di Luigi Ambrosi
L' esecuzione di Gheddafi e l'occupazione della Libia ricorrendo al governo fantoccio del CNT chiudono, per ora, l'ennesima operazione imperialista delle principali potenze ex-coloniali. L'intero fronte dei vincitori occidentali della seconda guerra mondiale (USA, GB, Francia) si è ritrovato unito per banchettare sulle risorse di uno stato sovrano. Alcune osservazioni geopolitiche sono necessarie, intendendo per geopolitica l'analisi dei rapporti di forza internazionali, geopolitica ancora sottodimensionata nelle analisi nonostante i precedenti storici (dal Congresso di Vienna alla Conferenza di Yalta) debbano suggerire una attenzione prioritaria.
Prima osservazione: la "riconquista" della Libia rappresenta una vittoria internazionale della NATO e dell'imperialismo occidentale, che riafferma il proprio primato politico e militare sul pianeta. Essa è un monito per tutti gli Stati sovrani a non contrapporsi agli interessi economico-politici dei paesi dell'Alleanza occidentale che, se anche in crisi economica, conservano un arsenale di fuoco da renderle ancora superiori. Iran, Siria, Venezuela, Bolivia e soprattutto i paesi BRICS [1] sono avvertiti. Abbiamo assistito ad un puro atto di neo-colonialismo ...
Se io venissi eletto papa, il mio primo problema sarebbe quello di portare avanti l’agenda del Vaticano, da sempre elitaria e restauratrice, cercando nel contempo di apparire come un difensore delle masse oppresse e sfruttate in tutto il mondo.
Quale migliore occasione, quindi, per una “cavalcatina” fuori porta, quando là fuori da cavalcare c’è addirittura un movimento mondiale, che protesta per le ingiustizie subite a causa di un sistema finanziario che ha allargato ormai la forbice del benessere oltre ogni limite di sopportazione?
Se poi fossi particolarmente astuto, non introdurrei concetti nuovi – sempre rischiosi in ogni caso - ma mi adagerei comodamente su frasi e citazioni altrui, in modo da allontanare da me ogni possibile sospetto di manipolazione del messaggio. A quel punto ci infilo dentro le conclusioni a cui voglio arrivare, e il gioco è fatto.
Tanto la gente al meccanismo problema-reazione-soluzione ormai è abituata, per cui nessuno si accorgerà che mancano i passaggi logici fondamentali fra la premessa e le conclusioni.
Sarà un caso, ma sembra proprio questa la strategia adottata da Joseph Ratzinger per introdursi nel dibattito mondiale sulla finanza attualmente in corso.
Il documento pubblicato ieri dal Vaticano si intitola “Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale”, ...
di Marco Cedolin
La foto di Gheddafi sanguinante e senza vita campeggia a tutta pagina sulle TV, sui giornali e sui siti web, come un trofeo di caccia da esibire appeso sopra al caminetto, per compiacere l’ego degli “eroi” senza macchia e senza paura, che elevatisi al rango di gendarmi del mondo hanno “legalizzato” la strage e l’omicidio, inserendoli nel novero dei sacrifici necessari per ottenere un nuovo ordine mondiale che sia completamente funzionale alle loro esigenze.
Abbiamo prodotto riflessioni sull’argomento, fin dall’inizio della "guerra santa", portata avanti dall'occidente con la vile compiacenza dell’ONU, nascosto sotto l’ombrello di una risoluzione farsa del tutto disancorata dalla realtà dei fatti e dalle azioni messe in atto sul campo.
Abbiamo seguito passo passo l’annientamento dello stato sovrano socialmente ed economicamente più avanzato dell’intero continente africano, le tonnellate di bombe lanciate sul suo popolo, la distruzione delle sue città e delle sue infrastrutture, la morte e la devastazione portata dal “mostro” occidentale e delegata nelle operazioni di terra ad un manipolo di mercenari e briganti della peggior specie…
di Gennaro Carotenuto
Rivolta morale in Italia! Finalmente i cittadini compatti denunciano il crimine. I mafiosi? No! Gli evasori che tutti conoscono? Nooo! I politici corrotti? Nooooo! Sbatti il mostro in prima pagina, denuncia un black bloc!
In genere questi ragionamenti vanno iniziati con un “premettendo che sono contro la violenza”. Paghiamo il fio e dopo aver premesso di essere contro la violenza di sabato a Roma e pure contro l’11 settembre, trovo oramai agghiacciante la persecuzione, quasi una caccia all’uomo, che si sta sviluppando in queste ore contro i ragazzi che hanno commesso reati sabato scorso.
Approfittando dell’ era della riproducibilità, interi siti sono dedicati al metodico riconoscimento di questi alieni sbarcati da Marte a rovinare la festa alla parte sana del paese per mettere le forze dell’ordine in condizione di arrestarli. Oramai Fabrizio Filippi, il 23enne che ha lanciato il famoso estintore, ha la sua faccia riprodotta in Rete in migliaia di copie, ora e per sempre, ed è già stato stigmatizzato più di quanto non sia mai stato fatto con Totò Riina. Ciò nel paese del garantismo. Sempre a senso unico. Non importa che poi magari Fabrizio sarà assolto o condannato a una mite pena (e qualcuno s’indignerà perché avrà avuto meno di 30 anni di galera) e nessuno ricorda, come si fa fino alla nausea per i politici, che quel ragazzo è innocente fino al terzo grado di giudizio… sbatti il mostro in prima pagina.
Nel paese con tre regioni in mano alla criminalità organizzata, nel paese governato da Berlusconi dove le puttane si chiamano escort, …
Il Gruppo FAREMONDO presenta:
Dall'11 settembre all'aggressione alla Libia: un decennio di devastazioni criminali del mondo
Giornata di discussione a Bologna, sabato 22 ottobre dalle 9 alle 19.30, presso il Centro Giorgio Costa, via Azzo Gardino 48, zona Porta Lame, vicino al Cinema Lumière
I nostri ospiti e interlocutori
Judy Wood, statunitense, già professoressa di ingegneria meccanica e scienza dei materiali all'università di Clemson (Carolina del Sud), è autrice del libro Where did the towers go?. Da diversi anni i suoi studi basati sulle evidenze e la sua voce fuori dal coro gettano una luce differente sugli eventi dell'11 settembre, in particolare sulle modalità con cui sono state dissolte in aria le torri e altri edifici del WTC di New York.
Andrew Johnson, dal 2004 critico della mitologia ufficiale sull'11 settembre e membro della prima ora degli Scholars for 911 Truth, insegna presso la Open University dello Yorkshire, in Inghilterra, ed è autore del libro 911. Finding the Truth.
Tiziana Gamannossi, imprenditrice in Libia e fondatrice della Fact Finding Commission, dall'inizio dell'aggressione Nato svolge opera di demistificazione e denuncia degli orrori di guerra perpetrati da criminali politici, mercenari in divisa e Megamedia occidentali.
Paolo Sensini, storico e studioso del pensiero politico del Novecento, è stato in Libia con la Fact Finding Commission ed è autore del libro Libia 2011, di imminente uscita presso Jaca Book.
Traccia per la discussione
Il decennio inaugurato dagli eventi dell'11 settembre 2001 fa emergere con sempre maggiore chiarezza una verità che il Potere, in tutte le sue agenzie e ramificazioni, non può confessare: per poter far durare questo suo mondo senza speranza …
Trovo i cortei e le manifestazioni come quella di ieri qualcosa di assolutamente inutile e ridicolo insieme.
Inutili, perchè se non c’è una richiesta precisa da portare avanti non si ottiene comunque niente in ogni caso. Nella migliore delle ipotesi si sfila pacificamente, si urlano quattro slogan, ci si dice “volemose bbene”, e si torna a casa belli contenti di essersi sfogati in piazza. Nella peggiore delle ipotesi ti becchi qualche manganellata, ti sloghi una caviglia scappando, oppure se hai sfiga qualcuno ti brucia la macchina mentre tu sfilavi nella strada accanto. Ma comunque non avrai ottenuto niente, e lunedì torni al lavoro esattamente come prima.
Ridicoli, perchè è semplicemente metafisico che la gente vada in strada a protestare contro le stesse persone che ha mandato al governo, con il proprio voto, qualche mese prima. Davvero non lo sapevi, che nemmeno questa volta le riforme non le avrebbero fatte, che i posti di lavoro non sarebbero aumentati, e che avresti dovuto tirare la cinghia come prima? E allora, se lo sapevi e li hai votati lo stesso, ora di cosa ti lamenti?
Ben diverso invece è quando si tratta di scendere in piazza per un motivo preciso. Sta per passare una legge inaccettabile, il governo manda i nostri soldati ad invadere altre nazioni, oppure vogliono raddoppiare di colpo il prezzo della benzina – allora in quel caso scendi in strada, fai sentire la tua voce, e se i numeri sono abbastanza forti il governo si ritrova obbligato a fare marcia indietro. Ma questi sono casi speciali, ed è in questi casi che una manifestazione può ancora rivelarsi utile.
Mentre andare così, a marciare per dire “cazzo uniamoci, è ora di dire basta”, …
Leggi tutto: 10 osservazioni geopolitiche sull'occupazione della Libia