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Mentre l’Italia si prepara all’inevitabile caos di venerdì 15, il Vate del vaccinazismo, Matteo Bassetti, ha già lanciato la palla in avanti, firmando una petizione per rendere obbligatorio il vaccino per tutti.
Nel giustificare la sua scelta, Bassetti ha involontariamente tradito quelle che fossero le vere finalità delle violenze scatenate ad arte a Roma sabato scorso: “I gravi scontri di ieri [sabato] dimostrano come sia oramai improcrastinabile una legge dello Stato che superi le divisioni in atto in tema di Green pass, imponendo la vaccinazione obbligatoria a tutti i cittadini”.
Naturalmente, anche un bambino si accorgerebbe della totale mancanza di logica in questo ragionamento: perchè mai “gli scontri di sabato” dimostrerebbero che sia “improcrastinabile” una legge sull’obbligo? Cosa c'entra una cosa con l'altra?
di Maurizio Martucci
Prepariamoci a tutto, anche al peggio. Perché il segnale arrivato ieri da Roma non lascia scampo all’immaginazione. Il popolo non conta e non deve contare nulla.
E se mai contasse, allora va depistato: ignorate e delegittimate dopo quasi due anni di civile e (a tratti persino) gandhiana opposizione democratica, le piazze italiane gremite da centinaia di migliaia di pacifici manifestanti sono state catapultate nel baratro più bieco della strategia della tensione, con uno schiocco di dita, ad orologeria, scandito al momento opportuno.
Mentre si quisquiglia su semestre bianco, Draghi al Quirinale ed elezioni (con Green Pass?) 2023, è bastata qualche carica d’alleggerimento, il lancio di candelotti lacrimogeni e lo sfondamento del presidiato portone del (fu) sindacato dei (fu) lavoratori per riuscire a rispolverare di gran cassa un adagio antico, noto e sempre pronto all’uso, tanto caro ai burattinai della Prima Repubblica che nella contrapposizione violenta, eversiva e manovrata ‘estrema destra Versus estrema sinistra’ hanno allegramente edificato la legittimazione di un sistema parassitario e subdolo.
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Ieri è atterrato a Darwin, Australia, un volo partito da Buenos Aires 17 ore prima, coprendo una distanza di circa 15.000 Km senza scalo. Si trattava, per la precisione, di un volo di rimpatrio (QF14) per cittadini australiani che erano rimasti bloccati in Argentina a causa del Covid.
Da sola questa notizia non basterà certamente a scalfire le convinzioni di chi crede che la terra sia piatta, ma almeno dovrebbe aiutarci a separare quelli che sostengono la teoria in modo cieco e fideistico da quelli dotati di una certa onestà intellettuale.
Questo è il link di Facebook: https://www.facebook.com/watch/?v=986748032057350
Anche se i media di palazzo fingono di ignorarlo, l’unico vero risultato importante di queste elezioni è quello dell’astensionismo.
In proposito Giorgia Meloni ha dichiarato: "Credo che non si possa trattare in modo superficiale il dato sull'astensionismo: quando si vota in città importanti e c'è un astensionismo intorno al 50% non è una crisi della politica ma della democrazia".
Giorgia Meloni, a mio parere, sbaglia. La democrazia funziona benissimo, nel senso che le urne sono aperte, l’accesso ai seggi è consentito a tutti, ed i risultati dello spoglio sono facilmente verificabili dalle parti avverse. Quella che manca invece è proprio la politica: un astensionismo del 50% significa che un italiano su due non va a votare perchè a) non trova sulle schede nessuno da cui si sente rappresentato, oppure b) è convinto che chiunque venga eletto non porterà comunque ad un cambiamento significativo della situazione attuale.
Questa si chiama sconfitta della politica.
Non era bastato che Spike Lee venisse obbligato a tagliare i 30 minuti del suo documentario sull’11 settembre dedicati alla teoria alternativa sulle demolizioni del World Trade Center. Adesso Richard Gage è stato anche obbligato a dare le dimissioni da presidente di Architechts & Engineers for 9/11 Truth, l’associazione da lui creata nel lontano 2006, che conta a tutt’oggi oltre 3000 professionisti del settore che contestano, dati alla mano, la versione ufficiale dell’11 settembre.
Nel documentario di Spike Lee, infatti, erano stati intervistati proprio alcuni membri di Architechts & Engineers for 9/11 Truth, i quali portavano le loro argomentazioni contro la versione ufficiale. Queste argomentazioni evidentemente erano così convincenti da aver suggerito alla produzione (HBO) di segare per intero il segmento a loro dedicato. Al contadin non far sapere...
Ma qualcuno ha voluto andare oltre, e ha chiesto anche la testa di Richard Gage, presidente di A&E. Ma come è stato possibile ottenerla?
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