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Era iniziata con i fuochi artificiali, l’operazione “Might and Awe” (“Potenza e Stupore”), e avrebbe dovuto durare solo qualche settimana – giusto il tempo di arrivare passeggiando fino a Baghdad. E’ durata invece oltre sette anni, e finisce in questi giorni nello stesso modo inglorioso con cui si è trascinata per tutto questo tempo.
Il 18 agosto scorso l’ultimo battaglione “da combattimento” americano ha lasciato l’Iraq, varcando il confine con il Kuwait. Il 30 agosto si concluderà ufficialmente la missione “Iraqi Freedom”, e inizierà la missione “New Dawn”, che significa “nuova alba”. Resteranno comunque in Iraq 50.000 militari americani, il cui loro scopo dovrebbe limitarsi all’addestramento della polizia e dell’esercito iracheni. Di fatto però questi soldati saranno completamente armati, e resteranno pronti ad intervenire in qualunque momento, per proteggere i famosi “interessi americani all’estero”.
Resteranno insieme a loro 72.000 soldati mercenari (“contractors”), oltre ad una quantità indefinita di tecnici, diplomatici, operatori economici e collaboratori di ogni genere e categoria.
Si tratta quindi, più che altro, di un passaggio psicologico, inteso a poter dire ufficialmente che “la guerra è finita”, …
NOTIZIA BREVE: Pubblichiamo questo video solo perchè si tratta di un caso più unico che raro. La cosa curiosa è che non si trattasse di una normale corrida, ma di un evento in cui alcuni spettatori si sfidano a saltare nell’arena e correre il più vicino possibile al toro. Chi rischia di più vince. (I professionisti di questa specialità si chiamano “recortadores”).
In questo caso viene in mente il detto americano: “Careful what you whish for, lest it come true”. Stai attento a ciò che desideri, perchè potrebbe avverarsi. (C’è stata una quarantina di feriti, di cui due gravi, ma per fortuna non è morto nessuno).
Intervista di Massimo Mazzucco a KPFK Los Angeles, 19 agosto 2010. (Sono stati rimossi tutti i segmenti in cui si invitano gli ascoltatori a fare donazioni alla stazione radio, ricevendo in omaggio un “pack” di DVD sull’11 settembre, fra cui “Il nuovo secolo americano”).
C.B.: Benvenuti ad un programma di raccolta fondi molto particolare. Sono Christina Blosdale, senior producer in questa meravigliosa istituzione di radio con libertà di opinione. Non avrei potuto pensare ad un argomento più importante, visto che siamo a poche settimane dalla nona ricorrenza dell’11 settembre, quel tragico giorno in cui tutto il nostro mondo è sembrato cambiare.
Durante questa ora sono contenta di essere in compagnia di un caro amico di KPFK. E’ un regista, che proprio di recente ci ha portato il DVD “Cancro, le cure proibite”, e che è conosciuto soprattutto per un film fenomenale come “Il nuovo secolo americano”. Diamo di nuovo il benvenuto a Massimo Mazzucco negli studi di KPFK.
M.M.: Grazie per avermi invitato di nuovo.
C.B.: Parleremo del tuo film, “Il nuovo secolo americano”, ma per coloro che non lo conoscono puoi dirci di cosa parla, e che cosa ti ha portato ad affrontare questo soggetto, che qualcuno potrebbe definire controverso?
M.M.: L’argomento è estremamente controverso, poichè le implicazioni sono talmente enormi che nessuno può avvicinarsi e uscirne indenne, in un senso come nell’altro. La prima volta che ho sentito dire che l’11 settembre poteva essere stato un autoattentato, o che comunque la versione ufficiale fosse falsa, ho reagito come probabilmente reagisce la maggioranza delle persone: mi sono detto “Ma dài, figuriamoci! Gli americani non si farebbero mai da soli una cosa del genere”. Questa è stata la mia reazione istintiva. Poi ho iniziato ad esaminare le prove. Stiamo parlando del 2002, ...
[Ripubblico questo articolo del 2010 in seguito ad un messaggio postato da un utente nei commenti liberi.]
Oggi ho dovuto portare il mio cane a praticare l’eutanasia. La sua condizione medica era ormai irreversibile, stava soffrendo molto, e non mi restava altra soluzione.
Quando sono arrivato alla clinica per animali, il veterinario in servizio lo ha esaminato, e mi ha confermato la diagnosi: cercare di tenerlo in vita avrebbe semplicemente significato prolungare le sue sofferenze. A quel punto ho deciso che gli venisse praticata l‘iniezione letale.
E’ così cominciato uno strano balletto, in cui si metteva ufficialmente in atto la procedura di morte.
Prima è venuto un dipendente della clinica, che mi ha fatto firmare l’autorizzazione a praticare l’eutanasia, e mi ha chiesto se desiderassi riavere indietro le ceneri. Gli ho risposto di no. Poi si sono presentati due infermieri, che dovevano preparare il cane a ricevere l’iniezione, inserendogli un catetere nella zampa. Quando sono usciti, uno di loro mi ha guardato velocemente, e mi ha detto “sorry”, mi dispiace. Poco dopo è entrato un nuovo personaggio, che mi ha chiesto se preferissi “regolare subito” i conti. Avrei voluto offendermi, ma non ne valeva la pena. Ho messo mano al portafoglio, e ho pagato. Una cifra più che onesta, fra l’altro. Evidentemente morire costa poco, ho pensato.
Poi sono rimasto solo. Solo con il mio cane. [...]
PUBBLICATA LA TERZA E ULTIMA PARTEEsperto di tracciati radar, ex-controllore di volo e pilota d’aereo lui stesso, Robin Hordon è stato fra i fondatori di “Pilots for 9/11 Truth”, il gruppo che ha denunciato, fra le altre cose, l’improvviso cambiamento delle procedure di emergenza da parte del Pentagono, avvenuto nel giugno 2001, che avrebbe permesso di rallentare la reazione del sistema di difesa al punto da consentire ai 4 voli dirottati di non venire intercettati. Nella lunga intervista abbiamo trattato diversi argomenti. Questa è la prima parte, dedicata al volo AA77. M.M.: Parliamo del Pentagono, e del presunto volo AA77 che lo avrebbe colpito. Quali sono secondo lei i punti salienti che discordano con la versione ufficiale?
R.H.: Una delle cose più importanti è che American 77 è l’unico dei 4 voli di cui si sia perso anche il contatto radar. Oltre ad aver perso il segnale del transponder, che probabilmente è stato spento, l’aereo si è venuto a trovare in una zona dove non c’era copertura del radar primario.
M.M.: Ma siamo nel mezzo dell’America, come può non esistere una copertura radar?
R.H.: Non ho detto che non esista. Ho detto che in quel momento non c’era. Tutto il territorio americano è diviso in blocchi regolari, credo che siano di 4 miglia quadrate ciascuno, o forse di più. Si chiamano “sort boxes”, e ciascuno ha una identità ben precisa, e può anche essere coperto da 4 o 5 radar diversi. In quel caso si valuta quale dei segnali radar sia il migliore, e si dice al computer di mandare il segnale di quel radar a quel particolare "sort box". Se però qualcuno dice al sistema di non mandare nessun segnale, di colpo quel "sort box" rimane senza copertura radar. Potrei andare avanti per ore a spiegare come funziona il sistema, ma il succo è che lo si può tranquillamente manipolare, sia dall’interno della FAA, sia attraverso un sistema “backdoor”.
M.M.: Quindi la manipolazione dovrebbe essere avvenuta nel centro di controllo locale…
R.H.: Esattamente. In questo caso era il centro controllo di Indianapolis, che copre anche una parte del West Virginia.
M.M.: In seguito però l’aereo è ricomparso sui radar…
R.H.: Attenzione, non “l’aereo”, ma “un target” [1] è ricomparso 8-10 minuti dopo, diretto verso est, ad alta velocità, in mezzo al West Virginia. Ma nessuno, assolutamente nessuno, ...
Due maledetti Bonnie & Clyde sono riusciti a mandare a monte l’affare del secolo per il governatore dell’Arizona e per i suoi degni compari.
Facciamo un passo indietro: chi segue le vicende americane sa che da qualche mese è in corso un bollente dibattito sulla nuova legge anti-immigrazione votata dal parlamento dell’Arizona, e bloccata di recente dalla Casa Bianca.
La nuova legge prevedeva l’obbligo per tutti i poliziotti dello stato di richiedere i documenti di identità “a chiunque sembrasse non essere in regola con le procedure di immigrazione”. Traduzione: se sei messicano ti chiedo i documenti, e siccome nel 90% dei casi ne sarai sprovvisto, ti arresto e ti sbatto in galera.
Ora, bisogna sapere che in America la costituzione protegge il cittadino da qualunque intrusione da parte delle autorità che non sia giustificata. In altre parole, tu puoi anche guidare senza patente, ubriaco e con le mani dietro alle orecchie, ma se non commetti infrazioni la polizia non ha il diritto di fermarti e di chiederti i documenti. La stessa regola vale per il cittadino che vada a spasso per la strada, che non può essere fermato dalla polizia a meno che abbia commesso qualche tipo di infrazione.
Non solo quindi la nuova legge violava il diritto costituzionale dei cittadini, ...
Ripubblico in home questo commento di un nostro utente, nella speranza che coloro che partecipano alle discussioni vogliano rifletterci sopra per più di 15 secondi. M.M.
di Socratiko
Sono perplesso per la qualità infima di buona parte della discussione. Quando ho cominciato a seguire LC le discussioni si articolavano ferocemente tra persone informate, di opinioni opposte ma in buona fede, fatta salva la presenza, subito individuata, di qualche troll e flamer.
Ma adesso vedo argomentazioni antropologiche tipo: Mi scusi, carissimo Mazzucco. Ma Lei crede davvero che le presunte lacrime di Oppenheimer sìano state sincere ???? Ma l'ha visto ??? E poi, da che genìa viene ??? Da una genìa che MAI e poi MAI si è fatta scrupolo di massacrare CRISTIANI, oltre che musulmani - argomento che ha l'esatto valore di chi dice che gli italiani votano Berlusconi perchè "sono fascisti dentro", ok?
Gente che ha letto UN testo che contraddice interi filoni storiografici e si permette di dare degli ignoranti agli altri utenti, senza aggiungere argomenti.
Gente che butta e ripete semplici ma clamorosi strafalcioni grammaticali...
Un ragazzino cinese ha venduto un rene perchè voleva comperarsi l'I-Phone. Naturalmente, i pennaroli di mezzo mondo si buttano a pesce nella facile retorica e puntano il dito contro il consumismo, che ha reso un oggetto assolutamente superfluo così importante per qualcuno da voler rinunciare ad un rene.
Ma il vero problema, in questo caso, non sta nel consumismo esasperato, bensì nella situazione mondiale del traffico d'organi. Questo ragazzo infatti non ha semplicemente messo un annuncio sul giornale, dicendo "vendo un rene al miglior offerente". Affinché la "transazione" potesse avvenire è scattato anzi il meccanismo opposto, nel quale sono stati i trafficanti ad adescare il ragazzino, frequentando le chat-rooms di Internet.
Nessuno però si domanda quali possano essere diventate oggi le dimensioni del traffico d'organi nel mondo (e quindi anche nel nostro paese), se qualcuno arriva addirittura a mettere annunci in rete pur di procurarseli. (M.M.)
L'articolo che segue è stato pubblicato il 10/8/2010.
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I predatori della vita di Decalagon
Quelli che molti considerano veri e propri atti criminali, da parte della medicina ufficiale, purtroppo non si limitano alla somministrazione di vaccini o farmaci velenosi, o comunque inutili. Vi sono cose che all'inizio possono sembrarci appartenere alla banale quotidianità, finché magari avviene che qualcosa giunge alle nostre orecchie, e fa scattare quella molla che ci porta a voler approfondire un determinato argomento. Mi è capitato di recente, ...
di Marco Cedolin
Ebbene, devo confessarlo, seppur sottovoce e tenendomi alla larga da orecchie indiscrete, da ormai un anno ho spento la TV. O meglio la “rivoluzionaria” tecnologia del digitale terrestre ha eliminato dal palinsesto televisivo la mia casetta arroccata sui monti, ma io non ho mosso un dito per porre rimedio al problema. Sarebbe stato sufficiente acquistare una parabola in sconto convenienza dagli scaffali brulicanti di tecnologia in qualche centro commerciale, per riappropriarmi del caleidoscopio di colori con annessa cacofonia di sottofondo, ma non me la sono sentita.
L'ho abbandonata senza vita là, sul vecchio mobile di mia nonna, dove allignava ormai da molti anni, senza neppure tentare di rianimarla, e giorno dopo giorno sto imparando ad ignorarla. Ho deciso che il cervello è troppo importante per affidarlo a un telecomando.
Nelle prime settimane non è stato facile, lo schermo nero occhieggiava accattivante facendo leva sulla forza dell'abitudine, invitandomi a prendere in mano il telecomando, per immergermi nella melassa infopubblicitaria di un "telebugia", ...
La Rockefeller Foundation ha pubblicato un interessante documento, intitolato “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale”, nel quale ipotizza quattro possibili situazioni in cui potrebbe venire a trovarsi il mondo intorno al 2025.
Naturalmente, in questo gioco “ad indovinare il futuro”, la linea fra quello che potrebbe accadere e quello che si vorrebbe veder accadere è sempre molto sottile, ed è questo che rende il documento particolarmente interessante.
L’elemento su cui si focalizza la ricerca è il progresso tecnologico, e la domanda centrale che si pone è la seguente: “Che effetto potrà avere la tecnologia nel superare gli ostacoli verso la stabilità e la giusta crescita nel mondo dei prossimi 15-20 anni?”
Per rispondere alla domanda gli autori hanno identificato due elementi variabili, che ritengono di fondamentale importanza nel determinare il futuro assetto del mondo. Queste variabili sono l’”allineamento politico-economico” delle varie nazioni, che potrà risultare “debole” o “forte”, e la “capacità adattiva” dei popoli che ne fanno parte, che potrà risultare “alta” o “bassa”.
Per capire bene cosa intendano gli autori con questi due termini, …
Leggi tutto: Iraq: missione compiuta