Nei classici film dell'orrore, c'è la donna che dorme in casa da sola, e improvvisamente viene svegliata da strani rumori che arrivano dal piano inferiore. Lei si alza spaventata, prende la torcia elettrica e scende silenziosamente le scale. Al piano inferiore tutto è buio, e tutto sembra normale. Noi palpitiamo con lei, mentre ispeziona con il cuore in gola tutti gli angoli della casa, una stanza dopo l'altra. Ma alla fine si scopre che era stato il gatto a far cadere un barattolo vuoto in cucina. Proprio nel momento in cui ci rilassiamo, e lei sta tornando a letto, da un angolo oscuro salta fuori l'assassino, facendoci sobbalzare sulla sedia.
Fino a ieri tutti aspettavamo da un momento all'altro un attacco di Israele all'Iran. Non si sentiva parlare d'altro che del "pericolo nucleare" iraniano, di sanzioni, e di possibilità di un attacco "preventivo" da parte di Israele, che avrebbe necessariamente coinvolto gli Stati Uniti nel conflitto.
Poi di colpo non si è sentito più nulla. E' come se l'Iran non esistesse più, è come se il suo "pericolosissimo" processo di arricchimento dell'uranio si fosse fermato di colpo, e da oggi gli iraniani avessero deciso di riscaldarsi tutti con la stufa a carbone.
E mentre noi ci rilassiamo, pensando che fosse stato soltanto il gatto in cucina, ... ... è possibile che nell'ombra l'assassino si prepari a saltar fuori di sorpresa, quando nessuno più se lo aspetta.
Se infatti guardiamo al calendario politico internazionale, in ottobre si terranno le elezioni in Israele, mentre ai primi di novembre verrà eletto il nuovo presidente americano.
Netaniahu non solo vincerà di nuovo, ma vuole rafforzare la maggioranza in parlamento che già oggi gli offre il pieno appoggio per attaccare l'Iran. A questo punto però a Netaniahu conviene aspettare di vedere chi vincerà le elezioni negli Stati Uniti, prima di scatenare l'offensiva.
E' molto probabile infatti che Netaniahu abbia stretto un accordo con Obama, un paio di mesi fa, perchè fu proprio da quell'incontro che i tamburi di guerra hanno smesso di rullare. E' quindi possibile che Netaniahu preferisca una vittoria di Obama su quella di Romney, con in quale invece dovrebbe ricominciare le trattative daccapo.
E a questo punto rischiamo il paradosso assoluto: se per caso Romney passasse in testa nei sondaggi, prima delle elezioni, potremmo assistere ad un secondo 11 settembre - la classica "october surprise" - per mantenere Obama al suo posto, e mettere in moto la macchina da guerra che è già stata preparata.
Naturalmente, queste sono soltanto illazioni, ma di solito, in politica internazionale, il silenzio preannuncia pessime notizie.
Speriamo di non essere caduti anche noi dentro il classico film dell'orrore.
Massimo Mazzucco