A questo punto ci conviene metterci a pregare che Rudy Giuliani vinca la nomination del partito repubblicano. Non è uno scherzo, e nemmeno una provocazione, ma il frutto di un ragionamento molto semplice.
Se Giuliani diventasse il candidato repubblicano alla Casa Bianca, è molto difficile che non salti fuori qualcuno, in zona democratica, che non sappia resistere alla tentazione di far sapere al mondo quello che ora sanno solo i ricercatori e gli esperti di undici settembre: Rudy Giuliani fu avvisato in anticipo del crollo della prima Torre, ma non fece nulla per salvare uno solo dei pompieri che stavano combattendo le fiamme al suo interno.
Il capo di accusa è uno dei più potenti e incontrovertibili – dichiarò lui stesso di essere stato avvisato - e sarà probabilmente questo a rendere la tentazione davvero irresistibile.
Una “bomba” del genere, rilanciata dai media nazionali, comporterebbe un dibattito che non potrebbe a quel punto non estendersi a tutti gli altri importanti capi di accusa di cui il movimento per la verità sull’11 settembre è da sempre il portabandiera. Ma il nostro compito, in un certo senso, oggi è finito: abbiamo trovato e raccolto tutte le prove più significative, e le abbiamo organizzate in modo da renderle facilmente accessibili a chiunque (non era incantevole Rosie O’Donnell, mentre recitava la litania delle “Torri crollate alla velocità di un corpo in caduta libera” come se fosse il rosario del suo catechismo?), e ora sta a chi ha peso e visibilità appropriarsene e farne quanto necessario.
E che questo accada in America, nei prossimi mesi, è molto meno improbabile di quello che possa apparire. Basti pensare che solo un anno fa, qui da noi, un evento del genere sembrava far parte dei sogni più irrealizzabili, ... ... ed invece, nell’arco di poche settimane, la questione esplose (su Canale 5, fra l’altro!) e arrivò ad esser coperta a tutto campo dai media nazionali. Ora di 11 settembre non c’era più un italiano, fra coloro che erano potenzialmente interessati all’argomento, che non avesse avuto ripetute possibilità di informarsi a fondo e di farsi una propria opinione in merito. Oggi rimangono solo i debunkers di professione e Vittorio Zucconi a fingere di credere ancora ciecamente alla versione ufficiale.
Ma è indispensabile che la stessa cosa accada ora anche in America: sono stati infatti i media americani a spargere nel mondo la grande bugia, e solo attraverso di loro potrà essere ristabilito un minimo di equilibrio rispetto alla verità dei fatti. Segnali di disponibilità in quel senso ne esistono già da tempo, e i casi di Charlie Sheen e Rosie O’Donnell - che hanno ricevuto ampia eco, invece di essere messi a tacere sotto una coltre di silenzio - stanno a testimoniarlo.
E’ verissimo infatti che “i grandi media sono tutti controllati”, ma il loro vero padrone non è il “Mr. Murdoch” di turno, bensì l’indice degli ascolti, dal quale lui stesso dipende. E la nostra esperienza, in piccolo, ha dimostrato che se offri ai media un prodotto che sia interessante per il pubblico da un lato, e per il quale i responsabili TV non possano essere facilmente attaccabili dall’altro, di colpo le “paure politiche” scompaiono, e vengono rimpiazzate da una spasmodica rincorsa agli indici di ascolto.
Rosie O’Donnell è rimasta in onda per svariate settimane, dopo il “fattaccio”, non perchè dicesse cose “vere”, ma perchè nel frattempo aveva quasi raddoppiato l’audience del suo show mattutino. (E’ anche possibile che il fatto di dire cose vere abbia portato al raddoppio dell’audience, ma in ogni caso è solo questo che conta, e non il motivo che l’ha causato).
Tornando quindi a Rudy Giuliani: mentre una candidatura McCain (o altri peggio ancora) permetterebbe probabilmente al dibattito sul 9/11 di passare per sempre nel dimenticatoio, senza mai venire affrontato a tutto tondo, la presenza quasi provocatoria di Giuliani sul palcoscenico nazionale diventerebbe una tentazione ben difficile da resistere per chiunque, con tutto quello che probabilmente ne conseguirebbe.
A riprova di questo, un gruppo di attivisti per il 9/11 ha già provato a tendere un agguato all’ex-sindaco in cerca di gloria, per chiedergli conto a bruciapelo di quella sua dichiarazione.
E’ vero, come abbiamo visto, che Giuliani ci ha fatto una pessima figura, ma purtroppo è anche vero che quei ragazzi, agendo in maniera così disorganizzata e impreparata, hanno in qualche modo “bruciato“ un argomento poderoso, regalando a Giuliani la possibilità di svicolare indisturbato, e di prepararsi al meglio per gli scontri futuri. Da oggi infatti ben difficilmente si farà pizzicare di nuovo sull’argomento, ed è anzi prevedibile che a questo punto parta lui all’attacco, mettendosi a piagnucolare con frasi del tipo “pensate che addirittura mi accusano di aver mandato a morire i miei pompieri”.
Nel frattempo però l’”imboscata” degli attivisti ci ha confermato che l’unica strategia disponibile, di fronte a una dichiarazione così imbarazzante (“ci dissero che il WTC stava per crollare”), è quella di sostenere che in realtà lui intendesse dire “si pensava che potesse crollare”. Esattamente come ha provato a fare nel filmato che avete appena visto
Ma, esattamente come per il WTC7, le prove che lo si sapesse in anticipo esistono, e vedrete che al momento giusto qualcuno le tirerà fuori.
Vai Rudy che sei tutti noi!!!
Massimo Mazzucco
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