In una recente puntata di “100 Giorni da Leone” avevo lamentato l’assenza di un supporto da parte dei portuali delle altre città ai loro colleghi di Trieste, durante il caldo autunno dell’imposizione del greenpass. Un portuale di Genova mi ha mandato questa lettera, pregandomi di omettere il suo nome, per ovvii motivi.
Caro Massimo, pochi giorni fa, sul canale di Rocchesso, ho ascoltato la tua analisi sul "fallimento" dei movimenti portuali "no green pass", imputabile al mancato seguito, da parte di altri porti italiani, alle iniziative di lotta intraprese dai ragazzi del porto di Trieste.
Credo che sia interessante per te conoscere il resoconto di chi ha organizzato e vissuto quei giorni sulla propria pelle, lontano dai riflettori.
Tra i portuali di Genova, come immagino in molte altre realtà italiane, esisteva già da tempo un piccolo gruppo di pecore nere, tanto emarginate quanto agguerrite, sulla cui formazione anche i tuoi contenuti hanno avuto un ruolo importante.
Indovinate un po' chi ha inventato il terrorismo moderno (e pure le false flag)?
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di Fernando Ayala (*)
Come spiegare il trionfo di Milei in Argentina? La risposta non è semplice e rimanda direttamente alla “dottrina peronista” avviata negli anni Quaranta.
Con una solida maggioranza del 55,7% dei voti, il rappresentante del populismo estremo in Sudamerica, Javier Milei (1970), economista, soprannominato “il pazzo” (“el loco”), ha vinto contro il candidato del peronismo, del kirchnerismo e del cristianesimo,Sergio Massa, ministro dell’Economia, che ha raggiunto solo il 44,3% dei voti nel secondo turno o ballottaggio tenutosi domenica 19 novembre.
Con il cosiddetto Partito libertario, formatosi nel 2018, Milei è diventato deputato l’anno successivo e da lì ha promosso la coalizione La libertà avanza, che lo ha portato a ottenere la presidenza della Repubblica grazie ai voti arrivati dalla destra tradizionale guidata dall’ex presidenteMauricio Macri. Cosa può aspettarsi l'Argentina da un presidente che ha promesso, tra l’altro, di dollarizzare l’economia, eliminare la Banca centrale insieme a 10 ministeri, ridurre gli aiuti sociali, privatizzare le pensioni, ridurre lo Stato al minimo, militarizzare la polizia, rendere più facile l’acquisto di armi, vietare l’aborto, autorizzare la libera vendita di organi?
di Alessandro Orsini (post Facebook 21 nov 23)
Nonostante siano emerse dozzine di prove a favore del complotto, e nonostante alcuni degli assassini abbiano confessato la loro partecipazione all'attentato di Dallas, le nostre televisioni continuano a raccontarci che fu Lee Harvey Oswald ad uccidere il presidente Kennedy.
Il video è stato limitato su Youtube per gli iscritti e over18. Qui il video su Odysee.
La tragica morte di Giulia Cecchettin ha risvegliato le menti migliori del nostro panorama intellettuale. Fra queste eccelle Elly Schlein, che ha subito trasformato la tragedia in una critica alla “società patriarcale”, rappresentata ovviamente dalla “destra maschilista e retrograda” di Meloni e Salvini.
Ma non c’è saggio, opinionista o sociologo che non abbia fornito la sua analisi preconfezionata, e la sua soluzione certa: “Bisogna agire sulla famiglia” dice uno. “No, dobbiamo introdurre a scuola dei corsi di affettività” dice l’altra. “No, è colpa dei videogames e delle canzoni rap, che sono violente e non rispettano le donne” dice un terzo.
Non si comprende il motivo, ma questo omicidio dettato dalla gelosia ha scatenato un dibattito a livello nazionale che mille altri episodi simili non avevano mai scatenato.
Secondo voi perchè?
Una interessante ricostruzione di una svolta storica importante, che mette in luce come:
a) Inglesi e Francesi avessero fatto un accordo segreto con Israele per entrare in guerra con l’Egitto senza apparire come gli aggressori.
b) Per la prima volta nella storia Israele abbia fatto ricorso alla giustificazione del “diritto alla difesa”, benchè si trattasse di un attacco vero e proprio.
c) Questa vicenda abbia segnato la fine del predominio franco-inglese e l’ascesa dell’influenza americana in Medio Oriente.
d) La figura di Nasser abbia rappresentato la nascita del nazionalismo pan-arabo nella regione.
Grazie a Bet17 per la traduzione e le grafiche in italiano (qui l’originale). Il sito di Bet17, per chi vuole dare un supporto al suo lavoro.
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Lo scrittore e attivista Edward Curtin ha pubbicato una lettera aperta intitolata “Epistola a Robert Kennedy Jr.”. Non solo una lettera di alto valore morale, ma anche una bella lezione di storia.
Caro Bobby,
Come sai, ho sostenuto la tua candidatura alla presidenza ancora prima che tu scendessi in campo, la primavera scorsa. Ti ammiro e credo in te da anni, e quando ti sei candidato ho sperato per la prima volta, dopo decenni, che la tua natura non violenta, affinata dalla tua tragica storia familiare e da una profonda repulsione per le guerre imperiali e per la storia violenta del nostro Paese, avrebbe trionfato e inaugurato una nuova era di pace. Nonostante gli oppositori che ti hanno denigrato fin dall'inizio, ero convinto che avresti scioccato coloro che ti ridicolizzavano e ti diffamavano, e che saresti stato l'uomo capace di portare avanti il discorso del presidente Kennedy all'American University, e di onorare l'eredità sua e di tuo padre di "pace non semplicemente per gli americani, ma per tutti gli uomini e le donne” perché “respiriamo tutti la stessa aria” e “tutti abbiamo a cuore il futuro dei nostri figli” e perchè “siamo tutti mortali”.
Ho pensato che avresti sanato il divario invece di aumentarlo. Vederti inciampare nel tuo cammino, offrendo il tuo pieno sostegno ai leader sionisti di Israele, è stato un duro colpo per me.
Un giornalista indipendente, Richard Medhurst, rivela come un un progetto geopolitico di grande impatto, che dovrebbe collegare il Mediterraneo orientale al Golfo di Aqaba, sia alla base dei conflitti in Medio Oriente.
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