Negli ultimi giorni il movimento “Occupy Wall Street”, detto anche movimento del 99%, ha decisamente cambiato marcia.
Dopo lo sgombero di Zuccotti Park, eseguito la scorsa settimana dalla polizia di New York, il noto commentatore della Fox Bill O’Reilly, che rappresenta la voce dell’estrema destra americana, aveva annunciato con soddisfazione: “Il movimento è morto e sepolto”. Dal suo volto emanava un tale senso di sollievo che sembrava quasi avesse detto “L’incubo è finito”.
Ma era solo wishful thinking (noi diciamo “ti piacerebbe”).
Purtroppo per lui – e per il restante 1% degli americani - l’incubo continua, e sembra anzi peggiorare di giorno in giorno. Dopo aver rimosso le tende, i manifestanti di Zuccotti Park si sono ripresentati compatti e determinati, tornando subito ad occupare il ponte di Brooklyn e le zone circostanti. La polizia ha dovuto compiere più di trecento arresti nell’arco di 24 ore per liberare la zona, mentre le televisioni mandavano spezzoni che ritraevano episodi di violenza ben poco edificanti contro i cittadini disarmati.
Nel frattempo il movimento ha già invaso più di trecento città americane. Oltre alle grandi metropoli come Washington, Los Angeles, Chicago o San Francisco, si aggiungono alla lista dozzine e dozzine di piccoli centri abitati da tutti gli stati dell’Unione. Cittadine pressochè sconosciute come Amarillo nel Texas o Eugene nell’Oregon, …
Sta insediandosi proprio in queste ore il nuovo governo di occupazione, presieduto da Mario Monti, novello Presidente del Consiglio con delega al ministero dell'Economia e composto da 16 ministri, rigorosamente tecnici.
Tutti, Monti compreso, mai eletti dagli italiani e deputati a portare avanti un programma di governo imposto nei dettagli dalla BCE e mai sottoposto al vaglio degli elettori, che a suo tempo votarono i programmi di Berlusconi e Veltroni, di natura profondamente diversa, se non antitetica, rispetto a quello che verrà realizzato nei prossimi mesi.
Dovrebbe essere chiaro a tutti che non si tratta di un ribaltone, bensì di un'azione estremamente più grave, consistente nell'esautorare completamente il popolo dal diritto di scegliere chi lo governerà e sulla base di quale programma espliciterà il proprio mandato.
In tutta evidenza chiaro non lo è dal momento che i cittadini e le cosidette parti sociali, anzichè trovarsi in strada con il forcone, sono comodamente seduti a guardare la TV o impegnati a tentare di conquistare la benevolenza del nuovo padrone, ragione per cui ci sembra giusto constatare la morte cerebrale intervenuta per asfissia del mito della democrazia.
La lista dei ministri scelti da Monti, che in queste ore sta tenendo banco su giornali e TV, risulta molto oculata ...
Hear ye! Hear ye! Lettori ed utenti, passanti e rimanenti, sto per fare una rivelazione che per molti risulterà sconvolgente:
Luogocomune non è un sito di propaganda ideologica, è un sito di discussione e di confronto.
Quale è la differenza? Nei siti di propaganda escono articoli a senso unico, che utilizzano sempre la stessa chiave di lettura degli eventi storici e rafforzano ogni volta le stesse conclusioni di tipo politico – di “destra”, “centro” o “sinistra” che siano.
Luogocomune invece è un sito “aperto a tutti, dove tutte le idee godono dello stesso diritto di asilo, indipendentemente dalla posizione politica o da pregiudizi altrui. Lo spazio di espressione è garantito a tutti: sta poi all'utente difendere e far valere di volta in volta le proprie idee, all'interno delle noste regole e nel pieno rispetto delle idee altrui”. Sta scritto qui.
Quindi, quali sono i criteri con cui il vostro umile servitore [feroce dittatore, N.d.T.] sceglie gli articoli da pubblicare?
I criteri sono due, e sono sempre rimasti gli stessi fin dall'inizio: 1) gli argomenti devono ricadere nella gamma di interessi complessivi dei nostri lettori (qui di migrazione dei coleotteri si parla raramente), e 2) ogni articolo deve rappresentare un’idea/posizione ben definita, da qualunque parte stia, che permetta una discussione utile e costruttiva su quell’argomento.
In altre parole, ogni articolo viene valutato in base alle possibilità che offre di sviluppare una discussione utile e costruttiva su un argomento che ci interessa in modo particolare. Dove per “utile” si intende una discussione in grado di offrire nuovi punti di vista e nuove informazioni a chi ancora non li conoscesse, …
Negli ultimi anni avevo abbandonato la ricerca sulle scie chimiche, un pò perchè impegnato nella realizzazione dei vari documentari (cancro, marijuana, ecc..), un pò perchè avevo la sensazione che il muro di gomma contro cui ci si andava a scontrare, per cercare di capire il fenomeno delle scie chimiche, fosse comunque imperforabile.
In altre parole mi ero detto: le scie chimiche ci sono, probabilmente ci buttano dentro di tutto, ma nessuno ci dirà mai con chiarezza a cosa servono.
Negli ultimi giorni però, coinvolto anche da Gramiccioli che continuava a stuzzicarmi [1], sono tornato a fare ricerca sull’argomento: ho fatto una specie di “total immersion”, necessariamente breve e incompleta, ma comunque già sconvolgente: mentre posso confermare la assoluta impenetrabilità del muro di gomma di cui parlavo, mi sembra di capire che ormai la faccenda della cosiddetta “modificazione climatica”, con tutti gli annessi e connessi, sia diventata lo scacchiere su cui si gioca la vera partita del potere a livello globale.
Roba da far rimpiangere l’antica “paura atomica” della Guerra Fredda, tanto per capirci.
Cerchiamo di andare per ordine. Innanzitutto, diciamo che sul fatto che le “scie chimiche” esistano nessuno oggi può avere dei dubbi. L’antico dibattito “contrail vs. chemtrail” è superato da anni, ...
Pensate se per magia nei giorni scorsi il pubblico italiano avesse avuto a disposizione un “bollettino meteorologico” di questo tipo:
“Venerdì, 4 novembre 2011: Nubi in progressivo aumento sulle Tirreniche ad iniziare dalla Toscana, con piogge sparse in intensificazione sui settori appenninici ed in locale estensione serale a Lazio e nord Sardegna. Nuvolosità igroscopica indotta, (scie chimiche persistenti), invece, in aumento sulle Adriatiche. Ciò impedirà alla perturbazione di spostarsi verso est e prolungherà i fenomeni piovosi su Liguria di Levante e sulla Toscana. Rischio di fenomeni violenti.”
Che dite, forse qualcuno a Genova avrebbe potuto prevedere un improvviso straripamento del fiume nei viali cittadini? E magari, combinando questo “bollettino meteorologico” alle già note condizioni del territorio, avrebbe potuto mettere in allerta la popolazione locale, tenere le scuole chiuse per precauzione, limitare il traffico al minimo indispensabile, e predisporre nel frattempo gli adeguati mezzi di soccorso?
Non lo sappiamo, e di sicuro non potremo dirlo mai. La storia non è fatta con i “se”.
Una cosa però possiamo affermarla con certezza: il bollettino sopracitato esiste già, ed è stato pubblicato tre giorni prima dell’alluvione che ha travolto Genova e dintorni. Il problema è che non è stato pubblicato sui media nazionali, ma da un cittadino qualunque, noto per le sue ricerche sulle scie chimiche, di nome Rosario Marcianò. Ecco l'articolo.
La data di pubblicazione è 1 novembre 2011, e copre i quattro giorni seguenti. Come si intuisce dal tono generale delle sue “previsioni”, Marcianò sembra sposare con grande disinvoltura la classica interpretazione delle immagini satellitari ...
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