Finalmente ci sono riusciti. I palestinesi di Gaza si stanno massacrando fra di loro, e siamo certi che in questo caso non ci sarà nessun “intervento umanitario”, nessuna missione di peace-keeping, nessun richiamo alla cessazione della violenza, nessuna offerta di mediazione fra le parti.
Staranno tutti alla finestra a guardare lo svolgersi di un copione che era già stato scritto più un anno fa, quando curiosamente Israele non obiettò al fatto che Hamas partecipasse alle elezioni “democratiche” della Palestina, nonostante il trattato di Oslo prevedesse chiaramente che mai nessun “partito armato”, o dichiaratamente violento, potesse prendervi parte. E Hamas non predicava certo la non-violenza di Ghandi.
Davvero una distrazione grave, per uno stato costantemente preoccupato per la propria sicurezza come Israele. Ma la distrazione sta dando i suoi frutti, e non c’era nulla di meglio che dare il potere agli estremisti di Hamas, ... ... facendo nel contempo pressioni “di pace” sulla dirigenza di Fatah, per scatenare lo scontro irreversibile fra le due fazioni.
Inizialmente Mahmoud Abbas era riuscito a tenere sotto controllo la situazione, ma quando si vive in quattro metri quadrati uno addosso all’altro, senza cibo nè acqua nè lavoro, non ci vuole molto per portare all’esaperazione anche il più futile dei motivi di contrasto. Figuriamoci poi se si tratta del futuro del proprio popolo e della propria terra: basta un mezzo infiltrato che semini un pò di zizzania nel cortile, e l’intero caseggiato prende fuoco.
Alla faccia della Roadmap to Peace, fra l’altro.
Massimo Mazzucco