di Marco Cedolin
Durante tutto il corso della storia l'uso degli animali nell'ambito dell'esercito è sempre stato molto diffuso. Basti pensare al cavallo, per millenni unico mezzo di locomozione per soldati e civili, agli elefanti di Annibale, ai muli degli alpini, ma anche ai piccioni viaggiatori ed ai cammelli.
Molto spesso gli animali sono stati considerati alla stessa stregua di oggetti inanimati, nulla più di un carretto o di un trabucco, più raramente veri e propri soldati (sia pur di rango inferiore) inseriti a tutti gli effetti nell'esercito.
Da sempre gli animali (soldati per forza) si sono trovati loro malgrado a condividere le stesse sorti dei militari, falciati in battaglia dal fuoco o dalle frecce nemiche, ammazzati dal freddo o dalla fame, massacrati dalle esplosioni o dalla fatica.
Ai nostri giorni le truppe si muovono sui mezzi corazzati e sugli aerei, le comunicazioni sfruttano i sistemi satellitari e perfino gli eserciti che operano nelle zone impervie di montagna hanno pensionato i muli a favore di motoslitte ed elicotteri assai più performanti di quanto non lo fossero le creature a quattro zampe.
Verrebbe quasi voglia di dire che una volta tanto l'innovazione tecnologica ...
Si rimette in movimento il pendolo dei gonzi, la finta democrazia del “meno peggio” che permette alla stessa elite di continuare a mantenere il controllo delle nazioni da oltre 50 anni, a discapito degli stessi imbecilli che continuano a firmare per costoro la periodica autorizzazione a delinquere, convinti di esercitare il proprio “sacrosanto diritto” di votare.
Ieri era toccato alle destre europee “punire” le sinistre imbelli e inefficaci, portando al governo gente come Sarkozy o Berlusconi, oggi sembra sia tornato il momento di “mandare a casa” le destre imbelli e inefficaci, per rimetterci gli stessi imbelli di sinistra già bocciati in precedenza.
E’ pura e semplice follia. Ma funziona.
Ieri in Francia Sarkozy è stato battuto dai socialisti, in Italia fra poco sarà Bersani a celebrare la cacciata dell’inossidabile parrucchino di Arcore. O comunque la invoca a pieni polmoni, mettendosi alla testa di una crociata che cerca di fare del prossimo turno elettorale una specie di “ultima spiaggia” della democrazia.
La cosa comica – anzi, tristissima – è che Bersani usa senza mezzi termini le stesse identiche parole che ogni cittadino dovrebbe usare, sempre e comunque, prima di scegliere per chi votare: “Bisogna mandare a casa un governo – ha detto – che non ha fatto quello che aveva promesso di fare due anni fa”.
Ohibò, che cosa è successo? Bersani ha forse scoperto come funziona la democrazia? Ha forse capito …
Terremoto che vai, bugia che ti ritrovi.
Per Haiti il disastro ricadeva nella triste favola degli haitiani “sfortunati”, per il Cile il mancato disastro (totale) è stato salutato dal Wall Street Journal come un premio ai cileni per aver dato ascolto ai “Chicago Boys” di Milton Friedman.
Niente affatto, spiega Naomi Klein nell’articolo che abbiamo tradotto.
Oltre il terremoto. Milton Friedman non ha salvato il Cile - di Naomi Klein
Da quando la deregulation ha causato il disastro economico mondiale del settembre 2008, e tutti sono diventati di nuovo keynesiani, non è stato facile continuare a professarsi un seguace del defunto economista Milton Friedman. Talmente in discredito è caduto ormai il suo genere di fondamentalismo del libero mercato, che i suoi ammiratori cercano sempre più disperatamente delle vittorie ideologiche da rivendicare, per quanto esagerate possano essere.
Abbiamo sottomano un esempio particolarmente sgradevole. Appena due giorni dopo che un potente terremoto ha travolto il Cile, Bret Stephens, opinionista del Wall Street Journal, informava i suoi lettori che “lo spirito di Milton Friedman aleggiava a protezione del Cile“, poiché “grazie in buona parte a lui, il paese ha resistito ad una tragedia che altrimenti sarebbe risultata in una apocalisse (…) non ha caso i cileni vivevano in case di mattoni - e gli haitiani in case di paglia - quando venne il lupo che voleva spazzarle via con un soffio”.
Secondo Stephens, le misure radicali del libero mercato prescritte da Milton Friedman …
Su richiesta di diversi lettori pubblichiamo in home il commento che un utente ha scritto in risposta al mio recente articolo “Alle urne! Alle urne!” Nel rispettare la volontà degli altri, mi permetto di dissociarmi dall’entusiasmo che ha accolto questo commento, e ne spiego alla fine i motivi. M.M.
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[size=large]Dialogo immaginario fra un Elettore Ideale e un Politico Reale[/size]
Elettore Ideale: Allora siamo d'accordo. Io e gli altri ti votiamo se tu indici un referendum sul Trattato di Lisbona, de-privatizzi l'acqua, ritiri i militari dall'estero e [aggiungere altre 7 cose ritenute consone]
Politico Reale: Sì, certo. Senza dubbio. In nome della Libertà e del Popolo che mi impegno a rappresentare, non tradirò la vostra fiducia.
Cinque anni dopoElettore Ideale: Ma che cazzo! Sono passati 5 anni e non hai fatto NIENTE di quello che ti eri impegnato a fare! Ci hai traditi tutti, bastardo faccendiere.
Politico Reale: No, io ho invero fatto tutto ciò che era possibile per realizzare i punti del mio programma, …
Sembra che il Mossad si sia fatto prendere col sorcio in bocca.
I professionisti per eccellenza delle “covert operations”, i maestri a cui guardano con deferenza tutti gli altri servizi del mondo, si sono fatti prendere come dilettanti allo sbaraglio dal controspionaggio di uno staterello “qualunque” come l’Emirato del Dubai.
Lo racconta Bob Baer, l’ex-analista della CIA e accusatore del proprio governo per l’inside job del 9/11, in un articolo comparso ieri su Time.com.
Secondo la sua ricostruzione, ben 26 agenti del Mossad hanno partecipato all’operazione per eliminare un dirigente di Hamas nella sua stanza d’albergo di Dubai, lo scorso 19 gennaio. L’uomo era sospettato di vendere armi iraniane ai palestinesi di Gaza.
Come si vede nelle immagini delle telecamere di sicurezza due insospettabili turisti, travestiti da giocatori di tennis, seguono in ascensore la vittima che viene accompagnata nella sua stanza da una hostess dell’albergo. Più tardi gli uomini del Mossad si introducono nella stanza e lo uccidono lasciando il corpo nel letto, in posizione naturale, con i vestiti ben ripiegati sulla poltrona, in modo da far apparire il tutto come un normale attacco di cuore. Come tocco finale gli assassini, giustamente, escono lasciando la porta chiusa a chiave dall’interno.
Impeccabile, almeno all’apparenza.
Peccato che l’autopsia abbia rivelato nel sangue della vittima …
Il problema fondamentale che sta alla radice dell’errato uso che noi facciamo della democrazia è la scarsa capacità delle persone di vedere il gioco nel suo intero.
Di quel gioco noi normalmente vediamo solo il lembo inferiore - cioè la lotta quotidiana fra i politici del momento - che è quello che ci riguarda da vicino ogni volta che stiamo per votare.
Ma tutto quello che sta dietro, tutto quello che avviene prima e dopo le elezioni - cioè tutto quello che conta veramente - sfugge normalmente alla nostra attenzione.
Ciò non accade perchè siamo stupidi, ma perchè veniamo intenzionalmente distratti dai giochi di facciata, proprio per evitare che lo vediamo.
Ieri era lo scandalo delle veline, oggi è il “caos delle liste”, domani sarà un’altra stupidaggine qualunque.
Si chiama specchietto per le allodole, ha sempre funzionato, e purtroppo in questo caso le allodole siamo noi. Siamo tutti i popoli d’Europa, anzi dell’occidente cosiddetto democratico, dove orde intere di persone vengono convogliate periodicamente alle urne, nell’illusione di poter decidere del proprio destino.
Purtroppo avviene che al momento di entrare nell’urna il nostro destino è già stato deciso. Ci viene infatti offerta solo una alternativa apparente, le cui variabili non sono in alcun modo in grado di determinare reali cambiamenti nel percorso della nostra nazione.
Ciò che impedisce questo cambiamento di percorso è la replicazione di un sistema marcio alla radice, caratterizzato dalla corruzione e dal furto legalizzato di miliardi di miliardi di denaro che il contribuente ha versato, nella forma di tasse, illudendosi che venisse utilizzato per le giuste ragioni.
Piace a tutti trovare ospedali che funzionano, nel momento del bisogno, …
di Marco Cedolin
I siparietti comici in grado strappare almeno qualche sorriso in salsa agrodolce non sono certo mancati negli ultimi mesi. Come dimenticare infatti l’invito dell’ad delle Ferrovie Moretti, l’iper tecnologico mentore dell’alta velocità, a portarsi da casa coperte e panini, per meglio fronteggiare i lentissimi viaggi sui convogli in panne nella neonata steppa padana lo scorso dicembre? La consegna del premio Nobel per la Pace al Presidente americano Obama, impegnato proprio in quei giorni nel rafforzamento del contingente militare in Afghanistan? Il ministro Rotondi che consigliava agli italiani di abolire il pranzo? La psicosi terrorismo costruita intorno alle mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab? Il blocco del traffico domenicale presentato alla stampa con tronfi proclami da Chiamparino e dalla Moratti e poi rivelatosi un flop totale sotto ogni punto di vista?
Renata Polverini e Roberto Formigoni, candidati a “governatori” per le regioni Lazio e Lombardia con il PDL, sono però riusciti a superare i loro pur illustri epigoni, dando vita ad una vicenda degna di Zelig Circus ed estremamente indicativa della professionalità con cui si muovono i faccendieri della politica nel Belpaese.
La lista a sostegno della Polverini è stata infatti esclusa dalla competizione elettorale nella provincia di Roma, …
Fra una settimana il sito compie 6 anni. Inaugurato l’8 di marzo 2004, in onore di tutte le donne che hanno lottato in passato per il rispetto dei loro diritti, il sito è arrivato a raccogliere fino ad oggi la ragguardevole cifra di 9.687 iscritti.
Ovviamente, sarebbe molto bello riuscire ad arrivare a 10.000 entro il prossimo 8 di marzo.
In tempi normali questa cifra non verrebbe mai raggiunta, poichè viaggiamo con una media "storica" di circa 5 iscritti al giorno. Potremmo però chiedere di iscriversi a molti di quelli che ci leggono quotidianamente, ma che fino ad oggi non hanno mai scelto di farlo, poichè non intendono comunque postare commenti (il motivo principale per iscriversi è quello, anche se non è l’unico). L’iscrizione è rapida e gratuita, basta avere un indirizzo e-mail, e la privacy dei vostri dati personali rimane garantita.
Oppure ciascuno di noi potrebbe “spargere la voce”, con la sua lista di contatti e-mail, facendo anche promozione al sito presso chi ancora non lo conosce. Anche Facebook può tornare molto utile, lasciando a ciascuno la libertà di utilizzare i propri contatti come meglio crede. (Nel caso, segnalo che esiste già un “gruppo” luogocomune, che presto inizierò ad usare per diffondere direttamente su Facebook le novità più importanti del sito. Se siete già su Facebook iscrivetevi!) Abbiamo anche aggiunto il comando "condividi" (la striscia blu sotto ogni articolo). Il funzionamento è ancora da mettere a punto, ma già si può utilizzare.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno provare ad aiutarci, anche a nome degli altri utenti già iscritti al sito.
Non siamo una famiglia omogenea, e questo lo sappiamo tutti. Ma condividiamo tutti certi principi, ...
Purtroppo non siamo in grado di preparare in poco tempo un articolo adeguato a supporto di questo video, ma la testimonianza di questo padre-infermiere (Gabriele Milani) contiene già una quantità di spunti da far girare la testa, soprattutto se applicati a quello che già sappiamo su Big Pharma.
In un mondo diverso i cittadini più responsabili offrirebbero il proprio voto, ad esempio, solo a chi si impegnasse ad affrontare seriamente ed in modo trasparente un problema come questo.
Invece correranno tutti di nuovo a votare come pecore, senza pretendere nulla in cambio, ben felici di continuare ad apporre la firma alla propria condanna a morte, e a quella dei propri figli.
(La seconda parte del video è all’interno)
1 - Caso Telecom/Fastweb – Intercettazioni.
Non sembra ci sia da preoccuparsi, è sicuramente – come dice il nostro Premier – tutto fango. Il problema casomai sono i “pm talebani”. E’ infatti indegno che in un paese onesto e pulito come il nostro, dove la collusione fra mafia e politica non è mai esistita, la gente non possa farsi gli affari propri al telefono senza essere spiata. Ormai viviamo in uno stato di polizia.
2 - Cile, tsunami. Evacuata isola di Pasqua.
Mentre noi non siamo nemmeno in grado di evacuare una città come l’Aquila, che è collegata al resto del mondo con strade, ponti e ferrovie, sarebbe interessante capire come abbiano fatto i cileni ad “evacuare” un’isola, tenendo conto che quella di Pasqua è notoriamente l’isola più lontana dalla terraferma di tutto il globo. Dove li hanno messi gli abitanti? A galleggiare in mezzo al mare, in attessa del passaggio dello tsunami?
3 - Google condannata per video bambino “down”.
Giustizia è fatta. Non si può mettere in rete la scena del pestaggio di un bambino down, senza accorgersi che si sta violando la sua privacy. Gli handycappati vanno maltrattati lontano dagli occhi della gente, questo lo sanno tutti. Al massimo in TV facciamo vedere i negri pestati dalla polizia, tanto quelli che privacy vuoi che abbiano?
(Articolo originale del 8/3/2010)
Immaginiamo una scenetta inventata, con Aldo Giovanni e Giacomo come protagonisti.
ATTO PRIMO
Si apre il sipario. L’ ambiente è scuro, tenebroso. Una sola luce centrale, bassa, illumina un tavolo rotondo attorno al quale sono seduti tre uomini. Il cono di luce permette di vedere le loro mani, ma il corpo e i volti restano parzialmente in ombra.
Aldo porta una divisa da generale, con la giacca coperta di decorazioni e la visiera del cappello calata sugli occhi. Giovanni indossa un abito scuro con il classico gilet e la camicia bianca. Porta gli occhiali da sole, e si vede il filo di un auricolare che gli esce dall’orecchio. Giacomo si presenta con una spavalda giacca viola a quadrettoni bianchi, camicia celeste elettroshock e cravatta arancione sgargiante. Inguardabile. E’ chiaramente lui il pesce fuor d’acqua.
Giovanni si rivolge ad Aldo, con tono serio e confidenziale.
GIOVANNI: Allora, mi è stato detto che la cosa si può fare.
ALDO (tira un sospiro di sollievo): Oohhhhh, finalmente, era ora! E quando?
GIOVANNI: Presto, presto. Entro settembre.
ALDO: Si potrebbe fare per l’11, già che ci siamo?
GIOVANNI: Si può provare. Ma perché proprio l’11?
Leggi tutto: Il peggior nemico del cane