Gli utenti possono commentare la cerimonia e il discorso di inaugurazione di Donald Trump.
Mentre a Washington va in scena, fra Biden e Trump, il teatrino di chi si prende il merito per l’accordo raggiunto in Palestina, a Tel Aviv va in scena l’altra metà della rappresentazione, ovvero il gioco poliziotto buono-poliziotto cattivo fra Netanyahu e Ben-Gvir.
Sul primo teatrino c’è ben poco da dire: è evidente a tutti che la cosiddetta “tregua di Gaza” sia nata in conseguenza dell’avvicendamento Biden-Trump. Biden può vantarsi finché vuole di avere ottenuto lui questo risultato, ma non ha spiegato perché non ci sia mai riuscito nei 15 mesi precedenti. È altrettanto evidente che questa tregua sia stata imposta da Trump, non certo per “motivi umanitari”, ma semplicemente perché nella strategia di Trump c’è un riavvicinamento fra Arabia Saudita e Israele, e questo riavvicinamento non può certo avvenire mentre la devastazione di Gaza è ancora in corso.
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Sto seguento con interesse il dibattito serale su caso del Corvetto, l’inseguimento della gazzella dei carabinieri che si è concluso con la morte di Ramy Elgamal.
La cosa interessante del dibattito è come si siano subito creati i classici schieramenti destra-sinistra, e come ciascuno commetta delle fallacie dialettiche nel cercare di avere ragione.
La posizione dei commentatori di destra è che “sbaglia chi non si ferma al posto di blocco”, quindi sostanzialmente “Ramy se l’è cercata”. Se avesse rispettato la legge – dicono i vari Cruciani, Belpietro ecc. - non saremmo qui a discutere della sua morte. Punto.
L’astuzia dialettica, in questo caso, sta nel fatto che, spostando l’attenzione sull’antefatto (il mancato stop al posto di blocco), si evita di parlare del comportamento discutibile del carabiniere alla guida della gazzella, che ha chiaramente speronato lo scooter.
Ugo Rossi (consigliere comunale di Trieste) sta portando avanti una dura battaglia per proiettare ovunque possibile il docufilm “Maidan la strada verso la guerra”. Mi ha mandato questa lettera, che mi chiede di pubblicare:
In Italia è da più di un mese che si è attivata la macchina della censura nei confronti dei docufilm “Maidan la strada verso la guerra” e “I bambini del Donbass” realizzati da Russia Today e tradotti in italiano dal giornalista Vincenzo Lorusso impegnato sul campo nel Donbass.
Russia Today, insieme a Sputnik, è stato colpito dalle sanzioni UE nel marzo 2022 con l’accusa di essere strumento della propaganda Russa a sostegno “ dell’aggressione di Mosca contro l’Ucraina”.
Con lo stesso pretesto in Italia continuano da più di un mese azioni antidemocratiche e incostituzionali di censura delle proiezioni organizzate da liberi cittadini e da varie organizzazioni sul territorio.
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Da parte dell’Associazione “Carta di Siena” riceviamo e pubblichiamo:
Perché e’ stata scritta la Carta di Siena. Un folto gruppo di Medici ha cercato di capire perché, nel momento di massima difficoltà del nostro sistema sanitario, a causa della malattia COVID-19, l’esercito dei medici sia stato disarmato e tolto dalla prima linea. La causa determinante è stato il comportamento degli Ordini Professionali, presidente della Federazione Nazionale Filippo Anelli per primo, che invece d ‘ insegnare la medicina alla politica, come suo dovere istituzionale, si è fatto invece, attraverso il potere disciplinare, esecutore dei capricci della stessa politica. Umiliata la perizia, la prudenza e la diligenza, annullata la libertà di curare, cancellato il principio sacro: primo non nuocere.
Standing ovation in parlamento, Cecilia Sala che torna in Italia è come la nazionale che vince i mondiali.
E’ stata arrestata senza che ce ne dicessero il motivo, ed è stata liberata senza che ce ne dicessero il motivo. Però, proprio tre giorni prima del suo arresto, in Italia era stato fermato il cittadino iraniano ricercato dagli USA; ma questa è solo una coincidenza. E proprio tre giorni prima del rilascio della Sala, la Meloni è andata di corsa da Trump a Mar-a-Lago. Ma anche questa è un’altra coincidenza.
Enrico Mentana resta senza il suo lavoro preferito: quello del censore delle idee altrui. Il nostro Catone nazionale infatti sarà presto spogliato dall’autorità di fact-checker che gli aveva concesso Zuckerberg, grazie alla quale i redattori di Open potevano decidere le sorti dei post su Facebook secondo il loro piacimento.
Meta ha infatti annunciato che da oggi negli USA – e presto nel resto del mondo – verranno revocate tutte le “licenze” ai fact-checkers nazionali che fino ad oggi hanno goduto di questo perverso privilegio censorio.
Leggi tutto: Trump inaugurato presidente