Il Coordinamento Libera Scelta Emilia Romagna desidera contribuire alla 16° Giornata nazionale in ricordo delle persone decedute o rese disabili dai vaccini divulgando i dati ottenuti nei mesi scorsi riguardo ai danneggiati ufficialmente riconosciuti in Emilia Romagna.
Il nostro Coordinamento, che è nato come aggregazione di gruppi e comitati spontanei ed ha organizzato la manifestazione del 29 Giugno a Rimini, è da sempre vicino ai danneggiati e alle loro famiglie ed è impegnato a portare avanti ogni azione pacifica per promuovere un’informazione corretta e trasparente in campo vaccinale. Troviamo vergognoso e oltraggioso che certe istituzioni neghino l’esistenza dei danneggiati, rendendo queste persone vittime due volte: vittime degli effetti nocivi di un trattamento sanitario imposto, e vittime di uno stato che pubblicamente li nega e tenta di farli scomparire, forse perché non funzionali al marketing dei vaccini.
L’Italia perde la sua maggiore azienda, per decenni sorretta dallo Stato: a mangiarsi la Fiat è la Francia di Macron, con il gruppo Psa (Peugeot-Citroen-Opel) di cui il governo francese possiede il 13%. Il Cda di quello che diventerà il quarto produttore automobilistico al mondo, con 50 miliardi di dollari di fatturato, sarà guidato dall’attuale numero uno di Peugeot, Carlos Tavares, lasciando a John Elkann la presidenza del nuovo soggetto industriale. Clamorosa l’assenza totale della politica italiana: gli uomini del Conte-bis si limitano al ruolo di semplici spettatori, e tace anche l’opposizione. Silenzio generale, di fronte alla perdita definitiva del gruppo Fiat, fatto a pezzi nel corso degli anni. Stabilimenti delocalizzati in Polonia, Serbia, Turchia, Brasile, Argentina, India e Cina. E domiciliazioni “emigrate” in Gran Bretagna (sede legale), in Lussemburgo (fiscale) e negli Usa (borsistica). E ora, addio anche alla proprietà italiana del marchio, nonostante l’oceano di soldi – agevolazioni sugli stabilimenti, cassa integrazione – versati dai contribuenti italiani per tenere in piedi l’industria torinese. «Al silenzio della politica seguirà quello di giornali e televisioni», avverte il saggista Gigi Moncalvo: «Nessuno oserà contestare l’accordo, visto che il gruppo Fiat spende enormi quantità di denaro, in termini pubblicitari, sui media italiani».
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Il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, ha lanciato la proposta di “schedare” tutti gli utenti dei social più importanti, da Facebook a Twitter a Instagram, tramite l’upload di un documento di identità per ciascun account esistente. In proposito Marattin ha scritto: “Proponiamo che anche i social network, per legge ed avvalendosi di autorità terze, possano esser messi nelle condizioni di garantire che ad un account corrisponda un nome ed un cognome di una persona reale, eventualmente rintracciabile in caso di violazioni di legge.”
Marattin propone di lasciare comunque agli utenti la possibilità di utilizzare un nickname, ma vorrebbe che ad ogni account potesse corrispondere una persona fisica, in modo da poter risalire a quest’ultima in caso di violazione della legge.
In altre parole, Marattin vorrebbe spostare la responsabilità oggettiva, che ora è a carico della piattaforma social, a responsabilità soggettiva dell’utente specifico.
Ragazzi, io sulla situazione politica italiana e sui 5 Stelle ho già detto tutto quello che dovevo dire, e non vorrei ripetermi inutilmente. Immagino però che vogliate commentare il risultato elettorale in Umbria, per cui vi lascio questo spazio a disposizione. Perfavore non litigate.
20 anni fa la CIA creava il mito di Bin Laden. Sarebbe servito come simulacro dell’”uomo cattivo”, il nemico di turno a cui addossare la responsabilità per tutte le operazioni “false flag” che gli Stati Uniti intendevano compiere negli anni a venire.
A sua volta l’organizzazione di AlQuaeda, che era stata inizialmente creata dalla C.I.A. per combattere i sovietici in Afghanistan, divenne la “invincibile armada” agli ordini di Osama Bin Laden, con il compito dichiarato di combattere l’Occidente. Bin Laden esordisce come “nemico dell’Occidente” nel 1998, con gli attentati alle ambasciate americane in Kenia e Tanzania, che causarono centinaia di morti.
A quel punto Bin Laden era pronto per il grande salto: gli attentati dell’11 settembre. 19 beduini armati di tagliacarte seminano morte e terrore negli Stati Uniti, e Bin Laden diventa il ricercato numero uno al mondo. Grazie a questo spauracchio, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali possono tranquillamente invadere prima l’Afghanistan e poi l’Iraq, con la scusa della “guerra al terrorismo islamico”.
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La curva dei malati di autismo sta cominciando a crescere vistosamente, e la nostra società che cosa fa? Invece di domandarsi perché il numero di persone autistiche sia in rapida crescita, si preoccupa semplicemente di adattarsi alla situazione.
Ovvero, si preoccupa di metabolizzare il problema, invece di affrontarlo alla radice.
Il primo modo per metabolizzare un problema è quello di inserirlo all’interno del linguaggio corrente, adottando una terminologia che sia più accettabile dalla popolazione. E così il vecchio termine autistico va in soffitta, e nasce il termine “neurodiversi”.
Fonte Byoblu
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