Di Claudio Messora
L’aria fresca di settembre entra dalle finestre aperte. Un temporale indeciso pioviggina qua e là sul fogliame degli alberelli davanti al balcone. Il rombo sordo di qualche timido tuono invoglia a godersi le ombre che i lampioni proiettano tutto intorno, mentre il crepuscolo lentamente cede il passo all’oscurità, e un bimbo piange in lontananza. Ci sono solitudini estremamente piacevoli, cullati dal ticchettio delle gocce d’acqua che picchiettano sulle foglie. Sarebbe il momento perfetto per non pensare a niente: stare lì, semplicemente, come una farfalla nascosta sotto a un filo d’erba, godersi l’eternità di un attimo che non ha inizio e non ha fine.
E invece no: devo proprio accendere il computer e raccontarvi una storia.
Forse il peggiore ribaltone della storia della Repubblica Italiana si è appena consumato. Un avvocato sconosciuto ai più fino all’anno scorso, Giuseppe Conte, dopo avere finto di essere al servizio dei partiti che lo avevano chiamato, d’improvviso ha gettato la maschera, rivelando quali erano i contenuti di tutto quel confabulare conviviale che intratteneva ora con la Merkel, ora con Macron… Si stava preparando a prendere il potere. O meglio, a gestirlo in conto terzi. Si stava apprestando a mettere quella sua faccia vecchia e nuova, all’apparenza innocua e gentile, al servizio delle élite antidemocratiche che rispondono ai grandi detentori di capitali e ai magnate multimiliardari, quelli che giocano con i popoli e con i confini come i ragazzini tirano i dadi a Risiko. Come il più freddo e cinico dei sicari, stava solo attendendo il momento migliore per disfarsi dei suoi ingombranti e indesiderati coinquilini. invisi all’Europa.
Come molti ricorderanno, il NIST (che ha rappresentato la versione ufficiale del governo americano sui crolli del World Trade Center) aveva attribuito il crollo dell’edificio sette al cedimento iniziale della famosa colonna 79. In seguito all’indebolimento dovuto agli incendi - scriveva sempre il NIST - si sarebbe scatenata una progressiva reazione a catena in tutta la struttura portante, che causò il crollo dell’intero grattacielo.
Naturalmente, la implausibilità di questa spiegazione era stata chiara fin da subito a tutti coloro che avessero un minimo di buon senso: bastava guardare il crollo, rapido e simmetrico, dell’edificio, per capire che si fosse trattato di una demolizione controllata. Ma oggi arriva una conferma di tipo scientifico su questa ipotesi. Dopo quattro anni di ricerche, utilizzando simulazioni al computer basate su progetti originali dell’edificio sette, il dipartimento di ingegneria civile dell’Università dell’Alaska ha pubblicato un rapporto (ancora in versione provvisoria) nel quale si conclude che il crollo dell’edificio sette non fu dovuto agli incendi, bensì ad un cedimento quasi simultaneo di tutte le colonne portanti del grattacielo.
Un anno e mezzo fa ho votato un partito che mi prometteva, come minimo, un referendum sull’uscita dall’Euro. Oggi mi ritrovo con lo stesso partito che va al governo con il PD, ovvero con il più europeista dei partiti italiani.
Il partito che mi prometteva un riposizionamento internazionale dell’Italia, più distaccato dalla dipendenza americana, oggi va al governo con il PD, ovvero con il più atlantista dei partiti italiani.
Il partito che mi prometteva di combattere lo strapotere delle banche oggi va al governo con il partito che più di tutti si è dimostrato amico delle banche. E tutto questo, mi dicono, è passato dal voto sulla piattaforma Rousseau.
di Mario Monforte
I 5S che conosco, con cui ho collaborato e intendo continuare a farlo, adesso, oltre a essere - giustamente - contrari all’accordo di governo M5S-Pd, sono impegnati - ancora giustamente - a sostenere il voto-no sulla Piattaforma Rousseau.
Certo, si rendono ben conto che la cosa è problematica. Infatti, aggiungo io, se c’è un notaio “registratore” degli esiti, però chi controlla l’immissione dei dati? Inoltre, il “grosso” dei parlamentari 5S è pro-accordo (anche, e questo non è qualunquismo, per mantenere il posto, inteso come prebenda), e i parlamentari hanno pur i loro seguiti nelle aree di origine, che saranno orientati al «sí», il che vale a maggior ragione per i 5S al governo.
In piú, l’autorità di Grillo (ispiratore e fondatore del movimento) ha un peso ragguardevole sui 5S, e Grillo ha preso posizione con forte decisione perché il governo M5S-Pd si faccia, e dire «no» significherebbe anche andare contro Grillo.
di A. Sunot
Nella nostra società il cittadino perfetto deve essere povero, ammalato, stupido e ignorante.
Questa può sembrare un’affermazione ironica, ma purtroppo non lo è. Se ci guardiamo un po’ attorno e ci prendiamo del tempo per riflettere, possiamo notare come il regime pseudodemocratico in cui viviamo faccia di tutto per impoverirci, farci ammalare, mantenerci nell’ignoranza e renderci dei perfetti stupidi.
Questo libro è nato un po’ per caso. Da molto tempo mi lamentavo con mia moglie per la situazione in cui versa la nostra società. Spesso, rientravo a casa e le dicevo che sarebbe da scrivere un libro dal titolo “Poveri, ammalati, stupidi e ignoranti”, poi ci ridevo sopra dicendo che di solito gli scrittori prima scrivono il libro e poi pensano al titolo.
Io invece avevo solo il titolo e il libro non pensavo proprio di scriverlo. Più passava il tempo più vedevo peggiorare le cose nella nostra società. Per fare solo alcuni esempi: uscivo di casa e senza volere mi giungevano all’orecchio delle conversazioni di passaggio, come nel caso della tipa che mi passa davanti in macchina con il finestrino abbassato e dice alla sua amica accanto che quando suo figlio sta male le dà il paracetamolo e sta subito bene (!), i poveri disgraziati fuori dal bar mezzo ubriachi che parlano solo di calcio, vari casi di donne (da come parlavano sembravano essere delle infermiere) incontrate per strada e al parco che riferivano al loro accompagnante di come i no-vax stiano diventando sempre più pericolosi oppure gente che parlava di programmi stupidissimi della televisione, mantenendomi quindi informato sul palinsesto televisivo, sebbene non disponga di quell’aggeggio infernale.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
(Oggi alle 11.30 riprendiamo la diretta di Bordernights).
Ha fatto bene Macron a “sculacciare” pubblicamente Bolsonaro, per la faccenda dei roghi brasiliani. Lo ha fatto a nome di tutti noi occidentali, e tutti noi ci siamo sentiti un pò vendicati da questo suo intervento, tanto plateale quanto inappuntabile. Da quando infatti è arrivato in Brasile il nuovo presidente “diversamente progressista”, le pene per i disboscatori illegali – già tutt’altro che pesanti – si sono alleggerite ancora di più. E’ stato come dire “dateci dentro, che tanto non vi faccio niente”. Giusto quindi riprenderlo pubblicamente, perchè il pianeta è di tutti, e con il pianeta non si scherza.
C’è però un piccolo problema. Bolsonaro non ha incoraggiato i disboscamenti “perchè lui è cattivo”, o perchè “non gliene frega niente dell’ambiente”. Lo ha fatto per aiutare l’economia del suo paese. I disboscamenti infatti servono soprattutto per fare spazio a nuovi allevamenti di bestiame, e per coltivare la soia che serve proprio a nutrire questo bestiame. I disboscamenti quindi servono, in ultima analisi, ad aiutare il mercato brasiliano di esportazione della carne.
AVVISO: stiamo completando la ristrutturazione del sito. Ci sono ancora diversi problemi da risolvere, come il nuovo modulo dei messaggi PM, oppure l’aggiornamento dei commenti in home.
Se avete riscontrato problemi particolari nella navigazione perfavore segnalateli nei commenti a questo articolo, così vedremo di risolverli.
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Per ora evitate perfavore suggerimenti di tipo minimalistico, risolviamo prima i problemi funzionali, poi penseremo anche ai dettagli.
Grazie.
M.M.
di Stefano Re
Devo avvisarvi subito: è lunga e piuttosto complessa. La renderò breve e semplice quanto possibile, ma non posso fare miracoli. In alcuni passaggi dovrò anche banalizzare assai, chi se ne intende porti pazienza.
Tutto comincia nel modo più ovvio, Facebook vuole che tu sia un utente felice, per cui ti crea stimoli che ti rendano felice. L’idea iniziale era: ti iscrivi, scegli qualcuno come “amico”, io ti faccio vedere i post dei tuoi amici. Vedi anche il post di qualcuno che non conosci, se gli metti il “mi piace”, io ti faccio vedere i suoi prossimi post. Tu sei felice, loro sono felici, invitate altri amici, Facebook cresce, le ditte mi pagano per farvi vedere delle pubblicità. E così è stato per qualche tempo, mentre Facebook diventava sempre più grande.
Poi qualcuno ha scoperto il legame tra la produzione di dopamina, i commenti, l’attenzione di gruppo e i “like”. Ve la faccio breve: hanno scoperto che i like creano dipendenza. E hanno deciso di sfruttare questo meccanismo. Ecco perché, ad esempio, i profili privati possono avere solo 5000 “amici”. Cosa credevate, che “non ci fosse spazio” in un qualche hard disk? No, no: è un limite che hanno deciso a tavolino, e ora vi spiego perché.
Stiamo facendo la ristrutturazione del sito. Ci vorranno un paio di giorni. Nel frattempo vi lascio questo spazio per i commenti liberi.
Leggi tutto: Vi racconto una storia che forse vi aiuterà in questa notte buia. Sedetevi qui con me, intorno al...