Mentre negli Stati Uniti c'è ancora molta gente che vorrebbe vedere la Russia dipinta come il nemico numero uno dell'Occidente, nell'incontro bilaterale di Seul, avvenuto ieri fra Barack Obama e il presidente russo Medvedev, si è avuto un assaggio di quale sia il reale "livello di tensione" attuale fra le due superpotenze.
Come sappiamo, da tempo Putin spinge perché venga abbandonato il piano di installazione missilistica della Nato, che vedrebbe la Russia letteralmente circondata da postazioni balistiche occidentali.
Gli Stati Uniti fino ad oggi hanno fatto orecchie da mercante, probabilmente sotto pressione dei generali, ed Obama non ha mai preso una netta posizione al riguardo. Ma ieri, approfittando di un breve momento in compagnia di Medvedev, prima che iniziasse l'incontro ufficiale, ha voluto mandare a Putin un messaggio tranquillizzante. Peccato che un microfono aperto abbia colto lo scambio dal vivo:
Naturalmente, i repubblicani ne hanno subito approfittato per pigiare sul tasto del terrore, ... ... dicendo "Se Obama verrà rieletto, dovremo metterci in ginocchio davanti ai russi". Ma la Casa Bianca ha risposto con una scrollatina di spalle, dicendo semplicemente che "Questo è un anno elettorale per ambedue le nazioni, e più che normale prevedere che nessuna decisione di massimo livello verrà presa prima che i nuovi presidenti siano stati eletti".
Si chiama realpolitik. Per le masse, le frontiere fra le nazioni delimitano ancora il confine fra amico e nemico. Per chi le governa invece, la visione dall'alto impone prima di tutto di restare al potere in casa propria, e per farlo basta allungare un braccio attraverso i continenti e risolvere ogni problema con una amichevole pacca sulle spalle del tuo temutissimo nemico.
Massimo Mazzucco
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