La sezione 11 settembre del sito, inaugurata nel 2003, esordiva con un capitolo intitolato “Il vero problema è psicologico”. Il testo diceva: Come potrà constatare chiunque affronti l'indagine a mente aperta, sgombra di preconcetti, gli indizi contro la versione ufficiale si rivelano presto essere di una quantità sconcertante. Ma per arrivare a vederli con chiarezza, bisogna prima rimuovere quella spessa corazza protettiva che tutti noi portiamo, e che ci impedisce di vedere tutto ciò che in qualche modo non saremmo in grado di accettare. Se sentiamo che un certo discorso ci porta verso una conclusione poco gradita, alziamo tutti istintivamente una barriera di rifiuto - gli americani lo chiamano denial, o diniego - assolutamente solida e impenetrabile, anche a costo di apparire ridicoli davanti al mondo.
A cinque anni di distanza compare fra i commenti, in maniera quasi casuale, il post di un nuovo iscritto che vale la pena di rileggere per intero.
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Sull'11/9 ormai nessuna persona aggiornata ed in buona fede può avere dubbi:
1 - La versione ufficiale è, fisicamente parlando, impossibile.
2 - I "fatti", le immagini documentati e diffusi in tempo reale e non più alterati (registrazioni fatte personalmente il 9/11), se analizzati con attenzione, non sono spiegabili senza ammettere che siano stati eguiti lavori specialistici di cablaggio delle cariche esplosive nelle torri e nel Building 7.
3 - Le "coincidenze" che hanno reso la debacle possibile (es. sette esercitazioni di sicurezza aerea che prevedevano aerei pirati -o nemici - nei cieli nordamericani), ... ... se non fossero state accuratamente coordinate avrebbero una probabilità di verificarsi su un milione di miliardi.
E poi ci sono decine e decine di documenti che convalidano quanto detto sopra. Certo, non si dispone di prove che possano essere portate in tribunale, ma sulla base dei documenti pubblicamente disponibili (compresi gli incredibili “ritocchi” operati su certi materiali, ritocchi che in qualche modo convalidano operazioni di depistaggio con la loro sola esistenza), appare impossibile che almeno una parte importante della struttura dello stato non sia stata complice, se non il centro organizzatore e coordinatore dell'evento.
Un paio di anni fa contattammo Andreas von Bulow, autore di "CIA und 9/11", ministro per la ricerca e già nella commissione parlamentare di controllo dei servizi informativi tedeschi. Volevamo invitarlo a tenere una conferenza sull'argomento. La sua risposta fu più o meno la seguente: a che serve, ormai ti fatti sono noti ed accettati, tutti sanno, non c'è più niente da aggiungere.
Fu così che lasciammo perdere la conferenza: in effetti oggi chi può e vuole essere informato, chi è capace di affrontare i fatti con sufficiente apertura ed onestà intellettuale, non può avere dubbi su cosa sia successo il 9/11.
Chi ancora oggi non accetta la realtà del 9/11, nonostante tutte le credibili informazioni che sono accessibili con un semplice click, semplicemente non “può“ farlo. Nè è possibile aiutarlo: si può portare il cavallo alla fonte, ma non si può farlo bere se lui si rifiuta!
Anche senza voler considerare quelle persone preoccupate solo di difendere il loro "status" acquisito o altri interessi personali, o quelle che devono onorare debiti di appartenenza, dobbiamo arrenderci all'evidenza. Dall'esterno non sarà mai possibile rimuovere quei blocchi psichici attuati per difendere la propria sanità mentale di fronte a situazioni potenzialmente traumatiche.
Troppe sono le tipiche reazioni del tipo: non può essere vero, se lo fosse sarebbe troppo orribile, quindi non è vero.
D'altra parte è proprio la sua incredibile mostruosità che costituisce la migliore protezione dei perpetratori di questo evento mostruoso.
Accettarlo vuol dire accettare che lo stato del faro della democrazia del nostro mondo sia disposto a sacrificare 3000 suoi cittadini in uno show Hollywoodiano per un oscuro fine.
Vuol dire accettare che il campione delle libertà abbia messo in moto un programma di dimensioni paragonabili alla sua entrata in guerra dopo Pearl Harbour (quando 3000 vite innocenti furono sacrificate rinunciando ad una difesa possibile da un attacco conosciuto: ma si doveva garantire la credibilità del Presidente (alll'epoca la parola di un presidente valeva ancora qualcosa).
Vuol dire accettare che Tony Blair ne fosse al corrente (forse prima di Bush), che Putin suia stato prontissimo a saltare sul carro in corsa, vuol dire che TUTTI i leaders che chi hanno chiesto sacrifici o che ci hanno chiesto di rinunciare a diritti civili, alla privacy, alle nostre libertà in cambio di sicurezza... in qualche modo oscuro fossero complici di questo atto di violenza inaudita che ha lo scopo, forse, di installare un “nuovo ordine mondiale” autoritario, poliziesco, vagamente Orwelliano.
Vuol dire rinunciare a vedere nelle notizie del TG i vari episodi fondanti del “Nuovo Ordine Mondiale” come singoli alberi indipendenti, vuol dire doverli riconoscere come un'unica, minacciosa foresta.
Vuol dire trovarsi a vivere in una realtà sempre più diversa da quella percepita dalla maggior parte dei “bravi cittadini”, da quella che ci è ammannita dai media e proposta dagli imbonitori.
Forse tutto questo comporta delle scelte troppo coraggiose , in qualche modo troppo terribili per poterle chiedere a tutti: il coraggio, se uno non ce l'ha, non se lo può dare...
alearge
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Ringrazio questo nuovo utente per aver saputo sintetizzare – forse involontariamente - la fine di un percorso compiuto da moltissime persone come noi in Internet in tutti questi anni.
Oggi le informazioni ci sono, e sono di facile accesso per chiunque le voglia trovare. Da quel punto in poi non sta più a noi deterninare quanto accade, ma sta alla coscienza del singolo cittadino.
Forse non ce ne rendiamo conto, ma ci troviamo ad anni luce di distanza da quello che era il mondo fino a dieci di anni fa: le menzogne ci sono sempre state, ma per la prima volta nella storia il cittadino qualunque ha la possibilità di verificare di persona, senza filtri aggiuntivi, qualunque fatto importante che avvenga sul nostro pianeta.
Da questo punto in poi il mondo, semplicemente, non potrà più tornare indietro. Nel bene come nel male.
Massimo Mazzucco
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