Con un gesto compatto di orgoglio, la Grecia ha respinto la proposta della Germania di imporre al governo di Atene un “commissario europeo” che abbia diritto di veto sulle loro scelte di tipo economico.
In altre parole, un personaggio che dica chiaramente ai greci cosa possono e cosa non possono fare con i soldi che hanno a disposizione.
Invece di mandare un finto salvatore - come si è fatto da noi – che porti avanti l’agenda di Bruxelles travestito da primo ministro, si cerca ora di creare la figura di un cane da guardia che sia autorizzato ad imporre la stessa agenda direttamente dall’estero, alla luce del sole. In fondo, si tratta solo di evitare l’ipocrisia, rendendo palese quello che già avveniva dietro le quinte.
Ma questo evidentemente è stato troppo per i governanti greci, che si sono ribellati con sdegno a questa possibilità. “Il governo greco non potrà mai accettare un accordo del genere”
ha detto il ministro della cultura Yeroulanos, parlando a nome di tutta la maggioranza. Il portavoce del governo Kapsis ha aggiunto che il “budget nazionale è sotto la responsabilità del governo greco, e non c’è alcun bisogno di una misura del genere”.
Certo, è facile fare gli sdegnati, quando sai benissimo che la popolazione non accetterebbe comunque quelle misure, per cui ne approfitti almeno per fare un pò il bullo davanti ai tuoi elettori. Ma il succo è che la popolazione non accetterebbe mai quelle misure, per cui la sostanza del problema non cambia.
Quest’idea del “commissario” europeo con potere di veto è stata giustificata … … dal fatto che “le misure prese dalla Grecia per ridurre il proprio deficit non sembrano sufficienti”, ma in realtà l’idea sembra far parte di un programma a lungo termine, inteso a portare progressivamente tutte le economie europee sotto un controllo centralizzato. Già lo scorso 7 dicembre – quando ancora non si poteva giudicare la “bontà” delle scelte fatte dalla Grecia - Angela Merkel
chiedeva un “meccanismo di controllo delle crisi monetarie”, e proponeva “un trattato europeo per porre il veto ai bilanci nazionali dei paesi europei che violassero la cosiddetta regola d’oro sul deficit”. Tale regola prevede che una nazione non possa farsi prestare annualmente più del 3% del prodotto nazionale lordo, e fu introdotta nel 1997, durante il periodo di gestazione dell’Euro.
La cosa divertente è che fu proprio la Germania a
violare per prima questa regola, dopo che fu introdotta sotto pressante insistenza del ministro delle finanze tedesco Weigel. Ma forse loro sapevano già di potersi permettere di “sforare”, perchè hanno comunque la capacità di ripagare un debito annuo superiore al 3% del PIL, mentre con il loro comportamento “birichino” avrebbero indotto altri paesi, meno solidi di loro, a fare la stessa cosa, salvo poi ritrovarsi con le mutande in mano.
Sarà un caso, ma furono proprio la Grecia e l’Italia ad esagerare nel superare quel limite, e sono oggi queste due nazioni a soffrire più di ogni altra per le loro “birichinate”.
Ma la perversità del meccanismo dell’usura globale non finisce qui. Sono in corso in questi giorni le trattative fra la Grecia e l’Institute of International Finance (IIF), che rappresenta i creditori del debito greco, per cercare di risolvere la situazione attuale. Il debito greco ammonta a 15 miliardi di euro, e la scadenza massima per ripagarlo è fissata per la fine di marzo. (Se la Grecia non riuscisse a pagarlo andrebbe in default, o comunque pagherebbe una cifra arbitraria, molto inferiore al dovuto, che metterebbe in crisi l’intero sistema dell’euro).
Per “aiutare” i greci a saldare il proprio debito la IFF è disposta a ridurlo della metà, prestando al governo di Atene la cifra necessaria per pagare il resto in forma di nuovi buoni del tesoro, emessi appositamente. Curiosamente il presidente dell’IFF è anche il presidente della Deutsche Bank, ma questa è solo una coincidenza che giustamente i media hanno scelto di ignorare.
In altre parole: tu mi devi 100 euro, ma non hai un centesimo in tasca. Io ti dimezzo il debito, nel nome del creditore, e ti presto i 50 euro con cui pagarmi il resto, nel nome del prestatore. Naturalmente quei 50 euro diventano un nuovo debito da parte tua, che mi restituirai nel tempo con i dovuti interessi. Per ora però le trattative sono incagliate, perchè i greci sono disposti a pagare al massimo il 3,5 % di interesse annuo, mentre la IFF vuole portare a casa almeno il 4%. Oh ragazzi, quel che è giusto è giusto. Va bene aiutare i bisognosi, ma mica siamo qui a fare della beneficienza.
Chi ancora non ha capito dove sta il trucco si faccia vedere da uno psichiatra, perchè ha dei grossi problemi nel percepire la realtà che lo circonda.
Massimo Mazzucco