualcuno collegato ad Al-Queda” per rovinargli il resto dell’esistenza.
Il “sospetto di terrorismo“, a sua volta, ha permesso il ritorno di una pratica - la tortura - che credevamo relegata ai secoli bui del Medio Evo.
L’autorità in genere si è man mano arrogata diritti che non aveva, mentre si accetta ormai supinamente che gli eletti alle cariche pubbliche violino per primi le leggi e i principi in base ai quali sono stati eletti, mentre possono permettersi di ignorare platealmente gli impegni presi con gli stessi che li hanno votati.
Da un lato Bush ignora sfacciatamente la Costituzione americana, dall'altro Berlusconi e Prodi fanno la stessa cosa, e in qualche modo questo ci appare giustificabile.
Il “giustizialismo casalingo” tende ad essere sempre più legittimato, in nome di un pericolo non meglio identificato che i media contribuiscono costantemente a rilanciare come vero ed effettivo. Tutto avviene ormai in nome di questa presunta “emergenza permanente”, che esiste solo sugli schermi dei nostri televisori e sulle pagine dei nostri quotidiani.
E come se non bastasse, tutto quello che paghiamo in più, quando andiamo al distributore, finisce direttamente nelle tasche di Dick Cheney.
Sta a ciascuno di noi, e non “agli altri”, fare tutto il possibile per invertire al più presto la direzione di questa spirale negativa, che è altrimenti destinata a succhiarci per intero l’anima, oltre che svuotarci del tutto il portafoglio.
Non facciamoci demoralizzare dalle dimensioni dell’impresa, e soprattutto non prendiamo questo come comodo alibi per non fare nulla: l’umanità è composta da singoli individui, e “la gente” è un concetto che nella realtà non esiste. “La gente” è solo la somma del mio vicino di casa più il tuo collega di lavoro più il suo amico delle elementari. Più noi stessi, non dimentichiamolo: ciascuno di noi crede di essere diverso, superiore, o comunque separato dalla “massa”, ma agli occhi degli altri ciascuno di noi costituisce proprio quella massa. Non esiste una terza categoria, e basta spostare il punto di vista per rendersene conto. E quando ciascun individuo avrà cambiato il modo di vedere le cose, l’intera umanità avrà cambiato il modo di vedere le cose.
Respingiamo quindi la tentazione di sentirci diversi, in quanto “risvegliati”, o presunti tali: ciascuno di noi ha avuto la sua epifanìa, e fino a un attimo prima “dormiva” esattamente come tutti gli altri.
“La gente” infatti non è “rincoglionita”, come pessimisticamente si sente dire molto spesso. Anche quello è solo un alibi per non fare nulla. “La gente” è solo delusa, bruciata, scontenta, ma sotto il cinismo ciascun individuo conserva intatta la voglia di vivere, e di farlo in una società più pulita e più giusta, anche se magari non se ne rende conto. Bisogna solo scrostare lo strato superficiale di passività, per risvegliare quella natura umana che tutti ci accomuna con le stesse sensazioni, gli stessi desideri, e le stesse emozioni.
"Tutto ciò di cui il male necessita, per trionfare, è che le persone per bene non facciano nulla".
Massimo Mazzucco
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