Approfitto della pubblicazione su Youtube del film sul cancro per rispondere alle calunnie sul mio conto, relative al caso Simoncini, che un certo personaggio continua a diffondere spudoratamente in Internet. Lo faccio sia per proteggere la mia reputazione, sia per dovere di chiarezza verso chi segue da vicino il mio lavoro.
Diciamo prima di tutto che questo accusatore non ha un nome. Da noi era noto come Weewe, sul suo sito attuale si firma “Medbunker”. Evidentemente non ha il coraggio di sostenere di persona le accuse che va disseminando in rete.
Riporto qui un suo recente articolo, che sta facendo circolare ovunque, con lo scopo di screditarmi. Sembra che questa per lui sia ormai diventata un’ossessione, capace di obnubilare anche la più lucida delle menti umane. (Non è certo il primo a cui succede, ...
Secondo la gloriosa Wikipedia, il SITE Intelligence Group è una organizzazione che si occupa di monitorare le attività del terrorismo islamico nel mondo. Inizialmente nato come SITE Institute (Search for International Terrorist Entities), era una organizzazione “non a fini di lucro” che si è disciolta, ricomponendosi nel SITE Intel Group, che svolge la stessa attività, ma “a fini di lucro”. [1]
Già che tocca immolarsi per fare la guardia al mondo, tanto vale farsi pagare.
Fondatrice e direttrice del SITE è Rita Katz, una ebrea nata in Iraq che vive negli Stati Uniti. Dopo che suo padre fu pubblicamente giustiziato in Iraq, la madre fuggì con i figli in Israele. Rita – che parla l’arabo come l’ebraico - entrò nell’esercito (IDF), si laureò in Studi Mediorientali a Tel Aviv, e poi si trasferì in America.
Qui riuscì ad infiltrare “diversi gruppi terroristici negli Stati Uniti, sulle cui attività raccolse preziose informazioni”. Nel 2004 ha ricevuto dall’FBI di Mueller ...
di Marco Cedolin
“Immaginate un mondo senza attentati terroristici”
Entrando in perfetta sintonia con lo spirito del celebre film Minority Report, il premio Nobel per la pace Barack Obama ha annunciato al mondo che porterà la guerra nello Yemen, al fine di scovare i responsabili di Al Quaeda che hanno “armato” le mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, intenzionato a far saltare l’aereo diretto a Detroit sul quale viaggiava. Attentato che, se portato a compimento, avrebbe provocato una strage, di fronte alla quale l’America deve reagire con forza, colpendo i responsabili e costringendoli a rispondere dei loro crimini.
Rispetto alla strategia del terrorismo olografico dell’ex presidente Bush è impossibile non percepire un notevole affinamento nella tecnica di utilizzazione dello spauracchio terrorista al fine di giustificare le guerre di occupazione statunitensi e renderle condivisibili agli occhi dell’opinione pubblica occidentale.
Se infatti l’amministrazione Bush fu “costretta” ad orchestrare una tragedia come l’11 settembre, costata la vita a migliaia di persone, per garantirsi il viatico all’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq, ...
(Vedi/scarica il film in versione integrale. Acquista il DVD e supporta il sito.)
Twenty-ten, venti-dieci, come dicono in America, oppure duemiladieci, come diciamo noi. In qualunque modo la si pronunci, questa data fa una certa impressione, non solo perchè ci avvicina sensibilmente al fatidico 2012 – è inutile negarlo, persino il più razionale dei materialisti un pensierino alla “catastrofe universale” deve averlo fatto - ma perchè lo scatto delle decine rappresenta in qualche modo la fine di un ingresso incerto e temporaneo nel terzo millennio, e l’inizio di una cadenza precisa, più ufficiale ed ineluttabile del corso della Storia.
Il tempo avanza inarrestabile, e noi non possiamo che seguire gli eventi che ci porta, in parte affascinati dal continuo evolversi delle cose, in parte preoccupati per la nostra evidente impotenza a mutare il corso della storia.
Ci sentiamo tutti a bordo della stessa nave, ma nessuno sa bene chi sia al comando, che intenzioni abbia, e cosa davvero ci riservi il destino; di fatto viviamo in un mondo dove ormai tutto è possibile e nulla appare più certo, e bisogna essere dotati di un notevole ”senso dell’avventura” per non vivere questa situazione in maniera negativa, frustrante e destabilizzante.
Eppure, l’anno che è trascorso non è passato invano, e ci ha offerto molti segnali interessanti, ...
di Marco Cedolin
Nel volgere indietro lo sguardo al 2009 che sta terminando è forte la sensazione di esserci soffermati troppo spesso a guardare la pagliuzza che allignava nell’occhio altrui, senza fare più di tanto caso alla trave conficcata nel nostro.
E’ stato l’anno della crisi economica, con il PIL di tutto l’Occidente in caduta libera come non accadeva da molto tempo. Una crisi rappresentata però dal circo mediatico con lo sguardo rivolto al paese immaginario del Mibtel e del Nasdaq e ben poca attenzione nei confronti del paese reale fatto di fabbriche che chiudono, disoccupati, famiglie ridotte sul lastrico. Una crisi, quella del paese immaginario, che nelle parole di politici ed economisti starebbe già volgendo al termine, simile ad una sfuriata temporalesca primaverile. Una crisi, quella del paese reale, che sta acuendosi sempre più, senza che si vedano i prodromi di un’inversione di tendenza, semplicemente perché nessuno si è sentito in dovere di analizzarne le vere cause (globalizzazione e modello di sviluppo) e adottare le opportune contromisure (mutamento radicale del modello di sviluppo) che sarebbero risultate politicamente scorrette e scarsamente gradite ai grandi poteri finanziari che attraverso la globalizzazione ed i licenziamenti stanno costruendo sempre nuovi profitti.
E’ stato l’anno del drammatico terremoto in Abruzzo, “usato” dal governo (che tutto sommato ha gestito discretamente la situazione) come vetrina all’interno della quale specchiarsi. E della tragica strage di Viareggio, ...
(c/c: Gianni Riotta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
Egr. Sig. Riotta, desidero fare alcune precisazioni in merito a quanto accaduto nella puntata di Matrix del 29 dicembre 2009.
Nel corso della trasmissione lei ha affermato che “è assai probabile che ci fosse un altro cecchino” a Dallas, e che “è certo che Jack Ruby spara a Oswald per chiudergli la bocca”. Poichè il Rapporto Warren esclude categoricamente il coinvolgimento nell’attentato di altre persone oltre ad Oswald, lei ha dichiarato di respingere la versione ufficiale dei fatti, storicamente accettata nel mondo da oltre 40 anni. (Che il Rapporto Warren non costituisca la versione ufficiale è una sua tesi a dir poco bizzarra: provi a raccontarlo a chi scrive i libri di scuola che non è quella la versione ufficiale dell’omicidio Kennedy. Ma soprattutto, lo racconti a centinaia di autori e ricercatori indipendenti, che per 40 anni avrebbero combattuto un fantasma inesistente).
Le ricordo inoltre che la partecipazione di due o più individui ad un attentato lo fa ricadere automaticamente nella categoria di “complotto”, come sottolineato nel capitolo conclusivo dello stesso rapporto dell’House Select Committee for the Assassinations, o HSCA, che lei ha più volte citato nel corso della trasmissione.
Non si comprende quindi tutto l’astio che ha voluto esprimere contro il cosiddetto “complottismo”, quando lei stesso ha dimostrato di condividerne le tesi di fondo, almeno per quel che riguarda il caso Kennedy.
Forse che i famosi metodi che critica nei “complottisti” – ovvero l’analisi dei fatti anteposta alle conclusioni – siano anche i suoi?
In secondo luogo, vorrei esprimere tutta la tristezza che ha provocato in me vedere un personaggio come lei - che dirige un quotidiano di importanza nazionale, e che in passato ha diretto addirittura il più prestigioso TG della RAI - citare Wikipedia come repositorio di informazioni valide e storicamente obiettive.
Per sua informazione, Sig. Riotta, Wikipedia è una organizzazione talmente “democratica” ...
Notizie apparentemente insensate si accumulano in questi ultimi giorni dell’anno.
Secondo le agenzie di stampa, Al-Queda avrebbe rivendicato il rapimento dei coniugi Cicala, i due italiani sequestrati in Mauritania una decina di giorni fa. Motivazione ufficiale: rappresaglia per la partecipazione italiana alle guerre di Afhghanistan e Iraq.
Contemporaneamente, Al-Queda avrebbe anche rivendicato il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit di qualche giorno fa, quando un passeggero ha cercato di dare fuoco ad un ordigno esplosivo legato alla sua gamba, finendo per riportare delle ustioni di terzo grado. Al giudice americano che lo ha interrogato, dopo l’atterraggio senza danni dell’aereo, l’uomo avrebbe detto che “ci sono molti di noi pronti a colpire in tutto il mondo”.
Nessun giornalista si domanda perchè mai la ferocissima Al-Queda rapisca dei cittadini italiani per lamentare una occupazione militare di cui noi siamo responsabili in misura irrilevante, e che lo faccia addirittura in un paese che si trova a 20.000 km. di distanza dal beneamato Afghanistan.
Nessun giornalista si domanda perchè mai la ferocissima Al-Queda mandi a fare gli attentati un imbecille che non è nemmeno capace a dare fuoco ad una miccia, ...
LA PUNTATA è disponibile QUI.. Appena possibile Mediaset ripristinerà la puntata integrale, compreso il mio filmato iniziale, che ora manca.
Anche Gianni Riotta ha scelto di scagliarsi a testa bassa contro il cosiddetto “complottismo”, nella puntata che Matrix ha dedicato oggi all’assassinio del presidente Kennedy. Lo ha fatto in modo simile a quello di Piero Angela, cercando di ridurre ogni erba a un fascio, in modo maldestro e grossolano.
Con una grande differenza, però: mentre Angela si mantiene saggiamente lontano da affermazioni categoriche, e si limita a cercare di far passare i “complottisti” per una sorta di malati sociali, Riotta nel corso della trasmissione ha finito per affermare tutto e il contrario di tutto, contraddicendosi più volte di fronte a un pubblico allibito, nel tentativo di tenere in piedi un’ipotesi insostenibile come quella della colpevolezza di Lee Harvey Oswald.
Spavaldo e saccente, Riotta ha esordito sposando la versione ufficiale, “poichè – ha spiegato in seguito - l’America è un paese dove è impossibile falsificare le foto dell’autopsia del presidente”. (Che le foto siano state falsificate, per chi non lo sapesse, è una delle cose più facili da dimostrare di tutto il caso Kennedy). Dopo questa funambolica affermazione, Riotta ha concluso l’intervento con uno sdegnoso “io detesto il complottismo”.
Mal gliene incolse.
Quando ha capito che gli sarebbe toccato spiegare certe incongruenze della versione ufficiale, ...
Diversi siti specializzati in materia finanziaria hanno riportato una notizia che mette in dubbio persino l’ultima delle certezze mai esistite al mondo: l’oro.
Il più antico dei simboli di ricchezza, la più classica metafora dello splendore, il parametro universale più diffuso per gli scambi commerciali, sembra aver perduto di colpo la sua capacità di garantire nel tempo il proprio valore, superando indenne le intemperie della storia.
Chiunque ne possieda un solo lingotto oggi rischia infatti di avere in casa del “comunissimo” tungsteno, che vale ovviamente molto di meno.
Non è solo dai “Rolex” taroccati che bisogna guardarsi, a quanto pare.
Grazie al suo peso specifico identico a quello dell’oro, è impossibile distinguere visivamente un lingotto di tungsteno laminato in oro da uno in oro puro, e diventa necessario praticare un piccolo “carotaggio” per accertarsi della sua reale composizione.
Questa curiosa caratteristica deve aver scatenato la fantasia di alcuni “operatori del settore”, visto che sembrano esserci oggi in circolazione tonnellate di lingotti d’oro che valgono poco più del semplice tungsteno.
L’idea di falsificare l’oro non è nata certo ieri, ma è anche grazie alla difficoltà di imitarlo che l’oro ha sempre conservato il posto d’onore fra i metalli pregiati.
Il modo più semplice per falsificare un lingotto d’oro ...
Un link nei commenti all’articolo su Beppe Grillo mi ha portato a conoscere il mitologico “Casaleggio”, l’uomo che secondo alcuni “manovra” il comico genovese dietro le quinte, per conto naturalmente dell’onnipresente loggia “ebreo-massonica” di matrice satanica. Costui avrebbe pure un antenato che ha partecipato alla guerra dell’Oppio, per cui è evidente che di tratti della maledizione in persona.
Non avevo mai approfondito questa "vox populi", per il semplice motivo che amo indagare partendo da fatti concreti, e non da tesi preconcette, ma la visione del filmato di Casaleggio sugli “influencer” merita sicuramente un’eccezione. Eccolo:
Secondo Casaleggio “il 90% dei contenuti in rete è pubblicato da un 10% degli utenti” che lui definisce “influencer”, cioè coloro che influenzano il pensiero altrui.
Già sarebbe interessante sapere da dove tragga Casaleggio queste percentuali, che presenta come statistiche assodate, visto che quella dell’ “influencer” è una definizione arbitraria, chiaramente personale: chi può stabilire se una persona influenzi o meno gli altri? E quanto bisogna influenzarli, per avere la patente di “influencer”? E se l’influencer fosse influenzato dalle idee altrui, resta un influencer o diventa influenced?
Fra due persone che discutono c’è sempre uno scambio di pensieri, ...
Leggi tutto: Il virus h1n1 e la risposta immunitaria della rete.