La parola Serendipity è un neologismo della lingua inglese, che fu coniato attorno al 1750 dall'autore Horace Walpole. Trae origine dal termine persiano serendip, e rappresenta tutto quello che si incontra per caso, nella vita, senza averlo apertamente cercato. Il termine indica quindi, più in generale, un atteggiamento interiore, una filosofia, un modo di essere.
Ma Serendipity è anche il nome - tutt'altro che casuale - di uno dei primi e più importanti siti di ricerca sull'undici settembre.
Nel "lontanissimo" 2003 io iniziavo timidamente a esplorare la rete, alla ricerca di informazioni su quelli che avevo da poco iniziato a sospettare fossero stati un inganno di dimensioni globali, e cioè appunto gli attentati a Torri e Pentagono del Settembre 2001. Non mi ci volle molto a capitare su Serendipity, anche perchè allora i siti che si occupavano di 11 settembre saranno stati al massimo una dozzina. Nella stessa ricerca, infatti, mi ero anche reso conto di come in Italia non esistesse assolutamente nulla …
Continuano ad arrivare da Washington quelli che sembrano essere chiaramente i segnali di una brutale resa dei conti all'interno dell'amministrazione americana. Un paio di settimane fa, un gruppo compatto dei generali aveva puntato apertamente il dito contro Rumsfeld per il fallimento della campagna d'Iraq, chiedendone le dimissioni .
E durante un discorso di ieri dello stesso Rumsfeld, un ex-analista della CIA, Ray McGovern, si è alzato dalla platea e lo ha accusato davanti a tutti di aver mentito riguardo alle armi di distruzione di massa presenti in Iraq.
Ma Rumsfeld, fedele al suo personaggio fino in fondo, si è platealmente rifiutato di riconoscere questa verità, ed ha insistito sul fatto che, al tempo, "eravamo davvero convinti che Saddam avesse le armi di distruzione di massa".
La spiegazione che ha dato, peraltro, è stata davvero convincente: "Perchè mai credete che i nostri soldati siano andati in Iraq - ha detto - protetti dalla testa ai piedi ...
Nemmeno il ricatto delle voci disperate di chi era rimasto intrappolato nei piani alti delle Torri, che sono state fatte ripetutamente ascoltare ai giurati del processo Massaoui, è riuscito a convincere questi ultimi che l'imputato meritasse la pena di morte.
Resta così inappagata la grande sete di vendetta che ancora prova l'America per gli attentati dell'11 settembre, e che è stata riassunta dal procuratore federale in un'arringa finale dai toni apocalittici. Zacharias Massaoui, l'unico uomo mai incriminato su suolo americano per gli attentati che distrussero Torri e Pentagono, è stato condannato all'ergastolo. Era - difficile a credersi - la sorte migliore che gli potesse capitare.
Reo confesso (di "appartenere ad Al-Queda", niente di più), l'ergastolo era considerato la "piattaforma di partenza" per la sua condanna, il che lasciava appunto come unica alternativa la pena di morte. Forse vale la pena di ricostruire a questo punto la strana vicenda ...
di Enrico Sabatino
Stiamo chiaramente entrando nei giorni caldi in cui le forze politiche iniziano a muoversi con decisione verso l’elezione del capo dello Stato. In questi giorni sono state avanzate molte ipotesi di nomi papabili, e ieri la CDL ha ufficialmente preso posizione per la rielezione del Presidente Ciampi.
Ciampi è stato sicuramente un Presidente all’altezza, molto equilibrato, rispettato da tutte le forze politiche e ben voluto dal popolo italiano.
Però ha quasi 90 anni. E’ molto difficile che possa reggere fisicamente un altro settennato ed è molto probabile che nel giro di 2/3 anni abbandoni spontaneamente il Quirinale per stanchezza e si ritiri a fare il bisnonno.
Un Ciampi bis, in questo periodo particolare della storia italiana, sancirebbe lo stallo …
Sfila in Italia qualche centinaio di migliaia di persone, sfila in America un milione e rotti di persone. Vista la differenza numerica di popolazione, circa 50 milioni contro 250, come proporzione più o meno ci siamo. Ma questo è l'unico fattore che accomuna le due importanti giornate di protesta, che hanno avuto luogo nel Vecchio e nel Nuovo Continente, nella giornata di ieri 1° Maggio.
La prima differenza di fondo è che in America questa data, normalmente, non celebra nulla di particolare: per gli americani infatti il "Labor Day", che equivale alla nostra Festa del Lavoro, cade nella prima settimana di Settembre. Ieri si manifestava invece, in 140 città americane, contro la recente proposta di legge repubblicana sull'immigrazione, fortemente dibattuta in tutta la nazione, e attualmente in stallo fra Camera e Senato a Washington.
Contestata da una parte degli stessi repubblicani, ma a tutti i costi voluta da Bush e company, questa legge presenta un rischio di deportazione immediata ...
Se qualcuno è convinto che la mente umana, vista come "sistema operativo", sia divisibile in due tipologie ben distinte, la recente esperienza fatta da alcuni dei nostri iscritti su un forum esterno può valere da ottima conferma. Le due tipologie sarebbero, nel nostro caso, quelle che altre volte abbiamo definito come deduttiva e induttiva, oppure aristotelica e platonica.
Senza voler fare qui nessun trattato di filosofia, ricordiamo solo che la differenza sta nel tipo di percorso mentale che compiamo di volta in volta, quando ragioniamo, per arrivare alle nostre conclusioni. Il metodo deduttivo parte da un presupposto certo, assodato e intoccabile, e giunge a conclusioni altrettanto certe e assodate, anche se "più piccole" della premessa iniziale. Facciamo un esempio stupido: quando c'è il sole fa caldo; oggi c'è il sole; oggi quindi fa caldo. Ovviamente, il "caldo" di oggi - la conclusione a cui siamo appena giunti - è più piccolo di "tutte le giornate calde della storia" che sono già contenute nella premessa. Ma una volta stabilito che questa premessa è valida, abbiamo almeno la garanzia che ogni conclusione che ne trarremo sarà altrettanto valida.
Viceversa, il ragionamento induttivo dice: ieri ho notato che c'era il sole, e faceva molto caldo. In effetti anche l'altro ieri è successa la stessa cosa. Ora che ci penso, pure la settimana prima, …
[size=large][color=006699]Il film "Loose Change" è ON-LINE[/color][/size]
di Roberto Toso
"Se vuoi essere un regista di successo, devi avere una storia da raccontare al mondo".
Fu questa la risposta di James Gandolfini, un noto attore americano star della fortunatissima serie tv “I Sopranos”, ad uno dei ragazzi che stavano lavorando alla costruzione del suo nuovo ristorante a New York e che gli aveva chiesto – da diciottenne pieno di sogni e dubbi sul proprio futuro qual era - di suggerirgli come sarebbe potuto diventare qualcuno, e precisamente...un famoso regista.
Il ragazzo di cui stiamo parlando è Dylan Avery, che in qualche modo avrebbe coronato di lì a breve il suo grande desiderio, diventando il regista, l'ideatore e il narratore del più popolare documentario sui lati oscuri dell'11 Settembre: Loose Change, ora alla seconda edizione.
Dylan non avrebbe davvero potuto immaginare che il suo sogno si sarebbe avverato in cosi poco tempo, …
Con il passare delle ore c'è una sola certezza che si viene delineando: nulla, assolutamente nulla è cambiato, dal giorno del primo attacco di Nassirya, nel lontano Novembre 2003 (in guerra, due anni sono un'eternità). La retorica, le bugie, le ipocrisie, la falsità, la messinscena pubblica, tutto rimane immutato. Non resta quindi che riproporre lo stesso identico articolo di allora, del quale, significativamente, non è stato necessario cambiare nemmeno una virgola. Quelle bare, in fondo, a casa ci sono già ritornate una volta, ma inutilmente.
Il buio degli eroi
Le bare che escono dalla pancia del C-130, avvolte dal tricolore, sono quelle di un surreale parto all’incontrario, reso ancor più agghiacciante dai vapori silenziosi dei vivi che galleggiano nella fredda notte di Ciampino.
Nella fredda notte della nostra civiltà.
Partiti per aiutare coloro che sono più disperati e bisognosi di noi, sono morti dilaniati, dissanguati e soprattutto soli, in un posto lontano da casa che tre mesi fa nemmeno conoscevano. Mentre la vista ti si annebbia, il dolore ti trafigge da ogni parte, il caldo sale a vampate da tutto il corpo, ti resta solo qualche attimo confuso per domandarti, per cercare almeno di capire, per riuscire forse soltanto a capire di non avere capito.
Sputi sabbia e sangue insieme, e mentre ti tieni in mano le budella calde ti domandi: ma perchè? Chi sono coloro che mi hanno mandato qui? Cosa volevano da me? Non stavo forse facendo il mio dovere? Non stavo aiutando questa gente...
Attorno alla figura sempre più labile del già poco incisivo Presidente Bush, si sta venendo a creare una serie di analogie che ricorda molto da vicino gli storici momenti del Watergate.
Tanto per cominciare, è proprio uno dei due giornalisti passati alla storia per il caso Watergate, Carl Bernstein, a lanciare il sasso nello stagno, con un lungo articolo su Vanity Fair di questo mese, che invoca a chiare lettere un processo di impeachment contro Bush da parte del Congresso americano (il Parlamento).
Carl Bernstein è la figura "minore" del duo del Washington Post che una trentina di anni fa portò ad affossare la carriera del presidente Nixon. Bob Woodward, "bello e brillante" (nel film Tutti gli uomini del presidente , che raccontava la storia di Watergate, era impersonato da Robert Redford) ha fatto carriera sulle copertine e in televisione, ed è stato da sempre il cocco dei salotti di Washington.
Ma Bernstein (che nello stesso film era impersonato da Dustin Hoffman) sta mostrando di non essergli assolutamente da meno, ...
Viene quasi la nausea, a cercare ancora una volta di affrontare l'ennesimo attentato in Medio Oriente, invece di accettare a scatola chiusa la classica spiegazione del "gruppo di militanti islamici". Ma bisogna farlo.
Anche perchè è ancora fresca di stampa la notizia della dissociazione ideologica, da parte del parlamento europeo, dall'automatismo mentale terrorismo=islam, dove abbondavano le affermazioni in cui si sottolinea che per natura l'Islam è contrario a questo tipo di violenza. Come già sottolineato da altri, "terrorismo islamico" è un vero e proprio ossimoro.
Che poi fra le migliaia di arabi disperati si riescano a trovare ogni volta quattro ragazzotti disposti a tutto, è un'altro discorso. Ma se si cercano i veri mandanti, bisogna sempre attenersi alla sacra regola del cui prodest, che non ha mai fallito una sola volta …
Se non si fosse abituati a sospettare doppi giochi e intenzioni recondite dappertutto, ci si potrebbe anche rilassare un attimo, e godere della ventata di aria fresca che arriva dall'Europarlamento di Bruxelles, sotto forma di "codice linguistico" riveduto e corretto.
Il termine "terrorismo islamico" è qualcosa che da oggi l'Unione Europea rifiuta ufficialmente.
Lo ha detto il portravoce dell'Unione, Friso Roscam-Abbing, sottolineando che "There is no justification at all for including all law-abiding Muslim citizens in our messages about terrorism", "non c'è nessun motivo per includere tutti i cittadini musulmani che vivono nel rispetto delle leggi, quando parliamo di terrorismo. Casomai - ha proseguito Roscam-Abbing - bisognerebbe parlare di terrorismo che abusivamente si richiama all'Islam."
Non può sfuggire a qusto punto la coincidenza con il fatto che, ...
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