Dopo l’ultima discussione, nell’articolo dedicato alle elezioni americane, sono giunto ad una conclusione in qualche modo sorprendente: il problema dell’Italia non sta affatto nella “massa di pecoroni che guarda la TV”, ma in quella ristretta elite di intellettuali che crede di aver capito tutto solo perchè ha smesso di guardarla.
Il problema dell’Italia si chiama cinismo, presunzione, qualunquismo.
Sono tre caratteristiche tipiche di una certa “elite” che oggi popola la rete, e sono caratteristiche pienamente funzionali - guarda caso - alla conservazione del potere da parte di chi lo detiene.
Pensateci bene: cos’altro potrebbe desiderare, chi sta al potere, se non una massa di gente che dice ”tanto non cambia nulla”?
In realtà questo non è un problema di oggi, già Pasolini lo aveva evidenziato in maniera scottante: il popolo non è fesso, è solo intontito dal “rumore” mediatico, ma sotto l’apparente apatia conserva intatta la capacità di intendere e di volere. Sono invece gli intellettuali, quelli che credono di aver capito tutto, che si fanno scudo del “tanto non cambia nulla” per evitare di rimboccarsi le maniche e provare a rimuovere quella crosta di apatia negli altri, per arrivare a raddrizzare davvero le sorti del loro paese.
E poi naturalmente sono gli stessi che si lamentano di vivere in un “paese di merda”.
Sono loro le vere “zavorre” del progresso, che frenano una qualunque spinta al cambiamento poichè si autosoddisfano della loro presunta conoscenza, e non si sforzano minimamente di tradurla in azione positiva.
In questo senso Internet ha compiuto – senza volerlo – un miracolo al contrario: mettendo a disposizione di costoro ingenti masse di informazione, ... ... ... li ha illusi che bastasse appropriarsene per aver vinto la propria battaglia. Li ha coperti di falsi “segreti rivelati”, illudendoli di aver scoperto il vero arcano che guida le sorti del mondo. Gli hanno dato in pasto quattro grembiulini, un compasso e due rituali nella foresta, per illuderli di aver carpito segreti di natura millenaria, e renderli appagati per questa meravigliosa scoperta.
Talmente appagati che te la fanno cadere dall’alto, come se l’avessero ricevuta da S. Giovanni in persona, invece di averla trovata sulle pagine di Google.
In realtà, è infantile sperare di trovare i veri segreti del mondo pubblicati apertamente in Internet. Non fanno caso, costoro, che quando in Internet compare qualcosa di veramente scottante, scompare nell’arco di pochi minuti? Se invece qualcosa ci rimane per sempre – e pure in bella vista - vuole dire che lì da nascondere c’è ben poco.
E così trovi quintali e quintali di pagine sulla “massoneria”, sul “nuovo ordine mondiale”, sulle “piramidi” e sugli “obelischi” che nessuno si preoccupa minimamente di far togliere, e nemmeno di smentire. Queste pagine ti regalano l’illusione di aver scoperto chissà cosa, mentre in realtà fungono da catalizzatore per le potenziali menti critiche, che si perdono nella ragnatela di “finti segreti” e ad un certo punto – convinti di aver capito tutto – smettono addirittura di pensare: da quel punto in poi procedono per frasi fatte, con pensieri premasticati, come automi di una categoria superiore che conoscano solo il comando “acceso” e “spento”.
Sono i “falsi illuminati”.
Costoro hanno confuso la possibilità di accedere alle informazioni con la finalità stessa della loro ricerca. Non si rendono conto che le informazioni servono solo a costruire un ragionamento superiore più solido, efficace e costruttivo, e non a farne un vangelo alternativo.
“Tanto non cambia nulla – dice il nuovo intellettuale della rete – tanto è tutto già deciso, tanto i poteri forti faranno comunque quello che vogliono”.
Certo che lo faranno: finchè ci saranno persone che la pensano in quel modo, loro se ne approfitteranno di sicuro. Ma la colpa è di quelle persone, non dei poteri forti.
Welcome to the New World Order, un mondo nel quale i più pericolosi si mettono in ordine da soli.
Provate a pensare se Martin Luther King non avesse fatto la marcia su Washington “perchè tanto non cambia nulla”. Provate a pensare se le migliaia di neri che si sono fatti ammazzare per i diritti civili fossero rimasti a casa loro, in pantofole a guardare la TV, “perchè tanto non cambia nulla”: oggi i loro confratelli non potrebbero nemmeno bere alle stesse fontanelle dei bianchi, altro che laurearsi ad Harvard “magna cum laude”.
Provate a pensare che cosa sarebbe successo se le femministe degli anni ’70 non avessero passato intere giornate sotto la pioggia, a raccogliere firme e insulti in pari misura, “perchè tanto non cambia niente”: oggi il 90 per cento delle donne abortirebbe ancora nel cucinino della zia, armate di un ferro da maglia e di tanta paura.
Certamente, il progresso è faticoso, e se non lo paghi con la vita almeno una buona dose di sudore ce la devi mettere. Invece è molto più comodo stare chiusi in casa propria, e declamare “tanto non cambia nulla” ogni volta che si verifica uno sprazzo di reazione costruttiva nel mondo.
Di certo non sarà Obama a cambiare il mondo, ma se non cominci da qualche parte, come pensi di arrivare alla destinazione? Con un tocco di bacchetta magica della Fata Turchina?
Cinismo, presunzione, qualunquismo. Questi sono i veri problemi dell’Italia, e albergano soprattutto in coloro che potrebbero risolvere i problemi dell’Italia. Che curiosa coincidenza.
Gli odierni intellettuali della rete mi ricordano sempre di più quelli dei salotti romani degli anni sessanta criticati da Pasolini: sono loro i principali responsabili del mantenimento dello status quo, proprio perchè sono i primi a dire “tanto non cambia nulla”. Sono loro i migliori cani da guardia del potere che tanto amano criticare.
Però non azzardatevi a dirglielo in faccia, perchè si arrabbiano moltissimo.
Massimo Mazzucco