E’ stata pubblicata su Biomedicines una review che punta chiaramente il dito contro la proteina Spike, sia da Covid che da vaccino. Il titolo non lascia dubbi: ‘Spikeopathy’: COVID-19 Spike Protein Is Pathogenic, from Both Virus and Vaccine mRNA (Spikeopatia: la proteina Spike del Covid 19 è patogena, sia quella del virus che quella del vaccino mRNA).
Ecco alcuni passaggi presi dall’abstract e dall’introduzione.
ABSTRACT: La pandemia di COVID-19 ha causato molte malattie, molti decessi e profondi disagi alla società. La produzione di vaccini “sicuri ed efficaci” era un obiettivo chiave per la salute pubblica. Purtroppo, gli elevati tassi di eventi avversi, senza precedenti, hanno messo in ombra i benefici.
Questa revisione presenta prove dei danni diffusi causati dal nuovo prodotto COVID-19 mRNA e vaccini adenovettori DNA, e per la prima volta tenta di fornire una panoramica completa dei danni derivanti dalla nuova tecnologia dei vaccini, che si basava sulla produzione di cellule umane di un antigene estraneo con evidenza di patogenicità.
Negli ultimi commenti liberi un utente ha scritto questo messaggio, che evidenzia un problema che molti di noi sentono da vicino:
“A questo punto Massimo io ti chiederei con tutto il cuore di iniziare a porre le basi per un think tank sul cosa possiamo fare noi comuni mortali per rendere le cose più difficili a questi fdp. Perché di materiale che provi l’arroganza di certa casta oramai c’è ne molto, sarebbe giunto il momento di prendere le menti più brillanti che circolano qui su LC e spremerle per creare una politica vera dal basso verso l’alto. Tu Massimo avresti il ruolo importantissimo di indirizzare tutto questo verso un obiettivo concreto e realizzabile. Altrimenti scriviamo e leggiamo tante cose importanti, ma rimane tutto sterile, non so se mi sono espresso bene.”
Indipendentemente da un mio possibile ruolo, quello di passare "dal dire al fare" è un problema sentito da molti. Spesso io ricevo email che in sostanza mi dicono: “Si vabbè, tutto bello e giusto, ma in concreto cosa facciamo?”
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Di Enrico Gianini
Come tanti oramai avranno appreso dalle varie fonti, la giunta torinese sta per limitare l’uso delle auto diesel EURO 5 in determinate aree della Città di Torino, come scrive sicurauto.
Nonostante le intenzioni che lasciavano intravedere un cambio di rotta, la giunta di centro-destra del Piemonte ha confermato lo stop ai diesel Euro 5 nell’autunno-inverno 2023-2024, così come previsto dal piano per migliorare la qualità dell’aria (messo a punto a seguito di una condanna dell’UE).
Il blocco diesel Euro 5 scatterà il 15 settembre 2023 e non riguarderà l’intero Piemonte ma i 76 Comuni, tra cui il capoluogo Torino, individuati dal DGR 26-3694 del 6/8/2021.
Eris è il nome della nuova variante covid che promette di seminare il panico nel prossimo autunno. E naturalmente, insieme alla variante, arriva anche la nuova generazione di vaccini pronta a combatterli.
Ma questa volta le case farmaceutiche non garantiscono più nulla. Scottate dal flop dei loro vaccini a mRna, ora Pfizer, Moderna e Novavax annunciano semplicemente che i nuovi prodotti “probabilmente offriranno una protezione” contro la nuova variante, detta anche Eg5. Con queste dichiarazioni la scienza è ufficialmente entrata nell’era del “probabilmente”, e da qui sembra difficile che potremo mai tornare indietro.
La vera domanda che tutti ci poniamo è: dopo l’esperienza degli anni recenti, quante persone al mondo correranno ancora a vaccinarsi per paura del virus? L’80%? Il 50? Il 20? Quanto sarà efficace, rispetto al passato, la nuova campagna di terrorismo mediatico che sta per iniziare?
Si accettano scommesse.
Massimo Mazzucco
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico
Tutto il mondo diplomatico ed economico-finanziario sembra trattenere il fiato in attesa spasmodica del prossimo vertice dei paesi del BRICS di Johannesburg. Questo vale in particolar modo per i paesi occidentali che – completamente tagliati fuori dalle scelte e incapaci di influire – stanno tentando in tutti i modi di influenzare indirettamente le scelte di questa organizzazione informale che sempre di più sembra pesare nello scacchiere mondiale grazie a imponenti risorse economiche e finanziarie oltre che energetiche, militari e demografiche.
Certamente i temi in agenda nella riunione del BRICS che più stanno a cuore al blocco occidentale (“l'occidente allargato” come lo chiamano i diplomatici russi) è quello dell'allargamento dell'organizzazione a nuovi paesi e la creazione di una nuova unità di conto che dovrebbe sostituire il dollaro come moneta standard negli scambi internazionali in via principale tra i paesi appartenenti al BRICS ma aperta anche agli altri paesi che la vorranno utilizzare.
Incontrata a Roma in occasione del Premio De Donno, Silvana De Mari esprime apertamente le sue opinioni sui vaccini.
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Ogni volta che un eco-terrorista cita l'allarmismo del premio Nobel per la fisica Parisi (2021), possiamo rispondere citando il premio Nobel per la fisica Clauser (2022). Uno a uno e palla al centro.
di Gabriele Angelini
Il 27 giugno scorso il premio Nobel per la Fisica 2022, John Clauser, ha tenuto un interessantissimo discorso alla conferenza Quantum Korea sulla crisi climatica e sul cambiamento climatico. A suo parere, sintetizzando, non c’è alcuna emergenza, e gli strilli e gli allarmismi sarebbero in realtà pilotati, finalizzati ad altro e non di certo alla salvaguardia del pianeta.
Il suo intervento integrale è stato ripreso e pubblicato da LaVerità. Dice il Nobel nelle sue premesse: “Sono convinto che la reale verità può essere trovata solo osservando attentamente i fenomeni naturali. La buona scienza si basa sempre su buoni esperimenti e le buone osservazioni prevalgono sempre sulle elucubrazioni della teoria. Naturalmente, gli esperimenti approssimativi sono controproducenti e forniscono disinformazione scientifica: ecco perché i bravi scienziati ripetono con molta attenzione gli esperimenti degli altri”.
di Davide Malacaria
“Blinken e Biden stanno costruendo un quadro di politica estera destinato a durare nel tempo”. Questo il titolo di un articolo di David Ignatius pubblicato sul Washington Post, nel quale si spiega che, mentre la mannaia giudiziaria continua a imperversare su Trump – siamo alla quarta incriminazione -, il duo in questione sta fissando le fondamenta della politica estera americana in modo che un futuro presidente, altro da Biden, sia costretto a non deviare dalle direttrici attuali.
I fondamentalisti della guerra
Così il rapporto con la Cina dovrebbe proseguire su binari conflittuali, perseverando nel rischio di un conflitto aperto, e il confronto con la Russia continuerà, dal momento che l’America sta già immaginando il futuro di Kiev a “medio e lungo termine”, per un ausilio che sia più sostenibile, in cui si riesca a “costruire un esercito di livello mondiale” (prospettiva allarmante…).
La Russia, ha detto Blinken, non deve illudersi di poter “sopravvivere all’Ucraina e a noi” (cioè agli Stati Uniti), dove va sottolineato quel “sopravvivere”, che fa della guerra in corso un conflitto esistenziale.
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