C’è una parola che il mondo moderno - il mondo occidentale, quello basato sulla scienza, sull’osservazione empirica, sulla razionalità - non può permettersi di pronunciare: la parola è “Dio”.
Al di là di ogni religione, un Dio inteso come entità creatrice, come origine di tutto ciò che esiste – e quindi anche di noi stessi - non può comunque esistere, in quanto toglierebbe all’”uomo moderno” la centralità nell’universo che con tanta fatica si è conquistato nel corso degli ultimi 4 secoli. Fin dal giorno in cui Cartesio si accorse di essere “altro” dal proprio corpo fisico - o almeno, credette di esserlo – la mente razionale ha perseguito ogni possibile occasione per ergersi a parametro del reale, a centro di osservazione del mondo materiale, e quindi a metro di giudizio universale.
E ora che è pienamente insediata in quella posizione di prestigio, non è certo disposta a cedere lo scettro al primo “deucolo” di passaggio.
Nel mondo moderno, infatti, una cosa ha valore solo se ha un “riscontro scientifico”, solo se è “scientificamente dimostrabile”, solo se è in qualche modo “replicabile in laboratorio”. In realtà, ponendo questi limiti, gli scienziati ci stanno dicendo che amano occuparsi soltanto di cose che riescono a capire. Mentre tutto ciò che è incomprensibile, inspiegabile, o comunque inaccettabile, invece di venire affrontato con l’umiltà di chi è disposto a imparare cose nuove, viene immediatamente respinto e scartato come “superstizione”, “folklore”, ... ... o “voce infondata”. (Certo, se si vogliono evitare le brutte figure, il modo migliore è quello di occuparsi solo di cose che si comprendono).
Purtroppo però, fra le cose inspiegabili che ci stanno di fronte c’è anche la nostra presenza nell’universo. Ecco che allora la scienza, bravissima nel risalire fino ai primissimi istanti della sua nascita, giunta sull’orlo del baratro preferisce fermarsi, e si limita a stabilire che quello che c’è oltre “non ci riguarda”.
ll che equivale più o meno a seguire per filo e per segno un intricatissimo film giallo, prendendo nota di ogni minimo dettaglio apparso sullo schermo, per poi uscire dalla sala un attimo prima che si scopra il nome dell’assassino. (Poi tornando a casa il tuo compagno/a ti dice ”Ma davvero non vuoi sapere chi era l’assassino? E tu “No, chissenefrega di quelle stupidaggini. A me interessava sopratutto vedere l’inseguimento in macchina”).
Questo atteggiamento diventa ancora più sconcertante quando si presenta in un documento ufficiale dell’Unione Europea, e non certo con i toni equilibrati che ci si attenderebbe da parte di un ente che bene o male rappresenta milioni di cittadini di etnie, nazioni e culture completamente diverse.
Si tratta della
Risoluzione 1580, adottata dall’assemblea il 4 ottore scorso , e intitolata “The dangers of creationism in education” (I pericoli del creazionismo nell’educazione).
Il testo, in sintesi, respinge vigorosamente la richiesta, proveniente da gruppi diversi, tutti più o meno a base religiosa, di insegnare anche il creazionismo, accanto all’evoluzionismo, nelle scuole europee.
Facciamo prima chiarezza sui termini, anche in vista della eventuale discussione: per evoluzionismo si intende la credenza che la presenza dell’uomo sulla Terra sia spiegabile tramite una serie di combinazioni e mutazioni genetiche governate dal principio del “survival of the fittest” (la sopravvivenza del più forte), formulato da Darwin dopo che ebbe rilevato forti indizi di “mutazioni fra le specie” nel suo storico viaggio intorno al mondo.
Per creazionismo si intende invece la credenza che l’uomo sia stato “creato” da “Dio” [l’Adonài, o Jaweh, o Elohim della Bibbia giudeocristiana], secondo modalità certo non “scientifiche” (il soffio nel fango, la costola per generare la donna, ecc.), e in tempi tali da datare questo evento a non più di seimila anni fa.
La richiesta, che già è stata accolta in alcuni stati americani, è quella di insegnare ai bambini ambedue le ipotesi, non avendo - secondo i propositori - nessuna delle due teorie raggiunto un grado di dimostrabilità sufficiente ad escluderne qualunque altra. Tale richiesta viene generalmente respinta dal mondo “evoluzionista” in quanto “scientificamente inconsistente”, e quindi accettabile solo nell’ambito della sfera personale dell’individuo.
Quello che stupisce nella risoluzione europea, come dicevamo, non è tanto la posizione a netto favore dell’evoluzionismo – bene o male, è quella la cultura dominante di oggi - ma l’assoluta intransigenza nei toni e nei termini che usa per respingere il creazionismo, appoggiandosi su una nutrita serie di fallacie logiche, e arrivando in certi casi a capovolgere maldestramente la realtà, pur di rafforzare la propria tesi.
1 - Lo scopo di questo rapporto non è quello di mettere in dubbio o combattere un credo - il diritto alla libertà di fede non lo permette. Lo scopo è di mettere in guardia contro certe tendenze a far passare un credo per scienza. È necessario separare i credo dalla scienza. Non è una questione di antagonismo. Scienza e credo devono essere in grado di coesistere. Non è una questione di contrapporre credo e scienza, ma è necessario evitare che un credo venga ad opporsi alla scienza.
2 - Per alcune persone la creazione, in quanto materia di credo religioso, dà un senso alla vita. Nonostante questo, l’assemblea parlamentare è preoccupata dei possibili effetti negativi che potrebbero avere le idee creazioniste all’interno del nostro sistema educativo, e delle conseguenze per la nostra democrazia. Se non stiamo attenti, il creazionismo potrebbe diventare una minaccia per i diritti umani, argomento di fondamentale interesse per il consiglio europeo.
3 - Il creazionismo, che è nato dal rifiuto dell’evoluzione delle specie attraverso la selezione naturale, è stato per lungo tempo un fenomeno quasi esclusivamente americano. Oggi le idee creazioniste tendono a farsi strada in Europa, e la loro diffusione sta influenzando un numero notevole di stati membri del consiglio europeo.
4 - L’obiettivo primario dei creazionisti di oggi, la maggior parte dei quali sono cristiani oppure musulmani, è l’educazione. I creazionisti sono tesi ad assicurarsi che le loro idee vengano incluse nei programmi scientifici della scuola, ma il creazionismo non può in ogni caso pretendere di essere una disciplina scientifica.
5 - I creazionisti mettono in dubbio il carattere scientifico di certi aspetti della conoscenza, e sostengono che la teoria evolutiva è solo una fra le tante interpretazioni possibili. Essi accusano gli scienziati di non fornire prove sufficienti per affermare la validità scientifica della teoria evolutiva. D’altra parte essi difendono le proprie affermazioni come scientifiche. Nulla di tutto questo regge ad una obiettiva analisi dei fatti.
6 - Stiamo assistendo ad una crescita delle modalità attraverso le quali viene messa in discussione certa conoscenza stabilita sulla natura, sull’evoluzione, sulle nostre origini e sul nostro ruolo nell’universo.
7 - C’è un rischio effettivo di generare una seria confusione nelle menti dei nostri figli tra ciò che ha a che fare con convinzioni, credo e ideali di ogni tipo, e ciò che ha a che fare con la scienza. Un atteggiamento apparentemente equalitario potrebbe apparire piacevole e tollerante, ma è in realtà pericoloso.
8 - Il creazionismo presenta molti aspetti contraddittori. L’idea dell’intelligent design, la più recente e più raffinata versione del creazionismo, non nega un certo livello di evoluzione, ma l’intelligent design, in forma più sottile, cerca di apparire come scientifico nel suo approccio, e proprio qui sta il pericolo.
9 - Questa assemblea ha regolarmente insistito sull’importanza fondamentale della scienza. La scienza ha reso possibili notevoli miglioramenti nelle condizioni di vita e di lavoro, e non è un fattore insignificante nello sviluppo economico, tecnologico e sociale. La teoria dell’evoluzione non ha nulla a che vedere con una divina rivelazione, ma è basata su fatti concreti.
10 - Il creazionismo sostiene di essere basato su rigore scientifico. In realtà i metodi utilizzati dai creazionisti sono di tre tipi: affermazioni puramente dogmatiche; un uso distorto di citazioni scientifiche, a volte illustrate con splendide fotografie; e un supporto da parte di più o meno noti scienziati, la maggior parte dei quali non sono specialisti nel settore. Attraverso questi metodi i creazionisti cercano di convincere chi non è esperto in materia, e di seminare dubbio e confusione nelle loro menti.
11 - L’evoluzionismo non è una semplice questione di evoluzione degli umani e delle popolazioni. Negarlo potrebbe avere serie conseguenze sullo sviluppo della nostra società. Progressi nella ricerca medica con lo scopo di combattere con efficacia malattie infettive come l’AIDS diventano impossibili se i principi fondamentali dell’evoluzione sono negati. Non ci si può rendere pienamente conto dei rischi che comporta il significativo decadimento nella biodiversità e nei cambiamenti climatici, se il meccanismo evolutivo non è compreso a fondo.
12 - Il nostro mondo moderno è il risultato di una storia molto lunga, di cui lo sviluppo delle scienze e della tecnologia costituiscono un aspetto importante. Nonostante questo, l’approccio scientifico non è ancora del tutto compreso, e questo può incoraggiare lo sviluppo di ogni tipo di fondamentalismo ed estremismo. Il totale rifiuto delle scienze è certamente una delle minacce più gravi per i diritti umani e i diritti civili.
13 - La guerra alle teorie evolutive e ai suoi sostenitori nasce nella maggior parte dei casi da forme di estremismo religioso che sono strette alleate dei movimenti politici di destra. Il movimento creazionista dispone di un reale potere politico. La realtà dei fatti, come è già stata denunciata più volte, è che alcuni sostenitori del creazionismo più stretto sono intenzionati a sostituire la democrazia con la teocrazia.
14 - Tutti i leader delle maggiori religioni monoteistiche hanno assunto un atteggiamento molto più moderato. Il Papa Benedetto 16, ad esempio, come il suo predecessore Giovanni Paolo II, oggi elogia il ruolo delle scienze nell’evoluzione dell’umanità e riconosce che la teoria evolutiva è “qualcosa di più di un’ipotesi.
15 - L’insegnamento di tutti gli aspetti riguardanti l’evoluzione come fondamentale teoria scientifica è quindi cruciale per il futuro della nostra società e delle nostre democrazie. Per questo motivo deve occupare una posizione centrale nel programma scolastico, specialmente in quello scientifico, finché, come ogni altra teoria, sarà in grado di reggere un approfondito esame scientifico. L’evoluzione è presente dovunque, dalla prescrizione eccessiva di antibiotici che incoraggia la formazione di batteri resistenti, all’uso eccessivo di pesticidi nell’agricoltura, che porta a mutazioni negli insetti che li rendano immuni a tali pesticidi.
16 - Il Consiglio Europeo ha sottolineato l’importanza di insegnare le culture e le religioni. Nel nome della libertà di espressione e del diritto al credo individuale le idee creazioniste, come qualunque altra posizione teologica, possono sempre essere presentate come supplemento all’educazione religiosa e culturale, ma non possono pretendere di avere una rispettabilità scientifica.
17 - La scienza offre un addestramento insostituibile nel rigore intellettuale. Non cerca di spiegare “perché le cose sono”, ma di comprendere come esse funzionano.
18 - Un’indagine sulla accresciuta influenza dei creazionisti mostra che il dibattito fra creazionismo ed evoluzionismo va ben oltre l’ambito intellettuale. Se non facciamo attenzione, i valori che stanno alla base stessa del Consiglio europeo verranno direttamente minacciati dai creazionisti fondamentalisti. È quindi compito dei Parlamentari del Consiglio di reagire prima che sia troppo tardi.
19 - L’assemblea parlamentare urge quindi gli stati membri e specialmente le loro autorità educative:
A difendere e promuovere la conoscenza scientifica.
A rafforzare gli insegnamenti dei principi fondamentali della scienza, la sua storia, la sua epistemologia, e i suoi metodi, accanto all’insegnamento di una conoscenza scientifica obiettiva.
A rendere le scienze più comprensibili, più attraenti, più vicine alla realtà del mondo moderno.
Ad opporsi vigorosamente all’insegnamento del creazionismo come disciplina scientifica in termini di parità con la teoria evolutiva, e in generale ad opporsi all’introduzione del creazionismo in qualunque disciplina all’infuori della religione.
A promuovere l’insegnamento dell’evoluzione come teoria scientifica fondamentale nel programma scolastico.
20 - L’assemblea accoglie favorevolmente il fatto che 27 accademie scientifiche del Consiglio Europeo degli stati membri abbiano firmato, nel giugno 2006, una dichiarazione sull’insegnamento dell’evoluzione, e si appella alle accademie scientifiche che ancora non l’hanno fatto a firmare la dichiarazione.
In molti casi sembra di leggere un vero e proprio “anathèma” del Concilio di Trento.
Massimo Mazzucco
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