Chi non ha mai dato il Robitussin al proprio figlio raffreddato? Oppure il PediaCare, il Triaminic, o qualunque altra medicina contro la tosse e il raffreddore nei bambini?
Ebbene, qualunque medicina abbiate usato, non serve assolutamente a nulla. Anzi, rischia addirittura di danneggiare seriamente la salute del bambino. Mentre pare che le stesse medicine abbiano il previsto effetto sugli adulti, e sui bambini “dai 6 anni in su”.
Questa è la sconcertante conclusione a cui è giunta una commissione della FDA (Federal Drugs Administration, l’ente americano responsabile per la legalizzione delle medicine sul mercato), la quale ha semplicemente raccomandato il ritiro di tutte le medicine anti-tosse /anti-influenza per bambini da tutti gli scaffali di tutte le farmacie americane. E si presume, di conseguenza, anche dalle farmacie del resto del mondo.
”La Commissione ha concluso - dice l’articolo del New York Times - che non ci sono prove che queste medicine riducano i sintomi di raffreddore nei bambini, mentre sono stati denunciati casi in cui hanno provocato dei danni”.
Pare infatti che il visibile “effetto calmante” di certi medicinali non avvenisse sul sintomo specifico, ma sull’intero bambino: si trattava cioè, in molti casi, ...
di Marco Cedolin
Si può amare Beppe Grillo oppure detestarlo, ma comunque la si pensi non si può negare che il V. Day dell’8 settembre scorso abbia percosso come una folgore sia il mondo politico che quello sindacale, innescando uno stato di fibrillazione senza paragoni. Tanto i partiti quanto i sindacati, per nulla turbati dagli strali del Grillo vendicatore, ma molto preoccupati dalla prospettiva di un’emorragia di voti e consensi, hanno tentato di reagire in qualche modo posti di fronte ad una novità tanto incomprensibile quanto inaccettabile.
Centinaia di migliaia d’italiani scesi in piazza a protestare, per la prima volta senza che un partito politico o un sindacato li avesse invitati a farlo.
Forse a causa del risentimento dovuto alla “lesa maestà”, o più probabilmente per porre rimedio al potenziale rischio di perdita della poltrona, partiti e sindacati si sono profusi in uno sforzo ciclopico che ha ingenerato un mese di ottobre dal clima politico tanto bizzarro, quanto neppure il global warming era finora riuscito a fare in campo meteorologico.
Obiettivo primario dell’operazione, legittimare in qualche maniera la propria esistenza e la bontà delle proprie scelte, attraverso un’illusione di partecipazione popolare che potesse porli al riparo da qualsiasi ragionevole critica.
Non è stato facile e le dinamiche della mistificazione hanno alcune volte rasentato il parossismo fino a scadere nel ridicolo, ...
di Maurizio Blondet (Effedieffe)
Un'amica mi scongiura di scriverne: «Fai qualcosa», mi dice.
Così ne scrivo, senza alcuna speranza.
Che è successo?
La villa che lei ha ereditato dal marito in Sicilia (località Spartà, a nord di Messina) ha un nuovo vicino. Un ex parlamentare, a quanto pare.
Questo figuro ha costruito la sua propria villozza, orribile e pretenziosa.
Ammassando tonnellate di terra di riporto sul muro della mia amica.
E' un semplice muro di cinta, non di sostegno: il rischio di crollo è imminente, già con la pioggia l'acqua filtra.
Il muro, sepolto dalla terra, è ora alto meno di mezzo metro: già i cagnacci dell'individuo sono quasi in grado di saltare oltre ...
Che il Pakistan sia la chiave di volta del futuro assetto dello scacchiere internazionale lo si era capito da un pezzo.
Con l’attentato di un paio di ore fa, che ha segnato il ritorno di Benazir Bhutto alla terra natìa, ne abbiamo avuto la misura dell’importanza: centoventi morti e duecentocinquanta feriti, in seguito a due esplosioni lungo il percorso del corteo della Bhutto fra le strade di Karachi.
La leader pakistana, che rientrava da 8 anni di esilio a Dubai, non è rimasta ferita, ma quasi tutte le vittime - a parte una ventina di poliziotti - facevano parte del suo entourage, che è rimasto così dimezzato prima ancora di entrare in azione.
La Bhutto aveva ampiamente previsto “sorprese” di questo tipo, preaddebitandole - se mai si fossero verificate – alle “autorità nascoste” all’interno dell’attuale governo. Il marito, molto più esplicito, ha accusato per l’attentato “le agenzie di governo che stanno per perdere potere” in seguto al rientro della Bhutto sulla scena politica.
E’ da tempo infatti che Musharraf, caduto in disgrazia a Washington (in quanto semplicemente non più utile) ha perso anche il supporto interno, a causa soprattutto dell’ambigua alleanza ...
di Massimo Profeti
Il palinsesto e la disposizione dei canali visibili con il decoder di Sky, il provider satellitare monopolista in Italia (di proprietà dell’australiano Rupert “lo squalo” Murdoch), sono un chiaro esempio di come anche gli aspetti apparentemente più insignificanti possano tornare utili al condizionamento mediatico di una popolazione.
Facciamo un breve esame di ciò che piove dal cielo nelle nostre case da qualche anno a questa parte, e degli strumenti elettronici che vengono usati per propinarcelo.
Inizialmente c’era il Goldbox, un decoder facilmente programmabile (anche dai pirati), che per la sistemazione dei canali offriva due modalità: quella automatica, che ricercava i canali e li distribuiva secondo un ordine prefissato, oppure quella manuale, che dopo aver effettuato la ricerca permetteva di riordinare i canali secondo le proprie preferenze. La seconda opzione era di gran lunga da preferire, perché permetteva di togliere di mezzo i canali più insulsi, che altrimenti sarebbero stati fastidiosamente collocati fra le posizioni tradizionali di Rai e Mediaset, e quelle dei canali più interessanti del bouquet a pagamento.
Purtroppo, la ricerca manuale aveva una controindicazione che scoraggiava il 90% degli utenti: ammucchiava disordinatamente i canali su 999 posizioni, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Quando si affrontano certi temi in una pubblica discussione, si possono notare alcuni meccanismi entrare in azione. Ad esempio la pubblicazione di un libro sulla lobby filo-israeliana negli Usa [1] ha suscitato enormi polemiche sia in patria che all'estero; ma non tanto sui contenuti, quanto sul fatto che si parlasse di una lobby filo-israeliana. Tuttavia, mentre vi è una sorta di censura morale verso qualsiasi accenno alla lobby filo-israeliana, è sufficiente andare sul sito ufficiale della lobby sionista degli Stati Uniti per apprendere che la politica in Medio Oriente di Washington è pesantemente influenzata dalle pressioni filosioniste [2].
Per rimanere all'Italia uno dei tabù che affliggono l'opinione pubblica è quello della presenza e dell'influenza della Massoneria nella storia d'Italia. Come per la lobby filoisraeliana, anche per quanto riguarda la Massoneria, mentre normalmente non è accettabile insinuare che essa abbia giocato un ruolo fondamentale nella formazione e nello sviluppo dell'Italia post-unitaria e repubblicana, contemporaneamente è la Massoneria stessa che dichiara con orgoglio e senza titubanza alcuna di essere stata parte attiva e promotrice della politica italiana da prima dell'Unità in poi.
Quest'anno ricorre il bicentenario della nascita di Garibaldi e la Massoneria italiana sta dedicando all'eroe dei due Mondi grandi celebrazioni e commemorazioni. Di tale portata è la figura del generale per i liberi muratori che, per comprenderla, sarà necessario ricorrere alle parole di Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. In un suo recente scritto [3] Raffi delinea – documenti alla mano – la stretta unione tra Garibaldi e la Massoneria.
“L'adesione alla Massoneria fu per Garibaldi non certo un episodio casuale ed effimero ...
di Uri Avnery
Quando sento parlare di "scontro di civiltà" non so se ridere o piangere.
Ridere, perché è un concetto ridicolo.
Piangere, perché è in grado di causare danni imprevidibili.
Piangere ancor di più, perché i nostri leader stanno sfruttando questo slogan come pretesto per sabotare ogni possibilità di riconciliazione tra israeliani e palestinesi.
Ed è solo un altro di una lunga serie di pretesti. Perché il movimento sionista ha avuto bisogno di giustificazioni per il modo in cui ha trattato i palestinesi?
Alla sua nascita, il sionismo era un movimento idealista, che dava grande importanza alle sue basi morali. Non solo per convincere il mondo, ma soprattutto per mettere in pace la propria coscienza.
Fin dalla prima infanzia ci viene raccontato dei pionieri, molti dei quali figli e figlie di famiglie colte e benestanti, che si lasciarono alle spalle la vita agiata dell'Europa ...
di Ashoka
E' passato poco più di un mese da quando centinaia di migliaia di persone si sono radunate in piazza per protestare contro l'attuale classe politica. La reazione dei media tradizionali non si è fatta attendere.
Se prima dell'8 Settembre un assordante silenzio mediatico aveva accompagnato l'organizzazione del V-day, nelle settimane seguenti alla manifestazione abbiamo potuto assistere alla character assassination di Beppe Grillo con la comparsa di veri e propri “osservatori” dedicati al blog del comico genovese, pronti a denunciare presunte derive antisemite oppure ad evocare timori di ”grilletti premuti” e terrorismo, ispirati dal “Cattivo Maestro” genovese.
Ovviamente la dichiarata intenzione di organizzare una manifestazione simile per eliminare i finanziamenti pubblici ai giornali ...
di Carlo Sabatini
Quando si parla di 11 settembre, il discorso scivola spesso sul fatto che un pugno di 'terroristi islamici', addestrati alquanto sommariamente presso scuole di volo americane con l'impiego di simulatori, siano stati in grado di compiere l'impresa loro accreditata.
Secondo quanto asserito nel Commission report dell'11 settembre tali 'terroristi islamici' si sarebbero impadroniti di quattro voli di linea e, sostituitisi ai piloti, avrebbero condotto gli aerei a schiantarsi rispettivamente sulle Twin Towers, sul Pentagono e in un campo della Pennsylvania.
Spesso chi esprime perplessità sulla limitatissima esperienza di volo di questi personaggi, che pare avessero preso al massimo qualche dozzina di lezioni di volo su piccoli aerei da turismo - e pure con pessimi risultati - si sente rispondere che " i piloti professionisti servono per decollare o atterrare, ...
Un interessante articolo da Asia Times, tradotto per luogocomune da Giorgio Mattiuzzo, chiarisce molti aspetti poco noti di una parte del mondo che sta assumendo sempre maggiore importanza nel determinare gli equilibri a livello globale.
L'India regge le sorti dei progetti della NATO
Riassumendo il legame decennale tra Russia e Nato, un analista militare russo ha scritto: “le relazioni tra le due entità sono un matrimonio di convenienza, dove marito e moglie vivono insieme, spesso escono con gli altri in coppia, e mostrano di rispettarsi l'un l'altra in tutti i modi. Allo stesso tempo, dormono in stanze diverse e fanno la spesa separatamente. Ogni parte insegue innanzitutto il proprio interesse e, sebbene la coppia sia formalmente sposata, non si possono definire una vera famiglia”. [1]
Il ritratto di un matrimonio combinato non disturba eccessivamente gli indiani. Ma sarebbe un saggio pensiero per Delhi considerare quanto incredibilemente breve si sia dimostrato il flirt della Russia con la Nato quando si è scontrato con la realtà dei fatti.
Mentre la Nato intensifica il corteggiamento dell'India, Delhi dovrà pensare a quale genere di relazione desidera avere. Non sorprende che, quando il Ministro degli Esteri indiano Pranab Mukherjee e il segretario generale della Nato Jaap de Hoof Scheffer si sono incontrati a New York il 28 settembre, entrambe le parti abbiano scelto di mantere lo storico incontro di 45 minuti di basso profilo.
Washington sta sinceramente cercando una cooperazione tra Nato ed India. Mentre la Nato si sta riorganizzando per nuove missioni in Africa e Asia meridionale, ...
di Enrico Sabatino
Negli ultimi giorni le relazioni bilaterali tra gli USA e la Turchia hanno toccato il livello peggiore della loro storia. Ciò che sta accadendo tra i due Paesi, passato abbastanza in sordina nei nostri mainstream media, potrebbe causare una serie di ripercussioni, in primis nella regione curda del nord Iraq.
Alleati di ferro da sempre, Turchia e USA già da alcuni mesi sono sempre più in attrito a causa soprattutto delle diverse posizioni sulle modalità di contrasto nei confronti della guerriglia del PKK, che negli ultimi mesi è riuscita a infliggere molte perdite tra le fila dell’esercito turco.
Un conflitto cominciato nel 1984 per la creazione di uno stato curdo indipendente e che ha già provocato più di 30.000 morti.
Solo pochi giorni fa tredici soldati turchi sono stati uccisi nel sud-est della Turchia in un attacco da parte del PKK avvenuto nella provincia di Sirnak, nei pressi del confine con l'Iraq. La sparatoria e' cominciata mentre le forze di sicurezza turche stavano tentando di intercettare ...
Leggi tutto: Effetto placebo su scala mondiale