Se c’è una cosa che ancora “ribolle”, all’interno della relativa chiarezza che ormai si è fatta sugli attentati del 9/11, è la cosiddetta teoria no-planes.
Mentre la grande maggioranza dei ricercatori è rimasta in dubbio sul fatto che i due aerei che hanno colpito le Torri Gemelle fossero davvero dei voli di linea, e non piuttosto dei “drones” (aerei telecomandati), una frangia di costoro insiste nel sostenere che nessun velivolo abbia mai solcato l’aria antistante le Torri Gemelle. Le immagini televisive che tutti abbiamo visto, secondo i no planers, sarebbero state “preconfezionate” al computer, e poi in qualche modo distribuite ai networks, che le avrebbero messe in onda come se fossero vere.
Per quanto assurda possa sembrare questa teoria, il numero dei suoi sostenitori è sufficientemente nutrito da meritare un minimo di analisi, prima di essere scartata del tutto.
Il primo problema che si pone è il seguente: i no-planers non sembrano avere una teoria unificata, ma costituiscono un magma indistinto, nel quale si può trovare di tutto e di più. Si va da chi sostiene semplicemente che gli aerei visti in TV fossero dei CGI (Computer Graphics Images – ovvero immagini create/sovrapposte al computer), a chi sostiene che nel cielo di Manhattan siano stati proiettati degli ologrammi giganteschi, che a noi sarebbero apparsi come dei normali aerei di linea.
Fortunatamente, non è necessario inoltrarsi nell’analisi tecnica dei filmati disponibili, in quanto la teoria no-planes appare confutabile nel suo insieme, ...
Fra di loro si definiscono confidenzialmente “E.H.M”, o Economic Hit-Man (sicario economico), anche se ufficialmente sono dei noti e rispettati personaggi della finanza mondiale.
Uno di questi è John Perkins, che dopo una lunga e brillante carriera nel settore ha pubblicato un libro, “Confessions of an economic hit-man”, nel quale racconta per filo e per segno come venisse pagato profumatamentre per aiutare gli Stati Uniti a ingannare i paesi poveri nel mondo, con prestiti di miliardi di dollari che questi paesi non avrebbero mai potuto ripagare. In questo modo le corporations americane potevano in seguito impadronirsi della loro intera economia, arrivando a costruire quello che Perkins definisce un vero e proprio impero moderno.
A parte la “conversione” ben poco convincente di Perkins, il meccanismo da lui descritto aiuta a comprendere meglio dozzine e dozzine di situazioni nel mondo che inizialmente ci appaiono velate da una strana ambiguità. Come dice il proverbio, “follow the money”, e arrivi sicuramente alla verità. (M.M.)
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Seguono alcuni estratti dell’intervista che Perkins ha concesso a “Democracy Now!” di Amy Goodman.
“Confessioni di un sicario economico” – di John Perkins
Venivamo preparati per il nostro lavoro, che era quello di costruire l’impero americano. Dovevamo creare delle situazioni in cui la maggior parte possibile di risorse fluisse verso il nostro paese, verso le nostre corporations, il nostro governo, e in questo abbiamo avuto un grande successo.
Abbiamo costruito il più grande impero nella storia dell’umanità. Ciò è accaduto negli ultimi cinquant’anni, a partire dalla seconda guerra mondiale, e con un uso assolutamente minimo di forza militare. Soltanto in casi eccezionali, come quello dell’Iraq, ...
(26/7/2008) Parte il calcio di punizione. Il portiere vede il pallone che spunta sopra la testa dei suoi difensori, fa due passi verso sinistra, si lancia verso l’alto, e riesce a deviare il tiro sul fondo, prima che la palla si infili sotto l’incrocio dei pali. Il portiere si accartoccia a terra, e si rialza fra gli applausi della folla.
Rivedendo il tutto “al rallentatore”, è accaduto questo:
I raggi di luce riflessi dal pallone in movimento sono stati catturati dagli occhi del portiere, la loro retina li ha trasformati in immagini, e queste sono state spedite al cervello tramite i nervi ottici.
Immediatamente il cervello ha computato altezza, velocità, angolazione, distanza, parabola e forza di rotazione del pallone, e ne ha calcolato la traiettoria che lo portava verso l’incrocio dei pali, alla sua sinistra. Il cervello ha quindi trasmesso centinaia di comandi contemporanei ai diversi muscoli del corpo, che ha iniziato a muoversi in quella direzione.
Mentre il portiere si muoveva verso sinistra, il cervello computava la distanza fra le mani e il sette, e concludeva che prima di lanciarsi era necessario avvicinarsi di più al palo della porta. Mentre partivano gli ordini alle gambe, che compivano il primo passo, gli occhi del portiere seguivano il pallone, e il cervello ri-computava la traiettoria con maggiore precisione. Dopo il primo passo, il cervello stabiliva che la distanza dall’incrocio dei pali era ancora troppo alta per lanciarsi, e partiva l’ordine per le gambe di compiere un secondo passo.
Durante il secondo passo subentrava il fattore emergenza, e il cervello entrava momentaneamente in conflitto: da una parte, la distanza dal sette era ancora eccessiva per arrivarci con le mani, dall’altra la palla era ormai troppo vicina al bersaglio per permettere un terzo passo. In un milionesimo di secondo il cervello decideva che era indispensabile lanciarsi comunque, ...
di Marco Cedolin
Tricastin, Romans–Sur–Isere, Saint Alban e ancora Tricastin. Nelle centrali nucleari francesi si susseguono le fughe radioattive e per la quarta volta negli ultimi 20 giorni è scattato l’allarme rosso in un impianto transalpino, in un periodo già molto travagliato per l’atomo europeo dopo l'incidente accaduto ai primi di giugno in Slovenia nella centrale nucleare di Krsko ed i 4 incidenti registrati in Spagna a luglio in soli 12 giorni nella centrale nucleare di Cofrentes nei pressi di Valencia.
A Tricastin lo scorso 8 luglio le autorità francesi resero nota la fuoriuscita nell’ambiente, avvenuta il giorno precedente, di 74 kg di uranio. A Romans–Sur–Isere lo scorso 18 luglio l’Autorithy per la sicurezza nucleare francese ammise la fuoriuscita di acque contaminate da elementi radioattivi, pur assicurando che l’incidente non aveva determinato impatti ambientali. A Saint Alban lo scorso 21 luglio 15 operai vennero contaminati dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Ieri 23 luglio, nuovamente a Tricastin 100 operai sono stati contaminati da elementi radioattivi di cobalto 58 fuoriusciti da una tubatura del reattore numero 4 fermo per manutenzione ed immediatamente evacuati dalla centrale.
Proprio intorno al sito nucleare di Tricastin, fra i più grandi al mondo, che non comprende solo la centrale, ma anche una serie di laboratori che lavorano l’uranio grezzo e depositi per le scorie radioattive, sembrano emergere molti scampoli di realtà, fino ad oggi sottaciuti, ...
di Pino Cabras
"«Preoccupazione» e «indignazione». Non ci sono altre parole per descrivere la sciagura delle due bimbe rom che ieri sono annegate a Torregaveta, vicino a Pozzuoli, i cui cadaveri sono rimasti per ore in spiaggia tra l'indifferenza dei bagnanti. Parole forti quelle di Laura Boldrini, portavoce dell'alto commissario per i rifugiati dell'Onu."
Inizia così l’articolo del Messaggero sull’annegamento di due bambine avvenuto l’altroieri sulla spiaggia di Torregaveta.
Poi l’articolista si tuffa in un esercizio di pietistica degno del peggior Pascoli: “Come ogni sabato a lavorare per raccogliere qualche euro. Ma le bimbe lavoratrici restano bimbe e non resistono alla voglia di tuffarsi in mare, nonostante le onde agitate che bagnano la spiaggia libera. Loro probabilmente non sanno nuotare, non hanno neanche il costume e si gettono in mare vestite.“
Segue il capo d’accusa principale, che dovrebbe spiegare l’ “indignazione” iniziale: “I corpi lasciati per ore sulla spiaggia. Intanto sulla spiaggia un centinaio di bagnanti continuano a prendere il sole, come se nulla fosse successo. Come se quei due cadaveri rimasti per ore a terra, coperti con teli da mare, fosserso invisibili.”
Completa il quadro il cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli, che dichiara: “Girarsi dall’altra parte o farsi gli affari propri può essere a volte più devastante degli stessi eventi che accadono”.
L’articolo di Radio Vaticana prosegue: Dopo la tragedia, c’è stata la sorprendente reazione di una parte dei bagnanti che hanno continuato a pranzare e a prendere il sole, come se nulla fosse successo. Alcune foto ritraggono i due corpi senza vita adagiati in riva al mare ...
di Marco Cedolin
Silvio Berlusconi è “sceso” a Napoli per annunciare la fine dell’emergenza rifiuti in Campania, risolta dal suo governo con un vero e proprio colpo di bacchetta magica in soli 58 giorni, durante i quali secondo le sue parole lo Stato è tornato a fare lo Stato e Napoli è ritornata ad essere una città occidentale. Si sarebbe trattato, secondo il premier di una sorta di “missione impossibile” vinta dal governo anche contro tutti coloro che avevano scommesso nella mancata riuscita dell’operazione.
Le strade sono tornate libere dalle 50.000 tonnellate di rifiuti che le ammorbavano, come ampiamente documentato dai servizi del TG5 che hanno mostrato più volte le riprese video di qualche mese fa con i sacchetti della spazzatura che sembravano essere dappertutto, messe a confronto con quelle di questi giorni che documentano strade linde e pulite ai bordi delle quali si possono notare i cassonetti disposti ordinatamente in fila con i coperchi chiusi.
Ora che la fase drammatica dell’emergenza come per incanto è terminata si deve provvedere, nelle intenzioni del Premier, alla messa a regime di tutto il sistema dei rifiuti ...
Leggi tutto: ObamCain: niente di nuovo dall'Impero